Capisco che l’assegnazione di 10 milioni di euro a Chiari per l’ampliamento e la messa in sicurezza delle sue scuole possa fare schiumare di rabbia coloro che hanno scommesso sul fallimento della nostra città. Sono gli stessi che avendo avuto il comando per ben 10 anni, li hanno trascorsi in uno sperpero infinito di soldi pubblici, passando da mirabolanti progetti mai realizzati a disastrosi fallimenti. Sono sempre quelli che finiti i soldi del Comune si sono dati a saccheggiare le antiche Fondazioni ridotte ormai a gusci vuoti.
Eppure se avessero un minimo di amor proprio e un po’ di cura per la loro città, dovrebbero essere contenti, al pari nostro, di questa opportunità che si è aperta pur in un momento così difficile. Dieci milioni di euro dallo Stato più altri due milioni e mezzo dalla Provincia, non capita di vederli tutti i giorni. Forse c’entra il caso, forse la fortuna, ma una cosa è bene dirla: se non ci fossero stati i decreti dei Governi Renzi e Gentiloni che hanno attivato fondi Bei e altre risorse già stanziate ma non utilizzate, oggi non avremmo queste disponibilità.
Sono soldi avuti in deroga al patto di stabilità interno e quindi doppiamente preziosi. Sia perché sono stati concessi in un momento di ristrettezze finanziarie, con oneri a carico dello Stato, sia perché arrivano a Chiari come in altre città, ma non in tutti i Comuni d’Italia.
L’amministrazione Vizzardi ha avuto il merito di farsi trovare pronta all’appuntamento, con progetti credibili e soluzioni innovative. E se il valore dei progetti è stato determinante per il successo di entrambe le operazioni, altrettanto si può dire del contesto in cui questi progetti sono stati ideati. Il contesto è quello urbano, con il centro storico nelle immediate vicinanze, con servizi facilmente fruibili sia dai ragazzi che dagli insegnanti (Biblioteca, Pinacoteca, Musei Civici, Municipio).
Chiari - Cantiere della Scuola di Viale Mellini |
Ci si aspetterebbe che la discussione fosse incentrata sul modo migliore di impiegare queste preziose risorse, vigilando affinché le scuole vengano ristrutturate in tempi brevi per evitare eccessivi disagi ai ragazzi e alle loro famiglie. Invece l’attenzione è maldestramente indirizzata ad altro. Per togliere valenza a questa scelta che avrà un peso molto importante negli anni futuri, si alimenta una polemica pretestuosa sulla scuola Varisco, definita come esempio di buona scuola da salvaguardare.
Che il metodo didattico praticato alla Varisco sia valido, non ho motivo di negarlo. In quella scuola ci ha studiato mia figlia e so bene il valore di quell’insegnamento, che peraltro potrà continuare con gli stessi insegnanti, ma in un contesto più ricco e stimolante grazie alla possibilità di sfruttare tutte le opportunità (palestra, laboratori, auditorium, vicinanza a biblioteca, pinacoteca, prima difficilmente raggiungibili ecc.) che la nuova scuola offre.
Mi sorprende invece l’entusiasmo attuale di alcuni che in passato hanno spesso storto il naso e mal sopportato una scuola fuori dagli schemi e ritenuta un po’ troppo innovatrice. Fa piacere che si sia cambiato parere.
Tuttavia il problema non è il metodo, ma il contenitore. Il plesso della scuola Varisco è vecchio di 90 anni, costruito al pari di altri nel circondario di Chiari in un’altra “era”. La sua struttura non è più rispondente alle “Linee guida ministeriali per l’edilizia scolastica”, in quanto vecchia, inadeguata e carente sotto molti profili (mensa, laboratori, palestra). È una scuola che costa mantenerla e ancora più tenerla in efficienza. Solo per adeguarla ai moderni sistemi antisismici e antincendio si dovrebbero impiegare tante risorse che forse si farebbe prima a buttarla giù e costruirne una nuova.
Chiari - Scuola Primaria Varisco |
Tenendo conto di tutte queste problematiche e della scarsità di risorse che affligge oggi gli enti locali, non si capisce come degli amministratori possano concepire l’idea che, costruite delle scuole nuove ed efficienti, i ragazzi continuino a rimanere nelle vecchie, con tutti i rischi che ognuno di noi può immaginare.
Cosa succederebbe se cadesse un controsoffitto in testa ai ragazzi, o scoppiasse un incendio, o ci fosse un terremoto, cosa non più tanto remota? Il primo che andrebbero a prendere sarebbe il Sindaco e non certamente i nostri rivoluzionari Consiglieri. E lo farebbero a maggior ragione in quanto avendo una scuola nuova, con moderni sistemi antisismici e antincendio, ha deciso di far rimanere i ragazzi in una scuola vecchia e per nulla sicura.
Chiari - Cantiere della Scuola di Viale Mellini |
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