mercoledì 3 giugno 2015

Un sistema che cade a pezzi

Con la condanna in primo grado a 5 anni e 10 mesi di Enio Moretti e il commissariamento della Fondazione Bertinotti-Formenti si conclude miseramente a Chiari la parabola del potere leghista.
Seppure si tratti di questioni fra loro assai diverse, entrambe traggono origine dallo stesso modo di concepire il rapporto fra politica ed economia, un rapporto perverso fra strutture affaristico-speculative e il sistema politico istituzionale che ha consentito di affondare le mani nella  borsa del bilancio pubblico e negli sterminati forzieri delle Fondazioni.
Enio Moretti
Di Moretti, personaggio che ha segnato la storia recente della nostra città, ho già scritto in altro post (leggi qui). Resta solo da aggiungere che siamo arrivati a un tale livello di degrado che destano maggior allarme sociale cinque profughi che non hanno commesso alcun crimine e il cui unico torto è di essere nati nella parte sbagliata del mondo, rispetto a delle persone condannate per “associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale”. Per i primi è da mesi che certi “indignati” scrivono le cose più turpi e infami, per i secondi manco una virgola. Anzi ci viene detto che la questione è squisitamente privata e che noi non abbiamo alcun diritto di interferire, come se 20 milioni sottratti al fisco, ovvero a noi cittadini che paghiamo le tasse sino all’ultimo cent, possano essere considerati un fatto privato.

Il commissariamento della Fondazione Bertinotti Formenti si inserisce invece nella cronaca di una morte annunciata. 
L’ex Presidente Franzoglio e il Consiglio d’Amministrazione in questi anni hanno messo in piedi operazioni che definirle azzardate è un eufemismo. Non solo. Quando tutto il patrimonio è stato, come si usa dire, “valorizzato”, si è cercato di mettersi al riparo da inopportune intrusioni attraverso  la modifica dell’impianto statutario: una torsione inconcepibile il cui unico fine era quello di perpetuare all’infinito il potere leghista all’interno dell’Ente. Questo assurdo disegno ha trovato sponda, è bene ribadirlo, in Regione Lombardia e nella Parrocchia di Chiari.
Renato Franzoglio
Oggi, dopo le dimissioni a catena dei vari componenti del CdA, a reggere le sorti dell’antico ente è stato chiamato un Commissario Straordinario nella persona del Dott. Gianluca Fornari – Dirigente Amministrativo dell’ASL di Brescia. A lui il compito di gestione della Fondazione per i prossimi tre mesi, eventualmente prorogabili per altri tre.
Alcune domande sorgono spontanee:
  1. Perché i Consiglieri Arcari e Facchetti si sono dimessi? Quali sono le motivazioni che stanno alla base delle loro dimissioni?
  2. Perché l’ex Presidente Franzoglio è rimasto pervicacemente al suo posto e non ha sentito il dovere morale di dimettersi ancor prima che l’ente fosse commissariato?
Siamo certi che il Commissario Straordinario utilizzerà questi mesi per analizzare attentamente e approfonditamente lo stato della Fondazione allo scopo di consentire ai futuri legittimi amministratori di avere un quadro chiaro sulla sua situazione finanziaria e patrimoniale. 
Gli atti posti in essere dalla gestione Franzoglio destano infatti molti dubbi di legittimità in relazione agli scopi istituzionali propri dell’ente per cui sarebbe utile approfondirne alcuni aspetti: 
  1. Non si capisce quale interesse potesse avere la Fondazione ad acquisire la cooperativa “Quattro colori” che non operava certo nel campo delle politiche sociali. Quanto è costata questa acquisizione e che beneficio ha dato alla Fondazione? E’ servita essa a svolgere attività nel campo delle politiche sociali o altre iniziative sempre nell’ambito dei fini statutari dell’ente? Sono sorti conflitti di interesse fra la Fondazione e le cooperative Opus Terra e Quattro colori? Sono state poste in essere operazioni improprie? Quali sono i motivi che hanno impedito il pagamento regolare degli emolumenti ai dipendenti delle due cooperative?
  2. Che interesse aveva la Fondazione Bertinotti Formenti a firmare con la Parrocchia un atto di compravendita del Cinema S.Orsola? Come si configura questa acquisizione con i fini propri dell’Ente? Da quanto letto sui giornali il contratto prevedeva l’acquisizione del cinema attraverso versamenti graduali. Sono state pagate rate relative a questo contratto? Come prevede la Fondazione di onorare l'impegno con la Parrocchia? Per opere di manutenzione sullo stabile del Cinema la Fondazione ha avuto accesso a contributi regionali. Sono state effettivamente realizzate queste opere? E se non sono state realizzate che fine hanno fatto i soldi ricevuti dalla Regione? 
  3. Per la tensostruttura installata presso il Rustico Belfiore erano stati spesi 125 mila euro. Il tendone è stato rimosso perché essendo in pianta stabile risultava abusivo. Che fine ha fatto?  
  4. Sugli immobili del cosiddetto Conventino è stata iscritta un’ipoteca a favore di una Banca per un valore di 5 milioni di euro a fronte di un’apertura di credito ipotecaria di 2,5 milioni di euro. A cosa sono serviti questi soldi tenuto conto che per la ristrutturazione dello stabile delle ex Derelitte non si è fatto ricorso, almeno a quanto riferito, a impegni bancari? Come si pensa di restituire questi soldi? Dovremo dire addio all’immobile del Conventino restaurato da pochi anni e pensare che esso debba essere destinato “al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali” come riferito da un giornale locale nel febbraio del 2012? (leggi qui).
  5. Per il restauro della sede di via Rangoni sono stati spesi alcuni milioni di euro. Con l'arrivo del Commissario si verrà finalmente a sapere quanti soldi effettivamente sono stati spesi. Un Consigliere dell’allora minoranza aveva sollevato dubbi sulla regolarità dell’operazione, affermando che era stato compiuto un grave abuso edilizio realizzando un sopralzo su un edificio vincolato dalla Soprintendenza  (leggi qui). Forse è venuto il momento di fare chiarezza anche su questa  questione.

    La sede delle ex Derelitte in fase di ristrutturazione

Come si vede, queste e altre operazioni che qui sarebbe lungo analizzare configurano un modo di operare a dir poco disinvolto che poco ha a che vedere con gli scopi istituzionali della Fondazione. Forse è venuta l'ora di analizzare approfonditamente l'operato degli amministratori e valutare se siano stati compiuti atti in conflitto di interessi, contrari allo Statuto ed eventualmente alla legge. Chi fosse eventualmente responsabile ne dovrà rispondere di fronte al magistrato.  
A Chiari le Fondazioni sono state utilizzate per realizzare lucrose iniziative immobiliari, dimenticando che esse dovrebbero perseguire unicamente “finalità di solidarietà sociale in particolare nel settore dei servizi socio assistenziali rivolti a minori, disabili, giovani in condizione di emarginazione e anziani”. Esattamente tutto il contrario di quello che è stato fatto negli ultimi anni.

1 commento:

Max ha detto...

E pensare che l'ex sindaco (che fine ha fatto?) lo aveva pure nominato SUPERconsulente (e tutti zitti davanti a questa nomina), alquanto scandalosa visto le incompetenze del personaggio (e ancor più incompetenti i vari immobiliaristi, espertoni edili, impresari, architetti, ingegneri ecc ecc che siedevano in consiglio).
Ora appunto tutti a negare e prendere le distanze, ancor più ridicoli!

Massimiliano Bettoni