Parlare male dei partiti è diventato ormai lo sport nazionale. Non che i partiti (tutti) non si meritino critiche e reprimende anche dure, ma questo imperante qualunquismo alla fine rischia di fare il gioco degli eterni gattopardi, cioè di coloro che dietro il sacro furore del cambiamento, si muovono perchè nulla cambi.
Il gattopardo per eccellenza, non è un politico uscito dalle scuole di partito, ma un rappresentante della cosiddetta società civile. Dopo aver portato l’Italia sull’orlo del fallimento assieme al suo compare Bossi, ora si presenta come novello riformatore, avanzando la proposta del semiprenzialismo alla francese. E’ l’ultima carta buttata sul tavolo da un giocatore disperato. L’unica possibilità per lui di non passare alla storia come l’autore del fallimento dell’Italia e come “l’utilizzatore finale” del bunga-bunga di minorenni, è quella di rifarsi una verginità attraverso la sua nomina, per acclamazione popolare, a Presidente della terza Repubblica. Naturalmente in questa battaglia Berlusconi butterebbe dentro tutta la sua forza economica e mediatica, sapendo bene che o si vince o è la fine. Ma stiamo parlando di fantascienza anche per un paese come l’Italia che ci ha abituati a ogni nefandezza.
Berlusgrillo |
A Berlusconi naturalmente Grillo sta simpatico. Nonostante questi lo abbia definito uno “psico-nano”, sebbene il Grillo-pensiero sia mille anni luce lontano dal pensiero del cavaliere di Arcore, a Berlusconi Grillo sta simpatico. E gli sta simpatico per il metodo usato da Grillo, il metodo cioè di sparare su tutti ad alzo zero perchè del sistema non rimanga in piedi niente. Poi sulle macerie si costruirà un mondo nuovo. Insomma si arriva al paradosso che il campione dei moderati, come Berlusconi spesso si autodefinisce, lavora come al solito per sfasciare tutto.
Questo sfascismo strisciante sta facendo rapidamente proseliti a tutti i livelli, anche in ambito locale. Un primo esempio ci viene offerto dal Direttore di una testata molto diffusa nella nostra città.
Sull’onda dell’antipolitica imperante, il nostro ha pensato bene di lanciare, a testate unificate, il suo anatema contro il sistema dei partiti. Questa sfuriata è commovente. Peccato che venga quando la bolla è ormai scoppiata e a terra rimangono i resti miserevoli di Lega e Pdl.
Ma dov’era la “libera” stampa negli ultimi tempi? Era a fare le pulci al potere, a chiedere conto delle scelte sciagurate che hanno portato l’Italia al fallimento? No, era lì a reggere la coda a questi signori che hanno fatto le cose più ignobili e portato il Paese alla bancarotta. Oggi i nostri commentatori hanno la pretesa di indossare le vesti dei fustigatori della mala politica, quando sino a ieri ne sono stati i cantori.
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A livello locale, il maggiore interprete di questa politica è stato il senatore e sindaco Sandro Mazzatorta. Partito, come la Lega, per rivoluzionare il mondo, si trova alla fine del suo percorso con in mano un pugno di mosche. Venduto tutto il patrimonio comunale, indebitato il Comune oltre ogni limite, oggi è costretto ad applicare in misura massima una tassa aggiuntiva, deprecata sino a ieri, ma oggi invocata per dare respiro alle esauste finanze comunali saccheggiate da sperperi inauditi. E così i cittadini di Chiari, mentre si apprestano a pagare l’Imu per mettere una pezza ai disastri del duo Berlusconi-Bossi, si trovano anche la bella sorpresa dell’addizionale comunale Irpef, applicata nella misura massima dello 0,8% per tappare i buchi di Mazzatorta e soci.
Fonte UDC Chiari |
E si badi bene: non vale la giustificazione del Sindaco e della sua Giunta di essere costretti a ciò dalla riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato. E' una pietosa foglia di fico che non riesce a coprire la vergogna dei milioni di euro persi con Eleca per il fantomatico Polo della Cultura, sperperati con le rotonde “in prezioso materiale lapideo”, buttati nel sottosuolo dell'ex Municipio, regalati a progettisti e consulenti vari per progetti e consulenze che niente hanno dato alla città.
I soldi buttati dalla finestra in questo modo, avrebbero compensato i minori trasferimenti statali per almeno una decina d'anni.
E intanto le scuole cadono letteralmente a pezzi, i fantastici progetti promossi e reclamizzati dagli attuali fustigatori sono irrimediabilmente al palo e non si hanno neppure i soldi per mettere a posto l’orologio della torre civica. Proprio un bel risultato!
Fonte PD Chiari |
Ma questo era noto da tempo e solo chi non voleva vedere non ha visto. Ora che vedono anche i ciechi, i reggicoda pretendono di farci la morale usando il vecchio metodo di un colpo al cerchio (Lega) e un colpo alla botte (PD), tanto per apparire equidistanti.
Certo, adesso che è diventato un ferrovecchio da gettare nel sottoscala, parlare male della Lega è diventato facile anche per i pavidi. Dall’interno del movimento padano, che fu granitico, si sentono provenire sinistri scricchiolii, segno che l’impalcatura è compromessa e rischia di venire giù. Molti saranno coloro che cercheranno vie di fuga, in special modo quei leghisti sui generis saliti sul Carroccio per avviare carriere fulminanti e oggi fortemente in allarme per una situazione non prevista.
Ma in allarme non ci sono solo loro. Ci sono anche molti commentatori che sino a ieri hanno fatto parte dei corifei osannanti e oggi si sentono smarriti e si guardano intorno alla ricerca affannosa del prossimo padrone.