Seguire le vicende della Fondazione Istituto Morcelliano e del suo attuale Presidente è sempre per me molto istruttivo. Non solo da esse emerge forte la personalità di don Alberto Boscaglia, a cui sicuramente va riconosciuta una innata abilità gestionale e una energia fuori del comune, ma affiora anche quell’intreccio di potere che vede come protagonisti, da una parte, il Comune e segnatamente l’attuale Sindaco Mazzatorta e dall’altra, la Parrocchia.
Chiari - Istituto Morcelliano |
Sulla questione del nuovo Statuto, fortemente voluto da mons.Verzeletti, da don Boscaglia e da Mazzatorta, si è scritto parecchio. Qui vale solo la pena richiamare il fatto che il progetto di smembrare la Fondazione con susseguente spartizione del patrimonio fra Parrocchia e Comune, “metà di qua e metà di là” , secondo le illuminanti parole del Sindaco, è miseramente fallito. La Regione Lombardia ha bocciato la proposta che prevedeva la possibilità di cessione ad altri enti, senza corrispettivo, di parte del patrimonio dell’Istituto Morcelliano, con conseguente creazione di una Fondazione “un poco più povera”, ma a carattere confessionale, cioè con un CdA che non contemplava più un rappresentante del Sindaco.
Dal carteggio di tutta la vicenda, ora emergono alcuni fatti che ci fanno dire che il caso non si è dipanato in modo lineare, almeno per quanto riguarda l’atteggiamento tenuto da Regione Lombardia.
Chiari - Istituto Morcelliano |
Infatti in un primo momento la Regione aveva dato il suo parere favorevole al nuovo Statuto e questo lo si può arguire indirettamente da due evidenze. La prima è data dalle parole del Sindaco che in una seduta del Consiglio Comunale ebbe a dire che erano stati posti in essere “atti, con i crismi dell’ufficialità, con dietro studi legali che controllano la legittimità, con un controllo preventivo della Regione Lombardia, sentito anche l’organo che controlla queste modifiche statutarie...”. La seconda evidenza la si può dedurre dal verbale del CdA della Fondazione riunito in data 1 luglio 2010 per deliberare la modifica dello Statuto. Questa delibera, non votata dal rappresentante del Prevosto, Giuseppe Ramera, conteneva una postilla che ci fa dire che il parere preventivo della Regione Lombardia era stato dato ed era favorevole. Infatti sta scritto: “Iniziando la trattazione dell'ordine del giorno, il Presidente anzitutto informa i presenti di aver ottenuto sia dalla competente Autorità Governativa (leggi Regione Lombardia ndr) che dal Parroco pro tempore della Parrocchia dei SS. Faustino e Giovita e dal Sindaco di Chiari, organi istituzionali dell'Ente, parere favorevole in merito alle proposte modifiche statutarie...”.
Quindi in un primo momento la Regione Lombardia dà il suo parere favorevole alla modifica dello Statuto, ma, successivamente, cambia questo parere in una stroncatura senza rimedio. Cos’è che fa cambiare l’orientamento dell’ organo che controlla queste modifiche statutarie?
A guardare le cose con obiettività, ciò è stato possibile grazie all’azione combinata di vari soggetti.
Innanzitutto Giuseppe Ramera, già rappresentante del Prevosto in seno al CdA della Fondazione. Egli per primo si è opposto alla preventivata spartizione dell’Ente, sollevando il problema sia nel paese (vedi articolo uscito sul mensile l’Angelo), sia in ambito politico. Le sue forzate dimissioni, sono state oggetto di una vertenza giudiziaria che è andata avanti sino a qualche settimana fa e che ha messo parecchio in imbarazzo, sia la Fondazione, sia Regione Lombardia.
Il secondo soggetto è sicuramente l’Udc che con maggiore forza si è opposto all’iniziativa di don Boscaglia, non solo per quanto riguarda la modifica dello Statuto, ma anche sui progetti del campo fotovoltaico e del campo da golf. Una sua precisa istanza, presentata presso ASL di Brescia, ha portato alle dimissione da Presidente del CdA di don Boscaglia in quanto non aveva i requisiti per rivestire quella carica.
Il terzo soggetto è il PD che, unitamente a Chiari Insieme, ha presentato a Regione Lombardia precise e argomentate osservazioni sulle modifiche statutarie, osservazioni che credo abbiano costretto gli Organi competenti della Regione a riconsiderare i loro pareri.
Per ultimo e senza falsa modestia, vorrei inserire me stesso. Non solo per aver scritto e discusso sull’argomento in modo circostanziato, ma soprattutto per aver sollevato per primo la questione relativa ai fini statutari, da realizzarsi attraverso le rendite date dal patrimonio e non invece attraverso il patrimonio stesso. Infatti la modifica dell’art. 3 dello Statuto confliggeva, come ho più volte ribadito, in modo insanabile con quanto indicato dall’art. 4 che prescriveva la necessità di mantenere integro il patrimonio della Fondazione.
Chiari - Istituto Morcelliano |
A tal proposito Regione Lombardia rileva che: “la donazione del patrimonio immobiliare ad altri enti pubblici o privati, prevista dall’art. 3 ultimo comma dello Statuto, non è ammissibile in quanto potenzialmente suscettibile di produrre una diminuzione patrimoniale tale da compromettere la capacità dell’Ente di realizzare le finalità statutarie, provocandone così il rischio di estinzione. Sul punto giova sottolineare che in una fondazione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio è essenziale per il mantenimento e lo sviluppo della mission”.
Bene. Dopo questa tormentata vicenda che ha visto sconfessato un intero Consiglio di Amministrazione con il suo Presidente, per non parlare del Sindaco e del Prevosto, ci troviamo con l’Istituto Morcelliano retto e governato dagli stessi soggetti che hanno reso possibile questo disastro.
Già avevo scritto che prendere quella decisione significava non aver capito nulla di quanto accaduto. Oggi, dopo gli ultimi avvenimenti che tratterò in un successivo post, sono ancora di più confermato in questa convinzione.
(segue)
2 commenti:
A dire il vero sono stato io a porre all'attenzione del direttivo che sono le rendite e non il patrimonio che può destinarsi agli scopi di una fondazione. E quando l'ho detto mi avete guardato come fossi un marziano. Ma lasciamo perdere.
A me tutto questo fà schifo!
Grazie
Giuliano Tonelli.
Posta un commento