sabato 28 agosto 2010

Danza macabra



Dal film "Fantasia"
"Una notte sul monte Calvo"
La narrazione che si sta svolgendo sotto i nostri occhi e che ha come protagonisti i pubblici amministratori di Chiari, sta assumendo risvolti da  romanzo gotico di fine settecento, dove i cadaveri  si rincorrono coi fantasmi e i morti pensano di essere vivi.
Quella che doveva essere la saga della “politica del fare” in un caleidoscopio di stupefacenti e straordinari effetti speciali, si sta risolvendo in una danza macabra dove la realtà del “fare” è sostituita da lugubri sogni, da fantasie sepolcrali,  da cupe immaginazioni oniriche.
Cantore di questo rinnovato genere è il consigliere Massimo Ghilardi che in una memorabile seduta del Consiglio Comunale ebbe a dire a proposito del Polo della Cultura “Andammo alle elezioni con un progetto morto, consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere”.   Neppure Horace Walpole sarebbe riuscito a essere più raccapricciante.   Anche perché subito dopo aggiunse   “il sindaco assegnò a Seneci il compito di tumulare il cadavere, perchè era appunto un progetto morto”. Brrr ragazzi, che immagini orrorifiche!  
manifesto del film
"la notte dei morti viventi"
Sollecitato da una prosa tanto evocativa,  il Sindaco cercò di dire la sua invocando con parole accorate la realizzazione di quel fuoco fatuo rappresentato dalla Caserma dei Carabinieri, l’ennesimo paramento funebre dietro cui  nascondere una gigantesca speculazione edilizia, proposta manco a dirlo, da quell’azienda che più di ogni altra ha assecondato il sogno immobiliare di questa giunta.  Ma la crisi impietosa ha freddato sul nascere questo disegno che oggi si vorrebbe farlo rivivere come in un film degli anni 70 sui morti viventi.  Ha voglia il Sindaco a dire che da parte sua non esiste alcuna obiezione a portare avanti questo progetto. La sua realizzazione non è nella sua disponibilità in quanto dipende solo ed esclusivamente dalle possibilità e dalla convenienza della Fin Beton.  Per cui, vista la crisi che interessa il settore immobiliare, i Carabinieri temo aspetteranno qualche tempo prima di avere la tanto promessa e decantata nuova caserma.
locandina del film "L'esorcista"
Dal canto suo, Luca Seneci,  a tutti gli effetti “Sindaco facente funzioni”, approfittando degli impegni parlamentari del Senatore e della canicola agostana, ha pensato bene di tumulare in quattro e quattr’otto il cadavere del Polo della Cultura. Quando fa un caldo da morire i cadaveri vanno messi sottoterra alla svelta e il nostro vice sindaco non è tipo che perde tempo.  Anzi visto che c’era ha suggerito di dare una soluzione finale alla richiesta della cittadinanza di avere un auditorium.  Evocando il fantasma del Teatrino Comunale, atterrato come qualcuno ricorderà dai suoi vecchi amici della Democrazia Cristiana, oggi egli propone di riportarlo in vita forse con l’ennesimo “progetto di idee” e qualche messa cantata.
Dato che il genere è diventato ormai di moda, questa Giunta ha pensato bene di lanciare un’asta pubblica per la vendita di cappelle mortuarie di varia grandezza, nella convinzione che per il caro estinto  non si badi a spese.  Non era una proposta per risolvere il problema della capienza cimiteriale che pure esiste, ma solo un mezzo per racimolare un po’ di soldi per fare qualcosa. Poiché, nel caso specifico,  la gente ha  badato più al portafoglio che alle onoranze,  il risultato è stato quanto mai deludente, costringendo i nostri addolorati amministratori a cospargersi il capo di cenere.        
Qui mi sa che fra cadaveri da tumulare, progetti morti  e fantasmi evocati, per mandare avanti la baracca non ci sia più bisogno di un sindaco, ma di un impresario di onoranze funebri o, meglio ancora, di un esorcista.  Requiescant in pace!





lunedì 16 agosto 2010

Fà e disfà

La rotonda di via Cavalli-Bonatelli
 Come i cittadini di Chiari possono vedere, la rotonda realizzata alla confluenza di via Cavalli con Viale Bonatelli, in questi giorni è oggetto di rifacimento. “Perchè...?” si chiedono al Bar dello Sport “perchè con tutte le rotonde scassate che abbiamo, hanno iniziato proprio con quella messa meglio? Cosa significa questo fare, disfare e poi fare ancora?”
Domande semplici per le quali non ci sono risposte plausibili. Le opere pubbliche realizzate da questa Amministrazione hanno seguito percorsi di difficile comprensione per noi umani.
Lasciamo stare le polemiche sulla ristrutturazione dell’ ex Comune, costata già oltre 6 milioni di euro e non ancora finita, sorvoliamo sul disastro del Polo della Cultura certificato dalla chiusura del cantiere e dalla stessa maggioranza, gettiamo un velo pietoso sui tempi di costruzione della Caserma dei Carabinieri promessa da anni e mai realizzata, evitiamo di parlare dei Poli Scolastici nodo mai risolto dai nostri amministratori. Restano le rotatorie. La Giunta Mazzatorta ne ha realizzate tante che Chiari è ormai nota come “la città delle quadre e delle rotonde”.
A cosa servano tutte queste rotonde è un mistero della fede. Fosse solo questo ce ne potremmo fare una ragione. L’assurda pretesa di farle in “prezioso materiale lapideo” ci costringerà però, come più volte detto su questo blog in tempi non sospetti, a sborsare periodicamente un sacco di soldi per metterle a posto. Cercare di propalare favole del tipo “questa ristrutturazione non ci costerà niente, sarà gratis” sta a testimoniare che anche i nostri amministratori si rendono conto che la gente ne ha piene le tasche di smenare soldi per mettere a posto continuamente le “rotonde più scassate del mondo”. Il lavoro non cala dal cielo “gratis et amore dei”, per cui anche per questi rifacimenti “picceremo” i nostri bei soldini.
Lavori in corso alla rotonda Cavalli-Bonatelli
Le altre, quelle messe peggio, resteranno lì in quelle condizioni chissà ancora per quanto tempo. I contenziosi avviati dalla Giunta con le ditte che le hanno realizzate, sono aperti e risulta difficile conoscere i loro tempi di definizione.
Fa' e disfa' l'è tött an laurà” dicono al Bar dello Sport, “..ma l'è anche an bel pagà.” aggiungono sogghignando. Come dargli torto!

venerdì 13 agosto 2010

Mazzatorta-Robespierre

Rimozione del cantiere del Polo della Cultura
Lo smantellamento del cantiere di viale Mazzini è la pietra tombale posta sul cadavere del pretenzioso progetto del Polo della Cultura che avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della Giunta Mazzatorta, l’opera più significativa del suo programma. Aver tolto il cantiere però non risolve i problemi.
Innanzitutto l’atto di forza di lunedì 9 agosto e la procedura seguita, dà adito a molti dubbi. Forse sarebbe stato meglio adottare un’ Ordinanza del Sindaco motivata da ragioni urgenti di ordine pubblico e di tutela dell’incolumità dei cittadini, che non attuare un blitz sulla base della semplice diffida di rimuovere il cantiere indirizzata ad Eleca nei giorni scorsi. Speriamo che gli uomini del Comune abbiano ragione. Non vorremmo che questo fosse l’ultimo degli atti assunti in modo improvvido da questa Amministrazione e che potrebbe costare caro nel contenzioso appena avviato con Eleca.
In attesa di vedere come si svilupperanno le cose, torniamo al Consiglio Comunale del 12 luglio scorso.
Il Sindaco di Chiari
Sen. Mazzatorta
La cosa che fa più sorridere dell’intervento di Mazzatorta è la sua patetica e incomprensibile ricerca di un responsabile della disfatta. Se il Polo della Cultura è affondato in un mare di roventi polemiche, il responsabile non è lui e la sua giunta, no, i responsabili sono altri. L’esasperato egocentrismo di questo sindaco non ammette autocritica. Pertanto se c’è stato un fiasco, un fallimento, una sconfitta la responsabilità deve essere trovata altrove. E chi è questa mente perversa che ha mandato a picco il grandioso progetto che avrebbe dato a Chiari il più importante e suggestivo contenitore degli ultimi 50 anni?
Il Consigliere del PD Federico Lorini
Naturalmente il principale responsabile è il Consigliere del PD Federico Lorini, l’insana ossessione del sindaco. Egli con i suoi InformaChiari, con le sue clamorose bugie ha insinuato nella popolazione di Chiari il sospetto che non si trattasse tanto di un polo culturale, ma di un polo commerciale. Non solo. Ha anche avuto l’ardire di affermare che ad Eleca veniva concessa l’area gratuitamente per 90 anni, che la stessa aveva la possibilità di costruire 8000 mq. di superfici commerciali, 2000 mq. di box auto privati, l’esonero dal pagamento di tutti gli oneri di urbanizzazione, la riscossione per ben 30 anni del corrispettivo di 720 posti auto a pagamento, la riscossione di 1 milione di euro a fondo perduto. Bugie, bugie, solo bugie? La convenzione sottoscritta il 6 dicembre 2007 è lì ad attestare che invece le cose stanno proprio così. Le presunte bugie coincidono esattamente con il testo della convenzione.
Oriana Marella
Ma non c’è stato solo Lorini. Prima di lui e in modo ancor più infido perchè operava dall’interno, c’era l’ex assessore Oriana Marella, pardon, la mamma di Vizzardi. E sì. Nel suo forsennato raptus polemico, il senatore sindaco si è lasciato andare ad atteggiamenti che definire poco fini è un eufemismo. L’ex assessore alla pubblica istruzione del Comune di Chiari non è mai la signora Oriana Marella. No, è la mamma di Vizzardi. Non fosse abbastanza sgradevole questo atteggiamento che tende a considerare una persona solo in quanto parente di qualcuno, il sindaco ci mette anche dell’altro parlando spesso di Oriana Marella in modo del tutto irriguardoso.
Ma non è finita. La furia polemica investe in modo improvvido anche intimi familiari del Consigliere Lorini, accusato di essere il meno adatto a dare patenti di moralità in quanto portatore, al tempo del suo assessorato, di un supposto conflitto di interessi. Certo che bisogna aver perso la testa per mettere in mezzo a questa storia la figlia di Lorini! Ma tant’è, la contesa fra i due ha origine antica e si arricchisce ogni giorno di nuovi e più interessanti episodi: “Lei era il dominus della politica urbanistica a Chiari. Nel suo ufficetto lassù al terzo piano si arrivava col cappello in mano”. Sempre meglio il cappello in mano che qualche altra cosa, no?
Comunque l’apoteosi si raggiunge con una frase dalla chiara valenza intimidatoria “...ho fatto l’avvocato, Lorini, in un periodo in cui dall’avvocato Mazzatorta venivano tante persone. Stia attento, che qualche cliente lo possiamo ritirare fuori”.
Siamo certi che il Consigliere Lorini, al quale rinnoviamo la nostra stima, se ne farà un baffo delle minacce del sindaco e continuerà a fare serenamente e caparbiamente il suo lavoro di controllo e proposta nel Consiglio Comunale e fuori.
Ma perchè tanta pervicacia da parte del Pd, di Lorini, della Marella, di Vizzardi ecc. ecc. ecc.?  Il motivo è chiaro. Il Polo della Cultura rappesentava il simbolo della rivoluzione di Mazzatorta”, un “totem da abbattere”. Bene, bravo, bis!
“Il Polo della Cultura era un progetto da abbattere perchè avrebbe portato Chiari a non essere più un paese, ma qualcosa di più importante”. Non c’è niente da fare, occorre essere dei fini politici per capire che le rivoluzioni passano anche dalla realizzazione di piccole sale cinematografiche. Noi, caspita, non ci avevamo proprio pensato!
E chi è che si prodigato per fermare questa grandiosa rivoluzione? Ma naturalmente “la conservazione, i reazionari” che non riescono a capire il rivoluzionario progetto che ha in mente Mazzatorta-Robespierre, progetto per realizzare il quale non ha badato a spese. E poichè questa rivoluzione il povero Mazzatorta R. l’ha persa, eccolo pronto a mettere la testa sul ceppo, a fare da capro espiatorio. “volete tagliarmi la testa? Guardate io non ho problemi, volentieri mi faccio da parte”
Naah! Ci credete voi? Io manco un po’.
Il nostro non è uno che si fa mettere i piedi addosso facilmente. E poi c’è il seggio senatorio da difendere. Non pensiate che siano tanto teneri dalle parti di via Bellerio a Milano. Mollare l’osso di sindaco equivarrebbe a una stroncatura sicura anche da senatore. State tranquilli, ce lo terremo sino alla fine.
D’altra parte nel suo discorso per ben otto volte ha detto di assumere sulle sue spalle la responsabilità politica di quanto accaduto. Cosa vuol dire assumersi le responsabilità se poi non se ne traggono le conseguenze? Questo era il progetto più importante del suo mandato, il punto più alto della sua politica amministrativa, rappresentava quello che con parole magniloquenti ha definito la sua “rivoluzione”. Bene, la rivoluzione è stata persa e la conseguenza dovrebbe essere solo una: la sua uscita di scena. Non farlo significa parlare al vento e dimostrare che “l’uomo del fare” si è convertito rapidamente ai bizantinismi della politica politicante.

giovedì 12 agosto 2010

Metti la cera...togli la cera. Scava la buca...riempi la buca

In data 16 aprile 2010 alcuni Consiglieri di minoranza segnalavano dapprima in Consiglio Comunale e successivamente ( 26 aprile, con una interrogazione urgente) che presumibilmente all’interno del comparto dell’erigendo Polo Logistico in Via Castellana erano in corso escavazioni in difformità alle autorizzazioni rilasciate dal Comune.
In data 29 aprile il Comune effettuava un sopralluogo presso l’area di cantiere
Dal verbale relativo risultava confermato quanto segnalato, vale a dire:
…. “a partire dallo spigolo sud e risalendo verso nord, per una lunghezza di 100 m., non è stato possibile rilevare la quota di escavazione in quanto al momento del sopralluogo era in atto un riempimento dello scavo con terra di coltivo ...
Per i successivi 50 m. lo scavo non era oggetto di riempimento....
Si è proceduto alla misurazione della profondità massima, rilevando una quota di - 8 m...
L’ing. …… responsabile del cantiere comunica che l’area oggetto di escavazione è oggetto di riempimento con terre di color rosso provenienti dallo stesso sito. Le suddette terre... siccome non recuperabili (non commerciabili ndr ) sono state utilizzate per riempire l’area scavata al posto della ghiaia estratta."
E bravo! 7+
La comunicazione di riutilizzo di terre e rocce da scavo effettuata dalla Ditta prima dell’inizio dei lavori naturalmente prevedeva la movimentazione verso l’esterno dello strato di scorticamento ( 1.0 – 1,2 m ca, per un totale di ca 200 mila mc su un comparto di 160 mila mq) dell’area interessata.
Non prevedeva certo di sotterrare la terra di coltivo e la terra rossa, asportando la ghiaia buona sottostante.
La difformità segnalata risultava dunque confermata ed evidente.
Il Comune avrebbe dovuto procedere conseguentemente con una sospensione lavori e con l’erogazione della sanzione prevista dalle leggi vigenti.
Niente di tutto questo è stato fatto.
In data 17 giugno il Dirigente del Settore Territorio del Comune di Chiari rilasciava a LOGIMEA un permesso di costruire (n° 77) in “Variante alla autorizzazione unica del 24 marzo 2010, prot. 9097 – SUAP Logimea”.
Cosa prevedeva detta variante? Prevedeva la realizzazione di una vasca di 1200 mq di superficie e profonda 6 m. rispetto alla quota dei piazzali , per accumulo acqua antincendio !
Il doppio di una piscina olimpionica!
Ecco giustificata a posteriori l’escavazione abusiva precedentemente effettuata.
Peccato che lo stato dei luoghi rilevato tra metà e fine luglio ( vedi fotografie allegate , ad aprile ed ora) mostri il quasi totale riempimento della buca che doveva alloggiare la piscina antincendio.
Cosa dobbiamo pensare?
Che qualcuno si diverte a scavare e a riempire e a riscavare?. Metti la cera … togli la cera… come nel famoso film Karate Kid!
Che non è più valida la variante?
Che è valida la tavola di progetto 5/1, allegata al verbale della Conferenza dei servizi del 25 novembre 2009 e allegata alla Deliberazione del Consiglio Comunale del 29 dicembre 2009 che approvava definitivamente il progetto di Costruzione di una piattaforma Logistica?
Tale tavola prevedeva che i serbatoi dell’acqua antincendio e dello schiumogeno fossero dislocati in lato nord ovest del comparto edificatorio.
Una cosa appare chiara: che il territorio è fuori controllo, con buona pace dell’Assessore all’Urbanistica!

Federico Lorini
Consigliere Comunale del PD

martedì 10 agosto 2010

Segnali di fumo 2

Queste sono le foto che ci ha inviato un nostro lettore.
Sono la testimonianza di quanto accaduto ieri a Chiari fra le 21 e le 21.40.

Dallo stabilimento delle Trafilerie Carlo Gnutti, si è levata una densa colonna di fumo diretta verso sud sud-est.
Aspettiamo di sapere se anche questa volta si è trattato dell'incendio accidentale di una ruspa.

lunedì 9 agosto 2010

Sangue e merda

il Sindaco Mazzatorta
Occorrerebbe leggerlo e rileggerlo l’intervento fatto dal Sindaco nel Consiglio Comunale del 12 luglio scorso. Anzi penso sarebbe meglio ascoltarlo. Perchè il tono, le inflessioni e le cadenze delle parole ci possono dare un’idea precisa del livello cui può arrivare certa classe politica italiana.
Per il sindaco senatore la politica è sangue e merda. Forse il sangue del denaro dei cittadini da sperperare a più non posso e la merda del proprio tornaconto politico in cui sguazzare.
D’altra parte il suo intervento è l’esemplificazione di cosa voglia significare questa frase. Di fronte a una requisitoria feroce e impietosa di un consigliere della sua stessa maggioranza, il sindaco, invece di ribattere come ci si sarebbe aspettati, si è lasciato andare in un attacco isterico nei confronti del Consigliere Lorini, reo di aver sempre detto che il progetto del Polo della Cultura, così com’era, non andava.
E non è che Ghilardi fosse andato tanto leggero! Lo aveva accusato di aver mentito agli elettori in campagna elettorale, presentando come realizzabile un progetto già morto. Lo aveva accusato di essere campione d’astuzia (forse sarebbe meglio dire di cinismo), rifilando al Vice Sindaco Seneci proprio la delega di quel cadavere da tumulare che era il Polo della Cultura. Aveva parlato di un progetto che era un suicidio politico. Parlava di resa dei conti, non ci stava a vedersi addossata la stessa identica responsabilità del sindaco, non accettava quella chiamata di correità.
il cantiere del Polo della Cultura
Chiamata di correità. Se le parole hanno un senso, se c’è correità ci sono dei correi, se ci sono dei correi c’è un reato. E qual’è questo reato consigliere Ghilardi? Se il coraggio, come ha detto lei è la prima qualità umana, quella che garantisce tutte le altre, allora dia conseguenza alle sue parole e ci dica dov’è questo reato. O meglio, si presenti da un giudice e dica che è stato commesso un reato e ne denunci gli autori. Se le parole hanno un senso.
Nella sua risposta il sindaco si è stracciato le vesti per dimostrare l’assoluta trasparenza di questa operazione. Ma al di là dell’enunciazione, nulla ha detto sui punti più oscuri e controversi. Punti oscuri e controversi che hanno alimentato i dubbi di una vasta parte dell’opinione pubblica clarense, dei partiti dell’opposizione e, adesso, dei rappresentanti della sua stessa maggioranza.
Il Cinema Teatro Comunale di Chiari
in fase di demolizione
E’ vero o non è vero che si è passati da un progetto di 8 milioni di euro a un progetto di oltre 17 milioni di euro, arrivando a triplicare la volumetria dell’edificio da costruire? Perchè?
E’ vero o non è vero che il Cinema Teatro Comunale è stato abbattuto in tutta fretta nell’agosto del 2006 senza che venisse presa una delibera di Giunta? Altro che perdita di tempo! Qui i tempi sono stati bruciati.
E’ vero o non è vero che ad Eleca è stata data la bella cifra di un milione di euro a fondo perduto, senza collegarla a precisi stati di avanzamento lavori? Perchè?
E’ vero o non è vero che non si è acquisita la fidejussione in originale ancor prima di cacciare fuori un solo centesimo dei soldi dei cittadini di Chiari? Perchè? In un’azienda privata un fatto del genere sarebbe costato al responsabile l’immediato e irrevocabile licenziamento. E come mai questa fidejussione è spuntata all’improvviso proprio alla vigilia dell’apertura del contenzioso con Eleca? Da dove è arrivata? Perchè non esiste una lettera di trasmissione, un protocollo, un riscontro? Mistero!
Come misteriosa e ancora per nulla chiarita è la questione della cessione delle quote di Eleca Chiari Srl a Jolly Immobiliare Spa di Milano, detenuta all’88,40% da una società anonima svizzera, la Sole Alto S.A. Invece di continuare a sproloquiare su Rovato e sulle società del Delaware e del Wyoming, il sindaco guardi in casa sua. Ci spieghi chi sta dietro questa Sole Alto, ci spieghi nelle mani di chi sono andati a finire i nostri soldi.
Altro che trasparenza! Qui siamo nel porto delle nebbie. E l’azione portata avanti in Consiglio Comunale da esponenti del Pdl è il tardivo tentativo di smarcarsi da una situazione molto pesante che richiama a precise e inequivocabili responsabilità. Perchè alla fine la domanda è: “chi paga?”.

sabato 7 agosto 2010

Cinema teatro comunale - Ground zero

Finalmente siamo venuti in possesso delle foto che raccontano la storia della demolizione del cinema  teatro comunale di Chiari. Un reportage impietoso realizzato dal 2 al 31 agosto del 2006.
Questa preziosa testimonianza arriva subito dopo il drammatico Consiglio Comunale del 12 luglio 2010 in cui la stessa maggioranza che sostiene la Giunta Mazzatorta ha dovuto ammettere che il pretenzioso progetto del Polo della Cultura è ormai morto e sepolto. Un fallimento politico  di cui il Sindaco e la sua maggioranza portano totale e completa responsabilità.
Questo faraonico progetto costato ai cittadini di Chiari già diversi milioni di euro, trae la sua origine da un atto proditorio - l'abbattimento del cinema - preso senza neppure una delibera di Giunta.
Il Sindaco più di una volta ebbe a dire che si trattava di un edificio fatiscente che ha ordinato di abbattere perchè costituiva un pericolo per la cittadinanza. Le foto che pubblichiamo lo smentiscono platealmente. Il cinema-teatro era un edificio ancora intatto, tant'è che ci son voluti 29 giorni e mezzi potenti per abbatterlo.
Con i soldi fin qui spesi avremmo potuto tranquillamente restaurare il cinema e dare così alla nostra città quell'auditorium di cui si sente il bisogno. 
La sicumera di questi signori ha fatto terra bruciata e dove prima c'era un dignitoso edificio degli anni 50, ora c'è solo una triste e desolata spianata. Il "ground zero" di Chiari.  








giovedì 5 agosto 2010

E’ COLPA MIA, SONO MUZZU.

Ricevo da un amico che si firma scherzosamemente Annibale Scannagatti questo bellissimo,  breve racconto. Lo pubblico perchè parla di noi, del nostro mondo, delle nostre regole, della nostra difficoltà di capire gli altri, di guardarli senza pregiudizi. Persone. Persone che arrivano qui da mondi lontani, attraverso esperienze che manco immaginiamo. Non voglio fare la parte di chi pensa che i problemi siano semplici e facili da risolvere. I problemi sono complessi, maledettamente complessi, ma forse noi ci mettiamo un di più per renderli ancora più complicati. Il racconto alla fine solleva un problema reale che ci riguarda da vicino. Forse sarebbe utile che i nostri consiglieri e non solo loro se ne facessero carico.
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Una mattina

Mi sono alzato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina
Mi sono alzato
E ho trovato l’invasor.

Scrivo al buio, quindi perdonatemi la forma. Scrivo al buio della cantina dove sono nascosto ormai non so più da quanti giorni. Con mia moglie. Sono nascosto con mia moglie, che è pure incinta. Qui in Africa le cose vanno così, dicono. Io non l’ho mai creduto, forse perché non ho mai voluto crederlo.

Sono arrivati alle 5 del mattino. Per mia fortuna ero sveglio. Curo la rassegna stampa per un radio della capitale, e alle 6 devo essere in redazione. Il sergente che ha bussato alla porta non aveva più di 11 anni, a giudicare dalla voce, ed era sicuramente fatto come un cavallo. Io e mia moglie ci siamo infilati nella tromba della spazzatura (santi palazzi coloniali!!) e l’abbiamo scampata per un pelo. Ma adesso, quanto dovremo stare nascosti fra topi e scarafaggi?

Mio suocero mi ha portato 3000 dollari americani. Mi ha detto che se riesco ad uscire dal paese, posso raggiungere un ufficio dell’ONU, così sarei salvo. “Anche se sei muzzu” mi ha detto. Lui è tafti. Fino ad oggi non l’avevo mai considerato un tafti, come non mi ero mai considerato muzzu. Chi pensa anche solo un minuto al giorno con la propria testa sa che questa è una distinzione che non esiste, che non ha basi scientifiche. Tuttalpiù tribali. In ogni modo, ci ha portato 3000 dollari americani, i risparmi di una vita.

La situazione è cambiata, ma scrivo sempre al buio. Da quattro giorni siamo accampati davanti alla ambasciata francese, non più nel nostro paese, dove c’è la sede dell’ufficio ONU per i rifugiati o per i richiedenti asilo. Abbiamo il nostro bel numeretto, 12973.

L’addetto al rilascio dei documenti per lo status di perseguitato ha parlato chiaro “Lei non è in grado di dimostrare di essere perseguitato dall’attuale governo del suo paese, quindi noi non possiamo fare nulla”. Ha telefonato al ministero degli Interni del mio paese, dove gli hanno detto che posso tornare quando voglio, mi aspettano a braccia aperte. Il coglione, in fin dei conti, sono io: avrei dovuto far firmare un documento alla squadra della morte che è venuta a prendermi, o almeno farmi lasciare il numero di cellulare del sergente…

Abbiamo deciso, andiamo in Europa. Via Libia. Io parlo lo swantzi, l’inglese e il russo, sono laureato in filologia inglese e ho pubblicato numerosi saggi, oltre al lavoro in radio. Troverò ben lavoro in un paese civile.

Scrivo al buio, scusate la forma. Sono passate diverse settimane, mia moglie è al sesto mese ormai. Ci hanno pure separato, in Libia, e siamo riusciti a ritrovarci solo una volta usciti di prigione. Sì, ci hanno messo in prigione. Dice che queste sono le normali procedure con i richiedenti asilo o con i “sospetti”. In poco più di tre mesi sono passato da “stimato dottor” a “sospetto”. Non mi lamento, sono vivo. Scrivo al buio perché stiamo aspettando chi ci porterà verso la libertà, l’uguaglianza e la giustizia: l’Italia. Stiamo aspettando il barcaiolo, il nostro Caronte al contrario.

Scrivo al buio, scusate la forma. Mi hanno nuovamente separato da mia moglie, qui nel centro di prima accoglienza dove ci hanno rinchiuso dopo lo sbarco. Avrei voluto spiegarmi con i Carabinieri (qui in Italia la polizia si chiama così) che ci hanno accompagnato, ma nessuno di loro parlava accettabilmente l’inglese o il russo.

Sono passati due mesi e mezzo, e mia moglie dovrebbe, credo, partorire fra poco. Qui nel centro di prima accoglienza tira una brutta aria, sembra che ci rimpatrieranno.

Scrivo al buio, scusate la forma. Siamo scappati, io, mia moglie e la bambina. Abbiamo approfittato del ricovero per il parto. Mia moglie, fra l’altro, non è riuscita a spiegare la propria allergia ad alcuni farmaci (con tutto che lei è medico…) perché nessuno in ospedale parlava in modo accettabile l’inglese o il russo. Uno dei medici, con un accento diverso degli altri (mi dicono che è del nord) mi ha detto che sapendo di immigrare in Italia avrei dovuto imparare la loro lingua, i loro costumi e la loro religione. Ha ragione, il cretino sono io, avrei dovuto chiederlo al sergente della squadra della morte che è venuta per prenderci “Secondo lei dove trovo un libro di italiano, comprensivo di usi e costumi?”. Me ne sono dimenticato. Colpa mia.

Siamo scappati al nord. Scusate se scrivo al buio, ma in questo appartamento, con tutti immigrati senza documenti, la luce elettrica non si accende, altrimenti capiscono che ci viviamo in 15. Ho trovato anche un lavoro, metto i sanpietrini nelle strade, qui a Chiari. Mia moglie aiuta i venditori abusivi quando hanno un problema di salute, anche se essendo esperta in studio del DNA non è che possa fare molto. Ma almeno quelli parlano accettabilmente l’inglese e si può fare una anamnesi accettabile.

Ovunque andiamo la gente ci parla a voce altissima e ci da subito del tu. Io ho imparato l’italiano alla fine, ma nonostante i tre anni trascorsi qui in provincia di brescia, ancora non ho i documenti. La gente ci guarda storto, forse a causa della crisi economica, o forse perché siamo muzzu, ma mia moglie è tafti!, ho provato a dirlo al signore dell’ACSU, ma lui mi ha risposto che non gliene frega nulla dei nostri orientamenti sessuali.

Scrivo al buio, scusate la forma. Ho deciso di mandare mia figlia a scuola. Vorrei che seguisse la tradizione delle nostre famiglie e si laureasse, magari in astronomia, come il nonno. Ho scoperto che la costituzione di questo paese garantisce l’istruzione a tutti, proprio a tutti. Finalmente una cosa all’altezza della storia italiana!

Scrivo al buio, per risparmiare sulla bolletta della luce. Devo pagare quasi duemila euro per il primo anno di mia figlia alla scuola materna, li devo pagare tutti insieme e subito. E’ perché lei non è residente a Chiari e neppure in Italia (visto che non esiste per lo Stato) e quindi per darci una mano ad uscire dal cono d’ombra ci chiedono di pagare tutti i servizi (bus, mensa eccetera) in una volta sola (gli italiani pagano ogni due mesi) con una maggiorazione di 300 euro. Io credo che sia perché io sono muzzu. Non vedo altra spiegazione.

scritto da Annibale Scannagatti

A proposito di Polo della Cultura, Polo Logistico, Polo Scolastico ecc...

Carlo Fogliata
Caro Nick, leggo ogni tanto il tuo blog e quando lo scorro vado a rivedermi un po' tutto, dagli articoli ai commenti, perchè rappresenta davvero una boccata di aria buona nell'inquinatissima atmosfera informativa che ci circonda. Da semplice cittadino non posso fare a meno di annotare i vari commenti e le considerazioni che accompagnano le notizie, trovando spesso tra un anonimo e l'altro osservazioni intelligenti , alternate a code di paglia lunghe chilometri.
Nel caso del Consiglio Comunale autoconvocato sul Polo della Cultura, mi permetto di sottolineare, a proposito di code di paglia, l'emblematicità di questa vicenda per quanto riguarda il rapporto tra Sindaco/Giunta/Maggioranza ed i bisogni della nostra città.
Avendo tutti i “Poli” citati (cultura, logistico, scolastico) come unico obiettivo il raffreddamento delle brame speculativo/edilizie di una maggioranza votata alla mediazione affaristica (con buona pace della conservazione delle tradizioni rivendicata dai leghisti), non vorrei si dimenticasse che la nostra Città, il suo territorio, le sue tradizioni, la sua conformazione urbanistica dopo gli accoglienti cartelli “bilingue” si presenta letteralmente massacrata da rotonde infami, cantieri eterni, posti auto vincolati a favore di costruttori di costruendi mitici poli e, dulcis in fundo, vigilata da ronde che nell'illusione di accattonare voti per la Lega non si accorgono che l'accattonaggio vero è una piaga quotidiana davanti a qualsiasi negozio del centro o, a giorni alterni, al mercato.
Ovviamente apprezzo le battaglie condotte dalle minoranze in Consiglio e dai cittadini che si sono mobilitati, ma secondo me la sensazione della impunità dei comportamenti sta producendo livelli di cialtroneria insopportabili del tipo: sapevamo che il Polo della Cultura era un cadavere, ma per vincere le elezioni lo dovevamo tenere in vita, quindi abbiamo fatto finta di nulla, poi al funerale sputiamo sui parenti in lutto, creando l'evento per occupare qualche riga sui giornali, così riusciamo a lavarci la coscienza da una parte e dall'altra a partecipare comunque al corteo funebre fino al prossimo cadavere (Polo Logistico? Polo Scolastico? Patrimonio delle Fondazioni?), chissà che la prossima volta riusciamo a portarci a casa qualche coroncina di fiori.
Certo la metafora potrebbe continuare con qualche imbalsamazione provvisoria alla prossima tornata amministrativa (nuova Caserma dei Carabinieri nella Cava, tangenziale nord, ecc..) salvo dire che lo sapevano che andava a finire così, ma siamo tutti un po' nicodemisti (si va da Gesù di notte ...).
Al di là delle cupe metafore voglio dire che da questi personaggi ci possiamo aspettare tutto meno che il pudore o le dimissioni e quindi anche il tuo blog può servire ad evitare che si continuino ad abbindolare elettori in buona fede.
Ognuno faccia la sua parte visto che a recitare tre parti in commedia c'è già la Lega con i suoi alleati. Facciamolo finire presto questo asfissiante governo di incapaci, c'è urgentemente bisogno di aria nuova, respirabile non perchè è fresca e viene dai Poli, ma semplicemente perchè è pulita.
Ciao
Carlo Fogliata