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giovedì 26 ottobre 2017
venerdì 20 ottobre 2017
MAGLI MASANIELLO
La campagna elettorale che verrà sarà tra le più dure degli ultimi trenta anni. Tutti i partiti stanno affilando le armi e molti quotidiani e giornali si preparano a prendere posizione.
A Chiari ad accendere le polveri ci ha pensato il Giornale di Chiari e il suo direttore/editore Massimiliano Magli che in un memorabile editoriale parla in toni sarcastici e corrosivi dello “Ius Soli”.
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Estratto dell'editoriale de Il Giornale di Chiari dell'ottobre 2017 |
Il problema epocale della migrazione di milioni di persone e dell’affermazione dei diritti dei tanti stranieri i cui figli sono nati o cresciuti in Italia, è rappresentato da Magli come una barzelletta. L’intenzione è quella di mettere alla berlina esponenti del PD che si sono permessi di fare lo sciopero della fame per spingere il Parlamento a discutere della questione.
Si capisce però subito che il problema dello Ius Soli è solo un pretesto. L’intento di Magli è quello di consumare l’ennesima vendetta nei confronti del PD reo di non si sa quali crimini.
Il direttorone, non ha peli sulla lingua ed entra nella polemica senza timori reverenziali. “Scopriamo le carte. Scopriamo un paese, lasciamo le carte prendiamo i bastoni”. Questa è la mirabile apertura dell’editoriale del novello Masaniello. I bastoni dovrebbero essere alzati contro chi “racconta la storia del Pil che cresce, a dispetto di una povertà che invece aumenta”. Certo, i bastoni sono virtuali e il ricorso alla forza da evitare (per non andare in galera), ma siamo a Brescia, la città delle dieci giornate, e quei bastoni da “figuràti” potrebbero trasformarsi “chissà” in bastoni “più duri”. Insomma, una chiamata alle armi in piena regola che riporta alla mente la “rivolta del pane” di manzoniana memoria o la “guerra dei cafoni”. Tutto oro per le bocche buone di Lega e 5 Stelle.
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La rivolta del pane da I Promessi Sposi |
“E allora - continua Magli - le carte scoperte della politica che abbiamo sono quelle di politici con milioni di redditi nella loro vita, facenti parte peraltro del più «povero» partito d’Italia (il Pd, che invece di milioni di euro ne incassa ogni anno con le nostre tasse), che decidono di fare lo sciopero della fame per lo Ius Soli”.
Lasciando perdere per carità di patria la forma, per Magli gli aderenti al Partito Democratico dovrebbero essere dei nullatenenti, forse anche pezzenti e straccioni. D’altra parte, in altra sede, ebbe a scrivere che non si capacitava di come un partito come il PD non potesse permettersi di pagare uno “spazio autogestito” sul suo giornale. Perché, diciamolo chiaro, il periodico che lui dirige e di cui è anche editore (più raccoglitore di pubblicità che giornale), sopravvive grazie ai soldi sborsati dalle varie Amministrazioni Comunali per avere spazio sia sui giornali della catena che su Brescia Oggi, quotidiano per il quale il nostro scrive. D’altra parte fu lui stesso ad affermarlo rivolto ai sindaci della zona: “Vorremmo essere il vostro megafono”. Basta pagare e Magli diventa il megafono anche del diavolo. Senza quei soldi il suo bel giornale avrebbe qualche difficoltà a sopravvivere. il PD di Chiari che la “marchetta” si è rifiutata di pagarla, ha avuto sempre una pessima stampa. Alla faccia della deontologia professionale.
Custodisco nel cassetto della mia scrivania il numero dell’ottobre 2013 del Giornale di Chiari in cui il grande direttore dedicò ben tre pagine, dico tre, del suo fogliaccio a una requisitoria nei confronti del PD. Il tutto partiva da una conferenza stampa organizzata dal Partito Democratico in avvio della campagna elettorale delle comunali 2014. In quella sede si parlò anche degli arresti di Enio Moretti, accusato e poi condannato in primo grado e in appello per “associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale”.
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Estratto dell'editoriale de Il Giornale di Chiari dell'ottobre 2013 |
Questo fatto indispettì molto il direttore Magli che sbottò: “Quelli del PD si sono presi una bella giornata di sole, successivamente all’arresto di Enio Moretti…A Moretti gli si potrà dare del delinquente qualora venisse condannato, ma intanto non si può”.
E infatti quelli del PD non dissero né allora né dopo che Moretti era un delinquente, ma sollevarono un problema di opportunità politica, cosa che a Magli diventa abbastanza difficile da capire. D’altronde, come fa a comprendere queste cose un giornalista che è stato per lunghi anni il “megafono” del Sindaco e Senatore Sandro Mazzatorta al di là di ogni ragionevole decenza?
Fa strano sentir parlare dei redditi milionari dei politici del PD e dei milioni che il PD incassa ogni anno con le tasse dei contribuenti, quando il partito che è stato accusato di aver usato per fini impropri soldi pubblici (ben 48 milioni di euro, non noccioline), è proprio la Lega Nord. Proprio quel partito che Magli ha supportato, appoggiato e sostenuto con i suoi articoli, i suoi editoriali e le sue indimenticabili interviste dalle pagine del Giornale di Chiari e da quelle di Brescia Oggi.
Ma di questo vero scandalo sul suo giornale non vi è traccia. Quando c’è di mezzo la Lega il nostro Masaniello, il nostro fustigatore dei potenti, diventa afono, si distrae, guarda da un’altra parte.
- I soldi che incassa il PD sono sì soldi dei contribuenti, ma solo di coloro che decidono di devolvere il 2 per mille dell’Irpef a questo partito. È una devoluzione libera che può essere fatta nei confronti di qualsiasi partito. Cosa trovi Magli di tanto disdicevole in questo è difficile da comprendere.
- Non si riesce a capire perché il PD - fino a prova contraria principale partito della coalizione che governa attualmente Chiari - debba consentire il finanziamento con soldi pubblici del giornale di cui è editore Massimiliano Magli. Tale finanziamento opera sia attraverso la pubblicazione su tale giornale della cosiddetta informazione istituzionale (perché il Comune non usa con più frequenza Amministrazione Trasparente?), sia attraverso la pubblicità di Chiari Servizi. Che interesse può mai avere Chiari Servizi di farsi pubblicità a Chiari, considerato che risulta operatore unico di importanti servizi resi alla popolazione della città? Molti cittadini di Chiari votano PD e non comprendono il motivo per il quale debbano dare i loro soldi a un mensile che periodicamente getta fango addosso al loro partito di riferimento. Qui la libertà di opinione non c’entra proprio niente. C’entrano semmai il risentimento astioso e la ritorsione ingiustificata.
lunedì 6 ottobre 2014
Una cocente vittoria
Ovvero come il PD riesce a farsi male anche quando
vince
Il
Partito Democratico, o meglio una parte di esso, è affetto da una strana
sindrome, una sorta di “melanconia politica” che gli impedisce di gioire anche
quando vince. Sarà l’abitudine alla sconfitta, il gusto all’autocritica, una
propensione a rimanere sempre in posizione minoritaria, ma anche il 41% dei
voti non basta a strappare un sorriso, far alzare un calice, sventolare una
bandiera.
Visto
l’entusiasmo con il quale è stato accolto da molti il risultato alla Europee e
le bellissime affermazioni in molti
comuni d’Italia, Chiari compresa, sarebbe giusto parlare di “cocente vittoria”, una vittoria che
alimenta un innato scontento, una vittoria che brucia.
Colpa
di quel Renzi che si è andato a prendere i voti dell’elettorato di destra.
Orrore! Colpa della strana coalizione che ha appoggiato la candidatura a sindaco
di Massimo Vizzardi e che ha strappato il governo della città alla destra dopo
dieci anni di purgatorio. Doppio orrore!
Non
sarebbe stato meglio evitare pericolose contaminazioni e rimanere nel nostro tranquillo
recinto identitario che tanto ci piace e ci assicura quel 25% (a Chiari un po’
meno) che non dà fastidio a nessuno? Che gusto c’è a smuovere le acque, a
prendersi la briga di governare il Paese in piena crisi, o Chiari dopo che Mazzatorta
ha venduto oltre alla mercanzia anche il carretto?
E
poi perché parlare sempre di rinnovamento? Cos’è questo giovanilismo tanto di
moda? Forse che le persone di una certa età non hanno diritto di fare politica,
non hanno la giusta esperienza, la giusta preparazione per reggere le sorti del
nostro Paese e delle nostre belle città?
I giovani si sa, sono scapestrati,
portano avanti idee nuove che spesso si rivelano molto pericolose. I giovani ci
cambiano le carte in tavola con una rapidità che spesso ci confonde, mentre noi
amiamo una politica pacata, dai tempi giusti. Una politica dove i problemi
vengono a maturazione all’interno di convegni ben preparati, nell’ambito di
fondazioni ben remunerate, in assemblee poco partecipate.
La
politica non è cosa per neofiti, la devono praticare solo coloro che appaiono
credibili dicendo cose a cui non credono.
giovedì 12 giugno 2014
Massimo Vizzardi Sindaco di Chiari
MASSIMO VIZZARDI
è il nuovo Sindaco di Chiari.
Ora che i clamori dei festeggiamenti si sono spenti, vale la pena di tentare un’analisi
del voto che ha cambiato completamente la geografia politica della nostra Città.
A questa grande vittoria Vizzardi è giunto per gradi.
PRIMARIE
Innanzitutto con l’affermazione
alle Primarie del 22-23 marzo. Non era un test facile, anche perché dall’altra
parte c’era un agguerrito Maurizio Libretti in rappresentanza del PD.
Che fosse contesa vera lo si è visto subito dalla grande partecipazione
dei cittadini. Quei 1345 clarensi che si sono recati alle urne nonostante un
tempo freddo e piovoso hanno conferito al candidato sindaco un mandato pieno e
autorevole.
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Chiari - I manifesti dei candidati alle Primarie 2014 |
CHIARI VIRTUOSA
Questo primo successo si è realizzato sia per le qualità intrinseche del soggetto
sia per il lavoro svolto dalla sua formazione politica “Per una Chiari
Virtuosa”, una lista civica che ha saputo aggregare moltissimi giovani animati da entusiasmo, belle idee e un
modo moderno e coinvolgente di comunicare. Sicuramente una novità.
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Un manifesto della lista - Per una Chiari virtuosa - |
Determinante in questo contesto è stato l’atteggiamento del
Partito Democratico. La sconfitta subita alle Primarie avrebbe potuto creare malumori
difficili da riassorbire e disimpegni dagli
effetti disastrosi. Invece la barra è
stata tenuta dritta.
Vale la pena di ricordare che il PD è stato il partito che ha voluto fermamente le
Primarie e ha lavorato per allargare la colazione a soggetti diversi da quelli che avevano
costituito all’inizio il Patto Civico per Chiari. Ciò ha creato divisioni dolorose che si sono
ricomposte solo negli ultimi giorni di campagna elettorale.
La nuova stagione del PD di Renzi, la concorrenza di Chiari Virtuosa e una
rigorosa analisi della situazione clarense hanno costretto il PD locale a uno scatto in avanti. La lista proposta è stata una novità, segno della capacità di guardare oltre il
proprio steccato e di aprirsi alla società civile e al volontariato.
Il merito è sì del gruppo dirigente, ma una menzione a parte
merita Maurizio Libretti, persona generosa e dalle capacità politiche e
aggregative innegabili. Non per nulla
alle elezioni è stato il candidato più preferenziato, portando il PD a
diventare, fatto storico, il primo
partito di Chiari.
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I candidati al Consiglio Coimunale del PD di Chiari |
Naturalmente non si possono dimenticare le altre liste. Innanzitutto “Patto per Chiari Insieme”, lista
che al suo interno riuniva sensibilità diverse, “Chiari al Centro” di
Sandro Gozzini e “Chiari in Testa” di Lara Baghino con cui sono stati firmati
accordi di apparentamento. Ognuno ha apportato il proprio contributo per la
vittoria finale.
CENTRODESTRA
Dall’altra parte c’era una coalizione fortissima. Essa
partiva da un largo 63% conseguito da Sandro Mazzatorta 5 anni fa. Spostare il
14% dell’elettorato da uno schieramento all’altro sembrava un’impresa
impossibile. Eppure ciò è avvenuto. Perché?
DIVISIONI
Per prima cosa bisogna dire che negli ultimi tempi la
coalizione di centrodestra si era caratterizzata per la rissosità dei suoi componenti
che approfittavano di ogni occasione per dilaniarsi in furibonde polemiche.
Tutti ricordiamo il manifesto di denuncia pubblicato da Gabriele Zotti e
compagni contenente accuse che andavano al di là della normale dialettica
interna a una coalizione.
GIUSEPPE GOZZINI
Le divisioni sembravano insanabili. Solo la mediazione di Mariastella Gelmini ha consentito una ricomposizione dell'alleanza con l'imposizione di un candidato esterno ai gruppi.
La scelta è caduta su Giuseppe Gozzini,
bancario in pensione molto vicino alla parrocchia.
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Giuseppe Gozzini |
All’inizio sembrava un candidato imbattibile e la vittoria
della coalizione di centrodestra inevitabile.
Il personaggio però aveva un lato debole. Non aveva esperienza politica e questo fatto
lo rendeva del tutto dipendente dai suoi sponsor. Difficile sostenere la
candidatura di una persona che non conosce i problemi di una città complessa
come Chiari, difficile colmare il divario di esperienza e preparazione fra lui
e il suo avversario, cosa che è risultata del tutto evidente in occasione del
confronto tenutosi al Marchettiano.
COMUNICAZIONE
A questo c’è da aggiungere che Gozzini ha avallato una
campagna comunicativa tanto dispendiosa quanto inefficace. Messaggi sbagliati, contraddittori e in alcuni
casi controproducenti che invece di fare
riferimento alle cose buone fatte dalle Giunte Mazzatorta, riesumavano vecchie e superate polemiche come quelle su
Rom, campo nomadi e moschea. Per non
parlare delle “promesse da marinaio” fatte negli ultimi giorni di campagna
elettorale.
La sensazione avuta è stata quella di una coalizione astiosa
e divisa, un’alleanza che invece di pensare al futuro guardava al passato.
Manifesto elettorale di Giuseppe Gozzini |
Ora, per la nostra Città, inizia un nuovo capitolo. I
problemi da risolvere sono tanti e le risorse poche. E’ venuto il tempo di
sperimentare le capacità amministrative di una giovane classe dirigente. Per il
bene di Chiari c’è da augurarsi che i
tanti progetti messi in campo e le tante idee trovino la loro giusta
realizzazione. Ciò accadrà se tutti coloro che saranno chiamati a
responsabilità di governo, a cominciare dal Sindaco Vizzardi, saranno animati
da spirito di servizio nei confronti della Città e in grado di coinvolgere nelle loro scelte i
cittadini di Chiari.
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I candidati della coalizione che ha sostenuto Massimo Vizzardi |
giovedì 22 maggio 2014
sabato 20 aprile 2013
Vergogna
Sul sito di Chiari del PD ho pubblicato il seguente post
Vergogna. Questo è il sentimento che provo dopo che ieri il Partito Democratico ha scritto una delle pagine più nere della storia del nostro Paese, richiamando alla mente i tempi peggiori della prima Repubblica.
Il partito che avrebbe dovuto rappresentare per molti cittadini la possibilità di rinascita dell’Italia è ormai preda di correnti e consorterie in feroce lotta fra di loro.
Gli atti indecorosi messi in atto da una parte dei parlamentari che hanno prima impallinato un galantuomo come Marini e subito dopo Romano Prodi, uno dei fondatori del PD e bandiera per molti democratici, dimostrano che il senso di “onore e disciplina” che dovrebbe sorreggere ogni rappresentante del popolo nell’esercizio delle sue funzioni è smarrito per non dire assente.
La dirigenza, chiusa all’interno del palazzo, è del tutto incapace di ascoltare il vero sentimento del suo popolo. Se ci fosse stata sintonia tanti errori si sarebbero evitati. Il PD invece ha continuato a portare avanti ostinatamente una politica votata al fallimento: prima accettando i provvedimenti varati dal governo Monti che hanno pesato duramente sulla parte più debole della popolazione, poi rifiutandosi di prendere in mano la bandiera del rinnovamento della politica, incominciando da una drastica riduzione dei suoi costi.
Bersani si è dimostrato debole e sicuramente non in grado di governare i processi di profondo cambiamento necessari in questa fase storica. L’atteggiamento fiacco con cui ha affrontato la campagna elettorale è stato uno dei motivi del deludente risultato.
La situazione emersa dalle urne era complicata e sicuramente di difficile soluzione viste le posizioni in campo. Forse per questo sarebbero state necessarie decisioni chiare e comprensibili. Incaponirsi nel portare avanti una trattativa nonostante gli sberleffi di Grillo ha esposto Bersani, e con lui il PD, al dileggio di tanta parte dell’opinione pubblica. L’autorevolezza dei comportamenti è il requisito essenziale di una buona politica. Bersani avrebbe dovuto rimettere il mandato ricevuto e condizionare la nascita di un governo del Presidente sulle questioni programmatiche.
Ora ci troviamo di fronte a una situazione paradossale: il PD non riesce a decidere. La strada maestra, suggerita a gran voce dalla sua base, indicava in Stefano Rodotà il candidato naturale per rivestire la carica di Presidente della Repubblica. Non si è capito il perchè la dirigenza del PD si sia rifiutata di imboccarla.
Oggi, dopo il fallimento delle candidature Marini e Prodi, il PD è costretto a elemosinare un accordo con altri partiti. Un’impietosa dichiarazione di fallimento di una politica e di una dirigenza.
Di fronte a questo disastro leggo prese di posizioni deliranti. La preoccupazione principale di molti dirigenti e dei loro supporter è quella di lanciarsi accuse reciproche, di tradimento, di intelligenza con il nemico, di doppio gioco. E’ uno spettacolo indecoroso che genera solo disgusto.
In questa situazione caotica si scontrano disegni contrapposti: accelerare la crisi per determinare il tramonto della vecchia dirigenza e frapporre ostacoli per impedire l’avvento di una nuova. Nel caos che si è determinato il PD è imploso e non c’è niente che lo possa salvare.
L’invito in extremis rivolto a Napolitano di accettare per la seconda volta la candidatura alla Presidenza della Repubblica sta determinando situazioni del tutto nuove. Il Presidente giustamente chiede precise assicurazioni sulla sua certa rielezione e pretende il varo di un governo con a capo una persona di sua fiducia. E’ chiaro a tutti che in questo modo l’arbitro unico della situazione diventa Napolitano, prefigurando di fatto una Repubblica Presidenziale.
A questo punto il PD è da considerarsi alla stregua di un partito commissariato, il che vuol dire che non è più in grado di svolgere funzioni politiche autonome, dovendo sottostare alle inappellabili decisioni del Capo dello Stato.
Sino a ieri ero convinto che il PD fosse sì un partito arruffone, incerto e diviso, ma in ogni caso un partito dove fosse ancora possibile una dialettica libera e proficua. Oggi devo prendere atto che quel partito è morto.
Con le decisioni assunte ieri da 101 franchi tiratori è stato inferto un colpo mortale alle speranze di milioni di cittadini che avevano creduto in un partito nuovo, un partito che servisse a riformare la politica e a rinnovare l’Italia. Queste persone si sono assunte la responsabilità di consegnare il Paese a Grillo e Berlusconi.
Di fronte alla nuova situazione occorre prendere decisioni ferme e irrevocabili. La funzione di cittadinanza attiva si può tranquillamente svolgere anche al di fuori dei partiti. Perdere il proprio tempo per dare la possibilità a degli inutili cialtroni di condurre miserevoli e sporchi giochi di potere è diventato per me non più sopportabile.
mercoledì 28 ottobre 2009
Il nostro futuro
Le primarie di domenica sono state una vera e propria festa di popolo.
Tutti abbiamo scoperto con sorpresa che questo partito, dato sempre in crisi, incapace di fare politica, lacerato al proprio interno, ha una vitalità e una forza che nessun partito in Italia riesce a esprimere. E questa vitalità e questa forza gli viene da questo popolo che a viva voce pretende una nuova stagione politica per l’Italia, una nuova stagione che veda come protagonista il Partito Democratico..bmp)
Ma cos’è che spinge tanta gente a riversarsi in piazza, fare la fila, pagare 2 euro, votare? Se si dovesse guardare solo ai palazzi della politica non riusciremmo a capire il perchè. Affiorano scandali, corruttele e polemiche che scoraggerebbero anche il più volenteroso degli elettori. Eppure nonostante questo, nonostante il giorno prima delle primarie fosse stato gettato in mezzo alle urne un reale e grave scandalo, la gente, cocciutamente, testardamente, è andata a votare.
E’ semplice fideismo, movimento riflesso? No, io penso invece che in quel piccolo gesto ci sia tanta consapevolezza e voglia di essere protagonisti e di contare. Porto due esempi perchè li ho vissuti personalmente. Una persona anziana che faceva fatica perfino a scrivere, ma che caparbiamente e con mano tremante ha tirato fuori i suoi documenti, i suoi soldi, ha messo la sua firma, tutto con molta fatica. E poi tre ragazzi, tanto giovani che uno dei tre non poteva votare. Stavano fuori dal seggio un po’ spauriti. Ho detto “ma perchè state qui, ragazzi, avete paura?” Risposta disarmante “Sì”.
Oggi il Partito Democratico è davanti a questa risposta, forse inaspettata. E’ dav
anti a questi tre milioni di persone che chiedono al PD di uscire dalle secche di polemiche sterili, per diventare veramente il partito che prepara l’alternativa di governo. L’alternativa alla destra. La destra delle leggi “ad personam” e delle leggi che premiano evasori e malavitosi, come lo scudo fiscale. La destra che umilia l’Italia con il suo razzismo e la sua xenofobia e la emargina dal consesso dei paesi più avanzati.
E il Pd, in questi strani giorni, deve avere la capacità di essere il motore di una nuova alleanza. Con determinazione e generosità. Occorre veramente aprirsi alla società. Nei mesi passati abbiamo vissuto la sindrome di chi si sente prigioniero delle proprie contraddizioni, della propria sconfitta, prigioniero delle polemiche che a fiotti si sono riversate su di noi. Ci siamo sentiti accerchiati e forse abbiamo reagito con un eccesso di rabbia e sdegno. Oggi dobbiamo guardarci in faccia e chiederci che cosa vogliamo farne di questo partito. C’è tanta voglia di partecipazione e di cambiamento. Apriamo le nostre porte alle forze vitali del nostro elettorato. Ricominciamo a dialogare con chi ci sta vicino, a partire da chi ci ha abbandonato perchè scontento e deluso. Ritessiamo le fila di quell’alleanza che abbiamo sostenuto in campagna elettorale. Ci sono tante persone di qualità con cui bisogna parlare.
Il nostro futuro è in quei tre ragazzi che avevano perfino paura ad entrare nel seggio. Il partito è il loro e noi dobbiamo fare di tutto perchè loro e tanti come loro entrino e lavorino nel nostro circolo. Senza paura.
Tutti abbiamo scoperto con sorpresa che questo partito, dato sempre in crisi, incapace di fare politica, lacerato al proprio interno, ha una vitalità e una forza che nessun partito in Italia riesce a esprimere. E questa vitalità e questa forza gli viene da questo popolo che a viva voce pretende una nuova stagione politica per l’Italia, una nuova stagione che veda come protagonista il Partito Democratico.
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Ma cos’è che spinge tanta gente a riversarsi in piazza, fare la fila, pagare 2 euro, votare? Se si dovesse guardare solo ai palazzi della politica non riusciremmo a capire il perchè. Affiorano scandali, corruttele e polemiche che scoraggerebbero anche il più volenteroso degli elettori. Eppure nonostante questo, nonostante il giorno prima delle primarie fosse stato gettato in mezzo alle urne un reale e grave scandalo, la gente, cocciutamente, testardamente, è andata a votare.
E’ semplice fideismo, movimento riflesso? No, io penso invece che in quel piccolo gesto ci sia tanta consapevolezza e voglia di essere protagonisti e di contare. Porto due esempi perchè li ho vissuti personalmente. Una persona anziana che faceva fatica perfino a scrivere, ma che caparbiamente e con mano tremante ha tirato fuori i suoi documenti, i suoi soldi, ha messo la sua firma, tutto con molta fatica. E poi tre ragazzi, tanto giovani che uno dei tre non poteva votare. Stavano fuori dal seggio un po’ spauriti. Ho detto “ma perchè state qui, ragazzi, avete paura?” Risposta disarmante “Sì”.
Oggi il Partito Democratico è davanti a questa risposta, forse inaspettata. E’ dav
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E il Pd, in questi strani giorni, deve avere la capacità di essere il motore di una nuova alleanza. Con determinazione e generosità. Occorre veramente aprirsi alla società. Nei mesi passati abbiamo vissuto la sindrome di chi si sente prigioniero delle proprie contraddizioni, della propria sconfitta, prigioniero delle polemiche che a fiotti si sono riversate su di noi. Ci siamo sentiti accerchiati e forse abbiamo reagito con un eccesso di rabbia e sdegno. Oggi dobbiamo guardarci in faccia e chiederci che cosa vogliamo farne di questo partito. C’è tanta voglia di partecipazione e di cambiamento. Apriamo le nostre porte alle forze vitali del nostro elettorato. Ricominciamo a dialogare con chi ci sta vicino, a partire da chi ci ha abbandonato perchè scontento e deluso. Ritessiamo le fila di quell’alleanza che abbiamo sostenuto in campagna elettorale. Ci sono tante persone di qualità con cui bisogna parlare.
Il nostro futuro è in quei tre ragazzi che avevano perfino paura ad entrare nel seggio. Il partito è il loro e noi dobbiamo fare di tutto perchè loro e tanti come loro entrino e lavorino nel nostro circolo. Senza paura.
lunedì 26 ottobre 2009
Primarie a Chiari
giovedì 22 ottobre 2009
sabato 6 giugno 2009
venerdì 5 giugno 2009
giovedì 14 maggio 2009
domenica 29 marzo 2009
Ma l'opposizione dov'era?

Nel gioco democratico bisogna essere sempre disponibili ad accettare le critiche. Ultimamente però nei confronti del Partito Democratico si è superata la misura, arrivando a criticare le sue posizioni in modo del tutto aprioristico e immotivato. Anzi di più. Ci sono persone che ancora prima di informarsi sullo stato dell’arte avvertono l’impellente necessità di dire “Ma il Partito Democratico dov’era?” Ora, per carità, tutti siamo perfettibili e si può fare di più sempre. Ma relativamente alla questione “Polo della Cultura”
affermare “ma l’opposizione che ha fatto di concreto?” significa o essere in mala fede (e non lo crediamo) o essere del tutto disinformati. Per colmare questa lacuna ci siamo presi la briga di mettere a disposizione dei cittadini l’esposto (leggi qui) presentato alla Corte dei Conti della Lombardia dai consiglieri di minoranza nel lontano 27 dicembre 2007. In quell’occasione, venne allegata una relazione che altro non è che una cronistoria della vicenda, dove ognuno può vedere, se ne ha voglia, cosa è stato o non è stato fatto.
Se ciò non bastasse allora si può fare riferimento alle pubblicazioni de l’InformaChiari. Nel dicembre 2007 fu pubblicato un numero speciale tutto dedicato alla questione “Polo della Cultura”. A seguire vennero poi pubblicati vari articoli: uno nel marzo 2008, due nel febbraio 2009, due in marzo. L’ultimo numero ha dedicato due pagine all’argomento.
Naturalmente nelle varie sedi istituzionali e non, il PD ha avversato sempre la sciagurata scelta della Giunta Mazzatorta, riuscendo a portare dalla sua parte esponenti della maggioranza. Sono state presentate in Consiglio Comunale almeno due mozioni, fatte decine di interpellanze, rilasciate ai giornali locali innumerevoli interviste. Della questione inoltre si è polemizzato sia sul Sito che sul Blog del partito ed infine ci si è adoperati fattivamente per la raccolta delle firme contro l’ecomostro.
Quanto al ricorso al Tar, gli unici legittimati a presentarlo sono solo le persone che hanno un interesse diretto. E infatti è di questi giorni la presentazione al Tribumnale Amministrativo Regionale di un ricorso da parte dei residenti nella zona.
Forse fra qualche mese, qualcuno si sveglierà e scoprendo che i posti macchina sulla circonvallazione sono diventati a pagamento proferirà la fatidica frase “ma il Partito Democratico… ecc.ecc.” Ditegli per favore che il PD l’aveva detto e che ha fatto di tutto per impedirlo.

Se ciò non bastasse allora si può fare riferimento alle pubblicazioni de l’InformaChiari. Nel dicembre 2007 fu pubblicato un numero speciale tutto dedicato alla questione “Polo della Cultura”. A seguire vennero poi pubblicati vari articoli: uno nel marzo 2008, due nel febbraio 2009, due in marzo. L’ultimo numero ha dedicato due pagine all’argomento.
Naturalmente nelle varie sedi istituzionali e non, il PD ha avversato sempre la sciagurata scelta della Giunta Mazzatorta, riuscendo a portare dalla sua parte esponenti della maggioranza. Sono state presentate in Consiglio Comunale almeno due mozioni, fatte decine di interpellanze, rilasciate ai giornali locali innumerevoli interviste. Della questione inoltre si è polemizzato sia sul Sito che sul Blog del partito ed infine ci si è adoperati fattivamente per la raccolta delle firme contro l’ecomostro.
Quanto al ricorso al Tar, gli unici legittimati a presentarlo sono solo le persone che hanno un interesse diretto. E infatti è di questi giorni la presentazione al Tribumnale Amministrativo Regionale di un ricorso da parte dei residenti nella zona.
Forse fra qualche mese, qualcuno si sveglierà e scoprendo che i posti macchina sulla circonvallazione sono diventati a pagamento proferirà la fatidica frase “ma il Partito Democratico… ecc.ecc.” Ditegli per favore che il PD l’aveva detto e che ha fatto di tutto per impedirlo.
Federico - Enzo
venerdì 27 marzo 2009
mercoledì 7 gennaio 2009
Appello alla concretezza

Difficile passare sotto silenzio l’accorato appello di Giuliano apparso fra i commenti al post “Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo”. Anche perché è un appello alla concretezza, un appello perché siano i giovani a riprendersi la città, perché Chiari sarà la loro, perché saranno loro che “svilupperanno imprenditoria, servizi, commercio, solidarietà”, un appello a essere costruttivi, propositivi e BASTA.
Ecco io su questo BASTA, a quanto pare gridato, non sarei del tutto d’accordo. Perché l’essere propositivi non pregiudica la polemica politica, l’essere costruttivi non significa tacere sulle scelte fatte dall’attuale Amministrazione Comunale. La polemica politica, se non è capziosa, ha anche lo scopo di indicare a noi le cose che non ci piacciono e che non dovremo fare. Nel criticare i nostri avversari, indichiamo anche una strada da seguire, un percorso.
Questo blog è nato da poco e vuole avere la funzione di discussione, quanto più ampia possibile e senza pregiudizi sui problemi, sui fatti che riguardano Chiari. Il punto di partenza non può non essere quello che oggi si sta facendo nella nostra città. Come si fa a tacere sulle scelte di questa Amministrazione, scelte che riguardano tutti noi, perché impegnano i nostri soldi, il nostro territorio, il nostro futuro?
Certo occorre anche la capacità di far seguire alla protesta la proposta.
E’ un impegno che tutti devono sentire come proprio, se vogliamo accreditarci a diventare un partito di governo anche a livello locale.
In vista delle prossime elezioni, il PD sta approntando il suo programma attraverso un’ampia discussione con i rappresentanti delle varie realtà locali e la cittadinanza (ultima assemblea il 23 novembre scorso). Questo Blog, il giornale InformaChiari, il nostro Sito, devono avere la funzione di far conoscere ai cittadini le nostre proposte. Magari nella fase iniziale prevarrà la polemica, ma gradualmente si comincerà a discutere di cosa vogliamo per Chiari.
L’importante è buttarsi nella mischia e confrontarsi con gli altri.
Ecco io su questo BASTA, a quanto pare gridato, non sarei del tutto d’accordo. Perché l’essere propositivi non pregiudica la polemica politica, l’essere costruttivi non significa tacere sulle scelte fatte dall’attuale Amministrazione Comunale. La polemica politica, se non è capziosa, ha anche lo scopo di indicare a noi le cose che non ci piacciono e che non dovremo fare. Nel criticare i nostri avversari, indichiamo anche una strada da seguire, un percorso.
Questo blog è nato da poco e vuole avere la funzione di discussione, quanto più ampia possibile e senza pregiudizi sui problemi, sui fatti che riguardano Chiari. Il punto di partenza non può non essere quello che oggi si sta facendo nella nostra città. Come si fa a tacere sulle scelte di questa Amministrazione, scelte che riguardano tutti noi, perché impegnano i nostri soldi, il nostro territorio, il nostro futuro?
Certo occorre anche la capacità di far seguire alla protesta la proposta.
E’ un impegno che tutti devono sentire come proprio, se vogliamo accreditarci a diventare un partito di governo anche a livello locale.
In vista delle prossime elezioni, il PD sta approntando il suo programma attraverso un’ampia discussione con i rappresentanti delle varie realtà locali e la cittadinanza (ultima assemblea il 23 novembre scorso). Questo Blog, il giornale InformaChiari, il nostro Sito, devono avere la funzione di far conoscere ai cittadini le nostre proposte. Magari nella fase iniziale prevarrà la polemica, ma gradualmente si comincerà a discutere di cosa vogliamo per Chiari.
L’importante è buttarsi nella mischia e confrontarsi con gli altri.
domenica 14 dicembre 2008
Netto dissenso

Partito Democratico
“Questa Amministrazione Comunale è inconcludente e crea solo danni alla città”
Sono molte le questioni che l’Amministrazione comunale sta portando avanti sulle quali la sezione clarense del Partito Democratico vuole esprimere il suo netto dissenso.
Mercato. Nonostante due mozioni del Consiglio Comunale impongano alla Giunta di farlo tornare in centro, il mercato rimane ancora in viale Cadeo. Dopo la bocciatura di una proposta della Lega di rimandare il rientro del mercato alle calende greche, si è pensato di farlo all’italiana: un po’ di qua e un po’ di là. «Così non va bene. Si crea un disagio agli ambulanti e ai cittadini. Il mercato non può essere diviso - commenta Federico Lorini, consigliere comunale Pd -. Tutte le bancarelle dovrebbero tornare ad essere allestite nelle due piazze. Al momento questo non è possibile perché i cantieri del mega e costosisissimo progetto dell’Urban Center (qualcuno sa che cosa sia?) sono ancora troppo ingombranti. Il loro confine potrebbe però indietreggiare. Invece lo spazio dei cantieri non viene ridotto perché una parte della maggioranza, non vuole fare rientrare il mercato in centro storico».
Traffico urbano «Nel piano approvato dalla Giunta è prevista l’introduzione di un senso unico in senso orario tra viale Mellini e viale Teosa. A cosa serviranno le rotatorie appena realizzate se ci sarà il senso unico? Ma soprattutto, il senso unico è compatibile con la presenza del mercato in viale Pietro Cadeo?».
Lavori pubblici Il Pd non condivide l’ottimismo della maggioranza sulla realizzazione del sottopasso di via Brescia: «I soldi non ci sono - dice Lorini -. L’opera fa leva sui 950mila euro che la ’’Investimenti clarensi’’ dovrebbe versare al Comune sottoforma di oneri. Dal momento che la società non ha ancora realizzato nulla nell’area predisposta, non penso che se la senta di anticipare la cifra».
Vendita area Itcg Einaudi «Il bando di vendita non è andato a buon fine - commenta Lorini -, ma il pericolo è che si venda a prezzi stracciati un’area che doveva servire a costruire la nuova palestra della scuola. Gli studenti non avranno la palestra, ma qualcuno ci farà un buon affare».
Sono molte le questioni che l’Amministrazione comunale sta portando avanti sulle quali la sezione clarense del Partito Democratico vuole esprimere il suo netto dissenso.
Mercato. Nonostante due mozioni del Consiglio Comunale impongano alla Giunta di farlo tornare in centro, il mercato rimane ancora in viale Cadeo. Dopo la bocciatura di una proposta della Lega di rimandare il rientro del mercato alle calende greche, si è pensato di farlo all’italiana: un po’ di qua e un po’ di là. «Così non va bene. Si crea un disagio agli ambulanti e ai cittadini. Il mercato non può essere diviso - commenta Federico Lorini, consigliere comunale Pd -. Tutte le bancarelle dovrebbero tornare ad essere allestite nelle due piazze. Al momento questo non è possibile perché i cantieri del mega e costosisissimo progetto dell’Urban Center (qualcuno sa che cosa sia?) sono ancora troppo ingombranti. Il loro confine potrebbe però indietreggiare. Invece lo spazio dei cantieri non viene ridotto perché una parte della maggioranza, non vuole fare rientrare il mercato in centro storico».
Traffico urbano «Nel piano approvato dalla Giunta è prevista l’introduzione di un senso unico in senso orario tra viale Mellini e viale Teosa. A cosa serviranno le rotatorie appena realizzate se ci sarà il senso unico? Ma soprattutto, il senso unico è compatibile con la presenza del mercato in viale Pietro Cadeo?».
Lavori pubblici Il Pd non condivide l’ottimismo della maggioranza sulla realizzazione del sottopasso di via Brescia: «I soldi non ci sono - dice Lorini -. L’opera fa leva sui 950mila euro che la ’’Investimenti clarensi’’ dovrebbe versare al Comune sottoforma di oneri. Dal momento che la società non ha ancora realizzato nulla nell’area predisposta, non penso che se la senta di anticipare la cifra».
Vendita area Itcg Einaudi «Il bando di vendita non è andato a buon fine - commenta Lorini -, ma il pericolo è che si venda a prezzi stracciati un’area che doveva servire a costruire la nuova palestra della scuola. Gli studenti non avranno la palestra, ma qualcuno ci farà un buon affare».
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