Dopo essere stata travolta
dagli scandali che l’hanno quasi azzerata, la Lega cerca di recuperare terreno
giocando le solite, logore carte – la paura del diverso, l’immigrazione, il razzismo,
la xenofobia.
Il culmine di questa strategia
è rappresentato dalle scomposte reazioni di molti dei suoi uomini nei confronti
della ministra Cécile Kyenge, sia perché nera, sia per le proposte e iniziative
che sta portando avanti.
Questo modo di fare conferma,
se ancora ce ne fosse bisogno, l’arretratezza culturale e politica di questo
partito. Il vilipendio continuato e chiassoso dei suoi rappresentanti e del suo
“giornalaccio”, nasconde solo un vuoto politico che certamente non potrà essere
colmato da manifestazioni ripugnanti.
Che in Italia nel 2014 esistano
ancora persone e movimenti che fanno della distinzione di razza o di religione la base del loro operare, è cosa a
dir poco inconcepibile.
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