lunedì 29 dicembre 2008

RISCATTO AREE DI EDILIZIA ECONOMICO POPOLARE


ELIMINAZIONE VINCOLI E RISCATTO DELLE AREEE DI EDILIZIA ECONOMICO-POPOLARE ( Legge 167 )





La scorsa estate l’amministrazione Comunale di Chiari ha indetto un bando con il quale proponeva ai proprietari ed agli assegnatari di alloggi di Edilizia Economico Popolare di riscattare il diritto di superficie ed i vincoli ex lege 167 degli alloggi in proprietà.


Tale iniziativa era stata intrapresa per rimpinguare le casse comunali ormai in forte difficoltà.


Il prezzo fissato era stato da subito giudicato dal Partito Democratico eccessivamente elevato e non giustificato.


Con un volantino distribuito porta a porta, il PD clarense invitava le 500 famiglie interessate a non farsi impressionare dalle pressioni esercitate anche telefonicamente da alcuni incaricati del Comune, a non farsi prendere dalla fretta, di scegliere di aderire o meno in base alle proprie disponibilità e programmi futuri;


nel volantino si concludeva facendo presente che la possibilità di riscatto ci sarebbe stata anche in futuro alle medesime condizioni o addirittura a condizioni più favorevoli o sensibilmente inferiori in caso di volontà politica diversa dell’amministrazione a venire ( come peraltro fatto da altri Comuni)


Il volantino si era reso necessario perché si erano diffusi timori infondati ed un forte allarmismo, forse alimentato ad arte da chi aveva necessità di fare cassa.


Alla scadenza del bando, prorogata da fine luglio alla fine di settembre , le adesioni sono state ufficialmente 127 ( ca il 25% degli interessati), con un introito per il Comune di 932.000 Euro con versamento quasi totalmente rateizzato e dilazionato di un anno.


L’aspetto che qui si vuole mettere in evidenza , che ci scandalizza e che ci indigna, è che per questa attività sia stata incaricata una Ditta esterna e che alla stessa sia stato riconosciuto un compenso di ben 150.000 Euro, pari ad oltre il 16% della cifra incamerata o meglio da incamerare!


NON CI PARE GIUSTO UTILIZZARE IN QUESTO MODO I SOLDI DEI CITTADINI CLARENSI ASSEGNATARI DI ALLOGGI DI EDILIZIA ECONOMICO POPOLARE.



L’attività della Ditta esterna poteva benissimo essere svolta dal personale dipendente del Comune.


A parità di somme nette introitate dal Comune, meglio sarebbe stato scontare del 16% ed oltre il prezzo di riscatto del diritto di superficie .



Probabilmente si avrebbe avuto un maggior numero di adesioni, con maggiori soddisfazioni per i cittadini e per la casse Comunali !


L’ingordigia gioca brutti scherzi!

martedì 23 dicembre 2008

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Cari concittadini clarensi,

anche quest'anno volge al temine e ci prepariamo ad affrontarne un altro che per la nostra città sarà molto importante. Si avvicinano infatti le elezioni amministrative.
Quali consiglieri comunali di opposizione, così come abbiamo fatto in questi quattro anni e mezzo, non faremo mancare nei prossimi mesi la nostra voce, anche per informarvi di quello che accade a Chiari dal punto di vista amministrativo.
Come già probabilmente saprete, molte scelte dell'attuale Amministrazione non le abbiamo condivise e fortunatamente alcune di queste, con il concorso determinante di molti cittadini, svincolati da logiche di partito e mossi soltanto dall'esclusivo bene della nostra città, siamo riusciti a cambiarle o impedirle, come per esempio è avvenuto per i "poli scolastici" e la "lottizzazione di Villa Abate".
Ma è una contrapposizione continua con un'Amministrazione e un Sindaco che decidono senza mai ascoltare nessuno e che mai sono a disposizione della Città.
RIPRENDETEVI LA VOSTRA CITTA'. Siate presenti e partecipi alla vita sociale e politica, per evitare che vengano prese decisioni, come finora è successo, nella solitudine di qualche stanza esclusiva della torre d'avorio in cui questa Amministrazione si è rinchiusa, per fare in modo che il patrimonio della nostra Città, che appartiene a tutti noi, non continui ad essere venduto, ma valorizzato. Ai nostri figli dobbiamo lasciare ricchezza non debiti.
Nell'annunciarvi che nei prossimi mesi non mancheranno occasioni per incontrarci e per progettare insieme la Città che vogliamo, permetteteci con questa nostra lettera di augurarvi un sereno

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Fabio Goffi - Mario Belotti - Federico Lorini - Giuseppe Del Frate - Maurizio Libretti - Ermanno Pederzoli
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lunedì 22 dicembre 2008

Chiari pulita: benemerenze e orecchie d'asino


A sei cittadini clarensi sono state consegnate pubbliche benemerenze per il loro esemplare comportamento civico. La prima edizione del premio “Chiari pulita” è stata ideata dalla Comunità di zona e dal Comune, partendo dall’assunto che se tutti spazzano davanti all’uscio di casa la città risulta automaticamente più pulita. Parole sagge e giusto riconoscimento ai sei titolari di attività commerciali che con la loro condotta hanno contribuito al miglioramento del decoro della città. Chi scrive ha raccolto comunque qualche lamentela. “E noi chi siamo degli zozzoni?” ha commentato lapidario un esercente, “ noi forse non teniamo pulito davanti al nostro negozio?” Un po’ di calma prego. Siamo solo alla prima edizione e negli anni futuri ci saranno benemerenze per tutti, questo è certo.
Ma al Comune e alla Comunità di Zona che benemerenza consegniamo? Per quest’anno niente benemerenze ma solo un bel paio di orecchie d’asino. Guardando ai dati rassegnati dal presidente Pietta, il Comune di Chiari, dispiace dirlo, non fa parte dei Comuni virtuosi. Infatti, a fronte di una percentuale minima del 40% necessaria per entrare nella speciale classifica dei comuni cosiddetti “ricicloni”, il nostro Comune produce solo il 39% di raccolta differenziata (RD). Troppo poco.
In Lombardia, i Comuni ricicloni sono 364 su un totale di 1546. La provincia di Brescia e quella messa peggio. Tanto per dire, nei primi 234 comuni ricicloni dell’Area Nord non ce n’è uno bresciano. Segno che i rifiuti dalle nostre parti si preferisce portarli all’inceneritore o buttarli in discarica, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Se a Chiari, come dice il presidente Pietta, si differenziano pochi rifiuti, la responsabilità è principalmente dell’ente locale che su questo specifico servizio ha investito poco o niente. La prossima amministrazione, di qualunque colore essa sia, deve avere come obiettivo prioritario quello di aumentare significativamente la percentuale di raccolta differenziata. La buona gestione di un Comune passa anche da queste cose.

martedì 16 dicembre 2008

C'era una volta...



C’era una volta una Città … beh, c’è ancora, anche se un po’ cambiata. Ma una volta - ai tempi di Napoleone – condivideva il titolo di “città” solamente con una quarantina di comuni italiani. Infatti già a quel tempo poteva vantare scuole, un’accademia umanistica, numerose chiese, servizi sanitari, eccetera, eccetera. Al punto che due intellettuali gesuiti del posto (uno si chiamava Mauro e l’altro Stefano) si omaggiavano dell’appellativo di “Pericle in questa Atene”; salvo poi ricorrere all’immagine di “Sparta” quando le truppe del solito Napoleone rompevano … l’incantesimo.

La Città, da sempre libera dai latifondi e priva di una vera classe nobiliare, aveva allora circa 8.000 abitanti ed era favorita da una solida economia basata principalmente sull’agricoltura e sulla lavorazione della seta; una prosperità che in seguito fece nascere anche diverse opere di beneficenza.

Questa “Età dell’oro”, per farla breve e rubando lo schema di Esiodo, continuò ad illuminare anche la successiva storia locale: le età dell’argento, del bronzo e del ferro (alle quali in questa sede si propone di aggiungere la fase di una materia ancor meno pregiata). Tant’è vero che verso la fine del Novecento qualcuno per descrivere la nostra Città ricorreva alla metafora iperbolica di piccola Atene”, senza troppa originalità, dal momento che la stessa figura retorica veniva usata da tempo per Sabbioneta, Treviso, Pietrasanta ed altri luoghi.

Poi venne l’ultima era, che coincise con l’ascesa al potere di nuovi dominatori. Questi, al grido druidico “R. ladrona”, “P. libera”, promettendo sfracelli, installarono il loro principe che, piano piano, volle far conoscere alla Città un periodo che non aveva mai vissuto: quello feudale.

Allora il principe, circondato dai suoi fedelissimi ed affiancato dal suo luogotenente, diede il via al suo programma.

Tanto per cominciare, in omaggio alla sfericità dello scudo celtico, sostituzione di tutti gli incroci con tante belle rotonde; talmente belle che dovette vendere il patrimonio immobiliare della Città.
Poi lanciò una serie di grandi progetti chiamati “Poli”, poli di qua … poli di là. Ma, siccome i soldi non bastavano, li lasciò disegnati sui tabelloni e si limitò a tradurre in ostrogoto il nome della Città sui cartelli d’ingresso.

C’è da dire che inizialmente voleva cacciare dal feudo tutti i forestieri, ma poi voleva anche aumentare la popolazione di 7.000 persone, per riempire le nuove case che i suoi amici dovevano costruire. Sta di fatto che in poco tempo i forestieri, invece di sparire, raddoppiarono.

Nel frattempo, per tenere fede al grido di guerra, estese i propri confini e posizionò una chiappa sulla Città-feudo e l'altra proprio al centro di “R. ladrona”.

Infine, con l’occasione della bega sullo spostamento mercato, sistemò anche l’antico Consiglio dei Venti (inteso come numero): da quel momento i suoi cortigiani ebbero la facoltà di usare le deliberazioni dell'antico Consiglio come carta igienica.

E fu così che la Città entrò nellEtà della m@@da.


Beppe Vavassori


P.S.: Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti non è puramente casuale, perché è auspicabile un risveglio dei "mandarini della Piccola Atene" (copiato dal titolo di un romanzo di Enzo Fontana su Treviso), prima che il sonno della ragione generi mostri (tanto per finire con un'altra citazione).

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La bella addormentata


Un giorno il Sindaco ebbe a dire che lui era stato eletto per cambiare Chiari, per ridestarla dal suo ultra cinquantenario torpore. Il progetto era evidente. Lasciare mano libera al mercato, per quanto riguarda il settore immobiliare, utilizzare i cosiddetti “Project Financing” per attuare poderose trasformazioni urbanistiche. Per quanto riguarda la prima questione sappiamo tutti come è andata a finire. Una miriade di interventi a pioggia che utilizzando i P.I.I. (Piani Integrati di Intervento) hanno disseminato il territorio di appartamenti che lo scoppio della bolla speculativa ha lasciato sul terreno come balene spiaggiate.
Per quanto riguarda i secondi, la “cultura del fare” si è insaccata. A incominciare dai “Poli scolastici” che manca poco facevano cadere la Giunta, al “Polo della Cultura” che è gia costato alla comunità la perdita di un immobile di pregio come il Cinema comunale, l’anticipo di 500 mila euro alla società Eleca di Cantù, la cessione a detta società, per la bellezza di 30 anni, del corrispettivo di buona parte dei parcheggi a pagamento della nostra città; per finire con il progetto di recupero della cava di via Roccafranca, dove la Fin-Beton contava di realizzare 150 appartamenti e un centro commerciale di 45 mila metri quadri. Ma erano progetti nati prima dello scoppio della bolla immobiliare. Preistoria.

lunedì 15 dicembre 2008

Il fallimento di una politica


In occasione della crisi della Giunta del giugno dell’anno scorso, il Sindaco Mazzatorta aveva a lungo sproloquiato sulla politica “alta” in contrapposizione con la politica dei piccoli compromessi, del dibattito senza fine, per di più condotto nelle stanze delle segreterie di partito.
Si era affibbiata l’etichetta di sindaco "non politico", il cui mandato nato sotto il segno dell’originalità e della cultura “del fare”, era indirizzato verso la realizzazione di ambiziosi obiettivi.
A quasi cinque anni dall’inizio di quella esperienza, oggi è possibile fare un consuntivo delle cose fatte e verificare se quanto promesso è stato realizzato.
Ebbene, la realtà, sfrondata da tutte le parole roboanti, è quanto mai deludente.
La mancanza di un vero progetto di governo del territorio ha determinato la sua massiva cementificazione, mentre in fatto di realizzazioni abbiamo assistito solo a un proliferare assurdo di rotonde costose e pericolose.

E’ questa la “politica del fare”?
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domenica 14 dicembre 2008

Netto dissenso


Partito Democratico
“Questa Amministrazione Comunale è inconcludente e crea solo danni alla città”
Sono molte le questioni che l’Amministrazione comunale sta portando avanti sulle quali la sezione clarense del Partito Democratico vuole esprimere il suo netto dissenso.
Mercato. Nonostante due mozioni del Consiglio Comunale impongano alla Giunta di farlo tornare in centro, il mercato rimane ancora in viale Cadeo. Dopo la bocciatura di una proposta della Lega di rimandare il rientro del mercato alle calende greche, si è pensato di farlo all’italiana: un po’ di qua e un po’ di là. «Così non va bene. Si crea un disagio agli ambulanti e ai cittadini. Il mercato non può essere diviso - commenta Federico Lorini, consigliere comunale Pd -. Tutte le bancarelle dovrebbero tornare ad essere allestite nelle due piazze. Al momento questo non è possibile perché i cantieri del mega e costosisissimo progetto dell’Urban Center (qualcuno sa che cosa sia?) sono ancora troppo ingombranti. Il loro confine potrebbe però indietreggiare. Invece lo spazio dei cantieri non viene ridotto perché una parte della maggioranza, non vuole fare rientrare il mercato in centro storico».
Traffico urbano «Nel piano approvato dalla Giunta è prevista l’introduzione di un senso unico in senso orario tra viale Mellini e viale Teosa. A cosa serviranno le rotatorie appena realizzate se ci sarà il senso unico? Ma soprattutto, il senso unico è compatibile con la presenza del mercato in viale Pietro Cadeo?».
Lavori pubblici Il Pd non condivide l’ottimismo della maggioranza sulla realizzazione del sottopasso di via Brescia: «I soldi non ci sono - dice Lorini -. L’opera fa leva sui 950mila euro che la ’’Investimenti clarensi’’ dovrebbe versare al Comune sottoforma di oneri. Dal momento che la società non ha ancora realizzato nulla nell’area predisposta, non penso che se la senta di anticipare la cifra».
Vendita area Itcg Einaudi «Il bando di vendita non è andato a buon fine - commenta Lorini -, ma il pericolo è che si venda a prezzi stracciati un’area che doveva servire a costruire la nuova palestra della scuola. Gli studenti non avranno la palestra, ma qualcuno ci farà un buon affare».

L'Happy Hour dell'assessore Navoni


L’altro giorno l’emittente locale “Radio Mille note” ha trasmesso un’intervista a Fabiano Navoni, assessore al Comune di Chiari con delega alle Politiche per i giovani, per la famiglia e per gli anziani.
Nell’intervista l’Assessore si dilunga sui servizi che il Comune di Chiari ha predisposto per la sicurezza dei giovani (drink test, distribuzione di etilometri monouso, informazione, bus navetta per luoghi di ritrovo, forum “Happy hour” ecc.). Ecco un estratto:

D) Prevenzione e sicurezza per quanto riguarda il mondo giovanile sono argomenti alla ribalta quotidiana…Il Comune di Chiari cosa ha organizzato per arrivare a questo?

R) Gli interventi di prevenzione finalizzati di azioni di sostegno per la prevenzione nell’uso e abuso di sostanze di alcol alla prevenzione di atteggiamenti a rischio so stati da evidenziare che sono stati messi in atto da questo assessorato da me diretto i corsi di guida sicura presso l’autodromo di Franciacorta…
Una curiosità. L’assessore Navoni è per caso Trapattoni sotto mentite spoglie?
Se non lo è, c’è da giurare che frequenta troppo abitualmente il forum “Happy hour”, per cui, affettuosamente, gli consiglieremmo, prima di rilasciare interviste, di sottoporsi a un “italian test” con tanto di italianometro monouso”. Naturalmente, solo per la prevenzione contro l’uso e abuso di parole a rischio.