A Chiari, da un po’
di tempo, circola la leggenda metropolitana che l’Amministrazione Vizzardi
vorrebbe mettere le mani sulle Fondazioni della Città per sete di potere e
poltrone. Ad analizzare le vicende, le cose appaiono completamente diverse.
Tutto quello che è
avvenuto negli ultimi anni testimonia, infatti, di un progetto portato avanti
con tenacia e impegno dalla Parrocchia per entrare in possesso degli “sterminati
patrimoni” di cui dispongono questi enti. Pur essendo un disegno di vecchia
data, “un sogno” lungamente
accarezzato, solo negli ultimi anni ha trovato modo di manifestare i suoi
concreti effetti, diciamo, dalla lettera del 17 maggio 2010 indirizzata dal
Prevosto al CdA della Fondazione Istituto Morcelliano. Tale documento già
prefigurava la spartizione del patrimonio dell’ente fra l’Amministrazione
Mazzatorta e la Parrocchia.
L'ex Sindaco di Chiari Sandro Mazzatorta e mons. Rosario Verzeletti |
L’esecutore di questo
progetto era, e continua a essere, il dinamico e intraprendente don Alberto
Boscaglia, dalla cui mente sono nati i fantastici progetti per “valorizzare”,
come lui usa dire, il patrimonio del Morcelliano: campo fotovoltaico, foresteria,
golf. Dietro al prete si sono mossi, come falange armata, i vari Franzoglio,
Mondini, Cavalli, tutti impegnati a “movimentare” i patrimoni fondiari e
immobiliari delle varie Fondazioni. Quest’ultime, dimenticando le finalità per
le quali sono state istituite e il disagio sociale che per effetto della crisi
si è sempre più aggravato, si sono trasformate, in breve volgere di anni, in vere e
proprie società immobiliari con cui parecchi intraprendenti impresari hanno
fatto affari senza rischiare un solo centesimo dei loro soldi.
don Alberto Boscaglia |
A oggi, convertiti i
patrimoni, restaurate le sedi e avviati i grandiosi progetti, rimangono ancora soldi per realizzazioni che si prefigurano
come vere e proprie regalie a soggetti terzi: manco a dirlo, la Parrocchia.
L’ultimo “scandalo”,
almeno per quanto concerne l’Istituto Morcelliano, riguarda l’Edificio
Polivalente che la Parrocchia ha intenzione di costruire su un’area di sua
proprietà presso il CG2000. Da dove verranno i due milioni e 500 mila euro
necessari a realizzare quest’opera? Naturalmente dalla Fondazione
Istituto Morcelliano.
Chiari - Progetto Edificio Polivalente presso CG2000 |
Essa, al pari di
altre, è diventata una “gallina dalle uova d’oro” o forse sarebbe meglio utilizzare
l’espressione “Sacro Bancomat”. Le Fondazioni di Chiari, infatti, sembrano essere
diventate dei veri e propri Bancomat dove ognuno vorrebbe rifornirsi secondo le
esigenze. L’avrebbe voluto fare l’ex Sindaco Mazzatorta con la sua pretesa di
dividere il patrimonio dell’ente “metà di qua e metà di là”; lo vuole fare oggi il Prevosto con il
suo Edificio Polivalente da utilizzare per “esigenze religiose e pastorali”.
Come sia possibile
contemperare queste esigenze con i fini statutari della Fondazione non è dato
sapere. Come non è dato sapere il motivo che spinge una fondazione come la
Bertinotti Formenti ad acquistare, sempre dalla Parrocchia, il cinema teatro S.
Orsola. Misteri della fede che noi, comuni mortali, non riusciamo a
comprendere.
Vi è inoltre un aspetto
del problema che va sicuramente rimarcato. A quanto si dice l’Edificio
Polivalente resterebbe di proprietà della Fondazione per i prossimi trent’anni,
per poi passare in proprietà alla Parrocchia. Nello stesso periodo, questa
pagherebbe alla Fondazione un affitto che potremmo definire a riscatto. Faccio
un conto della serva. Se un’azienda prende in prestito da una banca due milioni
e mezzo di euro per trenta anni, ne dovrà restituire, per capitale e interessi,
come minimo il triplo. Ha la Parrocchia 250 mila euro da pagare annualmente
all’Istituto Morcelliano? Se non li ha, la Fondazione verrebbe a perdere una parte consistente del proprio patrimonio e quest’operazione
si configurerebbe come una donazione del patrimonio a terzi - cosa
assolutamente vietata dallo Statuto - con l’aggravante che non sarebbe più una
donazione modale, ma una donazione tout-court.
Chiari - Sede Fondazione Istituto Morcelliano |
Giova ricordare cosa
scrisse la Regione Lombardia nel gennaio 2012, quando si espresse sulla
richiesta di modifica della Statuto: “La donazione del patrimonio
immobiliare ad altri enti pubblici o privati, prevista dall’art. 3 ultimo comma
dello Statuto, non è ammissibile in quanto potenzialmente suscettibile di
produrre una diminuzione patrimoniale tale da compromettere la capacità
dell’Ente di realizzare le finalità statutarie, provocandone così il rischio di
estinzione. Sul punto giova sottolineare che in una fondazione, la
conservazione e la valorizzazione del patrimonio è essenziale per il
mantenimento e lo sviluppo della mission”. Non si riesce a capire perché
quest’obiezione era valida nel 2012 ma non possa valere oggi.
Fra parentesi si
tratterebbe di un’operazione che non rientra neppure - come per esempio per la
scuola - fra le finalità proprie dell’ente, essendo l’Edificio Polivalente di
uso esclusivo della Parrocchia per sue esigenze “religiose e pastorali” o per “svolgere gratuitamente le attività che
riterrà opportune”.
Dopo gli anni
dell’Amministrazione Mazzatorta, durante i quali si era stipulato un accordo
esplicito fra Parrocchia e Comune per la spartizione “fifty-fifty” dei
patrimoni delle Fondazioni, si è arrivati oggi, anche grazie a studiate e artificiose
modifiche statutarie, a una governance
in cui la Parrocchia è il dominus assoluto. Essa può disporre
liberamente dei patrimoni di questi enti, e rendere concreto finalmente quel “sogno a lungo accarezzato negli anni ’90 e
mai pienamente realizzato”. L’intento era quanto mai esplicito. Poiché “lo sforzo economico per il nuovo oratorio
non era sostenibile” occorreva trovare una nuova fonte di finanziamento che
non fosse un mutuo, poco gradito al Prevosto. Che fare? Eppure una soluzione era
lì, a portata di mano, facile e poco onerosa. Non aveva forse detto Mazzatorta
che le Fondazioni hanno “patrimoni
talmente sterminati che è meglio non saperlo”? E se c’è bisogno di realizzare
tante cose, perché lasciarli lì a marcire come hanno fatto i nostri
predecessori? Non è forse meglio valorizzarli?
Ecco allora “entrare in gioco” l’Istituto Morcelliano
e la Bertinotti Formenti tenute saldamente in mano dagli uomini designati dalla
Parrocchia e dalla precedente Amministrazione. Basta osare e la soluzione a
ogni problema è trovata. I soldi arrivano a fiumi. Il Prevosto, in un momento di religiosa euforia rivolge
“un grazie particolare a don Alberto” che
“ha fatto un lavoro enorme e un grande
dono a tutta la comunità”.
Mensa Caritas |
Chissà se lo stesso
entusiasmo ha pervaso l’animo dei molti giovani e anziani in
difficoltà. Chissà cosa ne pensano i disabili e le loro famiglie. Chissà cosa dicono quelle nuove categorie
svantaggiate di cui parla l’Assessore alle Politiche sociali Lucia Baresi:
genitori separati, uomini soli disoccupati, nuclei familiari numerosi. Cosa
diremo loro “Arrangiatevi!”?
Forse no. Forse
diremo di sopportare le loro disgrazie con cristiana rassegnazione e per
distrarli, magari li porteremo sul green a
vedere qualche partita di golf o all’Edificio Polivalente per una recita
parrocchiale. Non risolveranno i loro problemi, ma almeno saranno un po’ più allegri e contenti. Alleluia!
Disagio sociale |