Con la scusa di preservare l’ identità locale, la Lega ha
installato in ogni comune conquistato alle elezioni comunali i cartelli di
color marrone in doppia lingua.
Questo fatto, che nulla ha aggiunto all’identità di ogni
paese o città, ha rappresentato un marchio di fabbrica, un mezzo molto efficace
per dire “qui comando io”.
Cartello bilingue all'ingressi di Chiari |
Poiché la cosa è stata realizzata ovunque con molto
dispendio di denaro pubblico, essa ha assunto un carattere prettamente
ideologico che mal si concilia con le scelte di un ente che ha l’obbligo di
rappresentare tutti i cittadini, non solo quelli della parte che governa.
La conferma di quanto stiamo dicendo ci viene fornita dal caso clamoroso della scuola di Adro dove sono
stati marchiati con il simbolo della Lega zerbini, banchi, vetrate e perfino il
tetto della scuola, nell’ottusa
convinzione che governare vuol dire fare
ciò che si vuole e innanzitutto fare propaganda per la propria parte politica.
Il marchio della Lega all'ingresso della Scuola di Adro |
A Chiari addirittura i rappresentanti della Lega vorrebbero che si facesse come
dicono loro anche se ora sono all’opposizione.
Quindi i cartelli bilingue non sono simbolo dell’identità
dei luoghi, del dialetto, delle tradizioni, ma semplicemente simbolo del
leghismo, quel leghismo che, dopo tutti gli scandali che l’hanno accompagnato,
è in forte crisi di identità e di consensi.
Non mi meraviglia che in quei luoghi dove la Lega non
governa più quei cartelli siano stati rimossi.
Avverrà anche a Chiari? Personalmente lo spero.