sabato 29 gennaio 2011

Rotonde: colla e sigillante le buche sono tante

Mentre in tutto il Paese infuria la polemica sul “Bunga-Bunga” berlusconiano e su una classe politica screditata e ormai priva di vergogna, a noi tocca interessarci dei nostri piccoli problemi di paese che nella loro inezia ci danno pur sempre l’idea di un cinico e poco trasparente modo di intendere l’amministrazione della cosa pubblica.
In agosto dello scorso anno,  l’Amministrazione Comunale diede incarico alla ditta Ranghetti Felice di Pontoglio di effettuare il rifacimento della rotonda  posta alla fine di via Cavalli, alla confluenza con i viali Cadeo e Bonatelli.


Giornale di Brescia 5/8/2010
Secondo quanto dichiarato ai giornali dal Vice Sindaco Seneci la sistemazione sarebbe avvenuta a costo zero o, come meglio affermato dalla giornalista del Comune  Rosanna Agostini,  “a cura e spese della ditta che aveva posato la rotatoria”.
Noi allora avevamo subito detto che quella del costo zero ci sembrava una panzana perchè “il lavoro non cala dal cielo ‘gratis et amore dei’ ” (leggi qui).
Oggi abbiamo la prova che quanto affermato non era frutto di vis polemica, ma logica lettura dei fatti. Infatti la Ditta Ranghetti ha fatto pervenire al Comune, tramite il suo avvocato, una raccomandata, in cui allega il conteggio dei lavori eseguiti, riservandosi di chiedere il corrispettivo, al Comune di Chiari o a terzi che dovessero risultare responsabili.
Il corrispettivo dei lavori è pari a € 59.996, che è come dire 60 mila euro.
Nella stessa lettera si afferma che “ i lavori sono stati effettuati senza ammissione di responsabilità alcuna, ma solo in considerazione della certificata sussistenza di pericoli per la circolazione e al fine di tutelare l’incolumità pubblica”.
Ora, sarebbe utile sapere chi ha certificato la sussistenza di pericoli per la circolazione e l’incolumità pubblica, atteso che la rotatoria  di via Cavalli era la meno “ammalorata” fra tutte le rotonde “scassate” di Chiari.
Trovare risposte plausibili a queste domande è ben difficile, come risulta poco credibile aver avviato un contenzioso con varie società nella presunzione che “le problematiche riscontrate nelle sei rotatorie indicate sono conseguenza dell’impiego di uno speciale sigillante denominato Resistone, brevettato e posto in commercio dai competenti organismi e non certo dal Comune”.
Perchè l’Amministrazione Comunale, invece di proseguire in un contenzioso costoso e perdente,  non ammette una buona volta per tutte che sul problema delle rotonde si sono fatte scelte scellerate?
Il Dirigente del Settore Territorio, in una memorabile intervista rilasciata all’onnipresente Rosanna Agostini, ebbe a dire: “Una resina particolarmente tenace, unica novità rispetto alla tecnica tradizionale, stabilizza i giunti tra concio e concio e permette una facile pulizia con mezzi meccanici altrimenti non utilizzabili. La resina utilizzata, inoltre, si è rivelata determinante nei tempi di realizzazione delle rotonde: 24 ore dalla posa e sono subito praticabili, eliminando così i venti giorni di solito necessari per l'assestamento delle sabbie cementizie normalmente utilizzate. Sono stati pertanto dimezzati i tempi di realizzazione e ottimizzati i rendimenti”.
Se le problematiche riscontrate nelle rotonde “scassate” sono conseguenza dell’impiego di questa speciale resina, l’Arch. Maifreni ne porta piena responsabilità, perchè si tratta di tecnica da lui stesso approvata e perfino magnificata.
Forse per risolvere questa palese contraddizione, dagli Uffici  Comunali sembra emergere un’altra teoria. I cedimenti non sarebbero dovuti alla resina utilizzata ma al solettone sottostante.
Nella risposta ad una interrogazione presentata dai Consiglieri del PD all’ultimo Consiglio Comunale, il vice Sindaco con delega alla viabilità, è stato costretto ad ammettere che nelle prossime settimane si interverrà sulle rotonde più disastrate, rimuovendo il porfido nella zona carrabile, verificando lo stato di fatto della soletta sottostante alla presenza dei  Periti nominati dal Tribunale, per poi procedere alla asfaltatura della corona carrabile. Si, avete letto bene, “asfaltatura”.
Il Comune è costretto ad intervenire perché le cause vanno per le lunghe, la situazione è diventata insostenibile dal punto dei vista della incolumità pubblica e gli Uffici sono sommersi da denunce di incidenti causati dal fondo stradale “bombardato” .
Ma cosa succede se le solette sono da rifare? Cambierebbero i tempi di realizzazione e soprattutto cambierebbe la spesa. Certo si possono portare avanti le cause, ma non sarà facile dimostrare che è tutta colpa delle ditte appaltatrici dei lavori quando dietro c’era uno stuolo di progettisti profumatamente pagati, collaudatori  di fiducia (sempre quelli), direttori lavori che hanno prodotto pagine e pagine di relazioni e hanno avvallato tutto. E poi i costi delle opere non fanno certo pensare a lavori fatti al risparmio!
Mah, con tanti “Soloni” attorno, vuoi vedere che tutta la colpa ricadrà sul “cinesino  che anche di sabato e domenica era lì che martellava sui cubetti?

Enzo Maragucci
Federico Lorini

giovedì 27 gennaio 2011

La giornata della memoria a Chiari




La forza del ricordo


Il sonno della ragione genera mostri

Categoria
Numero di vittime
Ebrei
5,9 milioni
Prigionieri di guerra sovietici
2–3 milioni
Polacchi non Ebrei
1,8–2 milioni
Rom e Sinti
220.000-500.000
Disabili e Pentecostali
200.000–250.000
Massoni
80.000–200.000
Omosessuali
5.000–15.000
Testimoni di Geova
2.500–5.000
Dissidenti politici
1-1,5 milioni
Slavi
1-2,5 milioni
Totale
12,25 - 17,37 milioni

martedì 25 gennaio 2011

Il Responsabile di Staff con l’iPad

Enio Moretti
Forse per giustificare lo stipendio percepito come “Responsabile Unico dell’Ufficio Staff del Sindaco” , il signor Enio Moretti ha pensato bene di far pervenire ai giornali locali un comunicato in cui esprime le sue valutazioni riguardo la politica amministrativa clarense.
E’ una persona informata dei fatti in quanto, oltre a  ricoprire questa carica, è anche “Delegato alla verifica dell’attuazione del programma di governo”, Presidente della Comunità di Zona, Consigliere Comunale a Brescia e “last, but not least”, Presidente della locale squadra di calcio. Se abbiamo dimenticato qualche incarico ce ne scusiamo.
Dicevamo che il Responsabile Unico Moretti quando parla, parla con cognizione di causa, per cui gli crediamo se dice che le priorità assolute dell’azione di governo a Chiari sono: la valorizzazione del centro storico, la sicurezza, la caserma dei carabinieri, la riqualificazione di viale Mazzini, le scuole, la viabilità. Peccato però che queste priorità assolute sono le stesse che l’Amministrazione avrebbe dovuto affrontare nei sette anni precedenti e non l’ha fatto. Forse Moretti, senza volerlo, ha certificato con il suo comunicato il fallimento di tutta una politica.
Facciamo qualche esempio.
Per il rilancio del Centro Storico si è pensato di costituire la Società Consortile partecipata dal Comune. Risultato? Le attività sono servite a promuovere i nostri amministratori, ma i commercianti sono sempre più in affanno e il centro sempre più desolato, complice anche lo spostamento del mercato.
Sicurezza. Una montagna di soldi spesi per avere come risultato una stazione ridotta in condizioni pietose,come più volte abbiamo documentato, zone del paese dove la sera è forse meglio non andare, atti vandalici a ripetizione, ruberie, il paese invaso da accattoni e nullafacenti spesso ubriachi.
Caserma dei Carabinieri. E’ anni che se ne parla. Il problema è che la sua costruzione è connessa a una bella speculazione da effettuarsi nella zona della ex cava Finbeton di via Roccafranca, ma i tempi per queste attività, un tempo lucrose, non sono propizi. E poi c’è di mezzo un sequestro giudiziario dell’area, c’è di mezzo una bonifica da fare, ci sono di mezzo ritrovamenti di rifiuti pericolosi (batterie, filtri dell’olio, gomme ecc.) e non solo inerti da demolizione come l’A.C. si ostina a dire per bocca dei suoi rappresentanti. Finchè lo fa la Ditta si può capire, ma quando è l’Amministrazione che minimizza c’ è da preoccuparsi 
La  riqualificazione di viale Mazzini è il coniglio uscito dal cilindro dopo il fallimento del Polo della Cultura. Soldi non ce ne sono. Come si intende procedere, con un bel project financing bis?
Scuole. Si aspetta in grazia la risposta dalla Regione Lombardia. Se viene dato il via libera al nuovo Statuto della  Morcelliana, allora si può procedere alla divisione del patrimonio della bicentenaria fondazione. Sul Comune cadrà dal cielo una pioggia di soldi (forse) e allora (forse) si costruiranno gratis et amore dei le scuole e tanto altro ancora. Amen.
Per quanto concerne la viabilità, ogni cittadino può giudicare lo stato delle nostre costosissime rotonde. Personalmente, quando con la macchina ne affronto una, maledico il Sindaco e tutta la sua Giunta, Ufficio di Staff compreso.
Non c’è che dire, i problemi sono tanti e c’è da non dormirci la notte.
Forse per questo il nostro Responsabile Unico ha deciso di acquistare, con i nostri soldi,  un bel iPad. Un aggeggino elettronico, il più costoso sul mercato, che lo supporti nelle sue molteplici attività amministrative e gli consenta di dormire sonni tranquilli. Con tutto segnato sopra, può verificare giorno per giorno l’attuazione puntuale del programma di governo, secondo un preciso e stringente  cronoprogramma che gli può aver prestato l’Assessore Davide Piantoni che in materia è un esperto.
Una domanda è d’obbligo. Ma se in Comune non stanno facendo niente, che cosa avrà mai da verificare il “Delegato alla verifica dell’attuazione del programma di governo”? Mistero!

sabato 22 gennaio 2011

Chi ha sotterrato i rifiuti in via Rudiano?

Discarica abusiva in via Rudiano
Sul ritrovamento di rifiuti in via Rudiano si è imbastita una mistificatoria e denigratoria  iniziativa nei miei confronti, anche grazie all’articolo di Massimiliano Magli pubblicato sul Brescia Oggi il 30 dicembre scorso, per cui si rende  necessario fare in proposito un po’di chiarezza.
Se si parla di scorie e di polveri di fonderia, allora bisogna risalire al 1996, quando il sottoscritto, in qualità di neo Assessore all’Ecologia fece intervenire ARPA e ASL nel cantiere della SIGECO/SOGECO, incaricate di realizzare il sovrappasso di Via Rudiano alla variante SS11. Infatti, per la formazione delle rampe, si stavano palesemente utilizzando scorie e terre di fonderia classificabili come rifiuti speciali “tossico-nocivi”.
Il sottoscritto assieme al Sindaco Facchetti, presente al sopralluogo, fu minacciato di denuncia per violazione di proprietà privata (Cantiere). La cosa naturalmente non ci fermò.
Rifiuti soldi urbani in via Rudiano
Dalle analisi effettuate da ARPA  su alcuni campioni prelevati risultò che i materiali scaricati non potevano essere utilizzati per i lavori stradali e che dovevano essere conferiti in discariche controllate per rifiuti speciali idonee allo scopo. La Ditta fece opposizione al TAR, perse irrimediabilmente, perché i dati erano inoppugnabili e fu costretta a bonificare il cantiere.
Colgo l’occasione per ricordare che i sovrappassi alla variante SS11 di via Roccafranca, di via Tagliata, di Via Castelcovati, realizzati prima del 1995, sono stati costruiti utilizzando in gran parte scorie e terre di fonderia. Lo sa bene Magli che deve aver fatto almeno una decina di articoli sugli avvallamenti della rampa nord di via Roccafranca, creatisi a seguito del rigonfiamento dei blocchi di scoria utilizzati maldestramente. La moda di asportare abusivamente ghiaia e di riempire i buchi con rifiuti era in auge già da allora. Molti sapevano, segnalazioni ne sono state fatte, ma nessuno è intervenuto. Il primo stop, in via Rudiano, è avvenuto nel 1996.
I rifiuti di cui parla Magli e un commentatore di questo blog, sono stati ritrovati invece 500-600 m più a sud, di fronte alla cava Bregoli (cava, ricordo, bloccata con ricorso vinto al TAR durante l’Amministrazione Facchetti, poi inserita nel Piano cave del 2005 con il beneplacito della Giunta Mazzatorta).
Cantiere Bre.Be.Mi - la iscarica abusiva
Ma la ditta Bregoli non c’entra nulla con i rifiuti ritrovati durante i lavori Brebemi.
Da testimonianze di persone che abitano in zona e che lavorano la campagna circostante da molti decenni, risulta che tali rifiuti derivano dal ritombamento effettuato negli anni 70 di un fosso irriguo dismesso a seguito delle  prime razionalizzazioni del reticolo dei  canali irrigui con la posa di canalette in cemento.
Naturalmente tale ritombamento è avvenuto man mano nel tempo, (era un’abitudine, non del tutto scomparsa)  a cura di privati cittadini che vi hanno scaricato materiali vari di risulta contenenti rifiuti di vario genere. Successivamente il sedime del fosso così  ritombato, è divenuto  la banchina della strada comunale di Via Rudiano.
Risulta peraltro che i rifiuti di più di metà del tratto di fosso ritombato siano stati rimossi  - tra il 2006 ed il 2007- e ricollocati altrove, senza nessun clamore, durante i lavori di allargamento della strada comunale di via Rudiano per il tratto che va dall’ingresso alla cava Bregoli/ Nordcave fino all’incrocio con via Castellana. Tale allargamento era stato imposto dal Comune alla Ditta Bregoli prima di iniziare i lavori di coltivazione della cava di sabbia e ghiaia.
I rifiuti venuti alla luce ora durante i lavori Brebemi riguardano un tratto di banchina stradale di circa 80 m e sono costituiti da rifiuti solidi urbani.
Rifiuti scoperti in via Rudiano
I fatti sono questi e non si comprende il motivo per cui ci si ostina ad addossarmi responsabilità e colpe inesistenti e assurde.
Prima di scrivere inesattezze o rilasciare dichiarazioni tendenziose, si dovrebbe cercare di approfondire gli argomenti  facendo  un minimo di indagine. Lo richiedono la deontologia professionale e la correttezza politica.
Il sospetto è che si voglia fare di tutta un'erba un fascio, al solo scopo di confondere l’opinione pubblica e far passare il principio che in politica tutti hanno qualcosa da nascondere. Sono tesi che vediamo riproposte sui giornali tutti i santi giorni. Semplici paraventi dietro cui si nascondono coloro che utilizzano la politica per curare i loro affari e i loro interessi.

Federico Lorini

venerdì 21 gennaio 2011

Scusi, dov'è l'emeroteca?

Con una decisione del tutto stravagante l’Amministrazione Comunale ha deciso di spostare l’Emeroteca, cioè il sevizio di consultazione di giornali e riviste prestato dalla Biblioteca Comunale,  nei locali del cosiddetto Nuovo Museo della Città.
Non riusciamo a capire che senso abbia questa decisione. L’Emeroteca sta bene dove sta sia perchè è un servizio qualificante della Biblioteca, sia perchè dà la possibilità agli utenti di disporre della stessa per  eventuali approfondimenti attraverso la consultazione di libri o il servizio Internet.
Trasferire l’Emeroteca nella sede ristrutturata dell’ ex Comune, ha soltanto la funzione di permettere alla pretenziosa e inutile trovata della Giunta Mazzatorta di fregiarsi della presenza costante nei suoi locali di un certo numero di persone. Persone che altrimenti difficilmente varcherebbero con continuità quella soglia. Questo però crea un danno secco alla Biblioteca e ai suoi utenti e non risolve i problemi del Museo.
Insomma si sta realizzando quello che avevamo detto in tempi non sospetti. Cioè si è creato il contenitore ma per il contenuto non si sa dove sbattere la testa. L’idea del Nuovo Museo della Città,  non polveroso ma dinamico, come pretenziosamente affermato dal Sindaco, non ha mai poggiato su niente. Le parole sono concetti buttati al vento e alla fine non rimane che esporre i miseri resti trovati (a posteriori) in piazza, qualche moneta e un numero imprecisato di audiovisivi che dovrebbero illustrare i fulgori della Longobardia Fertilis.
Alla fine non rimarrà che una voragine di oltre 6 milioni e mezzo di euro e tanti locali vuoti che per riempirli ci dobbiamo mettere l’Emeroteca e qualche altra cosa che vedremo di inventarci. Come al solito, un lavoro perfettamente sci...sci...scientifico.

mercoledì 19 gennaio 2011

Stazione: una latrina a cielo aperto

"Passate a vedere la stazione ora...tutta bella e ripulita.
Bastava aspettare per vedere che non si trattava delle solite balle di Mazzatorta, ma serviva attendere che le Ferrovie cedessero la gestione al Comune."
Questo diceva un anonimo e interessato commentatore del nostro blog il 12 gennaio scorso, mentre la giornalista Rosanna Agostini sul suo Chiarinewsletter ci informava che:
Hanno preso il via lunedì 3 gennaio i lavori di manutenzione alla Stazione Ferroviaria di Viale Marconi. Gli operatori hanno già provveduto alla pulizia e rimozione dei rifiuti dal terzo binario e dalla zona dello scalo merci. Sono stati anche completamente tinteggiati gli ambienti dell’atrio e della biglietteria come pure la sala d’aspetto della stazione: a breve sarà completata anche la tinteggiatura del sottopasso pedonale e si provvederà regolarmente alla manutenzione dei servizi igienici. L’Amministrazione Comunale si prende carico della gestione e manutenzione ordinaria dello scalo ferroviario e degli ambienti annessi: è questa una precisa volontà di intervento formulata dal Sindaco per provvedere al decoro della Stazione Ferroviaria di Chiari.

"Caspita!", abbiamo pensato "vuoi vedere che le nostre denunce hanno avuto effetto?”.
Presi da baldanzosa fiducia siamo andati a verificare.
Certo, gli ambienti risultavano tinteggiati e anche il sottopasso era bianco e lindo.
A un esame più attento però l’euforia iniziale si è tramutava  in delusione. Cos’era quel liquido giallognolo che colava lungo tutte le scale del sottopasso? Non condensa certamente e neppure acqua piovana, qui non piove da settimane. Dall’odore e dal colore richiamava piuttosto quella che adesso per pudore chiamano plin-plin, perchè sapete, per i nostri pubblicitari pipì è sconcio. C’era a terra anche una lattina e un foglio di giornale, ma le pareti erano sicuramente linde.
Arrivati sulla banchina del secondo e terzo binario, la delusione si tramutava presto in ribrezzo. Qualche settimana addietro avevamo documentato che la nostra stazione era ridotta a una discarica a cielo aperto (leggi qui) Ora, con nostro sommo disgusto, documentiamo che è diventata una latrina a cielo aperto. Un cesso.
Che non sia un modo del tutto originale per protestare sull'effettiva  manutenzione dei servizi igienici?
Sta di fatto che le immagini sono impietose  e ce ne scusiamo con i nostri pochi lettori. Ma più di tante parole dimostrano come si sia concretizzata la “precisa volontà di intervento formulata dal Sindaco per provvedere al decoro della Stazione Ferroviaria di Chiari”.
“Bastava aspettare per vedere che non si trattava delle solite balle di Mazzatorta”.
Occorreva solo un po' di pazienza, questo è certo.





P.S. - le foto sono state scattate nei giorni 17 e 18 gennaio 2011.

martedì 18 gennaio 2011

Polemiche abusive

Dopo la pausa natalizia, necessaria per rinfrancare il corpo e la mente, ora si può riprendere  il filo del discorso.
I temi sul tappeto sono tanti e di tutti ne discuteremo nei prossimi giorni. Per intanto mi preme dare qualche risposta a un problema che sembra assillare un nostro commentatore, un tal Gigio per il quale parlare del finto/vero attentato alla sede della Lega a Gemonio è una stro....a.  Ha ragione, è solo stro....a,  per cui non parliamone più.
Parliamo invece del “gravissimo” problema di inquinamento riscontrato nel cantiere del Bre.Be.Mi sulla via per Rudiano. Poichè una richiesta di chiarimento in tal senso è venuta anche dall’amico Gropelli, allora penso che una qualche risposta bisogna darla.
Ieri mi sono preso la briga di sentire la persona indicata dal Gigio Cosamidicimai, come politicamente responsabile del disastro: il Consigliere Lorini. Poi sono andato sul luogo del misfatto per controllare la cosa “in corpore vili”.
La Giunta Facchetti e il Consigliere Lorini sono stati chiamati in causa dal “megafono senatoriale” nell’articolo apparso su BresciaOggi il 30 dicembre scorso. Va bene che il direttore di una grande testata magari non ha molto tempo da dedicare alla verifica dei fatti e che è molto più semplice prendere per buone le dichiarazioni di sindaco e assessori, ma è un metodo che può esporre a gran figure di m...a.
Nel caso specifico la prima inesattezza riguarda la qualità dei rifiuti. Magli nel suo pezzo parla di scorie di lavorazioni industriali e in particolare di fonderia. Come giustamente riportato da Barbara Bertocchi sul Giornale di Brescia e come verificato personalmente da me ieri, si tratta di “quintali di rifiuti solidi urbani: bottiglie e borsine di plastica,  sacchi neri dell’immondizia, cartoni”. Di scorie di fonderia  non sembra proprio vi sia traccia.
La seconda inesattezza riguarda il periodo in cui sarebbero stati scaricati i rifiuti. Magli e quindi Gigio o Gigio e quindi Magli, parlano del 2001, epoca in cui amministrava la Giunta Facchetti e Assessore all’Ambiente era il detestato (da Mazzatorta) Consigliere Federico Lorini.
Lorini smentisce categoricamente che si tratti di lavori effettuati nel 2001 e quindi rigetta qualsiasi responsabilità in proposito, seppure indiretta, per mancata sorveglianza. Le cose che mi ha raccontato mi sono sembrate attendibili, anche perchè suffragate da testimonianze di persone residenti in zona da molti decenni e  che quindi hanno contezza dei fatti. A ogni buon conto gli ho chiesto di raccontarmi la sua versione. Il pezzo verrà pubblicato nei prossimi giorni.
Due parole sulle opere di bonifica e sui costi che ricadranno sull’ente locale. Parlare di 100 mila euro mi sembra, a naso, un’enormità. Pare si tratti semplicemente di rimuovere il materiale contenente rifiuti di vario genere, utilizzato per il ritombamento di un tratto di fosso dismesso, non più lungo di 50-60 m.
Parlare di 100 mila euro di costo di rimozione sembra essere piuttosto una giustificazione a priori di un “appetitoso e lucroso” appalto. Della serie  “non tutti i mali vengono per nuocere”!

lunedì 3 gennaio 2011

Geme Gemonio

Quando abbiamo visto la conferenza stampa tenuta dal Questore di Varese Marcello Cardona, abbiamo subito capito che si trattava di una bufala.  Si parlava di attentato ai danni della sede della Lega di Gemonio, a due passi dall’abitazione di Umberto Bossi, ma il materiale trovato in casa dei tre sospettati e messo in bella mostra per le foto di rito, non sembrava il materiale del perfetto bombarolo. Qualche bomboletta di pittura spray, qualche pennarello, due cesoie, tre coltellini, tre bossoli, una bandiera con teschio bianco su fondo nero. Insomma, materiale da writers o al massimo da ultrà della curva sud, non da pericoloso attentatore.
E infatti di un botto di capodanno si è trattato, un botto esploso prima del tempo contro la sede della Lega col risultato di rompere una vetrina e poco più.
Molto più rumore avevano invece fatto le dichiarazioni a caldo dei capi leghisti a cominciare da quelle di Bossi: i mandanti sono quegli ambienti “che non vogliono che il Paese cambi e si affidano ora al terrorismo per spaventare la gente. E' la palude romana che manda segnali''. Gli facevano eco il ministro dell'interno Maroni “ è un gesto vigliacco che non intimidisce il Carroccio” e Davide Boni, presidente del Consiglio Regionale Lombardo “si tratta gentaglia che non ha voglia di lavorare”, mentre Zaia e Cota, parlavano all’unisono di “delinquenti” e di   “vile atto intimidatorio”.
Tutto questo il 29 dicembre. Il 31 arrivano le prime dichiarazioni degli organi inquirenti e la notizia che dà per fermati i presunti autori dell’attentato. Di colpo i capi leghisti tacciono. Certo gli inquirenti parlano di persone di estrema sinistra collegati ai centri sociali e addirittura di anarco-antagonisti le cui basi potrebbero essere fuori del nostro Paese, ma i leghisti, quei ragazzi li conoscono, sono amici dei figli di Bossi, sono figli di persone di fede leghista. Ma che cavolo sta succedendo?
Sta succedendo qualcosa di poco piacevole per la Lega e il suo capo.  Perchè questi ragazzi o sono di estrema sinistra o sono leghisti.
Se sono di estrema sinistra, per giunta collegati con i centri sociali, che cavolo ci fanno in famiglie leghiste? Come è potuto succedere che la mala pianta dell’estremismo di sinistra sia allignata all’ombra del Carroccio, in quella Gemonio che dovrebbe essere il regno incontrastato del grande capo?
Se poi invece questi ragazzi sono leghisti che hanno pensato di organizzare un finto attentato al solo scopo di creare un caso da sfruttare mediaticamente in vista di una possibile campagna elettorale, allora siamo in presenza di una grandissima figura di m...a.
In ogni caso, come fanno tre stronzetti a lanciare impunemente due petardi contro la nostra sede?
Non è forse nostro il Ministero dell’Interno? E allora, che cavolo!
Vediamo di inventarci qualche oggetto di distrazione di massa, altrimenti volano pernacchie!