sabato 2 maggio 2015

Le parole sono pietre

Le parole della polemica politica non mi spaventano. Da quando scrivo su questo blog ne ho dette e ricevute a valanghe. Ma un conto è il commento ironico, tagliente, dissacrante o le parole anche pesanti rivolte a un uomo politico per quello che fa nell’esercizio delle sue funzioni, un altro conto sono le offese personali che attengono alla sua sfera privata o, peggio, parole e frasi che si configurano come istigazione alla violenza.
Ora, nel caso che ci occupa a Chiari [“Caro Sindaco, spero che uno di questi profughi scappi, ti ammazzi la famiglia e ti stupri la moglie”] l’istigazione a delinquere non esiste. E’ un auspicio, una speranza tanto più vergognosa e riprovevole in quanto rivolta non alla figura del Sindaco, ma alla sua famiglia e a sua moglie, cioè a persone estranee alla sua attività politica  e quindi alla sua responsabilità come pubblico ufficiale.  
Possiamo dire che non configurandosi come un reato questo commento sia meno grave? Possiamo dire, come fa il Segretario della Lega di Chiari, Alessandro Cugini, che dopotutto si tratta di un “commentino su Facebook”, al quale non va data alcuna importanza, essendo altri i problemi?


Forse sarebbe il caso di approfondire la questione. 
La speranza espressa dal commentatore dovrebbe servire a confermarlo nella propria idea. L’idea è questa: i profughi in arrivo a Chiari rappresentano un pericolo alla nostra sicurezza. Nel caso dovessero scappare (scappare da cosa? Non sono mica in prigione) potrebbero ammazzare e stuprare. Nel caso, caro Sindaco, spero che ad essere ammazzata sia la tua famiglia e stuprata tua moglie. Questo in sintesi è il succo del discorso.
Ma come si fa a mettere in piedi una fantasia del genere senza neppure conoscere le persone che andremo a ospitare? Perché immaginiamo possano essere assassini e stupratori quando non sappiamo niente di loro? Sappiamo per caso da dove vengono, da quale città, paese, villaggio? Sappiamo cosa facevano prima e da quali pericoli o calamità stanno scappando? No, non lo sappiamo, ma presumiamo possano essere terroristi, assassini e stupratori. Eppure si tratta di profughi per i quali sono in corso le pratiche per stabilire se ad essi possa essere applicato lo status di rifugiati secondo le convenzioni internazionali. Per essi è previsto in questa fase di transizione un percorso di accompagnamento che ci permette di controllarli molto meglio che se fossero dei semplici clandestini.

Negli anni passati, cioè negli anni in cui governava la Lega a Chiari, gli stranieri sono più che triplicati. La maggior parte di essi erano clandestini, regolarizzati successivamente con i vari decreti. Abbiamo forse gridato all’invasione e all’arrivo di assassini e stupratori? 
Oggi invece si montano campagne di odio per cinque semplici profughi.
Questa campagna è in corso da mesi, da quando cioè il centrodestra ha subito il tracollo elettorale. Essa è alimentata dal partito della Lega e in particolare dai suoi massimi rappresentanti.
A furia di soffiare sul fuoco, emergono quasi inevitabilmente paure irrazionali alle quali si reagisce con un misto di rabbia e aggressività. Le frasi lette in questi giorni fanno inorridire per il loro contenuto xenofobo e razzista. Continuare a parlare di “forni” e “lanciafiamme” non solo richiama alla mente tempi tragici mai dimenticati, ma testimonia della depravazione mentale a cui certi individui possono arrivare.
Cugini e Campodonico possono anche nascondersi dietro un “disclaimer”, ma la responsabilità di queste nefandezze è tutta loro.

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