martedì 27 novembre 2012

Analisi primarie


Ora che il primo turno delle Primarie si è concluso e le bocce sono quasi ferme, cerchiamo di analizzare lo scenario che si è determinato.
Il primo dato che salta all’occhio è la grande partecipazione popolare. Tre milioni e cento mila persone che vanno a votare, pagando anche di tasca propria, è un fatto democratico di grande rilievo, che fa giustizia di tante analisi che vedono ormai una frattura insanabile fra rappresentanti e rappresentati, fra politica e società. Anche a Chiari c’è stata una buona partecipazione, al di là di ogni più rosea aspettativa.
Certo, in Italia c’è una profonda crisi della politica e dei partiti, messa in evidenza da un’astensione al voto che in alcune realtà è un fatto veramente preoccupante. Ma  esiste anche una parte della società che non vuole rassegnarsi all’ineluttabilità del declino.  Pur tra molti mugugni, lamentele e incazzature, crede fermamente che la democrazia sia un bene da salvaguardare a tutti i costi e con la sua partecipazione attiva sembra indicare ai partiti politici la necessità di una loro riforma.

I risultati delle primarie hanno indicato che non esiste un candidato che gode della maggioranza più uno degli elettori del centrosinistra. Al ballottaggio andranno Bersani e Renzi che appartengono allo stesso partito e che hanno ottenuto rispettivamente il 44,9 e il 35,6 dei consensi.
Bersani ha vinto, ma Renzi ha ottenuto un grande risultato. Sia l’uno che l’altro sono espressioni dell’elettorato del PD anche se di qualità diversa.
Bersani in quanto segretario rappresenta l’intero partito, ma a lui guarda con interesse e forse con affetto quella parte di elettorato più radicata. Non solo quello che, a volte con tono spregiativo, si definisce “apparato”, non solo lo zoccolo duro del partito (ex Ds ed ex Margherita), ma anche coloro che credono in una politica fatta di serietà e cose concrete. E’ un elettorato in buona parte costituito da persone mature, anche se non mancano i giovani.
Renzi è, in linea di massima,  il campione dell’elettorato di opinione. Il suo fare spigliato e alcune volte sfrontato fa breccia in un elettorato giovane che ha voglia di emergere e chiede rappresentanza. I sostenitori del “ragazzetto”, come lo ha definito Marini,  si destreggiano bene con i nuovi mezzi di comunicazione e trovano nei social network  i luoghi deputati per i loro incontri e le loro discussioni.
In questo momento queste due fasce di elettorato sono in una fase di contrapposizione. I primi rinfacciano ai secondi di non contribuire al progresso e al miglioramento del partito, chiamandosi fuori dall’organizzazione delle singole istanze territoriali e dei problemi reali del Paese, i secondi rinfacciano ai primi di occupare i posti di comando, non lasciando spazio alle nuove leve. Il termine “rottamazione”, pur con la brutalità che lo contraddistingue, vuole esprimere una richiesta di profondo rinnovamento, non solo del partito, ma dell’intera società.
In questa settimana questi due schieramenti si confronteranno, forse anche aspramente.
Primarie a Chiari

Esprimono entrambi esigenze reali. Non esiste partito e quindi vera rappresentanza se non c’è organizzazione territoriale. Il voto di opinione è quanto mai importante ed esprime istanze che arrivano dal profondo della società. Se esse però rimangono nell’ambito di discussioni interessanti e non si trasformano in proposte politiche praticabili, allora rischiano di rimanere sterili. Dall’altra parte se non ci si apre a un profondo rinnovamento, dando rappresentanza alle nuove generazioni, riformando anche il modo di fare politica, allora si rischia di rimanere rinchiusi nelle casematte della conservazione.
Dopo le Primarie queste due anime devono cercare di trovare una sintesi. Perchè solo così è possibile attrezzarsi al meglio per affrontare i tanti e gravi problemi del nostro Paese.
Là fuori non ci aspetta una bella situazione. La crisi economica e sociale sta mordendo nel profondo. Il problema del lavoro sta diventando esplosivo e il caso Ilva ne è l’esempio più eclatante. Un diverso modo di produrre e di consumare si rende ormai necessario se non vogliamo rischiare il definitivo declino. Uno svecchiamento e un rinnovamento del nostro apparato statale è indispensabile. Occorre affrontare una volta per tutte la spinosa questione dei nuovi diritti.
Italia. Bene Comune vuol dire mettere l’Italia prima di ogni interesse particolare. Sia questo lo slogan del nuovo PD.  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La squadra è la stessa.Ma se vinciamo noi giochiamo all'attacco,cambiamo modulo e in tribuna le vecchie glorie che ci hanno fatto perdere.
Considero l'affermazione di Renzi la miglior risposta alla tua bella "analisi"
(ps) sapresti dirmi dove trovo i risultati primarie di Chiari ?
ho visto il sito del circolo ma non c'è nulla.Grazie
Ernesto

Anonimo ha detto...

Caro Enzo,
condivido la tua lucida analisi politica anche dopo il voto del ballottaggio. Ora c'è da capire come rappresentare quel 45% dei voti espressi da elettori del PD che ora non sono rappresentati dal circolo. Spero proprio che questo risultato sia illuminante verso chi finora ha gestito il PD come un fortino contro gli attacchi degli indiani considerando chi, non avesse avuto una tradizione catto-comunista almeno ventennale, un cittadino da respingere invece che una risorsa utile per governare il cambiamento che ci attende. Noi abbiamo sempre dimostrato apertura e tolleranza verso l'apparato nonostante in cambio abbiamo sempre ricevuto disprezzo e derisione. Siamo stati fuori ma ora gli elettori ci chiedono di rientrare ed anche in massa. Se ci sarà concesso bene altrimenti troveremo saremo costretti a trovare altri modi per rappresentarli.
Ciao
Raffaele