lunedì 29 settembre 2014

Chiacchiere da bar?

Il processo a Enio Moretti

Nonostante il Segretario della Lega di Chiari rimproveri al settimanale “Chiari week” di dedicare due intere pagine di giornale al processo Moretti, derubricando un ottimo lavoro giornalistico a “chiacchiere da bar”, emerge da questa cronaca ciò che da tempo stiamo scrivendo su  questo Blog e cioè che a Chiari, come del resto in molte parti d’Italia, si è affermato un sistema affaristico, spesso sconfinante nel malaffare, che ha trovato sponda e appoggio nel sistema politico e istituzionale.
A Chiari, per averlo visto operare sul campo, sappiamo per certo che questo sistema si è sviluppato grazie a una politica che ha considerato come  interlocutori privilegiati proprio quei ceti speculativi che in questi anni hanno depredato il territorio.
Anzi, quei ceti affaristici hanno in parte occupato le istituzioni, determinandone le scelte in materia urbanistica e dei lavori pubblici.

Enio Moretti
Il processo a Enio Moretti quindi, al di là delle implicazioni riguardanti un personaggio politico di primo piano, già Consigliere Regionale e Segretario politico della Lega Nord a Chiari, svela in modo inequivocabile l’intreccio verminoso fra affari e politica.
Per rendersi conto di ciò, basta dare uno sguardo ai grandi progetti della Giunta Mazzatorta, buona parte dei quali sono stati messi fuori causa da una crisi impietosa. A partire da un PGT (Piano di Governo del Territorio) che a molti era apparso del tutto sovradimensionato.  La voglia di assecondare le mire speculative di ceti imprenditoriali a loro vicini,  ha però fatto smarrire il lume della ragione ai nostri pubblici amministratori. La crisi ha fermato sul nascere la Chiari da 30mila abitanti e ancora oggi ci troviamo sul territorio  un numero imprecisato di abitazioni e opifici vuoti.
Ogni iniziativa ha avuto come stella polare gli affari. E’ stato così per i Poli scolastici che nelle idee dovevano essere barattati con la costruzione di numerosi condomini a ridosso del Centro storico;  è stato così per il progetto Fin Beton che avrebbe visto la nascita di un quartiere residenziale in zona Cava di via Roccafranca, con annessi Centro Commerciale, ristorante e palestra; è stato così per il Polo della Cultura che di cultura aveva ben poco, essendo esclusivamente un insediamento di natura commerciale; è stato così con il Polo Logistico e il Polo del Produrre mai nato.
Chiari - Area del Polo del Produrre

Quando i progetti sono stati realizzati, si è dato fondo alle casse del Comune. E così abbiamo speso montagne di milioni per le ormai famose rotonde “in prezioso materiale lapideo” e vagonate di soldi per il restauro dell’ex Comune di piazza Zanardelli.
Nel momento in cui i soldi sono finiti e si è venduto l’ultimo fazzoletto di terra di proprietà comunale, allora si sono messe le mani sulle Fondazioni dai “patrimoni sterminati”. Più che perseguire finalità di solidarietà sociale a favore dei ceti più disagiati, le Fondazioni sono diventate in questi anni pure e semplici società immobiliari, dove molti hanno fatto affari con i soldi altrui.
Questo è lo scenario in cui si apre il  processo a Enio Moretti,  quadro che vede emergere imprenditori che hanno accompagnato il sogno visionario di Sandro Mazzatorta e che si colora tragicamente di tinte cupe per la presenza in secondo piano di personaggi ritenuti vicini ad ambienti mafiosi calabresi.

Enio Moretti

Il processo è appena partito e nessuno è colpevole sino a sentenza definitiva. Questo tuttavia non ci  esime dal considerare come politicamente rilevante la questione e non ci fa dire che trattasi solo di “chiacchiere da bar”.

sabato 20 settembre 2014

Un colpo in testa

Ma è mai possibile, cavolo? Io esco tutti i santi giorni più volte al giorno.  Giro per il paese, fuori e dentro il centro abitato, a piedi e in bicicletta, da solo e con mia moglie, vado  al bar, vado in piazza, vado al mercato, insomma faccio tutte quelle cose che moltissimi clarensi fanno giornalmente. Mai  però che mi sia capitato di incontrare un extracomunitario che mi guarda storto, che mi affronta con sguardo di sfida, che mi sfida con sguardo strafottente. Mai che mi sia sentito osservato, studiato, indagato da occhi stranieri. Mai che mi sia imbattuto in qualche farabutto dalla parlata strana, in qualcuno che mi abbia fatto temere per la mia incolumità o per l’incolumità dei miei cari.



E’ mai possibile che gli extracomunitari di questa terra guardino storto solo i leghisti, che solo a loro riservino certi privilegi? Penso non sia giusto, cribbio! Anch’io ho diritto a un po’ di sguardi strafottenti, un po’ di sana paura del diverso, anch’io ho diritto di incontrare un po’ di gentaglia che mi faccia dire “andate tutti fuori dai coglioni”, insomma qualcuno che mi faccia pensare “io a questo qui un colpo in testa glielo darei veramente”.

sabato 13 settembre 2014

Vandali

Nell'immaginario mitologico di certi movimenti entrano come un minestrone numerose tradizioni che si rifanno agli antichi popoli 
dei Celti e dei Longobardi.
Dopo gli ultimi fatti accaduti a Chiari proporrei di aggiungere anche le tradizioni di un altro popolo: 
quello dei





lunedì 8 settembre 2014

Ebay

Mentre a Chiari la questione sicurezza è tornata di scottante attualità, alcuni rappresentanti della Lega hanno pensato bene di riesumare, è il caso di dirlo, la famose Ronde Padane che al tempo della Giunta Mazzatorta, come ognuno sa, hanno stroncato con la loro puntuale vigilanza la microcriminalità presente nella nostra città (leggi qui). Peccato che un’interpretazione capziosa della normativa in materia (Decreto Maroni 8.8.2009 e Legge 94/2009) abbia costretto questa Associazione a ripiegare su meglio remunerati servizi mortuari. Ma non è di questo che vogliamo parlare.
Chiari - Cerimonia di consegna alla città dell'Airpol
Parliamo invece del favoloso aereo in divisa,  il celebre FK 9 Ela,  l'aereo voluto fortissimamente dalla Lega di Maroni e Mazzatorta.  Ci è costato la bella cifra di 360mila euro, ma non siamo sicuri che sia servito a qualcosa a parte fare qualche sceneggiata in piazza e qualche comparsata in mostre di prodotti aeronautici (leggi qui).
L'ex Sindaco Sandro Mazzatorta
fra il Prefetto e Monica Rizzi
Sarebbe utile avere una relazione dettagliata sul lavoro svolto da questo mezzo. Sappiamo che è costato 110mila euro, che la formazione dei 6 agenti di Chiari è costata 47 mila euro, 74mila euro per l’implementazione del sistema informativo territoriale (SIT), 129mila euro per il mantenimento in servizio del velivolo. Quello però che conosciamo poco è il lavoro svolto nel dettaglio: quante ore di volo, quali gli interventi, quali gli obiettivi, quali i risultati ecc.
Avere queste informazioni è determinante per stabilire se questo mezzo  è utile o meno. Se è servito per un miglior controllo del territorio e una maggior sicurezza dei cittadini bene, altrimenti meglio disfarsene vendendolo su “ebay” e buona notte.

sabato 6 settembre 2014

Bastian contrario

La BreBeMi è stata uno sbaglio?

Una volta, molto tempo fa, sulla A1 Roma-Napoli ho fatto una foto proprio sullo spartitraffico. L’autostrada era praticamente deserta.
Autostrada italiana negli anni '60
All’inizio, la Rivoltana era così vuota che arrivare a Chiari da Milano era un gioco da ragazzi. 
Le grandi infrastrutture si realizzano per il presente, ma anche e soprattutto per le necessità del futuro. Un Paese che non ha una visione del proprio futuro è destinato al declino.
Oggi molti affermano che BreBeMi è stata uno sbaglio per vari motivi. Si poteva realizzare la  quarta corsia della A4, è costata troppo, ha devastato molto territorio, non serve e prova ne sia che è poco utilizzata.
BrebBeMi
Può darsi che alcune di queste obiezioni abbiano un fondo di verità. Sicuramente una struttura del genere ha un impatto pesante su un territorio molto antropizzato, può anche darsi che sarebbe stato meno dispendioso realizzare un’altra corsia sulla A4. Personalmente non ho elementi certi per affermarlo.
Per stabilire se BreBeMi è stato uno sbaglio o meno, occorre aspettare almeno due-tre anni, cioè il tempo che vada a pieno regime e che tutte le varie connessioni vengano realizzate. Solo allora potremo dire se abbiamo sprecato o meno i nostri soldi.
A costo di apparire un Bastian contrario, io sono dell’avviso che si è fatto bene a farla, che la A4 era ormai arrivata al punto di saturazione, che una regione industriale come la Lombardia ha carenza di infrastrutture non il contrario.
Da sempre le strade hanno costituito una opportunità di sviluppo. Dove ci sono strade c’è sviluppo, dove sono carenti c’è arretratezza.
Casello autostradale BreBeMi

La BreBeMi è, in particolare, un’opportunità per Brescia e per la parte a sud/ovest della sua provincia. Chiari è al centro di questa zona. Trae beneficio dal rapido collegamento con Brescia e Milano e attraverso la Corda Molle  con Venezia. Per raggiungere Brescia si impiegano poco più di 10 minuti  (prima ne occorrevano 45),  e non si paga pedaggio, mentre  Milano si raggiunge in poco più di mezz’ora. Per il momento le tariffe sono alte, ma penso che se si vorrà sviluppare il traffico esse  dovranno essere adeguate.
Certo, la costruzione di questa arteria ha creato non pochi problemi al nostro suolo. Non solo gli sventramenti per il sedime dell’autostrada e i vari sottopassi, ma anche opere scriteriate come le ormai famose Aree di Servizio di via Sandella: cava di ghiaia a tutto beneficio di BreBeMi e oggi ferita aperta nella nostra campagna.
Aree di Servizio di via Sandella

Occorre innanzitutto intensificare le azioni di mitigazione dell’impatto ambientale allo scopo di sanare rapidamente le ferite apportate al territorio. Contemporaneamente avviare un’azione di programmazione per futuri insediamenti produttivi. Il Polo del Produrre, nato per giustificare il Polo Logistico, potrebbe costituire oggi un’opportunità e ospitare i futuri insediamenti produttivi che l’autostrada inevitabilmente richiamerà.  Evitiamo di realizzare interventi senza alcun criterio programmatore, ma smettiamola anche di pensare che ulteriori insediamenti produttivi siano da evitare.
Cerchiamo di agevolare, nei limiti del possibile,  attività che diano  maggiori opportunità di occupazione, che non creino problemi all’ambiente, che attivino investimenti in settori innovativi.
Il nuovo Assessorato alle attività produttive può fare molto in questo senso. Unitamente ai rappresentanti dei Comuni limitrofi, deve promuovere il nostro territorio attraverso iniziative di marketing territoriale. Chiari può essere considerata oggi alla stregua della periferia bresciana e quindi può costituire un’attrattiva interessante per investimenti industriali. Una collaborazione con la Associazione Industriale Bresciana è auspicabile. Penso passi anche da qui il futuro della nostra Città.