mercoledì 12 aprile 2017

Tessoro

Nell’aprile del 2010 il Consigliere Comunale del PD Federico Lorini, elaborò una tabella in cui venivano elencati dettagliatamente i costi fino ad allora sostenuti per il fantomatico Polo della Cultura. Le cifre erano impressionanti. 
Da InformaChiari dell'aprile 2010

A distanza di sette anni quel conto, già salatissimo, dovrebbe essere aggiornato. Vanno aggiunti infatti i soldi per spese legali e perizie tecniche e gli interessi su tutte le somme impegnate dal Comune. Arriveremmo senza alcun dubbio alla cifra “monstre” di circa 3 milioni di euro.  
Ammesso e non concesso che l’Amministrazione di Chiari riesca a portare a casa 470 mila euro, più spese legali e interessi, così come previsto nella sentenza del Tribunale di Brescia, quanto sarà grande il buco lasciatoci dalle Giunte dell’ex Senatore Mazzatorta? Probabilmente parliamo di una cifra che si avvicina ai 2milioni e mezzo di euro.

Il cantiere del Polo della Cultura

Ebbene, di fronte a questo disastro finanziario che avrebbe sotterrato qualsiasi amministrazione comunale e costretto i responsabili a fare i conti con la giustizia, qualcuno oggi gioisce e sproloquia di tesoretti trovati sotto il campo dei miracoli del Polo della Cultura e di pioggia di soldi che cadono dal cielo sulla testa degli attuali amministratori.
Ora secondo il nostro Codice Civile (art. 932), “tesoro” è “qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può provare di essere proprietario”. Il Comune di Chiari quei denari non li trova fra le macerie del Polo della Cultura. Erano denari che appartenevano alla città, ai suoi cittadini. Denari versati a fondo perduto dalla Giunta Mazzatorta nelle casse della società Eleca per i lavori del Polo della Cultura. Nessun tesoro quindi, ma soldi anticipati che devono rientrare nella disponibilità del Comune dopo la fine ingloriosa di quella operazione, definita da un rappresentante dell’allora maggioranza “un progetto morto, un cadavere da tumulare”. 

Le macerie del Cinema Comunale


Dopo quasi dieci anni non si è ancora riusciti a mettere la parola fine a questo disastroso fallimento che resterà nella storia della nostra città come il suggello di una stagione dissennata e sprecona. Gli eredi di quella “politica del fare disastri” e i loro corifei sempre pronti a reggere loro la coda, sono ancora lì ad abbaiare alla luna, sognando tesoretti e pioggia di denari quasi a voler esorcizzare il grave danno che hanno arrecato alla città.