L’alto tasso alcolemico gioca sempre brutti scherzi a Salvini.
Nell’agosto 2019, al culmine di una festa al Pepeete con musica, balli e mojito a fiumi, il nostro ebbe a dire che voleva “i pieni poteri”. Passa poco tempo e grazie alla mossa del cavallo dello scacchista Renzi, Salvini si trova senza poltrona, senza governo, senza poteri. Da allora il suo trend elettorale è andato a scendere arrivando dal 33 a circa 8%.
Salvini al Papeete |
Prima che questo accadesse, Salvini ricopriva la carica di Europarlamentare. Al Parlamento Europeo però non ci metteva mai piede se non per parlare male dell’Italia e dell’Europa. Ogni tanto si presentava in quel consesso con la maglietta di Putin, tanto per dire da che parte batteva il suo cuore. Era così innamorato di Vladimiro che si faceva fotografare davanti al Cremlino con la maglietta dell’autocrate russo, arrivando a dire che avrebbe volentieri ceduto due Mattarella per mezzo Putin.
Salvini con la maglietta di Putin |
Scoppia la guerra in Ucraina. Quasi tutti i paesi e i governi Europei sono dalla parte di Zelensky e contro la vile aggressione perpetrata dalla Russia di Putin.
Salvini tentenna, afferma di volere la pace, dice che bisogna trovare un accordo con Putin e si dichiara contrario a sanzioni contro la Russia che, a suo parere, danneggerebbero l’Italia.
Passano le stagioni, cambia il governo, Salvini diventa Ministro e Vice Premier.
Dover inviare armi a Kiev è per lui un vero tormento.
Finalmente alla Casa Bianca arriva Trump. Il suo programma è quanto mai esplicito. Vuole la Groenlandia, il Canada, il Canale di Panama, Parco della Vittoria e Viale dei Giardini. La guerra in Ucraina è da chiudere in una settimana. Telefona a Putin, si mette d’accordo con lui. Tra filibustieri ci s’intende. Questo a te, questo a me e Zelensky fuori dalle balle. L’Ucraina ritorni pure a essere vassallo di Mosca.
Donald Trump |
Anche l’Europa non piace a Trump. Per lui l’Unione Europea è stata creata per fottere l’America. Non ama gli europei. Vivono da parassiti sulle spalle degli americani e non vogliono spendere se non spiccioli per la loro difesa. Bisogna punirli. Innanzitutto con un aumento spropositato dei dazi e poi facendo di tutto per far saltare l’Unione. Il mezzo più semplice è appoggiare le forze anti europee presenti in tutti i paesi dell’Unione. Se sono di estrema destra è meglio.
È come una chiamata alle armi. Salvini risponde “presente”. Si veste come Trump, ragiona come Trump, dice le stesse cazzate di Trump.
L’apoteosi si ha a seguito dell’incontro alla Casa Bianca tra Trump, Zelensky e JD Vance. È un incontro drammatico, che solleva una corrente di sdegno in quasi tutti i paesi del mondo e nei cuori dei veri democratici. Nel cuore di Salvini, no.
L'incontro alla Casa Bianca |
Perentorio afferma: “Chi ha paura di Trump ha paura del futuro. Chi pensa che a Washington ci sia un nemico non ha capito nulla. C’è una grande opportunità di cambiamento. Anche la politica minacciosa dei dazi può essere un’occasione di ulteriore guadagno di terreno per le imprese del sistema Italia. Se mettiamo il futuro dell’Italia, dei nostri figli e delle nostre aziende in mano a Macron ci suicidiamo. Rido, per non preoccuparmi, quando la Von Der Leyen minaccia i contro dazi. Fa ridere. Non è l’Europa questa, è una gabbia di matti. All’Italia conviene parlare direttamente con Trump senza la mediazione di Parigi o di Berlino? Sì”.
Zelensky a Londra |
Per Matteo Salvini, Ministro e Vice Premier del Governo Meloni, l’Europa è “una banda di matti”, la Von Der Leyen fa ridere, Macron è uno che vuole la nostra fine. Riuscirà la Meloni a giustificare questo delirio con i suoi partner europei? A questa domanda si risponde sempre con un’alzata di spalle. “Le posizioni di Salvini le conosciamo. Tanto poi quando c’è da firmare firma”. Insomma lo si tratta come un amico intemperante che non conosce le buone maniere. Ebbene, con l’avvento di Trump tutto sta diventando possibile. Anche che Salvini dia fuori di matto.
In una festa organizzata dall’irreprensibile Bruno Vespa, Salvini è stato visto brindare a vodka e già che c’era si è fatto pure un Negroni, dicendo alla Casellati, anch’ella presente alla festa. “Andiamo a Mosca!”.
Ci vada a Mosca, magari Putin troverà un minuto per una foto opportunità. Al ritorno però cerchi di non farsi vedere dalle parti di Parma e Reggio Emilia, dove si produce il Parmigiano Reggiano. I contadini e i produttori dell’eccellenza italiana esportata in tutto il mondo e in particolare in America, potrebbero sciogliere i cani.