Il Consigliere Comunale Massimo Ghilardi |
“Andammo alle elezioni con un progetto morto, consapevoli che ci portavamo appresso un cadavere” . Queste parole, pronunciate dal Consigliere Comunale del Pdl Massimo Ghilardi in relazione al Polo della Cultura, fanno giustizia di tutta la montagna di falsità che si è costruita attorno a questo progetto. Fiore all’occhiello della Giunta Mazzatorta, sintesi più alta della sua sedicente capacità progettuale, punto focale del programma elettorale del Sindaco, alla fine si rivela per quello che è: un vero e proprio cadavere da tumulare.
L’avesse pronunciata un rappresentante della minoranza, sarebbe stato tacciato di faziosità e indicato al pubblico disprezzo. Esposta da un rappresentante autorevole della maggioranza, rappresenta una dichiarazione di fallimento di tutta una politica.
La requisitoria del Consigliere Ghilardi (che avrebbe potuto essere detta da un rappresentante della minoranza, in quanto ne ricalca in modo puntuale tutti i temi sin qui esposti su questo progetto), viene pronunciata in una seduta di Consiglio Comunale, riunito per discutere su una richiesta dell’opposizione di costituire una Commissione Consiliare d’indagine sul Polo della Cultura.
Il sen.Sindaco Avv. Sandro Mazzatorta |
Essa, oltre a indicare precise responsabilità politiche nella figura del Senatore Sindaco, cerca di marcare precise distanze da questo progetto: “Mi sarei aspettato che il responsabile, cioè il Sindaco, facesse un passo avanti e si assumesse la responsabilità di quello che è, a tutti gli effetti, un fallimento politico. Se non lo farà, lascerà a noi il peso di questa testardaggine. Io non posso accettare di vedermi addossare la stessa identica responsabilità che ha il Sindaco. Io non accetto questa chiamata di correità”.
Parole pesanti, che fanno capire come all’interno dell’Amministrazione Comunale si sia aperta una vera e propria “redde rationem”, una resa dei conti finale il cui esito non è per nulla scontato.
Ormai siamo alla lotta feroce anche all’interno degli stessi partiti. E se la Lega per bocca dei suoi rappresentanti fa muro attorno al Sindaco, all’interno del Pdl si scatena la bagarre fra Ghilardi e Seneci, accusato quest’ultimo di essere caduto nell’astuta rete tesa dal Sindaco che ha affidato proprio al Pdl la delega per la realizzazione del Polo della Cultura: “il sindaco assegnò a Seneci il compito di tumulare il cadavere, perchè era appunto un progetto morto”.
Ma il tentativo di marcare le distanze risulta abbastanza difficile da realizzare. Se il primo responsabile è il Sindaco, nessuno può chiamarsi fuori, perchè come dice Moretti “su questo argomento se mancava un assessore non si decideva nulla. Si aspettava di essere al completo e si decideva all’interno di un assise plenaria” .
Come si uscirà da questo “cul de sac”? Nessuno lo sa di preciso, anche se il rischio è quello che sul cadavere del Polo della Cultura si giochi la solita sporca partita delle poltrone. Il Pdl è consapevole della debolezza attuale del sindaco. Oggi egli non si può più permettere il bel gesto fatto nel 2007. La retorica dell’uomo del fare che non si piega ai bizantinismi dei politicanti questa volta ci sarà risparmiata. Egli oggi è Senatore della Repubblica e sa benissimo che eventuali sue dimissioni costituirebbero un grosso problema per la sua carriera politica. Il Pdl quindi, forzando un po’ la mano, potrebbe riuscire a imporgli un rimpasto di giunta, per portare a casa qualche assessorato che, ne siamo sicuri, farebbe di colpo passare il mal di pancia a molti soggetti.
Il cantiere del Polo della Cultura |
Questo è uno dei motivi per cui i rappresentanti del Pdl non hanno votato per la costituzione della Commissione Consiliare d’inchiesta, dichiarando nei fatti che il pronunciamento aveva altri scopi che non quello di mettere il Sindaco di fronte alle sue responsabilità.
Questi è abbastanza scaltro da capire il gioco e accettare un simile ricatto. Un male minore, un salvacondotto per uscire dall’angolo in cui si è ficcato. Per il resto, non mancherà certo la capacità retorica di addossare al “nemico” (il Pd, Lorini, la Marella, il Lupo Mannaro) la responsabilità di questo suo clamoroso fallimento. D’altra parte il Sindaco stesso, in pieno Consiglio, ne ha dato un ampio assaggio quando ha inveito in modo violento e disgustoso, non contro Ghilardi che lo aveva attaccato e accusato pesantemente, ma contro Lorini, reo su questo argomento, di averlo tenuto costantemente sulla corda e di aver sistematicamente messo in evidenza le innumerevoli contraddizioni di questo progetto, finalmente riconosciute ufficialmente anche dalla maggioranza.
Egli ha ribadito il concetto che la politica è sangue e merda. E dove c’è sangue e merda la morale si lascia da parte e per andare avanti e per tenere stretta la “cadrega”, si possono tranquillamente utilizzare in modo sistematico menzogne e falsità, come quella di raccontare la bella favola di un grandioso progetto che doveva dare a Chiari il più importante e suggestivo contenitore degli ultimi 50 anni e che era invece semplicemente un cadavere, buono solo per essere tumulato.