martedì 15 agosto 2017

VICENDA CAMPODONICO

- Non tutto il male viene per nuocere -

Quella che sembrava una brutta pagina, scritta da una politica che quasi sempre dà di sé un’immagine pessima, si è trasformata, nello spazio di pochi giorni, in qualcosa di positivo.
Ieri, su sua espressa richiesta, ho avuto un incontro con il Consigliere Comunale Roberto Campodonico che mi ha porto le sue scuse per le parole offensive pronunciate al mio indirizzo in pubblica piazza, in un attacco d’ira del tutto incontrollato.

Il Consigliere Comunale Roberto Campodonico
Riconoscere i propri errori da parte di uomini che hanno responsabilità politiche, è cosa alquanto rara. Non è mai facile chiedere scusa, meno che meno a un avversario politico che è stato sempre molto critico nei tuoi confronti.
Spero che questa vicenda serva a svelenire il clima politico che negli ultimi tempi a Chiari è stato abbastanza rovente.

Poiché mi è stato chiesto, nei prossimi giorni provvederò a ritirare la querela presentata alla Procura della Repubblica il 10 di questo mese.

sabato 12 agosto 2017

POLO DELLA CULTURA

Goodbye e amen

Ieri ho letto con vivo interesse la lettera indirizzata a Chiariweek dai Consiglieri Comunali Gabriele Zotti e Roberto Campodonico. L’argomento è, tanto per cambiare, il famigerato Polo della Cultura di Chiari.
Evidentemente questo fallimentare progetto, costato alla città una montagna di soldi, grava come un macigno sulla coscienza dei nostri ex amministratori, tanto da diventare ormai un peso insopportabile. L’unico modo per liberarsene è convincersi che se il progetto è fallito miseramente la responsabilità non è loro, ma di altri. Cose già viste e sentite, ma che aggiungono alla narrazione mazzatortiana ulteriori bugie.


Tutto quello che è rimasto del Polo della Cultura
L’ex Sindaco Mazzatorta, asseriva che il suo grandioso progetto era fallito sia per l’opposizione di una sinistra incapace di comprendere la portata della sua rivoluzione amministrativa, sia per il fallimento della Società Eleca. Oggi, i suoi epigoni, riprendendo quel discorso, affermano che il fallimento della Società Eleca è avvenuto 7 anni fa.
Sette anni fa? Sette anni fa si era nel 2010 e in quell’anno fu del tutto evidente che quel progetto non avrebbe mai visto la luce. Anzi, Massimo Ghilardi, in pieno Consiglio Comunale affermò che si era andati alle elezioni (primavera 2009) “consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere” in quanto quello del Polo della Cultura era un “progetto morto”. 
Affermare che la Società Eleca fosse già fallita nell’estate del 2010, mette le cose a posto, perché rimuove ogni responsabilità dalle spalle dei nostri ex Amministratori. Ma la Società Eleca è fallita il 4 novembre del 2013, quindi più di tre anni dopo quegli avvenimenti e ben quattro dalle elezioni del 2009. Eppure all’inizio del 2009 Ghilardi era consapevole che il Polo della Cultura era un progetto morto. Lo era Ghilardi e non lo era il Sindaco? Lo era Ghilardi e non lo erano gli altri Amministratori Comunali? Faccio fatica a credere che Ghilardi avesse qualità divinatorie. 
In verità Ghilardi, dopo essere stato muto per tutti i mesi precedenti se ne uscì con quella sparata quando ormai le cose erano evidenti anche ai ciechi. 
I primi articoli scritti sull’InformaChiari relativamente al Polo della Cultura risalgono al 2007. L’esposto alla Corte dei Conti inviato dai Consiglieri comunali del PD risale al 27 dicembre del 2007. Fra il 2008, e il 2009, vennero pubblicati sull’InformaChiari altri articoli. Nelle varie sedi istituzionali e non, il PD avversò sempre la sciagurata scelta della Giunta Mazzatorta. Furono presentate in Consiglio Comunale almeno due mozioni, fatte decine di interpellanze, rilasciate ai giornali locali innumerevoli interviste. Della questione inoltre si polemizzò sia sul Sito che sul Blog del PD ed infine ci si adoperò fattivamente per la raccolta delle firme contro l’ecomostro. Per non parlare infine delle manifestazioni organizzate dal Pd il 6 febbraio e il 26 giugno 2010.


Il naufragio del Polo della Cultura - Elaborazione grafica di Enzo Maragucci

Venire oggi a parlare di “tesoretto” e di “progettualità seria ed efficiente” è veramente insopportabile. Dopo tutti i danni che avete causato, dopo tutti i soldi sprecati, l’unica cosa che vi resta da fare è mettervi in ginocchio e chiedere sommessamente perdono a tutti i cittadini di Chiari. Altro che pretendere scuse come fa il Consigliere Campodonico, altro che conciare di “benefit da usare a vantaggio della città”!  Quei soldi non rappresentano né un tesoretto né un risarcimento. Erano soldi nostri. 1 milione di euro che avete colpevolmente dato alla Eleca senza la garanzia di stati avanzamento lavori. Per non parlare del Cinema che non c’è più e di tutti i soldi spesi per abbatterlo, i soldi per spostare i tigli, per asfaltare il piazzale, per spese legali, per interessi su tutte le somme spese, per mancati introiti, per studi di progettazione, e chi ne più ne metta. Altro che “positiva e trasparente operazione finanziaria”! 
È sperabile solo che su questa sciagurata vicenda scenda il silenzio e la si consegni agli annali della nostra storia cittadina che la inscriveranno sicuramente fra le cose peggiori fatte dal dopoguerra a oggi.

giovedì 10 agosto 2017

CAMPODONICO COME IVAN DRAGO

Alla fine di una passeggiata mattutina, quando nelle orecchie risuona ancora l’eco del canto degli uccelli e gli occhi sono  pieni delle immagini bucoliche della nostra campagna, non capita tutti i giorni di essere accolti in pieno centro cittadino, da una persona che ti spara in pieno viso una frase del tipo: “Faccia di merda ti spacco la faccia”.
A me è capitato ieri mattina e la volgare frase non è stata pronunciata da un cittadino qualunque con il quale io avessi un qualche diverbio per motivi condominiali o altro. No, quella frase è stata pronunciata dal Consigliere Comunale Roberto Campodonico, novello Ivan Drago, per motivi io presumo squisitamente politici.

Il Consigliere Comunale di Chiari Roberto Campodonico
Probabilmente il soggetto mal sopporta le critiche che il sottoscritto rivolge da anni al partito della Lega Nord e ai suoi rappresentanti. Critiche, è bene precisarlo, argomentate  e motivate.
È dal 2008 che su Chiari Blog scrivo delle belle imprese di Mazzatorta e soci. Ho seguito passo passo i lavori miseramente falliti del Polo della Cultura, le elucubrazioni sulla Caserma dei Carabinieri che non hanno portato a niente, i tentativi per realizzare un Polo scolastico a nord di Chiari, anche qui niente, per non parlare delle  secolari Fondazioni ridotte ormai a scatole vuote.
Ebbene, nel corso degli anni questi signori hanno covato nel proprio intimo odio e rancore che ogni tanto emergono in modo violento e incontrollato. È già capitato in passato. 
Per una polemica del tutto innocua sul voto referendario mi sono stati rivolti insulti a valanga. Li avrei dovuti giudicare come medaglie, ma viste le persone che me li avevano indirizzati, li ho considerati come semplici patacche. Ma erano offese rivoltemi da semplici cittadini convinti che la discussione politica debba svolgersi solo con argomentazioni grevi e triviali. D’altra parte  gli esempi sono quelli.
In questo caso però la cosa cambia. Qui non si tratta del semplice cittadino. Qui abbiamo un Consigliere Comunale, già Assessore del Comune di Chiari. Un rappresentante delle Istituzioni quindi, che dovrebbe avere un atteggiamento consono alla carica che ricopre e un decoro non solo nei rapporti politici, ma anche e soprattutto nei rapporti con i cittadini.
Io non so quale sia il motivo preciso che ha spinto il Consigliere Campodonico a dire quello che ha detto ieri mattina. Nella concitazione del momento sono andato verso di lui, dicendogli: “Aspetta, vediamo se ne sei capace”. Si fosse fermato avrei capito le sue reali intenzioni e forse anche il motivo di quel gesto. Ma Campodonico ha ingranato la prima ed è fuggito via più veloce di una lepre.
Peccato! Si fosse fermato forse avremmo fatto una litigata e sarebbe finita lì. 
Ora forse sarà costretto a giustificare il proprio comportamento davanti ai Carabinieri e all’Autorità Giudiziaria, perché c’è un limite a tutto, anche alla maleducazione.

P.S. Oggi è stata presentata querela-denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, per il tramite la Legione Carabinieri Lombardia - Stazione CC Chiari per minacceingiurie e diffamazione.

sabato 5 agosto 2017

ACCUSE VERGOGNOSE

Sono andato a leggermi l’intervista del Presidente Napolitano a la Repubblica e mi sono convinto che se tutti i suoi detrattori avessero un decimo della sua lucidità e del suo acume, forse sarebbero in grado di formulare un discorso politico di qualche valore. Invece solo fango. La destra incapace e becera si permette di dire che Napolitano è un ballista e un coniglio e che è stato il mandante e il regista della rovina dell’Italia. Accuse vergognose che, guarda caso, arrivano proprio da coloro che l’Italia l’hanno mandata veramente in fallimento. 

Il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano

Salvini arriva addirittura ad affermare che Napolitano “non dovrebbe essere intervistato, pagato e scortato, ma dovrebbe essere processato”. Ad essere processato invece è stato il suo predecessore Umberto Bossi e l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, riconosciuti colpevoli di truffa ai danni dello Stato per la bella cifra di 56 milioni di euro. Poiché si è trattato di “indebite appropriazioni di soldi pubblici”, il tribunale di Genova ha  disposto la confisca di fondi della Lega Nord per la cifra di 48 milioni di euro. Paghi Salvini prima di blaterare!
Ma Salvini non ha occhi per piangere ed è forse per questo che le spara sempre più grosse. La verità però sta nelle parole e non nelle fantasiose ricostruzioni dei vari rappresentanti della destra.
E quali sono queste parole? 
  1. In Libia c'era stato dapprima un intervento unilaterale francese con l'appoggio inglese.
  2. Le Nazioni Unite affrontarono la situazione in Libia approvando due risoluzioni; con la prima intimarono al colonnello Gheddafi di cessare le violenze contro il proprio popolo, con la seconda, in considerazione del fatto che i precedenti appelli al governo libico non erano stati raccolti, si autorizzò e sollecitò un intervento armato in Libia ai sensi del capitolo settimo della Carta dell’Onu.
  3. Il Consiglio Supremo di Difesa tenne una consultazione informale al Teatro dell’Opera di Roma in occasione dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia, presenti fra gli altri il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio, il Ministro della Difesa. Il Capo dello Stato e il Ministro della Difesa erano favorevoli all’intervento, il Presidente del Consiglio era “riluttante”.
  4. La decisione di partecipare all’operazione fu presa dal Governo in armonia con il Parlamento ai sensi dell’art. 78 della Costituzione. In Parlamento, con il voto dell’allora opposizione di centrosinistra, furono votate a grandissima maggioranza due risoluzioni.
  5. La legittimazione di quella scelta da parte italiana fu dunque massima al livello internazionale e nazionale.

Questa la ricostruzione di Napolitano. Ditemi, cosa c'è che non corrisponde alla verità? 

Oggi, molti esponenti di centrodestra si affannano a rappresentare un Berlusconi costretto ad accettare i diktat di Napolitano, arrivando a dire, come fa Giorgia Meloni, che “quella guerra insensata fatta contro gli interessi nazionali italiani è stata voluta e incoraggiata dall'allora Capo dello Stato, dal Pd e dal solito circo mediatico”. Dal PD? Come si fa a dire una scempiaggine del genere? Allora il Governo era di centrodestra, il Presidente del Consiglio era Berlusconi, il Ministro della Difesa era un compagno di partito della Meloni, in Parlamento la destra godeva di una maggioranza schiacciante. Se avessero voluto dire “no” a una “guerra insensata” avrebbero avuto tutti i mezzi e le possibilità per farlo. Hanno detto invece “sì”. Perché? La risposta ce la fornisce la stessa Meloni: “Il Governo, apertamente contrario ad azioni ostili contro Gheddafi, è stato costretto a intervenire militarmente dopo le azioni unilaterali di Francia e Regno Unito per non escludere l'Italia dai nuovi equilibri libici”. Questa è la verità e tutte le parole di giornali amici e  dementi mediatici sono solo parole buttate al vento.