venerdì 19 dicembre 2014

Fondazioni: Sacro Bancomat

A Chiari, da un po’ di tempo, circola la leggenda metropolitana che l’Amministrazione Vizzardi vorrebbe mettere le mani sulle Fondazioni della Città per sete di potere e poltrone. Ad analizzare le vicende, le cose appaiono completamente diverse.
Tutto quello che è avvenuto negli ultimi anni testimonia, infatti, di un progetto portato avanti con tenacia e impegno dalla Parrocchia per entrare in possesso degli “sterminati patrimoni” di cui dispongono questi enti. Pur essendo un disegno di vecchia data, “un sogno” lungamente accarezzato, solo negli ultimi anni ha trovato modo di manifestare i suoi concreti effetti, diciamo, dalla lettera del 17 maggio 2010 indirizzata dal Prevosto al CdA della Fondazione Istituto Morcelliano. Tale documento già prefigurava la spartizione del patrimonio dell’ente fra l’Amministrazione Mazzatorta e la Parrocchia.
L'ex Sindaco di Chiari Sandro Mazzatorta
e mons. Rosario Verzeletti
L’esecutore di questo progetto era, e continua a essere, il dinamico e intraprendente don Alberto Boscaglia, dalla cui mente sono nati i fantastici progetti per “valorizzare”, come lui usa dire, il patrimonio del Morcelliano: campo fotovoltaico, foresteria, golf. Dietro al prete si sono mossi, come falange armata, i vari Franzoglio, Mondini, Cavalli, tutti impegnati a “movimentare” i patrimoni fondiari e immobiliari delle varie Fondazioni. Quest’ultime, dimenticando le finalità per le quali sono state istituite e il disagio sociale che per effetto della crisi si è sempre più aggravato, si sono trasformate, in breve volgere di anni, in vere e proprie società immobiliari con cui parecchi intraprendenti impresari hanno fatto affari senza rischiare un solo centesimo dei loro soldi.
don Alberto Boscaglia
A oggi, convertiti i patrimoni, restaurate le sedi e avviati i grandiosi progetti, rimangono ancora soldi per realizzazioni che si prefigurano come vere e proprie regalie a soggetti terzi: manco a dirlo, la Parrocchia.
L’ultimo “scandalo”, almeno per quanto concerne l’Istituto Morcelliano, riguarda l’Edificio Polivalente che la Parrocchia ha intenzione di costruire su un’area di sua proprietà presso il CG2000. Da dove verranno i due milioni e 500 mila euro necessari a realizzare quest’opera? Naturalmente dalla Fondazione Istituto Morcelliano.
Chiari - Progetto Edificio Polivalente presso CG2000
Essa, al pari di altre, è diventata una “gallina dalle uova d’oro” o forse sarebbe meglio utilizzare l’espressione “Sacro Bancomat”. Le Fondazioni di Chiari, infatti, sembrano essere diventate dei veri e propri Bancomat dove ognuno vorrebbe rifornirsi secondo le esigenze. L’avrebbe voluto fare l’ex Sindaco Mazzatorta con la sua pretesa di dividere il patrimonio dell’ente “metà di qua e metà di là”; lo vuole fare oggi il Prevosto con il suo Edificio Polivalente da utilizzare per “esigenze religiose e pastorali”.
Come sia possibile contemperare queste esigenze con i fini statutari della Fondazione non è dato sapere. Come non è dato sapere il motivo che spinge una fondazione come la Bertinotti Formenti ad acquistare, sempre dalla Parrocchia, il cinema teatro S. Orsola. Misteri della fede che noi, comuni mortali, non riusciamo a comprendere.
Vi è inoltre un aspetto del problema che va sicuramente rimarcato. A quanto si dice l’Edificio Polivalente resterebbe di proprietà della Fondazione per i prossimi trent’anni, per poi passare in proprietà alla Parrocchia. Nello stesso periodo, questa pagherebbe alla Fondazione un affitto che potremmo definire a riscatto. Faccio un conto della serva. Se un’azienda prende in prestito da una banca due milioni e mezzo di euro per trenta anni, ne dovrà restituire, per capitale e interessi, come minimo il triplo. Ha la Parrocchia 250 mila euro da pagare annualmente all’Istituto Morcelliano? Se non li ha, la Fondazione verrebbe a perdere una parte consistente del proprio patrimonio e quest’operazione si configurerebbe come una donazione del patrimonio a terzi - cosa assolutamente vietata dallo Statuto - con l’aggravante che non sarebbe più una donazione modale, ma una donazione tout-court.
Chiari - Sede Fondazione Istituto Morcelliano
Giova ricordare cosa scrisse la Regione Lombardia nel gennaio 2012, quando si espresse sulla richiesta di modifica della Statuto: “La donazione del patrimonio immobiliare ad altri enti pubblici o privati, prevista dall’art. 3 ultimo comma dello Statuto, non è ammissibile in quanto potenzialmente suscettibile di produrre una diminuzione patrimoniale tale da compromettere la capacità dell’Ente di realizzare le finalità statutarie, provocandone così il rischio di estinzione. Sul punto giova sottolineare che in una fondazione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio è essenziale per il mantenimento e lo sviluppo della mission”. Non si riesce a capire perché quest’obiezione era valida nel 2012 ma non possa valere oggi.
Fra parentesi si tratterebbe di un’operazione che non rientra neppure - come per esempio per la scuola - fra le finalità proprie dell’ente, essendo l’Edificio Polivalente di uso esclusivo della Parrocchia per sue esigenze “religiose e pastorali” o per “svolgere gratuitamente le attività che riterrà opportune”.
Dopo gli anni dell’Amministrazione Mazzatorta, durante i quali si era stipulato un accordo esplicito fra Parrocchia e Comune per la spartizione “fifty-fifty” dei patrimoni delle Fondazioni, si è arrivati oggi, anche grazie a studiate e artificiose modifiche statutarie, a una governance in cui la Parrocchia è il dominus assoluto. Essa può disporre liberamente dei patrimoni di questi enti, e rendere concreto finalmente quel “sogno a lungo accarezzato negli anni ’90 e mai pienamente realizzato”. L’intento era quanto mai esplicito. Poiché “lo sforzo economico per il nuovo oratorio non era sostenibile” occorreva trovare una nuova fonte di finanziamento che non fosse un mutuo, poco gradito al Prevosto. Che fare? Eppure una soluzione era lì, a portata di mano, facile e poco onerosa. Non aveva forse detto Mazzatorta che le Fondazioni hanno “patrimoni talmente sterminati che è meglio non saperlo”? E se c’è bisogno di realizzare tante cose, perché lasciarli lì a marcire come hanno fatto i nostri predecessori? Non è forse meglio valorizzarli? 
Ecco allora “entrare in gioco” l’Istituto Morcelliano e la Bertinotti Formenti tenute saldamente in mano dagli uomini designati dalla Parrocchia e dalla precedente Amministrazione. Basta osare e la soluzione a ogni problema è trovata. I soldi arrivano a fiumi. Il Prevosto, in un momento di religiosa euforia rivolge “un grazie particolare a don Alberto” che “ha fatto un lavoro enorme e un grande dono a tutta la comunità”.
Mensa Caritas
Chissà se lo stesso entusiasmo ha pervaso l’animo dei molti giovani e anziani in difficoltà. Chissà cosa ne pensano i disabili e le loro famiglie. Chissà cosa dicono  quelle nuove categorie svantaggiate di cui parla l’Assessore alle Politiche sociali Lucia Baresi: genitori separati, uomini soli disoccupati, nuclei familiari numerosi. Cosa diremo  loro Arrangiatevi!”?
Forse no. Forse diremo di sopportare le loro disgrazie con cristiana rassegnazione e per distrarli, magari li porteremo sul green a vedere qualche partita di golf o all’Edificio Polivalente per una recita parrocchiale. Non risolveranno i loro problemi, ma almeno saranno un po’ più allegri e contenti. Alleluia!
Disagio sociale






giovedì 11 dicembre 2014

Bidoni

Questi semplici innocui contenitori stanno rappresentando per Chiari un problema di Stato.
La Lega ha già detto che non vuole saperne. Loro, della Raccolta Differenziata dei rifiuti non vogliono neppur sentir parlare.  Dicono che avere tanti bidoni per casa rappresenta un problema.  Piuttosto porteranno la spazzatura davanti alla casa del Sindaco. Vizzardi è avvisato, prepari uno scarrabile.


Ma il problema dei bidoni non si limita soltanto alla raccolta differenziata.
In questi giorni il nostro bellissimo Centro Storico è stato addobbato con decine e decine di alberelli di Natale inseriti in grandi bidoni neri. La cosa non è passata inosservata agli attenti rappresentanti della minoranza. Il giudizio è stato quanto mai tranchant: “Quei bidoni fanno schifo!”.
Certo quei bidoni non sono molto belli e forse anche un po’ tristi. Cerchiamo allora di abbellirli con un po’ di fantasia.


giovedì 4 dicembre 2014

Schifo

Quando si sentono le cose come quelle accadute a Roma viene spontaneo un senso di nausea e un desiderio irrefrenabile di mandare tutti al diavolo. La politica italiana è marcia e sarebbe giusto che fosse travolta da un moto di civile ribellione. Sarebbe dico, perché purtroppo la politica è lo specchio della sociètà, corrotta questa, corrotta quella.  Lo Stato infiltrato da poteri mafiosi, l’economia divenuta ormai un’economia criminale, i partiti incapaci di emendarsi e permeati da affaristi, disonesti e parolai, i cittadini onesti sopraffatti e zittiti. Eppure arrendersi sarebbe come dargliela vinta.