sabato 6 giugno 2015

Campodonico stai sereno

Per la Fondazione Bertinotti Formenti sembra che tutti i nodi stiano venendo al pettine.
Un dato che più di tutti testimonia l’avvicinarsi di una tempesta minacciosa è la scomparsa dai profili Facebook di Roberto Campodonico e di Alessandro Cugini, cioè dei massimi rappresentanti della Lega a Chiari, di qualsiasi riferimento alla Fondazione. Non una parola, non una virgola, da parte di coloro che sino a ieri hanno difeso a spada tratta e al di là di ogni ragionevole necessità, l’operato dell’ex Presidente Renato Franzoglio

Alessandro Cugini e Roberto Campodonico
Colui che non più di tre mesi fa parlava di “accuse infamanti e false” volte a “screditare il ruolo e l’operato del legittimo Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Bertinotti Formenti e del suo Presidente Renato Franzoglio”, oggi si limita a dire: Siamo sereni: Franzoglio o no vogliamo il bene della Fondazione. Per me è tutto regolare, se poi qualcuno ha fatto qualcosa pagherà le conseguenze”.

Parole quanto mai dure quelle di Campodonico che sembrano voler allontanare da sé ogni responsabilità politica e che danno l’impressione che l’ex Presidente Franzoglio sia stato scaricato dal suo partito.

Manifestazione della Lega a Chiari
Campodonico e Cugini, invece di fare le sceneggiate sui profughi, forse avrebbero fatto meglio a valutare l’operato di Franzoglio ben prima che la Fondazione venisse commissariata. Si è preferito invece lo schiamazzo e la polemica fine a se stessa, giungendo ad accusare la Giunta Vizzardi di voler “mettere le mani ad ogni costo sulla Fondazione Bertinotti Formenti per sete di potere e per piazzare a proprio piacimento le società cooperative che sono di loro gradimento”.
Non si è voluto vedere ciò che era evidente e ora, scoppiato il  bubbone, ognuno cerca improbabili vie di fuga.
La domanda fondamentale che la politica si dovrebbe porre è: perché i Consiglieri del CdA si sono tutti dimessi? Cos’è che ha spinto Assunta Facchetti e poi Giuseppe Arcari, ultimo dei “giapponesi” rimasto a difendere il fortino, a rinunciare al proprio incarico? La scusa delle diatribe fra Fondazione e Comune e della richiesta non ascoltata di incontro con il Sindaco, sembra abbastanza debole.
Le motivazioni devono essere ben più gravi e probabilmente riguardano la crisi finanziaria dell’ente e le decisioni molto opinabili assunte da Franzoglio.
Renato Franzoglio
Dalle parole di Arcari, “io stavo lì per fare volontariato”, emerge in modo allarmante  l’idea di un’amministrazione accentrata nelle mani del solo Presidente. Però i Consiglieri non possono limitarsi a fare tappezzeria specie quando sono in ballo corposi interessi economici. Essi hanno compiti e responsabilità ben precise. Al CdA è demandata la straordinaria amministrazione della Fondazione e fra gli atti di straordinaria amministrazione vi è anche la capacità di assumere mutui e accettare aperture di credito ipotecarie.  
Affermare di non essere a conoscenza di un’ipoteca iscritta sui beni dell’ex Conventino in data 01/02/2012 - atto per Notaio Mondello Manuela del 25/01/2012 - è un fatto di una gravità inaudita. Perché due sono le cose: o il Presidente ha operato senza delega o il CdA ha concesso la delega al Presidente mentre Arcari dormiva sognando asini volanti. La prima ipotesi mi sembra del tutto improbabile.

Stabile delle ex Derelitte
Nell’intervista concessa a BresciaOggi il 3 gennaio 2012, Renato Franzoglio parlava dell’intenzione di restaurare l’immobile di via Rangoni. Il costo complessivo sarebbe stato di 2,7 milioni di euro. “I soldi - spiegava l’ex Presidente - non sono un problema. L’ente fortunatamente è ricco e questa spesa può permettersela”.
Se l’ente era ricco e i soldi non erano un problema, come mai 22 giorni dopo quella intervista la Fondazione accedeva a una apertura di credito ipotecaria di 2,5 milioni di euro? Come mai in una audizione presso la competente Commissione Consiliare lo stesso Franzoglio affermava che per il restauro dell’immobile sarebbero bastati i soldi degli indennizzi di BreBeMi e Tav e che non ci sarebbe stato bisogno di vendere altri cespiti immobiliari? Come mai nell’intervista non fa cenno a questa apertura di credito e alla relativa ipoteca di 5 milioni? Come mai si afferma che relativamente all’ex Conventino  “l’ipotesi è di destinarlo al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali”, quando su quello stesso stabile si stava per iscrivere un’ipoteca di 5 milioni? 
Ex Conventino
Qual è la situazione debitoria della Fondazione nei confronti della Banca concedente, considerato che “a far tempo dal 31/12/2013 l’ammontare dell’apertura di credito sarà ridotto semestralmente dalla banca secondo lo schema indicato nell’iscrivendo atto…esonera la Banca dal preavviso per il pagamento di quanto eventualmente dovutole per capitale, interessi e accessori, a seguito delle riduzioni dell’ammontare dell’apertura di credito via via intervenute, obbligandosi per sé e aventi causa ad effettuare sul conto corrente i necessari versamenti”? Sono stati fatti questi versamenti, il rapporto con la banca è regolare? Come è mai possibile che un Ente considerato “ricco” tre anni fa, oggi non abbia neppure i  soldi  per pagare la corrente elettrica?
Queste sono domande che l’ex Consigliere Arcari potrebbe porre all’ex Presidente Franzoglio, sempre che il suo impegno di volontariato e le sue suggestioni oniriche lo consentano.



mercoledì 3 giugno 2015

Un sistema che cade a pezzi

Con la condanna in primo grado a 5 anni e 10 mesi di Enio Moretti e il commissariamento della Fondazione Bertinotti-Formenti si conclude miseramente a Chiari la parabola del potere leghista.
Seppure si tratti di questioni fra loro assai diverse, entrambe traggono origine dallo stesso modo di concepire il rapporto fra politica ed economia, un rapporto perverso fra strutture affaristico-speculative e il sistema politico istituzionale che ha consentito di affondare le mani nella  borsa del bilancio pubblico e negli sterminati forzieri delle Fondazioni.
Enio Moretti
Di Moretti, personaggio che ha segnato la storia recente della nostra città, ho già scritto in altro post (leggi qui). Resta solo da aggiungere che siamo arrivati a un tale livello di degrado che destano maggior allarme sociale cinque profughi che non hanno commesso alcun crimine e il cui unico torto è di essere nati nella parte sbagliata del mondo, rispetto a delle persone condannate per “associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale”. Per i primi è da mesi che certi “indignati” scrivono le cose più turpi e infami, per i secondi manco una virgola. Anzi ci viene detto che la questione è squisitamente privata e che noi non abbiamo alcun diritto di interferire, come se 20 milioni sottratti al fisco, ovvero a noi cittadini che paghiamo le tasse sino all’ultimo cent, possano essere considerati un fatto privato.

Il commissariamento della Fondazione Bertinotti Formenti si inserisce invece nella cronaca di una morte annunciata. 
L’ex Presidente Franzoglio e il Consiglio d’Amministrazione in questi anni hanno messo in piedi operazioni che definirle azzardate è un eufemismo. Non solo. Quando tutto il patrimonio è stato, come si usa dire, “valorizzato”, si è cercato di mettersi al riparo da inopportune intrusioni attraverso  la modifica dell’impianto statutario: una torsione inconcepibile il cui unico fine era quello di perpetuare all’infinito il potere leghista all’interno dell’Ente. Questo assurdo disegno ha trovato sponda, è bene ribadirlo, in Regione Lombardia e nella Parrocchia di Chiari.
Renato Franzoglio
Oggi, dopo le dimissioni a catena dei vari componenti del CdA, a reggere le sorti dell’antico ente è stato chiamato un Commissario Straordinario nella persona del Dott. Gianluca Fornari – Dirigente Amministrativo dell’ASL di Brescia. A lui il compito di gestione della Fondazione per i prossimi tre mesi, eventualmente prorogabili per altri tre.
Alcune domande sorgono spontanee:
  1. Perché i Consiglieri Arcari e Facchetti si sono dimessi? Quali sono le motivazioni che stanno alla base delle loro dimissioni?
  2. Perché l’ex Presidente Franzoglio è rimasto pervicacemente al suo posto e non ha sentito il dovere morale di dimettersi ancor prima che l’ente fosse commissariato?
Siamo certi che il Commissario Straordinario utilizzerà questi mesi per analizzare attentamente e approfonditamente lo stato della Fondazione allo scopo di consentire ai futuri legittimi amministratori di avere un quadro chiaro sulla sua situazione finanziaria e patrimoniale. 
Gli atti posti in essere dalla gestione Franzoglio destano infatti molti dubbi di legittimità in relazione agli scopi istituzionali propri dell’ente per cui sarebbe utile approfondirne alcuni aspetti: 
  1. Non si capisce quale interesse potesse avere la Fondazione ad acquisire la cooperativa “Quattro colori” che non operava certo nel campo delle politiche sociali. Quanto è costata questa acquisizione e che beneficio ha dato alla Fondazione? E’ servita essa a svolgere attività nel campo delle politiche sociali o altre iniziative sempre nell’ambito dei fini statutari dell’ente? Sono sorti conflitti di interesse fra la Fondazione e le cooperative Opus Terra e Quattro colori? Sono state poste in essere operazioni improprie? Quali sono i motivi che hanno impedito il pagamento regolare degli emolumenti ai dipendenti delle due cooperative?
  2. Che interesse aveva la Fondazione Bertinotti Formenti a firmare con la Parrocchia un atto di compravendita del Cinema S.Orsola? Come si configura questa acquisizione con i fini propri dell’Ente? Da quanto letto sui giornali il contratto prevedeva l’acquisizione del cinema attraverso versamenti graduali. Sono state pagate rate relative a questo contratto? Come prevede la Fondazione di onorare l'impegno con la Parrocchia? Per opere di manutenzione sullo stabile del Cinema la Fondazione ha avuto accesso a contributi regionali. Sono state effettivamente realizzate queste opere? E se non sono state realizzate che fine hanno fatto i soldi ricevuti dalla Regione? 
  3. Per la tensostruttura installata presso il Rustico Belfiore erano stati spesi 125 mila euro. Il tendone è stato rimosso perché essendo in pianta stabile risultava abusivo. Che fine ha fatto?  
  4. Sugli immobili del cosiddetto Conventino è stata iscritta un’ipoteca a favore di una Banca per un valore di 5 milioni di euro a fronte di un’apertura di credito ipotecaria di 2,5 milioni di euro. A cosa sono serviti questi soldi tenuto conto che per la ristrutturazione dello stabile delle ex Derelitte non si è fatto ricorso, almeno a quanto riferito, a impegni bancari? Come si pensa di restituire questi soldi? Dovremo dire addio all’immobile del Conventino restaurato da pochi anni e pensare che esso debba essere destinato “al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali” come riferito da un giornale locale nel febbraio del 2012? (leggi qui).
  5. Per il restauro della sede di via Rangoni sono stati spesi alcuni milioni di euro. Con l'arrivo del Commissario si verrà finalmente a sapere quanti soldi effettivamente sono stati spesi. Un Consigliere dell’allora minoranza aveva sollevato dubbi sulla regolarità dell’operazione, affermando che era stato compiuto un grave abuso edilizio realizzando un sopralzo su un edificio vincolato dalla Soprintendenza  (leggi qui). Forse è venuto il momento di fare chiarezza anche su questa  questione.

    La sede delle ex Derelitte in fase di ristrutturazione

Come si vede, queste e altre operazioni che qui sarebbe lungo analizzare configurano un modo di operare a dir poco disinvolto che poco ha a che vedere con gli scopi istituzionali della Fondazione. Forse è venuta l'ora di analizzare approfonditamente l'operato degli amministratori e valutare se siano stati compiuti atti in conflitto di interessi, contrari allo Statuto ed eventualmente alla legge. Chi fosse eventualmente responsabile ne dovrà rispondere di fronte al magistrato.  
A Chiari le Fondazioni sono state utilizzate per realizzare lucrose iniziative immobiliari, dimenticando che esse dovrebbero perseguire unicamente “finalità di solidarietà sociale in particolare nel settore dei servizi socio assistenziali rivolti a minori, disabili, giovani in condizione di emarginazione e anziani”. Esattamente tutto il contrario di quello che è stato fatto negli ultimi anni.