venerdì 1 novembre 2013

Golf a una buca

Il voto del Consiglio Comunale di lunedì scorso ha decretato la sconfitta di chi, con atteggiamento arrogante, pensava di disporre a proprio piacimento di un bene che è patrimonio della Città e ad essa sola appartiene.
L’idea di una spartizione consensuale delle spoglie della  Fondazione Istituto Morcelliano, titolare di un “patrimonio sterminato” è cosa non di oggi. Tentativi in tal senso erano stati fatti già in passato, ma senza alcun esito. Negli ultimi anni, con l’avvento in Comune dei cosiddetti “uomini del fare”,  il processo ha subito una brusca accelerazione.
Seduta del Consiglio Comunale di Chiari

Tutto parte da una lettera del 17 maggio 2010 indirizzata al Consiglio di Amministrazione dell’Ente dal Prevosto di Chiari Mons. Rosario Verzeletti.  Si esprimeva un orientamento sul futuro della Fondazione e si precisava che essa “potrebbe poter… trasformare il patrimonio in opere, strutture e realtà non di per sé rimanenti in proprietà della Fondazione ma donate alla comunità nei suoi enti o associazioni”.
Segue la lettera del 3 giugno 2010 indirizzata congiuntamente dal Prevosto e dal Sindaco al Presidente della Fondazione. In tale lettera si esprime un parere  favorevole in ordine alla proposta di modifica degli artt. 3-6-15-16 della Statuto dell’Ente.
Del giugno dello stesso anno sono le  parole del Sindaco esplicitate in sede di Consiglio Comunale: “Il pensiero del Morcelli può essere interpretato in cento modi, ma è molto chiaro: questo patrimonio deve andare a finire là, metà di qua e metà di là”.
Il Sindaco di Chiari Sandro Mazzatorta e
il Prevosto mons. Rosario Verzeletti
Tuttavia il maldestro tentativo di forzare lo scrigno della Fondazione attraverso una modifica dell’impianto statutario non riesce. Gli atti posti in essere “con i crismi dell’ufficialità e con dietro studi legali”  non  bastano a convincere i funzionari della Regione Lombardia.  Le modifiche vengono rigettate, in particolare quelle che più interessano Comune e Parrocchia: divisione del patrimonio, composizione del CdA.
Insomma una vera disfatta che avrebbe dovuto indurre  Prevosto e Sindaco a  decisioni più meditate.   
Invece, come se nulla fosse successo, a guidare ancora la Fondazione vengono chiamate le stesse persone protagoniste di quel flop. 
don Alberto Boscaglia

Tolto l’impedimento statutario, don Alberto Boscaglia  ritorna a capo della Fondazione e come primo atto viene a raccontarci che Regione Lombardia non ha riscontrato “da parte dell’Ente una presuntiva volontà di “spartizione” del patrimonio dell’istituto tra Comune e Parrocchia”  e  che anzi ha manifestato un “apprezzamento per l’operato già svolto dalla Fondazione e per le sue attività future”.  Quindi, se Regione Lombardia ha manifestato apprezzamento significa che una soluzione è sempre possibile, come affermato in modo illuminante dall’ Assessore Davide Piantoni in una delle sue ormai famose interviste: passato il principio che vuole che il patrimonio dell’Ente rimanga integro, “non ci sarebbe niente di male nel vedere la Fondazione realizzare lei la stessa scuola di cui Chiari ha bisogno. La delibera non ha infatti cancellato il progetto del polo scolastico... L’operazione proseguirà... so che il Morcelliano sta già lavorando”. Insomma la spartizione del patrimonio esce dalla porta ed entra dalla finestra.
Planimetria dei terreni dove doveva sorgere il Campo di Golf

Il “don” però non è persona ordinaria e sa bene che il terreno è alquanto scivoloso. Per risolvere l’annoso problema occorre una levata d’ingegno, cioè ideare un progetto che prenda due piccioni con una fava: valorizzare il patrimonio della Fondazione, rispondere alle pretese della Giunta Mazzatorta. Il progetto si chiama “Campo di Golf”, un’operazione immobiliare in grande stile in piena campagna di Chiari, il cui surplus viene utilizzato nella costruzione di una  scuola del valore di circa 2 milioni di euro da cedere in uso alla Città. L’accordo prevede anche la possibilità di mettere a disposizione ulteriori 3 milioni per la costruzione di un polo scolastico. Questo naturalmente se tutto dovesse andare secondo le migliori previsioni.  Anche in questo caso gli atti sono posti in essere con i crismi dell’ufficialità e con dietro prestigiosi studi di architettura . 
Rappresentazione grafica della scuola Giovanni Paolo II

Il progetto, o meglio lo studio di fattibilità,  prevede la costruzione della scuola nei pressi di via Roccafranca, giusto prima del casello autostradale della Bre.Be.Mi.  Peccato che la scuola disegnata dall’arch. Cantarelli immagini un plesso non adeguato alle esigenze di una moderna didattica e certamente non rispondente alle “Linee guida ministeriali per l’edilizia scolastica” pubblicate nell’aprile di quest’anno. Qualcuno parla di “scuola loculo”, senza mensa e palestra e sicuramente peggiore della scuola che si vuole sostituire, il Turla.
Per avversare l’intera operazione, ritenuta non rispondente alle finalità proprie della Fondazione, si costituiscono due comitati: il comitato “Non inGolfiamoci” e il comitato “Giù le mani dal Turla”.  La loro costante attività sul territorio e sui social network, entrando nel merito dei problemi e coinvolgendo larghi strati dell’opinione pubblica, crea non pochi problemi agli ideatori del progetto. La polemica, spesso rovente,  si sviluppa per oltre un anno.
Per partire, l’operazione deve comunque avere l’approvazione del Consiglio Comunale. I numeri parlano di una vittoria scontata dei fautori del progetto, ma in politica niente è mai scontato.
Striscione del Comitato "Giù le mani dal Turla"

Le prime avvisaglie dei malumori che agitano la maggioranza si hanno nel Consiglio Comunale del 13 giugno scorso, quando viene approvata  la mozione presentata dal PD che invita la Giunta Municipale ad abbandonare il progetto della scuola Giovanni Paolo II.  Determinanti sono le astensioni dei Consiglieri del Pdl.
Il secondo campanello d’allarme è dato dalle dimissioni dell’Assessore alle Politiche Sociali Annamaria Boifava che va via sbattendo la porta e affermando che riguardo le Fondazioni “non c’è stato confronto e che alcune sono impegnate in progetti faraonici incoerenti con il proprio statuto”.
Il resto è cronaca di oggi.  Il Consiglio Comunale riunito per discutere del “progetto Golf”  lo rigetta in modo definitivo. Determinanti sono i voti contrari del Consiglieri del Pdl. Soddisfatti sono i partiti di minoranza, esultanti i rappresentati dei due comitati civici.
Golf

 Quali valutazioni politiche trarre da tutta questa vicenda?
Come ho detto all’inizio è stata sconfitta l’arroganza.
Innanzitutto l’arroganza del Sindaco, che pervicacemente ha preteso la spartizione del patrimonio della Fondazione per rimpinguare le ormai esauste casse comunali. La votazione di lunedì del Consiglio non è solo la bocciatura del  “Progetto Golf”,  rappresenta soprattutto il fallimento di una politica.
Il Sindaco di Chiari Sandro Mazzatorta

E’ stata sconfitta anche l’arroganza di don Alberto  che ha immaginato la Fondazione non come ente erogatore di servizi alla persona nei limiti delle sue disponibilità e delle finalità statutarie, ma come mezzo per esprimere le sue spregiudicate capacità imprenditoriali.
La bocciatura del “Progetto Golf”, con tutte le conseguenze che ne deriveranno, richiede una assunzione di responsabilità da parte dell’intero Consiglio di Amministrazione. E’ inammissibile che questi signori possano rimanere ai loro posti un minuto di più.  Prevosto e Sindaco dovrebbero far loro intendere che è cessato quel rapporto di fiducia che li legava. Se questo non avviene,  dovrebbero essi stessi  sentire il dovere morale di dimettersi.

Occorre al più presto eleggere un CdA di garanzia che prenda in mano la situazione, faccia chiarezza sui conti e dia alla Fondazione un nuovo indirizzo basato sul rispetto delle finalità statutarie.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo con te Enzo. Sicuramente i tanti soldi spesi per la progettazione ( si parla di circa 600.000 euro) sono stati sottratti al patrimonio dell'ente. E bisogna ora ricostituirli. Vorrei proprio sapere come...

Anonimo ha detto...

Obiettivamente il progetto non ha avuto alcun impedimento tecnico/ambientale. Risponde a tutti i requisiti previsti. E' stato bocciato politicamente nel suo ultimo passaggio, con motivazioni anche condivisibili.
Evidentemente finirà col pagare l'ente che ha abortito qs progetto..... pagheremo ancora noi cittadini.

Anonimo ha detto...

Obiettivamente il progetto non ha avuto alcun impedimento tecnico/ambientale. Risponde a tutti i requisiti previsti. E' stato bocciato politicamente nel suo ultimo passaggio, con motivazioni anche condivisibili.
Evidentemente finirà col pagare l'ente che ha abortito qs progetto..... pagheremo ancora noi cittadini.

Anonimo ha detto...

Purtroppo essendo un ente privato pagherà invece di tasca propria.