lunedì 6 ottobre 2014

Una cocente vittoria

Ovvero come il PD riesce a farsi male anche quando vince

Il Partito Democratico, o meglio una parte di esso, è affetto da una strana sindrome, una sorta di “melanconia politica” che gli impedisce di gioire anche quando vince. Sarà l’abitudine alla sconfitta, il gusto all’autocritica, una propensione a rimanere sempre in posizione minoritaria, ma anche il 41% dei voti non basta a strappare un sorriso, far alzare un calice, sventolare una bandiera.
Visto l’entusiasmo con il quale è stato accolto da molti il risultato alla Europee e le bellissime affermazioni  in molti comuni d’Italia, Chiari compresa, sarebbe giusto parlare di “cocente vittoria”, una vittoria che alimenta un innato scontento, una vittoria che  brucia.


Colpa di quel Renzi che si è andato a prendere i voti dell’elettorato di destra. Orrore! Colpa della strana coalizione che ha appoggiato la candidatura a sindaco di Massimo Vizzardi e che ha strappato il governo della città alla destra dopo dieci anni di purgatorio. Doppio orrore!
Non sarebbe stato meglio evitare pericolose contaminazioni e rimanere nel nostro tranquillo recinto identitario che tanto ci piace e ci assicura quel 25% (a Chiari un po’ meno) che non dà fastidio a nessuno? Che gusto c’è a smuovere le acque, a prendersi la briga di governare il Paese in piena crisi, o Chiari dopo che Mazzatorta ha venduto oltre alla mercanzia anche il carretto?
E poi perché parlare sempre di rinnovamento? Cos’è questo giovanilismo tanto di moda? Forse che le persone di una certa età non hanno diritto di fare politica, non hanno la giusta esperienza, la giusta preparazione per reggere le sorti del nostro Paese e delle nostre belle città? 


I giovani si sa, sono scapestrati, portano avanti idee nuove che spesso si rivelano molto pericolose. I giovani ci cambiano le carte in tavola con una rapidità che spesso ci confonde, mentre noi amiamo una politica pacata, dai tempi giusti. Una politica dove i problemi vengono a maturazione all’interno di convegni ben preparati, nell’ambito di fondazioni ben remunerate, in assemblee poco partecipate.
La politica non è cosa per neofiti, la devono praticare solo coloro che appaiono credibili dicendo cose a cui non credono.

1 commento:

Anonimo ha detto...

" Non sarebbe stato meglio evitare pericolose contaminazioni e rimanere nel nostro tranquillo recinto identitario che tanto ci piace e ci assicura quel 25% (a Chiari un po’ meno) che non dà fastidio a nessuno? "

pian piano ci sta arrivando, dai ;)