martedì 28 giugno 2011

Mercato: speriamo sia la volta buona

Chiari - mercato in Centro Storico
Secondo indiscrezioni che circolavano ieri in Consiglio Comunale, sembrerebbe che il Mercato ritorni in centro a partire dal prossimo 5 luglio. L'uso del condizionale è d'obbligo in una vicenda che ha visto nel corso degli ultimi tre anni un susseguirsi continuo di solenni proclami e di imbarazzate smentite.
Ora invece sembra che i mal di pancia della Lega siano rientrati e che finalmente si possa firmare la Determinazione Dirigenziale che autorizzi il ritorno del mercato in centro.
Speriamo che martedì sia la volta buona.

Per tutti gli articoli pubblicati sulla questione - mercato - (leggi qui)

lunedì 27 giugno 2011

Chiari - BreBeMi vista dall'alto (parte 2^)

Ecco altre drammatiche immagini del lungo tracciato
della BreBeMi  
in territorio di Chiari










Il materiale fotografico è pubblicato su gentile concessione di
Lorenzo Terzi di Rudiano

sabato 25 giugno 2011

Chiari - BreBeMi vista dall'alto (parte 1^)

Un territorio devastato

Siamo venuti in possesso di alcune foto che, più di altre,  
fanno capire l'entità dello sventramento
che il territorio di Chiari sta subendo a causa del passaggio
delle due grandi infrastrutture: BreBeMi e Tav.
Sono foto riprese da un parapendio e pensiamo siano
le prime ad essere pubblicate
per quanto riguarda il territorio di Chiari.
Riguardano il sedime dell'Autostrada  e le due grandi Aree di Servizio
che si stanno realizzando dalle parti di  via Sandella.
Per dare un'idea precisa di quanto sta avvenendo nella nostra campagna
accompagniamo le foto con visualizzazioni della stessa area ricavate da Google-Earth.
Il materiale fotografico è pubblicato su gentile concessione di
Lorenzo Terzi di Rudiano
che ringraziamo per la cortese collaborazione.
Chiari - BreBeMi - la campagna e le cascine soffocate















giovedì 23 giugno 2011

Gli "indignados"

Il segno distintivo che caratterizza molti dei rappresentanti del Governo è quello dell’indignazione. Insomma stanno incollati alle poltrone con l’attak, ma si comportano come se fossero all’opposizione.
Guardate la Lega. Ha condiviso con Berlusconi questa lunga stagione politica partita nel 1994 e di fronte a un Paese alla deriva, si indigna, presentando la lista della cose da fare in tempi certi.
Ma dico, dove eravate in tutti questi anni?  Avete goduto di una maggioranza che nessun governo dal 1946 in poi ha mai avuto e oggi ci venite a dire che bisogna fare rapidamente questo e quest’altro?  Bene, fatelo e alla svelta anche.

Lega - raduno di Pontida
Peccato però che sulla riforma fiscale vi hanno già risposto che soldi da spendere non ce sono e sulle missioni militari non si può prescindere dagli impegni assunti dal nostro Paese e che sull’immigrazione non è pensabile un blocco navale da parte della Nato e sui ministeri al nord non c’è trippa per gatti. Quattro secchi no su quattro punti fondamentali della vostra lista. Se le parole avessero un senso e non fossero solo propaganda già avreste dovuto dare il benservito al Berlusca. Invece continuate a fare melina, pensando che i cittadini, di fronte ai problemi che devono affrontare tutti i santi giorni, si possano fare impressionare dai folkroristici “raduni sul sacro suolo di Pontida”, dal  cerchio magico di Bossi”, da “l’ampolla delle acque del Po” e da tutte le fantasticherie pseudo celtiche o longobarde rifilateci in questi anni dal partito padano. 
Purtroppo, mentre l’Italia soffriva gli effetti di una gravissima crisi (che il vostro alleato ha sempre esorcizzato o addirittura negato), voi vi siete baloccati dietro un federalismo  i cui effetti, se ci saranno, si vedranno fra molti anni, perdendo di vista la realtà del Paese che richiedeva interventi urgenti per lo sviluppo e il risanamento dei conti.
Bossi a Chiari
Oggi tutti i nodi stanno venendo al pettine e voi, pur di non prendere atto della realtà che richiede interventi “lacrime e sangue”, parlate di improbabili riduzioni di tasse e di spostamenti di ministeri al nord.


Silvio Berlusconi
 C’è qualcuno, come il nostro Senatore Mazzatorta, che pensa che sia tutto un problema comunicativo. Cioè che basti impostare una bella campagna mediatica per convincere gli italiani riottosi dei risultati prodigiosi conseguiti dal Governo. Anzi, in un momento di esaltazione verbale ha preteso di rimbrottare Berlusconi dicendogli che   “serve un comandante di vascello che sappia tracciare la rotta e non navigare a vista, non limitarsi al piccolo cabotaggio. - Riprenda il timone della nave, abbandoni il ponte di comando e torni in sala macchine a sporcarsi le mani nella morchia dei motori -”.  Solo così “saremo al suo fianco sino in fondo”.  Errore imperdonabile! Dire a un capitano di vascello “saremo al suo fianco sino in fondo” è come evocare un’imminente sciagura, un naufragio inevitabile.  Siamo certi che ascoltando queste inopportune parole il nostro premier si sarà toccato in segno di scaramanzia, le sue preziose e allenate parti intime.


venerdì 17 giugno 2011

Il mercato in centro

Al simpatico commentatore che sulla questione “mercato in centro” mi accusa di dedicarmi a “giochini politici che poco interessano i cittadini” rispondo che il mio, per essere  un canto fuori dal coro, è un canto veramente polifonico. Vi partecipano il Pdl e Progetto Chiari, che così si sono espressi in una riunione di una commissione convocata ad hoc.  Inoltre rappresentanti di queste formazioni politiche più e più volte si sono espressi per il ritorno in centro del mercato, compreso l’Assessore al Commercio Zerbini. Vi partecipano sicuramente tutti i partiti della minoranza. Vi partecipano la maggior parte dei commercianti  che operano nel centro storico e una parte degli ambulanti. Sono favorevoli tantissimi cittadini che non sopportano di vedere il nostro centro storico  desolato. Come si può vedere, sono in buona compagnia.
Chiari - Centro Storico
Essere riformista, non significa necessariamente, volere il cambiamento ad ogni costo. Ci sono cose che stanno bene come stanno e i veri riformisti sono coloro che le vogliono tutelare. A questa categoria appartengono i centri storici delle città, che  sono tra le cose  che  fanno bello e unico questo nostro Paese. Se essi sono arrivati abbastanza inalterati sino a noi, lo si deve a tutti i riformisti e conservatori che hanno avuto il buon senso di tutelare con amore quanto gli era stato tramandato dai loro padri. A Chiari come altrove, in tutte le epoche ci sono stati coloro che in nome di un supposto progresso hanno fatto le cose più ignobili  e deplorevoli, cancellando con la scusa del degrado, ma il più delle volte solo per mire speculative, pezzi del nostro tessuto urbano.   
Chiari - Centro storico e periferia
Evidentemente il nostro commentatore non deve aver seguito il consiglio di leggere il bell’articolo di Tonino Zana. Se l’avesse fatto forse avrebbe capito che i centri storici non sono solo un indistinto agglomerato di case antiche,  ma rappresentano delle comunità, un reticolo di vie, di relazioni, di attività commerciali, religiose, politiche. Il centro di queste relazioni sono le piazze che rappresentano, come le antiche agorà, i luoghi dove i cittadini convergono per incontrarsi, parlare, scambiarsi notizie e pettegolezzi, fare affari, divertirsi, fare mercato. Oggi, con lo sviluppo del turismo, molti centri storici hanno perso la loro essenza. Si sono riempiti di negozietti di souvenirs, pizzerie e fast-food e molti dei loro cittadini hanno preferito andare ad abitare altrove, perchè la loro città era ormai priva di anima.

Chiari - Piazza Zanardelli

Chiari ha la fortuna di avere ancora un centro storico pienamente vissuto dai cittadini. Non solo è luogo di incontro, ma anche luogo in cui si concentrano la maggior parte delle attività commerciali e di servizio. Purtroppo, il proliferare dei centri commerciali e un atteggiamento un po’ troppo individualistico degli operatori, sta creando non pochi problemi. Il rischio è che il centro storico si spopoli e perda la sua personalità.
Togliere il mercato dal centro di Chiari può essere concepito solo da chi non ha il minimo senso della storia, da chi è indifferente alle sorti della città, da chi mette al centro del proprio operato non il bene comune, ma il proprio interesse di parte. La nostra città si caratterizza, rispetto a molti paesi del circondario, per il fatto di avere un centro storico ben definito entro i  contorni della sua circonvallazione. Ma questo meraviglioso tessuto urbano, ideato da una sapienza antica e comunitaria, ha bisogno di tutti quei caratteri qualitativi che lo hanno reso famoso sino ai nostri giorni. Uno di essi è il mercato.

giovedì 16 giugno 2011

Il mercato sta al centro come l’ipermercato alla periferia


Chiari - mercato in centro

La questione mercato non è di quelle che si possa risolvere con un’alzata di spalle, perchè di mezzo c’è il destino della nostra città. Non si tratta solo di piccole transazioni commerciali: un chilo di patate, quattro carote  e due cipolle. No, la questione è molto più complessa. Per capirla sarebbe utile  andarsi a rileggere il bellissimo articolo di Tonino Zana pubblicato sul Giornale di Brescia il 4 marzo 2007 (leggi qui), che parla di “un metticciato tra ambulantato e commercio fisso... un «diritto a stare», ad abitare le piazze tre volte la settimana per cinque ore la volta” .  Forse qualche nostro querulo commentatore eviterebbe di tranciare giudizi acritici.
Il mercato si svolgeva nel Centro Storico della città da tempo immemorabile. Qualcuno dice da 400 anni. Avrà un valore questo fatto o no? E maggior valore non dovrebbe averlo per quella formazione politica, la Lega, che dice di volersi rifare alle tradizioni della nostra terra?
Il mercato di Chiari è un piccolo mercato. Forse per questo si svolge tre volte la settimana, più il venerdì per la vendita del pesce.  Piccolo mercato, ma grande capacità di movimentare persone e animare il centro della nostra città, rendendolo dinamico, attivo, vitale.
La mia opinione è che il mercato debba ritornare in centro con le stesse modalità di base di prima.   Se si vuol fare di più bene, ma il minimo è che il mercato venga ripristinato.
Chiari - mercato in viale Cadeo
Coloro che si arrabattano da anni per convincerci che la soluzione migliore è quella di portare il mercato fuori dal centro, perchè in questo modo sarebbe più funzionale, non si sono minimamente sforzati di elaborare una proposta credibile che non fosse quella di uno spostamento “sic et simpliciter”. A suo tempo il Sindaco ebbe a proporre di posizionare in centro tipologie di prodotti di un certo standard, fuori dal centro tipologie ordinarie, mentre l’Assesore Zerbini aveva suggerito di far svolgere ogni 15 giorni un mercato di prodotti biologici. Proposte che sono rimaste semplici enunciazioni e non hanno mai portato a una proposta organica da discutere con la cittadinanza e con gli addetti del settore commerciale.
Trasferire definitivamente il mercato in viale Cadeo con cadenza trisettimanale è un non senso. Non solo perchè il Centro Storico viene così desertificato, non solo perchè i commercianti vanno in sofferenza, ma anche e soprattutto perchè lo stesso mercato perde di significato. Insomma è l’intera città che ci perde. Come dice Tonino Zana  “il mercato,  in sè, è un diritto al centro perchè di esso si anima, perchè lo anima. Il mercato, per antonomasia, è il centro, così come l’ipermercato è la periferia”.

Chiari - l'area dell'ex Cinema
L’opzione poi di portare il mercato nell’area dell’ex Cinema è la più bislacca. Sgradita ai cittadini, osteggiata dai commercianti e contrastata perfino dall’Anva (Ass.Naz. Venditori Ambulanti). Il motivo che anima questa proposta, avanzata dalla Lega, è chiaro a tutti. Si cerca in questo modo di porre riparo a un fallimento, quello del Polo della Cultura, che brucia e pesa sui destini di questa Amministrazione. Ma non si ripara un fallimento con una idiozia.
Purtroppo questa pretesa della Lega, sta gravando come un macigno sulle decisioni che dovrebbero essere prese e che si rimandano di mese in mese, in modo assolutamente ridicolo, da più di tre anni. Portare il mercato in centro significherebbe prendere una decisione definitiva. Cosa che la Lega non vuole, in vista della riqualificazione di viale Mazzini e quindi anche dell’area dell’ex Cinema.
Sarebbe però ora che sulla questione si facesse il punto. Continuare a ciurlare nel manico non giova a nessuno e meno che meno a Chiari che è, come dice Tonino Zana, “una bella città. Ma Chiari non sarebbe più la stessa bella città in assenza di piazze, mercati, scuole, palazzi e biblioteche. Chiari, senza questo,  sarebbe il paesotto che ha sempre evitato di diventare”.



mercoledì 15 giugno 2011

Mercato - non se ne può più

L'Assessore al Commercio
Bruno Zerbini
Due giorni fa, un bell’articolo apparso sul Giornale di Brescia,  titolava – “Chiari - il mercato fa le valigie: a fine mese torna in centro”. L’azzardo della previsione era di Maurizio Mombelli, Consigliere comunale del Pdl e membro della “Commissione per lo spostamento del mercato” (sic). “la data non c’è ancora, ma il trasferimento è imminente”. Gli faceva eco l’Assessore al Commercio Bruno Zerbini: “i numerosi incontri e le trattative con gli ambulanti sfoceranno a giorni in una decisione”.
Bene, a distanza di due giorni, veniamo a sapere che tutto è rimandato a dopo le Quadre, esattamente come avevamo previsto nel nostro post  dell’11 aprile scorso.
Non c’è niente da fare, il mercato di Chiari è la “cartina di tornasole” per capire quanto decisi, concreti, pragmatici, determinati e caparbi siano questi “uomini del fare” clarensi. Per capirlo, basta ripercorrere le vicende che hanno contraddistinto dal 2005 ad oggi la questione.
La decisione di spostare il mercato dalla sua sede storica fu presa nel giugno del 2005 e successivamente confermata nell’ottobre dello stesso anno.
Dovranno però passare quasi due anni perchè si arrivi all’effettivo trasferimento, avvenuto nel marzo 2007 con l’avvio dei lavori per la riqualificazione degli edifici dell’ex Comune e dell’Anagrafe.

Chiari - il mercato in viale Cadeo

Già in quell’occasione l’Assessore al Commercio Bruno Zerbini dà prova del suo piglio decisionista. Le proposte dell’Amministrazone messe sul tavolo della discussione riguardavano, Piazza Rocca, Piazza Aldo Moro, la Circonvallazione interna,  parte di Piazza Zanardelli oppure viale Cadeo. Quest’ultimo sito alla fine la spunta.
Il mercato in viale Cadeo è sicuramente più agevole per gli ambulanti, ma costituisce un problema per il centro storico e per i commercianti che vi lavorano. Questo fatto apre una spaccatura all’interno della maggioranza consiliare e l’Udc, a metà gennaio del 2008, presenta una mozione per il ritorno immediato del mercato in centro, almeno per la giornata di sabato. La mozione passa con i voti determinanti della minoranza. Si elaborano due soluzioni e Vizzardi si dichiara certo che entro marzo il mercato ritornerà in centro almeno il sabato.
Gli ambulanti però non ci stanno e fanno sentire la loro voce. Confesercenti e Anva (Associazione Naz. Venditori Ambulanti) esprimono forti perplessità sulla mozione approvata dal Consiglio comunale per la ricollocazione del mercato nel centro storico.
A fine agosto del 2008 l’Assessore Zerbini lancia la bomba “Un referendum per scegliere il posto del mercato”. E per dimostrare di essere del tutto imparziale aggiunge “A mio parere sarebbe però un peccato sporcare di fritto e cartacce una così bella piazza”.

Chiari - il mercato

Mazzatorta invece, per dimostrare la compatteza della sua Giunta, sbotta “No al referendum sul mercato”. Questo referendum non s’ha da fare.
Ma l’Assessore Zerbini non è uno che molla e fra ottobre e novembre del 2008, in  due storiche interviste rilasciate al Giornale di Brescia, sentenzia perentorio “Entro la prima metà di novembre il mercato ambulante di Chiari tornerà ad essere allestito per tre giorni a settimana nel centro storico della città”.
Messe con le spalle al muro Lega Nord e Progetto Chiari presentano in Consiglio una mozione per chiedere di rimandare lo spostamento del mercato in centro alla primavera del 2009, cioè quando i lavori in piazza Zanardelli saranno terminati.
La mozione viene bocciata severamente e l’Assessore Zerbini annuncia, non si sa perchè in tono perplesso  “il mercato verrà trasferito da viale Pietro Cadeo alle due piazze, entro martedì  9 dicembre 2008”.
Arriva il 9 dicembre, ma del mercato in centro neppure l’ombra.  Pd e Udc allora saltano sulle barricate. Mazzatorta replica secco “Stiamo facendo il possibile per risolvere la situazione Lo spostamento non avverrà comunque nel periodo natalizio, perché questo finirebbe con l’ostacolare il commercio”.
Passa anche Natale e l’Assessore Bruno Zerbini sempre più perplesso dichiara “il cantiere (in piazza Zanardelli) è stato sospeso. Solo quando l’intervento sugli immobili verrà completato il mercato potrà rientrare in centro storico”.
Chiari Piazza Zanardelli
Per qualche mese la questione mercato non fa più notizia. La vera notizia è la mancata realizzazione del Polo della Cultura. Comunque, l’Assessore Zerbini che ha una memoria d’elefante, in un’intervista del novembre 2010 ci rammenta che “il mercato ambulante di Chiari rientrerà in centro storico quando i lavori in piazza Zanardelli saranno conclusi, quindi dopo il 15 febbraio 2011”. Lo stesso concetto viene ribadito in una seduta del Consiglio Comunale del dicembre 2010.
In un’intervista rilasciata al Giornale di Brescia agli inizi di febbraio del 2011 l’amletico Assessore  riapre i giochi sul mercato “Stiamo valutando se trasferirlo e dove trasferirlo. Diversi sono i luoghi sui quali abbiamo posto l’attenzione: piazza Zanardelli, Piazza Martiri, l’area dell’ex Cinema, ma consideriamo anche l’ipotesi di lasciarlo dov’è, in viale Cadeo
Finalmente arriva il fatidico giorno e gli immobili e le piazze restaurate vengono consegnati alla Città festante. Il Nuovo Museo della Città viene aperto e la luminosa piazza Zanardelli è pronta ad accogliere il nostro mitico mercato.
Qualcosa però non va per il verso giusto. Infatti si riunisce una Commissione composta da Pdl, Lega e Progetto Chiari per definire una volta per tutte la questione del mercato.
La decisione è presa “il mercato - spiega l''assessore al Commercio Bruno Zerbini - deve essere trasferito in piazza Zanardelli”. Ma và?  Certo certo, aggiunge da parte sua Giuseppe Olmi di Progetto Chiari “questa è la soluzione migliore”.
Peccato che la soluzione migliore non sia stata ancora presa e il tutto è stato rinviato a dopo le Quadre.
A questo punto ci permettiamo di dare un suggerimento ai nostri cari giornalisti. Evitate, per carità di patria, di chiedere pareri, commenti o notizie sulla questione mercato all’Assessore Zerbini. Non se ne può più.

sabato 11 giugno 2011

Il Senatore Mazzatorta e il suo cantore Magli


Massimiliano Magli

Il lungo articolo di Massimiliano Magli “Mazzatorta, chi era costui? (Il Giornale di Chiari giugno 2011 – leggi qui), ha un incipit venato da una malinconia quasi crepuscolare. Il tempo passa e “tutto verrà seppellito dal correre degli anni”.  Ahinoi, anche la Giunta di Sandro Mazzatorta!  Peccato, visto che il sigillo che contraddistingue la vicenda di questo sindaco, “unico  vero protagonista della vita amministrativa di Chiari”, è la parola “fare”.
 Uomo del fare. Non è stata forse questa la definizione data  di se stesso al tempo della crisi del 2007 quando stava per rimetterci la poltrona?  Perchè non credergli, visto che sa apparire tanto convincente?
Leghista sui generis dice Magli, forse meno di tanti “candidati di centro sinistra”, Mazzatorta concede alla causa leghista quanto basta per essere accreditato nel giro che conta. Certo ha gridato come tutti all’invasione dei barbari, ha voluto le ronde padane, ha smantellato il campo nomadi, ha chiuso lo sportello immigrati, ha aperto un distaccamento di polizia presso la stazione, ha perfino fatto smantellare le panchine in piazza Rocca. Ma non fatevi impressionare, l’invasione ha proseguito peggio e più di prima, le ronde padane si sono trasformate in accompagnatori di funerali, i nomadi sono ancora in giro per la campagna di Chiari, gli stranieri sono costretti ad affollare gli uffici postali per sbrigare le loro pratiche, il distaccamento di polizia di fatto non è stato mai aperto, le panchine sono state tolte e poi rimesse. Grandi risultati di cui andare fieri.
Il Sindaco di Chiari
Sen. Sandro Mazzatorta
Di fronte a tanto impegno e a tanta “concretezza”, a Magli verrebbe veramente la voglia di prendere il megafono e gridare al mondo la sua accorata passione di natura squisitamente intellettuale e politica per questo grandioso personaggio. “Il professorino”, come veniva chiamato quando stava all’opposizione, “il tizio di Verbania, temuto e odiato”.  E verrebbe la voglia di prendere il megafono anche perchè ci sono dei “poveri cristi”, degliautentici diffamatori(leggi Chiari Blog e il suo autore), che hanno l’ardire di affermare che si elogia Mazzatorta solo perchè il giornale su cui si scrive “accoglie da mesi pagine acquistate dal Comune”. Che miseria, che infamia!  
Magli, nell’impeto della sua sviolinata, si azzarda a dire che mai ha “visto la città cambiare come ora”. Viabilità migliorata, migliorato l’apparato burocratico, promosso il sistema culturale, incentivata la politica abitativa, assunto un ruolo strategico per ciò che concerne la Polizia Locale. Ragazzi, se non ci fossero Mazzatorta e il suo cantore Magli, bisognerebbe inventarli!  
Peccato però che si sprechino secchiate di inchiostro per rivestire di meraviglia modesti risultati amministrativi, senza peraltro mai approfondirli,  mentre si tace sui grandi progetti mai realizzati, quei progetti che nelle intenzioni avrebbero dovuto cambiare questa città dalle fondamenta.
La politica rivoluzionaria lanciata da Mazzatorta nel 2004, si è afflosciata come un soufflè mal riuscito e a noi non resta che raccogliere i cocci di un’azione amministrativa vanagloriosa e inconcludente.
Il cantiere del Polo della Cultura
Che fine hanno fatto i Poli scolastici sui quali il Sindaco ci stava rimettendo le penne? E il fantomatico Polo della Cultura? Quanto ci costerà alla fine non averlo realizzato? Per il momento un milione di euro dato ad Eleca e non ancora recuperato, il Cinema Comunale inopinatamente raso al suolo, soldi a palate per abbatterlo, denari per spostare piante, pali della luce, servizi vari, quattrini per togliere e mettere asfalto e poi parcelle di avvocati a valanghe.
Forse Magli avrebbe fatto bene a ricordarsi anche del Polo del Benessere, del Nuovo Polo Sportivo, della Caserma dei Carabinieri, del Caffè Letterario, della Stazione mai diventata un salotto, del distaccamento della Polizia Locale sempre chiuso e dell’inutile Info Point. Tutte bolle di sapone scoppiate una dietro l’altra. In compenso il mercato è stato allontanato dalla sua sede naturale, desertificando il Centro Storico e l’unica sala pubblica a disposizione dei cittadini, il Salone Donegani, è stata utilizzata per uffici che avrebbero potuto tranquillamente stare nella sede comunale.
Naturalmente queste cose sono ben note al vespertino Magli, ma egli invece di andare a porre domande scomode a chi governa la nostra città, se la prende con i rappresentanti del Pd  rei,  pensate un po’, di fare il loro mestiere di opposizione. Non solo. Strilla di essere stato oggetto di insulti e diffamazioni gravissimi”, insulti e diffamazioni che coinvolgono “in modo vergognoso persone, personaggi e amministratori”.  Nel meraviglioso mondo di “Amelie-Magli”, fatto di veline e telefonate interessate, parlare di fatti è diffamazione, mettere i pubblici amministratori di fronte alla responsabilità dei loro atti è un insulto intollerabile, chiedere un minimo di obiettività a chi deve raccontare la città è una “castroneria”.  In ogni modo, se si sente offeso e diffamato, non deve fare altro che presentare denuncia alle autorità competenti.  I suoi amici gli possono indicare la strada.
Sandro Mazzatorta
Quando si parla di programma non realizzato il Sindaco pretende di salvarsi in corner evocando la crisi. Se non ci fosse stata la crisi tutte le belle cose  contenute nei suoi programmi elettorali le avrebbe sicuramente portate a termine. Come diceva quel personaggio di Petrolini? “A me, m'ha rovinato la guerra, se non c'era la guerra a quest'ora stavo a Londra”. A Mazzatorta l’ha rovinato la crisi. Se non ci fosse stata la crisi a quest’ora stava al Governo.
Faremmo però torto alla verità se tacessimo delle cose realizzate. Perchè non parlare quindi dell’uso a dir poco disinvolto del denaro pubblico? In consulenze e progetti che hanno dato niente alla città si sono spesi milioni e milioni di euro. E che dire del programma delirante di rotonde di cui abbiamo perso il conto? Quante sono 25 – 30? Per realizzarle si sono spesi  più di 9 milioni di euro, con l’aggravante che avendole realizzate in “prezioso materiale lapideo” ci sono stati tali e tanti problemi da costringere l’Amministrazione a togliere precipitosamente il porfido da alcune di esse e sostituirlo con vile asfalto.
Il Nuovo Museo della Città  invece è stato realizzato vendendo buona parte del patrimonio comunale. Ora però non sanno cosa farne, perchè manca uno straccio di politica culturale per dare un senso alla vagonata di soldi spesi (quasi 7 milioni di euro). Forse dovremo chiedere aiuto alla “polverosa” Fondazione Morcelli-Repossi, alla faccia del “museo dinamico” decantato da Mazzatorta.
E’ proprio vero, la bellezza è negli occhi di chi guarda.  Magli, che ha visto la luce,  vede una città splendente, mentre noi, “poveri cristi”, vediamo una città piena di ombre. Certo, i nostri occhi sono velati dal pregiudizio. Se non fosse così vedremmo innalzarsi nei cieli di Chiari  il costoso Airpol tedesco, presidio della nostra sicurezza. Peccato che sino ad oggi abbia scoperto solo un minuscolo orto di marijuana e un micro deposito di rifiuti da demolizione. Ma vedrete, si farà. “Tremate malvagi ovunque voi siete!”.
Cantiere della BreBeMi
Però i nostri occhi, nonostante il pregiudizio, sono abbastanza aperti da vedere cosa sta succedendo a sud del territorio di Chiari. L’intera campagna viene stravolta dal passaggio delle due grandi infrastrutture: Tav e BreBeMi. Non solo territorio rubato all’agricoltura, ma cascine ridotte in macerie, aziende agricole distrutte e famiglie e vite e ricordi spezzati. Come se non fosse già arduo accettare questa apocalisse che viene da lontano, il Sindaco e la sua brillante Giunta che tanto piacciono al nostro caro Magli, ci mettono due carichi da dieci: il Polo Logistico e due mega aree di Servizio. 
In totale sono 550 mila i mq sottratti alla campagna,  80 campi di calcio solo per queste due strutture volute dal Sindaco. A questi naturalmente sono da aggiungere i 123 ettari necessari per l'autostrada e quelli, ancora da determinare, per la Tav. Alla fine quanto territorio agricolo clarense andrà in fumo?
Sono cose tanto eclatanti che inducono il giudizioso Magli, in un altro articolo dello stesso giornale,  a stracciarsi le vesti e piangere sulle “tonnellate di cemento gettate lungo la campagna fra Chiari e Castrezzato”, sulla “Cascina Ciliegia sbriciolata”,  sulla “terra bruciata nella nostra campagna”. Il patos raggiunge livelli di coinvolgimento totale quando, profetico, lancia l’invettiva finale “ricordate che la storia seminata con l’asfalto (sic) in luoghi in cui per vivere si è seminato per davvero e per secoli farà una gran fatica a ridare un minimo frutto”.  Roba da sentirsi accapponare la pelle!  Peccato però che lì si parli di Francesco Bettoni, il Presidente di BreBeMi, l’uomo “che ce l’ha fatta”, l’uomo che “è andato sino in fondo”, mentre gli agricoltori no, loro non ce l’hanno fatta e come innocenti “agnelli sono stati sacrificati.  Di Mazzatorta e delle sue rovinose decisioni neppure una riga, una virgola, un accenno. Quando deve parlare del suo sindaco prediletto in Magli scatta l’autocensura preventiva, come avviene in questo periodo a tanti reggicoda del giornalismo italiano.
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giovedì 9 giugno 2011

Scusi, ma lei ce l’ha il permesso?

“E che è” avranno pensato stamattina i cittadini di Chiari “adesso per passare da Piazza Zanardelli occorre avere il permesso?”. A leggere i cartelli affissi dalla nostra Amministrazione Comunale sembrerebbe di sì.  Infatti all’ingresso della piazza, all’altezza delle vie Garibaldi e Bettolini, sono state poste 4 grandi fioriere (due per ogni strada) legate assieme da una grossa catena su cui è appeso un cartello che recita così  “vietato l’ingresso alle persone non autorizzate”.
Naturalmente non è previsto alcun divieto per la libera circolazione dei pedoni, il divieto semmai riguarda gli autoveicoli. In Comune però avevano disponibile solo quel tipo di cartello, per cui  non si sono fatti troppi problemi.
Qualcuno inoltre si è lamentato per il passaggio troppo stretto e per la catena che potrebbe creare inciampo alle persone anziane specie nelle ore notturne. La risposta perentoria di una solerte suffragetta  è stata “gli anziani che non riescono a vedere quella catena se ne possono stare anche a casa”.
Beh, i cittadini di Chiari, visti i soldi che sono stati spesi,  magari la loro bella piazza se la vorrebbero godere, sempre che questa Giunta  lo consenta! 
Come tutti sanno, gli immobili dell’ex Comune, Anagrafe e Carceri veneziane, sono stati consegnati alla città per ben due volte. In occasione dell’ultima,  avvenuta il 15 febbraio scorso, avevamo detto che speravamo che quella consegna fosse l’ultima. Speranza vana. Da quel giorno un esercito di tecnici stanno cercando di portare a compimento quello che a molti ormai appare come “el dom de Milan”, una cattedrale mai finita, un mausoleo vuoto,  un inutile cenotafio.  E dire che “l’unico vero protagonista della vita amministrativa di Chiari”, l’uomo di multiforme ingegno,  a suo tempo aveva parlato di museo dinamico, di museo non polveroso. Ci chiediamo “ma cosa ha di dinamico questo museo?”. Cosa ha di dinamico se non si riesce a immaginare uno straccio di politica culturale che serva a dare un senso alla montagna di soldi spesi (quasi 7 milioni di euro)?  Che cosa ha di dinamico se ora che bisogna dare sostanza alle tante promesse fatte in campagna elettorale, non si sa da che parte girarsi e ci si rivolge, con il cappello in mano, a quella Fondazione Morcelli-Repossi (il museo polveroso) per avere una mano, avere un aiuto per realizzare assieme qualche cosa e così salvare la faccia?

giovedì 2 giugno 2011

Referendum


Per dibattere i 4 quesiti proposti
  il Comitato di Chiari "L’ACQUA NON SI VENDE"
invita i cittadini ad una


ASSEMBLEA PUBBLICA
Venerdì 03 Giugno 2011
alle ore 20,45

presso la sede ACLI di Chiari
(cortile ex Rota)
a cui parteciperanno relatori esperti
VOTA 4 SI'

per dire no alla privatizzazione dell’acqua
per dire no al nucleare
per dire no al legittimo impedimento