venerdì 2 luglio 2010

Le buone ragioni

La manifestazione di sabato 26 giugno sul Polo della Cultura è partita con uno slogan Idee in cammino – Camminiamo per dimostrare le nostre ragioni”. Organizzata da un Comitato di cittadini presenti in partiti, associazioni e sindacati aveva come obiettivo quello di chiedere la liberazione di Chiari dal cantiere del Polo della Cultura. Per qualche commentatore la manifestazione è stata un flop? Pochi politici, pochissimi cittadini, ammesso che questa distinzione abbia un senso, poca partecipazione.
Eppure il tema non è di poco conto. Si tratta della struttura che doveva costituire il fiore all’occhiello di questa amministrazione, il sugello della sua politica amministrativa, la sintesi di cosa voglia dire “la politica del fare”.
La politica del fare invece si è disfatta e delle tante promesse roboanti e straordinarie sono rimaste in gobba ai clarensi un mucchio di soldi spesi per il niente, un cantiere aperto ormai da 16 mesi che crea disagi infiniti ai residenti e problemi al traffico e un possibile contenzioso con il concessionario che può costare molto caro.
Quindi problemi reali, problemi ancora sul tappeto, problemi che se anche vogliamo girare la testa dall’altra parte ce li troviamo sempre in mezzo, come le rotonde scassate o il museo della città mai finito.
 Dice: “ma voi sapete solo protestare?” . Chi afferma questo non tiene conto di quello che sulla specifica materia è stato detto in particolare dal PD, non tiene conto delle proposte alternative fatte in piena campagna elettorale, non tiene conto che protestare per una cosa che non convince costituisce l’essenza della democrazia. Solo i sudditi accettano supinamente quello che decide il potere. I cittadini, se non sono d’accordo, manifestano la loro contrarietà, esprimono il loro dissenso nelle forme e nei modi consentiti.
Nel caso specifico si è voluto inaugurare un metodo che per noi è inconsueto, ma non lo è per l’opinione pubblica americana, per esempio. “Camminare” appunto “per dimostrare le proprie ragioni”. Con un cartello in mano, con una frase che è una richiesta, un appunto, uno sberleffo. In America si vedono spesso poche persone, i cosiddetti “sandwich men” che protestano davanti alla Casa Bianca. Mai nessuno ha avuto niente da ridire. Anzi quell’atto di protesta quasi individuale viene assunto come il sommo della democrazia: il singolo cittadino che si oppone con le armi della pacifica protesta alla forza del potere. Non si creda che sia cosa facile, impugnare un cartello e metterci sotto la propria faccia. E’ un fatto che ci mette in vista, che ci espone alla pubblica approvazione, ma anche al pubblico biasimo. E’ un atto che ci può causare del male.
Quindi non mi meraviglio che dietro queste forme di protesta non ci siano le folle. E’ molto più facile mugugnare, brontolare, lagnarsi per le tante cose che non vanno, ma molto più difficile dare un senso politico (brrr.. che brutte parole!) alla propria protesta.
Per avere le folle non sempre bastano le buone ragioni.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Quello che importa in definitiva è che la gente di Chiari smetta di credere in queste forze politiche ed imbocchi la strada dell'alternitiva di governo. Alternativa democratica e con vere idee innovative.

Anonimo ha detto...

La gente di Chiari la propria scelta l'ha compiuta l'anno scorso. Io sono tra quelli che ha votato Lega Nord e sono contento di come sta "evolvendo" questa città. Voi fate bene a fare le Vostre proteste, gazebi e a muovere critiche. Tra altri 4 anni la gente deciderà ancora.

Un leghista soddisfatto.

Anonimo ha detto...

E' vero che non contano solo i numeri. Contano le idde, ma altrettanto importanti sono il linguaggio, che deve essere comprensibile, e gli argomenti, che devono andare dritti al cuore dei cittadini. Finchè avremo paura ad affrontare gli argomenti, perchè ritenuti di destra o leghisti, non vinceremo mai.

Anonimo ha detto...

quattro gatti...
e gli altri quaranta ???
meditate...

Anonimo ha detto...

...a caccia di sorci

Anonimo ha detto...

Nessuna voglia di polemica ,mi credano gli organizzatori; un'amico incontrato oggi,mi ha detto: se l'avessi saputo della manifestazione di sabato avrei sicuramente partecipato ed anche mio fratello,ma scusate perche'per comunicare gli eventi non usate gli stessi giornali su cui poi abbiamo letto del "flop" ?.
E se e' stato un flop , perche' non pensare ad un'approccio diverso quando si affrontano queste tematiche, visto che manifestazioni indette; PD/Sindacati/Associazioni/ sembrano rendere allergici i cittadini ?

fa calt

Anonimo ha detto...

E' stata la prima ma non sarà l'unica. Gli spazi di miglioramento ci sono eccome. Però per la prima volta a Chiari siamo riusciti a riunire senza bandiere un pezzo di società civile che ne ha le scatole piene del modo di governare la nostra città. Sicuramente se i giornalisti fosse meno di parte ci avrebbero aiutato a comunicare l'evento. Sta anche ai cittadini drizzare un pò più le antenne.

Anonimo ha detto...

... la volpe e l' uva...
ricorda niente

Anonimo ha detto...

All'anonimo del 9 luglio.. "Sicuramente se i giornalisti fosse meno di parte ci avrebbero aiutato a comunicare l'evento."

I giornalisti sono talmente di parte che il Comune spesso e volentieri accusa la carta stampata locale di "remare contro". Più che criticare i mezzi ufficiali, bisognerebbe imparare ad usarli bene o, in alternativa, a mobilitarsi in prima persona..alla fine siamo ancora una realtà "piccola", il passaparola sarebbe ancora gestibile se tutti quelli che qui parlano di "rivoluzione" e critica costruttiva, invece di commentare qui e poi pensare dentro di sè dire "massì a me che mi frega" si sbattassero almeno un po'..