mercoledì 30 maggio 2012

I fustigatori della politica


Parlare male dei partiti è diventato ormai lo sport nazionale. Non che i partiti (tutti) non si meritino critiche e reprimende anche dure, ma questo imperante qualunquismo alla fine rischia di fare il gioco degli eterni gattopardi, cioè di coloro che dietro il sacro furore del cambiamento, si muovono perchè nulla cambi.
Il gattopardo per eccellenza, non è un politico uscito dalle scuole di partito, ma un rappresentante della cosiddetta società civile.  Dopo aver portato l’Italia sull’orlo del fallimento assieme al suo compare Bossi, ora si presenta come novello riformatore, avanzando la proposta del semiprenzialismo alla francese. E’ l’ultima carta buttata sul tavolo da un giocatore disperato. L’unica possibilità per lui di non passare alla storia come l’autore del fallimento dell’Italia  e come “l’utilizzatore finale” del bunga-bunga di minorenni, è quella di rifarsi una verginità attraverso la sua nomina, per acclamazione popolare, a Presidente della terza Repubblica.  Naturalmente in questa battaglia Berlusconi butterebbe dentro tutta la sua forza  economica e mediatica, sapendo bene che o si vince o è la fine. Ma stiamo parlando di fantascienza  anche per un paese come l’Italia che ci ha abituati a ogni nefandezza.
Berlusgrillo
A Berlusconi naturalmente Grillo sta simpatico. Nonostante questi lo abbia definito uno “psico-nano”, sebbene il Grillo-pensiero sia mille anni luce lontano dal pensiero del cavaliere di Arcore, a Berlusconi Grillo sta simpatico. E gli sta simpatico per il metodo usato da Grillo, il metodo cioè di sparare su tutti ad alzo zero perchè del sistema non rimanga in piedi niente. Poi sulle macerie si costruirà un mondo nuovo.  Insomma si arriva al paradosso che il campione dei moderati, come Berlusconi spesso si autodefinisce, lavora come al solito  per sfasciare tutto.
Questo sfascismo strisciante sta facendo rapidamente proseliti a tutti i livelli, anche in ambito locale. Un primo esempio ci viene offerto dal Direttore di una testata molto diffusa nella nostra città. 
Sull’onda dell’antipolitica imperante, il nostro ha pensato bene di lanciare, a testate unificate, il suo anatema contro il sistema dei partiti.  Questa sfuriata è commovente. Peccato che venga quando la bolla è ormai scoppiata e a terra rimangono i resti miserevoli di Lega e Pdl. 
Ma dov’era la “libera” stampa  negli ultimi tempi? Era a fare le pulci al potere, a chiedere conto delle scelte sciagurate che hanno portato l’Italia al fallimento? No, era lì a reggere la coda a questi signori che hanno fatto le cose più ignobili e portato il Paese alla bancarotta. Oggi i nostri commentatori hanno la pretesa  di indossare le vesti dei fustigatori della mala politica, quando sino a ieri ne sono stati i cantori. 
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A livello locale, il maggiore interprete di questa politica è stato il senatore e sindaco Sandro Mazzatorta. Partito, come la Lega,  per rivoluzionare il mondo, si trova alla fine del suo percorso con in mano un pugno di mosche. Venduto tutto il patrimonio comunale, indebitato il Comune oltre ogni limite, oggi è costretto ad applicare in misura massima una tassa aggiuntiva, deprecata sino a ieri, ma oggi invocata per dare respiro alle esauste finanze comunali saccheggiate da sperperi inauditi. E così i cittadini di Chiari, mentre si apprestano a pagare l’Imu per mettere una pezza ai disastri del duo Berlusconi-Bossi, si trovano anche la bella sorpresa dell’addizionale comunale Irpef, applicata nella misura massima dello 0,8% per tappare i buchi di Mazzatorta e soci.
Fonte  UDC Chiari

E si badi bene: non vale la giustificazione del Sindaco  e della sua Giunta di essere costretti a ciò dalla  riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato. E' una pietosa foglia di fico che non riesce a coprire la vergogna  dei milioni di euro persi con Eleca per il fantomatico Polo della Cultura, sperperati con le rotonde “in prezioso materiale lapideo”, buttati nel sottosuolo dell'ex Municipio, regalati a progettisti e consulenti vari per progetti e consulenze che niente hanno dato alla città.
I soldi buttati dalla finestra in questo modo, avrebbero compensato i minori trasferimenti statali per almeno una decina d'anni.
E intanto le scuole cadono letteralmente a pezzi, i fantastici progetti  promossi e reclamizzati  dagli attuali fustigatori sono irrimediabilmente al palo e non si hanno neppure i soldi per mettere a posto l’orologio della torre civica. Proprio un bel risultato!
Fonte PD Chiari

Ma questo era noto da tempo e solo chi non voleva vedere non ha visto. Ora che vedono anche i ciechi, i reggicoda pretendono di farci la morale usando il vecchio metodo di un colpo al cerchio (Lega) e un colpo alla botte (PD), tanto per apparire equidistanti.
Certo, adesso che è diventato un ferrovecchio da gettare nel sottoscala, parlare male della Lega è diventato facile anche per i pavidi. Dall’interno del movimento padano, che fu granitico, si sentono provenire sinistri scricchiolii, segno che l’impalcatura è compromessa e rischia di venire giù.  Molti saranno coloro che cercheranno vie di fuga, in special modo quei leghisti sui generis saliti sul Carroccio per avviare carriere fulminanti e oggi fortemente in allarme per una situazione non prevista.
Ma in allarme non ci sono solo loro. Ci sono anche molti commentatori che sino a ieri hanno fatto parte dei corifei osannanti e oggi si sentono smarriti e si guardano intorno alla ricerca affannosa del prossimo padrone.

martedì 29 maggio 2012

I giovani in piazza contro la mafia

Foto scattate esattamente 2 anni fa, in occasione 
della presentazione del libro di Giuseppe Ayala 
"Chi ha paura muore ogni giorno"

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giovedì 17 maggio 2012

Carteggio Morcelliana

Seguire le vicende della Fondazione Istituto Morcelliano e del suo attuale Presidente è sempre per me molto istruttivo.  Non solo da esse emerge forte la personalità di don Alberto Boscaglia, a cui sicuramente va riconosciuta una innata abilità gestionale e una energia fuori del comune, ma affiora anche quell’intreccio di potere che vede come protagonisti, da una parte, il Comune e segnatamente l’attuale Sindaco Mazzatorta e dall’altra, la Parrocchia.
Chiari - Istituto Morcelliano
Sulla questione del nuovo Statuto, fortemente voluto da mons.Verzeletti, da don Boscaglia e da Mazzatorta, si è scritto parecchio. Qui vale solo la pena richiamare il fatto che il progetto di smembrare la Fondazione con susseguente spartizione del patrimonio fra Parrocchia e Comune, “metà di qua e metà di là” , secondo le illuminanti parole del Sindaco, è miseramente fallito. La Regione Lombardia ha bocciato la proposta che prevedeva  la possibilità di cessione ad altri enti, senza corrispettivo, di parte del patrimonio dell’Istituto Morcelliano, con conseguente creazione di una Fondazione “un poco più povera”, ma a carattere confessionale, cioè con un CdA che non contemplava più un rappresentante del Sindaco.
Dal carteggio di tutta la vicenda, ora emergono alcuni fatti che ci fanno dire che il caso non si è dipanato in modo lineare, almeno per quanto riguarda l’atteggiamento tenuto da Regione Lombardia.
Chiari - Istituto Morcelliano
Infatti in un primo momento la Regione aveva dato il suo parere favorevole al nuovo Statuto e questo lo si può arguire indirettamente da due evidenze. La prima è data dalle parole del Sindaco che in una seduta del Consiglio Comunale ebbe a dire che erano stati posti in essere “atti, con i crismi dell’ufficialità, con dietro studi legali che controllano la legittimità, con un controllo preventivo della Regione Lombardia, sentito anche l’organo che controlla queste modifiche statutarie...”. La seconda evidenza la si può dedurre dal verbale del CdA  della Fondazione riunito in data 1 luglio 2010 per deliberare la modifica dello Statuto. Questa delibera, non votata dal rappresentante del Prevosto, Giuseppe Ramera, conteneva una postilla che ci fa dire che il parere preventivo della Regione Lombardia era stato dato ed era favorevole. Infatti sta scritto: “Iniziando la trattazione dell'ordine del giorno, il Presidente anzitutto informa i presenti di aver ottenuto sia dalla competente Autorità Governativa (leggi Regione Lombardia ndr) che dal Parroco pro tempore della Parrocchia dei SS. Faustino e Giovita e dal Sindaco di Chiari, organi istituzionali dell'Ente, parere favorevole in merito alle proposte modifiche statutarie...”.
Quindi in un primo momento la Regione Lombardia dà il suo parere favorevole alla modifica dello Statuto, ma, successivamente, cambia questo parere  in una stroncatura senza rimedio.  Cos’è che fa cambiare l’orientamento dell’ organo che controlla queste modifiche statutarie? 
A guardare le cose con obiettività, ciò è stato possibile grazie all’azione combinata di vari soggetti.
Innanzitutto Giuseppe Ramera, già rappresentante del Prevosto in seno al CdA della Fondazione. Egli per primo si è opposto alla preventivata spartizione dell’Ente, sollevando il problema sia nel paese (vedi articolo uscito sul mensile l’Angelo), sia in ambito politico. Le sue forzate dimissioni, sono state oggetto di una vertenza giudiziaria che è andata avanti sino a qualche settimana fa e che ha messo parecchio in imbarazzo, sia la Fondazione, sia Regione Lombardia.
Il secondo soggetto è sicuramente l’Udc che con maggiore forza si è opposto all’iniziativa di don Boscaglia, non solo per quanto riguarda la modifica dello Statuto, ma anche sui progetti del campo fotovoltaico e del campo da golf. Una sua precisa  istanza, presentata presso ASL  di Brescia, ha portato alle dimissione da Presidente del CdA di don Boscaglia in quanto non aveva i requisiti per rivestire quella carica.
Il terzo soggetto è il PD che, unitamente a Chiari Insieme, ha presentato a Regione Lombardia precise e argomentate osservazioni sulle modifiche statutarie, osservazioni che credo abbiano costretto gli Organi competenti della Regione a riconsiderare i loro pareri.
Per ultimo e senza falsa modestia, vorrei inserire me stesso. Non solo per aver scritto e discusso sull’argomento in modo circostanziato, ma soprattutto per aver sollevato per primo la questione relativa ai fini statutari, da realizzarsi attraverso le rendite date dal patrimonio e non invece attraverso il patrimonio stesso. Infatti la modifica dell’art. 3 dello Statuto confliggeva, come ho più volte ribadito,  in modo insanabile con quanto indicato dall’art. 4  che prescriveva la necessità di mantenere integro il patrimonio della Fondazione.

Chiari - Istituto Morcelliano
A tal proposito Regione Lombardia rileva che: “la donazione del patrimonio immobiliare ad altri enti pubblici o privati, prevista dall’art. 3 ultimo comma dello Statuto, non è ammissibile in quanto potenzialmente suscettibile di produrre una diminuzione patrimoniale tale da compromettere la capacità dell’Ente di realizzare le finalità statutarie, provocandone così il rischio di estinzione. Sul punto giova sottolineare che in una fondazione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio è essenziale per il mantenimento e lo sviluppo della mission”.
Bene. Dopo questa tormentata vicenda che ha visto sconfessato un intero Consiglio di Amministrazione con il suo Presidente, per non parlare del Sindaco e del Prevosto, ci troviamo con l’Istituto Morcelliano retto e governato dagli stessi soggetti che hanno reso possibile questo disastro.
Già avevo scritto che  prendere quella decisione significava non aver capito nulla di quanto accaduto. Oggi, dopo gli ultimi avvenimenti che tratterò in un successivo post, sono ancora di più confermato in questa convinzione.

(segue)

mercoledì 9 maggio 2012

Gola profonda

Il “gola profonda” della politica clarense, in un’intervista rilasciata oggi al Giornale di Brescia, ci informa che “hanno preso il via i lavori di costruzione della variante  alla Provinciale 17 destinata a collegare la A4 alla BreBeMi”.  Strada da “22 milioni di euro” sottolinea orgoglioso l’Assessore Piantoni, quasi che i soldi li tirasse fuori di tasca sua.
Strada necessaria? Forse, anche se io personalmente penso si potessero trovare altre soluzioni, allargando per esempio strade già esistenti ed  evitando così di apportare ulteriori “sbreghi” a un territorio già in forte sofferenza ambientale per il passaggio delle grandi infrastrutture (Tav e BreBeMi).
Ma non è di questo che oggi voglio parlare.
Infatti il loquace assessore ci informa anche che “torna all’asta l’area comunale di via Ricci”. Questo sarà il quarto tentativo e, naturalmente, ogni volta viene abbassato il prezzo a base d’asta. Eravamo partiti da 2 milioni e 900 mila euro, oggi siamo arrivati a 1 milione e 300 mila euro, con una riduzione di oltre il 55%.
Insomma, per racimolare un po’ di soldi prima che spiri questo agonizzante secondo mandato amministrativo, la giunta Mazzatorta svende letteralmente quanto ormai rimane del “fu ricco” patrimonio della nostra Città.
Non solo. La giunta, pur di liquidare quanto resta, si dichiara disposta a trattare eventuali modifiche con coloro che si aggiudicheranno il bando. In cosa effettivamente consistano queste “modifiche” non è molto comprensibile, ma sicuramente non sarà un guadagno per la Città.
Ora ci chiediamo: ma perchè bisogna svendere quanto ci è stato lasciato dalle precedenti amministrazioni?  Non è meglio aspettare che la  situazione di mercato migliori? Magari fra qualche anno quell’area ci può venire utile. Dobbiamo per forza fare fuori tutto?
Il problema è che questa giunta, quando le vacche erano grasse, ha sprecato vagonate di soldi in consulenze inutili che nulla hanno dato alla Città, in progetti faraonici (Museo della Città), in progetti fallimentari (Polo della Cultura), in progetti deliranti (oltre 30 rotonde in “prezioso materiale lapideo”), in lunghi e costosi contenziosi legali (per il Polo della Cultura, per le rotonde “scassate”, per le scelte ideologiche della Lega). Per realizzare questo suo programma il Comune è stato indebitato oltre ogni limite e il patrimonio comunale completamente venduto.
Oggi, di fronte al suo fallimento politico e amministrativo, alla Giunta Mazzatorta non  rimane che raschiare il barile. Ma non sarà sufficiente. Gli ambiziosi progetti messi in campo negli ultimi anni: sistemazione di Viale Mazzini,  costruzione di una nuova Caserma dei Carabinieri, restauro o costruzione ex novo delle scuole, si scontrano con una situazione finanziaria e di bilancio disastrosa e molto probabilmente rimarranno lettera morta. Esattamente come la giunta che li ha ideati.

domenica 6 maggio 2012

Orologio svizzero

Chiari - Torre Civica
ora effettiva 12,57


Chiari - Torre Civica
Ora effettiva 13,04

Ma l'orologio della Torre Civica, non era stato sistemato? Non si erano spesi 1.700 euro per la "sostituzione di alcuni apparati di automazione e l'installazione di un motore maggiorato"? E come mai allora ogni quadrante presenta orari diversi, non una giusta, come si può desumere da queste foto scattate ieri?
In compenso però  l'orario suonato dalle campane è preciso, come quello di un orologio svizzero.