giovedì 18 febbraio 2021

FORNO CREMATORIO

Ricevo e pubblico volentieri:


PERCHÈ OCCORRE DIRE NO AL FORNO CREMATORIO


Perché a Chiari è INACCETTABILE una nuova fonte di inquinamento CERTA di sostanze pericolose per la salute.

Perché in relazione all'inquinamento ambientale, sul territorio Clarense, la misura è già colma

e non sono più tollerabili altre aggiunte di inquinanti “permanenti” nel tempo e molto

pericolosi per la salute.




Il Forno Crematorio in progetto, oltre ad avere una infelice localizzazione, troppo prossimo  all'abitato, non avendo alle spalle una consolidata normativa né regionale, né nazionale, nonoffre nessuna garanzia sulla qualità e quantità delle emissioni.

Non bastano le buone intenzioni di applicazione delle migliori tecniche disponibili.

Non ha senso un impianto di cremazione a Chiari, a 25 Km da quello di Brescia, quando, ad

esempio, la Regione Veneto ha una legge che impone una distanza minima di 50 Km tra due

impianti.

Ci sono tutte le premesse per diventare il centro di cremazione di altre Province.

Non possiamo pensare di aggravare oltre una situazione ambientale senza prima essere

intervenuti su situazioni di seguito elencate, (elenco non esaustivo) :

• Analisi effettuate agli inizi degli anni 2000 hanno certificato l'inserimento di diverse aree

di verde pubblico clarense nel Registro Nazionale dei Siti Inquinati (es. Parco Villa

Mazzotti);

• Analisi effettuate tra il 2005 e il 2009 su 28 punti di terreni agricoli, oltre a certificare la

presenza diversificata di inquinanti pericolosi e cancerogeni, ha evidenziato per il 100%

dei punti analizzati, la presenza di Stagno da due a tre volte il limite di legge;

• Quotidianamente, a norma di legge , le attività industriali presenti sul territorio,

immettono nell'atmosfera chilogrammi di polveri contenenti diossine, metalli pesanti ed

altri composti pericolosi;

• Il nostro territorio agricolo è sufficiente per smaltire, a norma di legge, la metà dei reflui

zootecnici degli allevamenti intensivi esistenti:

• Due dei sei acquedotti clarensi hanno costantemente la concentrazione di nitrati

nell'acqua erogata, al limite della potabilità;

• Tutti i sovrappassi alla nuova SS11 sono stati realizzati utilizzando abusivamente scorie

e polveri di fonderia asportando anche parecchia ghiaia sottostante;

• Nella cava Betongamma, ora cessata, ARPA ha certificato la presenza di rifiuti pericolosi

in falda;

• L'area limitrofa a quella del progettato forno crematorio ha subito dal 1989 al 1993 lo

scempio di un micidiale inquinamento da mercurio prodotto dall'inceneritore di rifiuti

ospedalieri, definitivamente chiuso nel 1994 dopo che le analisi al camino, insistentemente volute da un Comitato Cittadino, hanno certificato la fuoriuscita del pericolosissimo metallo con una concentrazione 10 volte superiore al limite di legge, in condizioni ideali di prova;


• Le cosiddette “Compensazioni ambientali” che avrebbe dovuto realizzare la Società

BreBeMi sono l'ennesimo esempio della mortificazione delle “belle intenzioni” in fase di

approvazione progetto e della desolazione della realtà del realizzato;

• Le analisi del PM10 nell'aria, condotte da ARPA in diversi anni ed in diversi periodi

dell'anno, hanno certificato che Chiari ha la situazione di inquinamento atmosferico

peggiore della Lombardia tra l'Adda ed il Mincio sia in termini di valori assoluti di

concentrazione che del numero di giorni/anno di supero della concentrazione limite di

norma.

Se la volontà è quella di rafforzare il Patrimonio della Municipalizzata Chiari Servizi o di fare assumere a Chiari il ruolo di Comune trainante e centrale dell'Ovest bresciano, allora invece di pensare al Forno Crematorio, sarebbero di gran lunga da preferire altri progetti di vera

valenza ambientale, quali:

• creazione di Comunità energetiche

• Realizzazione di una rete di “teleriscaldamento freddo” per il condizionamento invernale ed estivo di edifici pubblici, sfruttando il calore di risulta di impianti industriali energivori e di importanti impianti di condizionamento.


Ing. Federico Lorini