Il PD sta cambiando rapidamente e questo cambiamento lo
stanno realizzando le nuove generazioni, i cosiddetti nativi, quelli mai
iscritti al PCI o alla DC e loro successive denominazioni.
Ovunque vediamo affermarsi una nuova classe dirigente,
giovane, preparata, con la mente sgombra da ideologie morte e sepolte, una
classe dirigente che sogna di cambiare questo Paese fermo ormai da decenni. Dopo
i lunghi anni della transizione, oggi molti giovani assumono responsabilità
dirigenti in tutte le realtà amministrative e di partito. E’ un fenomeno che
sotto la guida di Matteo Renzi sta assumendo un profilo di massa.
Congresso PD di Chiari |
Questo cambiamento è avvenuto anche a Chiari. Marco Salogni, il nuovo Segretario del
PD, ha appena 25 anni. E’ un giovane preparato, capace, aperto al dialogo, con notevoli
doti organizzative, ambizioso e modesto al tempo stesso. Quello che mi piace
più di lui è la sua capacità di guardare oltre il proprio steccato. Nel suo
discorso di insediamento ha detto che non bisogna avere paura della gente.
Sembra un luogo comune, ma non lo è per un partito la cui principale
preoccupazione in questi anni è stata quella di
difendersi da contaminazioni esterne, da nemici invisibili che cercavano
di attentare alla sua identità.
Marco Salogni |
Quanto possa cambiare il PD sotto la sua guida l’abbiamo
visto questa estate subito dopo le elezioni. In quei giovedì di festa che hanno
accompagnato la strana estate clarense il Circolo si è aperto alla città, quasi
a voler affermare che la politica non è fatta solo di assemblee paludate e
terribilmente noiose, di discussioni approfondite e spesso inutili, ma anche di rapporti informali, di relazioni,
di disponibilità al dialogo semplice. Un cambio di prospettiva radicale.
Semplicità. Altra parola che traggo dal discorso di Marco.
La necessità cioè che la politica si faccia semplice che non vuol dire
semplicistica, ma chiara, comprensibile, trasparente, efficace. Negli anni
passati il buon politico era quello che faceva discorsi che pochi capivano,
quello che sapeva dire cose a cui non credeva. Oggi il politico è stato messo
giù dal suo piedistallo. Il cittadino vuole partecipare alla vita pubblica,
vuole contare, vuole scegliere. Non c’è più l’io e il voi, ma il noi. Forse
questa è la chiave per spiegare la vittoria di
Massimo Vizzardi, un progetto che è maturato fra la gente e con la gente.
Chiari - Assemblea durante la recente campagna elettorale |
A quelli che mi hanno chiesto le ragioni per cui non sono entrato nel nuovo Organismo dirigente
del PD, rispondo che sono le stesse ragioni per cui ho chiesto con convinzione
un cambio alla guida del partito e cioè la necessità di un rinnovamento
radicale delle persone e dei metodi. Se c’è una cosa che non condivido
pienamente nella nuova organizzazione del Circolo di Chiari è che all’interno
del Coordinamento permangano ancora persone appartenenti a stagioni politiche
passate. Sarebbe stato meglio che avessero sentito l’esigenza di fare un passo
indietro. Tutti hanno diritto di fare politica, ma la cittadinanza attiva cioè
l’impegno per la propria città e il proprio Paese non richiedono necessariamente
di far parte di organismi direttivi. Si può fare politica anche rimanendo nelle
retrovie con il compito di ascoltare, supportare, consigliare se richiesti.