La campagna elettorale che verrà sarà tra le più dure degli ultimi trenta anni. Tutti i partiti stanno affilando le armi e molti quotidiani e giornali si preparano a prendere posizione.
A Chiari ad accendere le polveri ci ha pensato il Giornale di Chiari e il suo direttore/editore Massimiliano Magli che in un memorabile editoriale parla in toni sarcastici e corrosivi dello “Ius Soli”.
Estratto dell'editoriale de Il Giornale di Chiari dell'ottobre 2017 |
Il problema epocale della migrazione di milioni di persone e dell’affermazione dei diritti dei tanti stranieri i cui figli sono nati o cresciuti in Italia, è rappresentato da Magli come una barzelletta. L’intenzione è quella di mettere alla berlina esponenti del PD che si sono permessi di fare lo sciopero della fame per spingere il Parlamento a discutere della questione.
Si capisce però subito che il problema dello Ius Soli è solo un pretesto. L’intento di Magli è quello di consumare l’ennesima vendetta nei confronti del PD reo di non si sa quali crimini.
Il direttorone, non ha peli sulla lingua ed entra nella polemica senza timori reverenziali. “Scopriamo le carte. Scopriamo un paese, lasciamo le carte prendiamo i bastoni”. Questa è la mirabile apertura dell’editoriale del novello Masaniello. I bastoni dovrebbero essere alzati contro chi “racconta la storia del Pil che cresce, a dispetto di una povertà che invece aumenta”. Certo, i bastoni sono virtuali e il ricorso alla forza da evitare (per non andare in galera), ma siamo a Brescia, la città delle dieci giornate, e quei bastoni da “figuràti” potrebbero trasformarsi “chissà” in bastoni “più duri”. Insomma, una chiamata alle armi in piena regola che riporta alla mente la “rivolta del pane” di manzoniana memoria o la “guerra dei cafoni”. Tutto oro per le bocche buone di Lega e 5 Stelle.
La rivolta del pane da I Promessi Sposi |
“E allora - continua Magli - le carte scoperte della politica che abbiamo sono quelle di politici con milioni di redditi nella loro vita, facenti parte peraltro del più «povero» partito d’Italia (il Pd, che invece di milioni di euro ne incassa ogni anno con le nostre tasse), che decidono di fare lo sciopero della fame per lo Ius Soli”.
Lasciando perdere per carità di patria la forma, per Magli gli aderenti al Partito Democratico dovrebbero essere dei nullatenenti, forse anche pezzenti e straccioni. D’altra parte, in altra sede, ebbe a scrivere che non si capacitava di come un partito come il PD non potesse permettersi di pagare uno “spazio autogestito” sul suo giornale. Perché, diciamolo chiaro, il periodico che lui dirige e di cui è anche editore (più raccoglitore di pubblicità che giornale), sopravvive grazie ai soldi sborsati dalle varie Amministrazioni Comunali per avere spazio sia sui giornali della catena che su Brescia Oggi, quotidiano per il quale il nostro scrive. D’altra parte fu lui stesso ad affermarlo rivolto ai sindaci della zona: “Vorremmo essere il vostro megafono”. Basta pagare e Magli diventa il megafono anche del diavolo. Senza quei soldi il suo bel giornale avrebbe qualche difficoltà a sopravvivere. il PD di Chiari che la “marchetta” si è rifiutata di pagarla, ha avuto sempre una pessima stampa. Alla faccia della deontologia professionale.
Custodisco nel cassetto della mia scrivania il numero dell’ottobre 2013 del Giornale di Chiari in cui il grande direttore dedicò ben tre pagine, dico tre, del suo fogliaccio a una requisitoria nei confronti del PD. Il tutto partiva da una conferenza stampa organizzata dal Partito Democratico in avvio della campagna elettorale delle comunali 2014. In quella sede si parlò anche degli arresti di Enio Moretti, accusato e poi condannato in primo grado e in appello per “associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale”.
Estratto dell'editoriale de Il Giornale di Chiari dell'ottobre 2013 |
Questo fatto indispettì molto il direttore Magli che sbottò: “Quelli del PD si sono presi una bella giornata di sole, successivamente all’arresto di Enio Moretti…A Moretti gli si potrà dare del delinquente qualora venisse condannato, ma intanto non si può”.
E infatti quelli del PD non dissero né allora né dopo che Moretti era un delinquente, ma sollevarono un problema di opportunità politica, cosa che a Magli diventa abbastanza difficile da capire. D’altronde, come fa a comprendere queste cose un giornalista che è stato per lunghi anni il “megafono” del Sindaco e Senatore Sandro Mazzatorta al di là di ogni ragionevole decenza?
Fa strano sentir parlare dei redditi milionari dei politici del PD e dei milioni che il PD incassa ogni anno con le tasse dei contribuenti, quando il partito che è stato accusato di aver usato per fini impropri soldi pubblici (ben 48 milioni di euro, non noccioline), è proprio la Lega Nord. Proprio quel partito che Magli ha supportato, appoggiato e sostenuto con i suoi articoli, i suoi editoriali e le sue indimenticabili interviste dalle pagine del Giornale di Chiari e da quelle di Brescia Oggi.
Ma di questo vero scandalo sul suo giornale non vi è traccia. Quando c’è di mezzo la Lega il nostro Masaniello, il nostro fustigatore dei potenti, diventa afono, si distrae, guarda da un’altra parte.
- I soldi che incassa il PD sono sì soldi dei contribuenti, ma solo di coloro che decidono di devolvere il 2 per mille dell’Irpef a questo partito. È una devoluzione libera che può essere fatta nei confronti di qualsiasi partito. Cosa trovi Magli di tanto disdicevole in questo è difficile da comprendere.
- Non si riesce a capire perché il PD - fino a prova contraria principale partito della coalizione che governa attualmente Chiari - debba consentire il finanziamento con soldi pubblici del giornale di cui è editore Massimiliano Magli. Tale finanziamento opera sia attraverso la pubblicazione su tale giornale della cosiddetta informazione istituzionale (perché il Comune non usa con più frequenza Amministrazione Trasparente?), sia attraverso la pubblicità di Chiari Servizi. Che interesse può mai avere Chiari Servizi di farsi pubblicità a Chiari, considerato che risulta operatore unico di importanti servizi resi alla popolazione della città? Molti cittadini di Chiari votano PD e non comprendono il motivo per il quale debbano dare i loro soldi a un mensile che periodicamente getta fango addosso al loro partito di riferimento. Qui la libertà di opinione non c’entra proprio niente. C’entrano semmai il risentimento astioso e la ritorsione ingiustificata.
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