mercoledì 30 settembre 2009

Chiari - Mamma mi si è rimpicciolito il Polo della Cultura


Che il progetto del Polo della Cultura sia un grosso pasticcio lo si può desumere da numerosi elementi.
Il primo e il più attuale è che questo progetto non ha e non ha mai avuto una sua fisionomia ben precisa. In prima istanza si parlò di recuperare il vecchio Cinema comunale. Poi, a seguito del proditorio abbattimento del cinema, si approvò il cosiddetto progetto Caputo. Successivamente si autorizzò il progetto Eleca che ampliando a dismisura gli spazi del manufatto lo rendeva un vero e proprio ecomostro. Oggi si fa marcia indietro e si pretende di contenere le dimensioni dell’edificio. Cosa ci sia di razionale in questo comportamento è un mistero della fede che solo il nostro Sindaco e i suoi collaboratori conoscono.
Un altro motivo è l’identità del concessionario. Prima Eleca Cantù, poi Eleca Chiari, poi Jolly Immobiliare di Milano, poi Sole Alto S.A. con sede in Svizzera. E poichè quest’ultima è società anonima, non state a perdere tempo per cercare di conoscerne i reali proprietari. Tutto nascosto dietro discrete cortine fiduciarie. E guai a chiedere lumi.
Il terzo motivo è l’interesse pubblico. Si dice “l’interesse della città è quello di munirsi di un auditorium multifunzione, tenuto conto che siamo stati costretti ad abbattere il cinema perchè fatiscente(?)”. Costo dell’opera: 1 milione di euro a essere generosi. Cioè non più di quanto abbiamo già sborsato sull’unghia e a fondo perduto a Eleca. Scusate, ma perchè non ce lo siamo costruito da noi questo benedetto auditorium? Non facevamo prima e meglio?
L’incarico di costruirlo lo diamo invece a Eleca, la quale deve guadagnarci pur qualcosa no? Innanzitutto il milione già versato, poi il corrispettivo dei parcheggi, poi l’area per 90 anni, poi l’abbuono degli oneri e via dicendo. Un costo per la comunità di oltre 15 milioni di euro.
Ora secondo voi cosa direbbe dopo aver letto le carte una persona di buon senso che venisse da un altro mondo? Direbbe “ma questi si stanno facendo buggerare?” Invece no. Non si stanno facendo buggerare e per la semplice ragione che quella convenzione l’hanno scritta quei grandi geni che governano la nostra città e che ci vogliono convincere che l’operazione è un affare.
Quarto motivo. Sono passati più di sei mesi dall’apertura del cantiere. Eleca non ha ancora fatto niente di niente, ma in compenso ha incassato almeno 1 milione di euro (come da convenzione certo). Ora se domani la società viene dichiarata fallita e magari con lei tutto il gruppo, che fine farà il nostro milione di euro?
Quinto motivo. Eleca sollecita più volte il Comune di predisporre gli stalli di parcheggio lungo la circonvallazione in base a quanto stabilito dalla convenzione. Il Comune nicchia, non risponde. Poichè sono soldi che non entrano, in un rapporto normale sarebbero già partite le lettere degli avvocati. Qui invece tutto tace. Il Sindaco si pone in ascolto, la Eleca traccheggia, la maggioranza guarda e i cittadini subiscono.

lunedì 28 settembre 2009

Straordinario anzi strategico


Il berlusconismo non si pratica solo agli alti livelli governativi, ma anche a livello locale, dove imperversano gli uomini “del fare”, i decisionisti senza se e senza ma, i realizzatori di progetti straordinari , gli strateghi del cambiamento.
Dopo la sparata di Berlusconi, che si è definito il più grande Presidente del Consiglio da 150 anni a questa parte, mi aspetto di leggere qualche dichiarazione simile da parte di nostri locali amministratori. Le premesse ci sono tutte.
Gli aggettivi che più ricorrono dalle nostre parti sono “straordinario” e “strategico”. Nulla si fa se non è straordinario o strategico. Ci sono piani straordinari, progetti strategici, realizzazioni decisive. Tutti nell’ottica di risvegliare dal suo antico torpore questa cittadina sonnacchiosa.
Si è arrivato a un punto tale di autoreferenza che se per caso c’è da cambiare un rubinetto dell’acqua, da perderci non più di mezz’ora con l’idraulico, si incomincia a chiamare la cosa “progetto”. Poi si mettono fuori i manifesti per inneggiare all’impresa straordinaria e magari si chiamano i ragazzi delle scuole a presentare i loro saggi, si chiama la banda a intonare simpatiche marcette, si fa intervenire un prelato per una benedizione che non si nega mai a nessuno.
A tal proposito, sono andato a rivedermi l’intervista rilasciata dal sindaco a Massimiliano Magli l’8 maggio scorso in occasione della “restituzione alla città” degli edifici di proprietà comunale (L’anagrafe e l’ex municipio) e delle prospicienti piazze. “Restituzione alla città”. Che bella frase! Non richiama pure a voi un clima da signoria rinascimentale?
Il problema è che la restituzione alla città degli edifici era solo un bluff. Il Sindaco non ha restituito un bel niente, tant’è che a distanza di tempo l’interno è ancora allo stato rustico e passeranno ancora dei mesi prima di vedere la fine dei lavori. L’organizzazione del Museo poi è di là da venire. E’ stata presentata una domanda di finanziamento al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione, ma si ha l’impressione che con questi chiari di luna soldi per il superfluo non ce ne siano. Questo museo sarà pure dinamico, sarà pure moderno, ma se non ci sono soldi si rischia veramente di fare flop.
Diverso è il discorso dei costi. Secondo i nostri calcoli e secondo quanto asserito dagli stessi uomini dell’Amministrazione (intervista al GdB del 25.10.2008), fino ad oggi sono stati spesi 5 milioni e 600 mila euro. Altri 800 mila sono stati deliberati per la sistemazione degli interni e 170 mila serviranno per gli arredi. Andiamo a 6 milioni e 570 mila euro. Una valanga di soldi. Allora perché il Sindaco, sempre nella suddetta intervista, parla di 3 milioni di euro?
Per finire una parola sull’Urban Center. Trattasi di uno “sportello d’informazione su tutto ciò che farà il Comune nel prossimo futuro. Tutti i progetti strategici importanti che ha avviato questa Amministrazione troveranno lì la loro sede espositiva.” Insomma in grande quello che è stato realizzato alla stazione di Chiari. Io sono andato diverse volte a visitare l’Infopoint della stazione. Vi assicuro che dentro non ho visto mai nessuno, esattamente come nell'adiacente distaccamento di polizia. E noi dovremmo buttare dalla finestra i nostri soldi per una cosa del tutto inutile? Straordinario, anzi strategico!

domenica 27 settembre 2009

25 luglio


Ormai appare del tutto evidente che il permanere di Berlusconi a capo del Governo, sta creando problemi non solo a livello interno, ma anche e soprattutto a livello internazionale.
Mai il prestigio dell’Italia si è trovato a un punto così basso.
Berlusconi è ormai del tutto squalificato e instabile e a niente valgono gli appelli della moglie o di qualche suo attento suggeritore. Egli è come prigioniero del proprio personaggio che lo costringe a recitare una parte da cui non riesce a uscire. Un misto di simpatia e atteggiamenti guasconi che potevano andare bene quando il vento era favorevole. Ora, dopo lo scandalo delle escort e iniziative governative che hanno precipitato il nostro Paese in un fondo fatto di razzismo, xenofobia, omofobia, cattiveria, mancanza di solidarietà ecc., egli è visto dalle cancellerie di mezzo mondo come il fumo negli occhi.
L’ultima performance davanti a Obama e sua moglie Michelle, ha gettato vergogna su se stesso e sul nostro paese.
Occorre fermarlo prima che sia troppo tardi.
Qualche giorno fa Brunetta diceva che sono in atto manovre per portare a termine un colpo di stato. Io non so se questo sia vero, certo è che in questo momento, per il bene del nostro Paese, c’è bisogno di un nuovo 25 luglio. C’è bisogno di un nuovo Dino Grandi che elabori un ordine del giorno che chieda a Berlusconi di farsi da parte.
Quel che mi chiedo è se all’interno del PdL ci sia qualcuno abbastanza autonomo da cogliere questa necessità e da coagulare attorno a sé uno schieramento parlamentare che arrivi a una sfiducia costruttiva.
La nostra Carta Costituzionale e il nostro ordinamento di Repubblica parlamentare, danno al Capo dello Stato la possibilità di conferire l’incarico di formare un governo di unità nazionale a un’alta personalità che si prefigga di realizzare in tempi abbastanza brevi un programma di pochi punti programmatici, fra i quali ci devono essere:
- una nuova legge elettorale sul modello francese o tedesco, che ridia agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti in parlamento;
- la modifica dei regolamenti parlamentari che consentano un più rapido iter parlamentare delle leggi;
- una legge sul conflitto d’interessi e una legge antitrust;
- misure a sostegno delle fasce più deboli della popolazione, misure a sostegno delle imprese.

Se ciò non avviene, ci attende una lunga nottata che non preannuncia nulla di buono.

martedì 22 settembre 2009

Polo della Cultura: Mazzatorta aperto all'ascolto


Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da alcuni cittadini sul cosiddetto Polo della Cultura.
“I tentativi pretestuosi dal contenuto politico messi in atto da alcuni cittadini non sono andati a buon fine” gongola il Sindaco “finalmente la questione è chiusa”.
Ora, giudicare pretestuosi i tentativi di bloccare l’opera messi in atto da alcuni cittadini che dall’oggi al domani si sono visti rinchiudere in una specie di recinto e che per uscire di casa devono trasformarsi in contorsionisti, mi sembra a dir poco ingeneroso. Se poi si tiene conto che i lavori dureranno quasi tre anni e che alla fine i “pretestuosi cittadini” si troveranno murati vivi, allora si può comprendere la rabbia di persone che facendo ricorso al Tar e al Consiglio di Stato hanno cercato di difendere un loro sacrosanto interesse.
Comunque, per il resto della comunità, almeno per quella parte che ritiene utile questa opera, la decisione del Consiglio di Stato può essere una buona cosa. Adesso riprenderanno i lavori e la nostra cittadina avrà finalmente il suo Polo della Cultura.
Tutto bene? Eh, no! Il nostro Senatore Sindaco avverte che in vista di un futuro aggiornamento del progetto (il secondo, il terzo, il quarto?), si dichiara aperto all’ascolto. Ecchevvordì. Vuol dire che è “disponibile a rivalutare alcuni aspetti dell’opera alla luce per esempio della crisi del mercato edilizio e delle prescrizioni elaborate dal Comando dei Vigili del Fuoco”.
Sorry, ma che c'entra la crisi del mercato edilizio in tutto questo? E le prescrizioni dei Vigili del Fuoco non erano già note?
Si ha come l’impressione che la convenienza del privato, questo sì a causa della crisi economica, non sia più così evidente e che sia Eleca che l’Amministrazione Comunale, ficcatisi in questo bel buco prima dello scoppio della crisi non sanno ora come uscirne.
Auguri!

lunedì 21 settembre 2009

Stazione: il salotto della città

Stazione. Luogo di transito per migliaia di persone che si recano giornalmente a Milano o Brescia per lavoro o studio. Da sempre luogo di degrado, di mancanza di decoro, di carenza di servizi.
Ecco perchè nel 2005 l’attuale Amministrazione Comunale prende in affitto da Ferservizi un locale di circa 50 mq. dove ha intenzione di realizzare un distaccamento della polizia locale.
Ottima idea. Si tiene sotto controllo un quartiere a ridosso del centro storico e si crea un deterrente per la criminalità.
Di più. L’Amministrazione oltre che cancellare anni di degrado e abbandono, ha intenzione di fare della stazione un salotto. Un luogo dove sostare in tutta tranquillità in attesa del treno con annesso “urban center” sul modello delle metropolitane londinesi. Ecco allora un “Info-point” dove trovare tutti i riferimenti per gli ignari viaggiatori che si trovassero a Chiari per turismo. Una vetrina sulla città, una sua porta virtuale.
L’intervento costa qualcosa, ma nulla in confronto ai benefici.
Insomma la realizzazione del distaccamento e dell’infopoint viene a costare 50 mila euro, l’affitto dei locali 6 mila euro l’anno.
Ad appena due anni di distanza dall’inaugurazione la stazione si trova nella situazione che vedete nel video sotto riportato. Degrado, mancanza di decoro e carenza di servizi. Con in più 50 mila euro buttati dalla finestra e un affitto di 6 mila euro l’anno per tenere eternamente chiuso un distaccamento di polizia. Ah, l’infopoint è utilissimo. Ma solo per propagandare gli inutili e costosi progetti di questa Amministrazione.


martedì 1 settembre 2009

Terra bruciata

A proposito del caso Boffo. Feltri dice di avere agito di testa sua. Berlusconi ne prende le distanze. Ma come è possibile che Feltri lanci un attacco così violento e brutale nei confronti del direttore dell’Avvenire senza che ci sia stato un placet di Berlusconi? Se l’ha fatto (di testa sua dico) è un pazzo e andrebbe sostituito su due piedi. In Italia non si punta la Chiesa a testa bassa senza subirne le conseguenze. Ho come l’impressione che una discussione in merito fra i due ci sia stata e abbia convinto Feltri a credere che Berlusconi volesse forzare il gioco nei confronti di alcuni settori della Chiesa che ultimamente si sono dimostrati particolarmente critici nei confronti del Governo e di Berlusconi in particolare. Berlusconi potrebbe aver capito che un gioco così spregiudicato potesse essere gradito alle alte gerarchie ecclesiastiche che si sarebbero così liberate di alcuni personaggi (in particolare i direttori di Avvenire e Famiglia Cristiana) ritenuti invisi al Papa e alla Curia di Roma in quanto in grado di esprimere pareri difformi rispetto alle posizioni ufficiali della Chiesa. Errore di valutazione gravissimo. Significa non aver capito che un conto sono le posizioni diplomatiche fra i due Stati e un conto sono le valutazioni politiche che i vari ambienti ecclesiali possono esprimere nei confronti delle attività del Governo.
Continuando così Berlusconi non fa che creare terra bruciata fra sé e le cancellerie di mezzo mondo, Vaticano compreso. Gli unici leaders con cui si trova in sintonia sono Gheddafi e Putin. Proprio una bella accoppiata.