Chiari è stata per molto tempo una città tranquilla, ordinata, pacifica. Certo conservatrice, cioè diffidente rispetto a tutte le correnti progressiste che hanno attraversato il nostro Paese, forse sonnolenta, forse anche un po’ pigra, ma mai cinica, mai disinteressata alle difficoltà degli ultimi. Prova ne siano le tante associazioni di volontariato che operano sul nostro territorio e le tante Fondazioni, già Opere Pie, che una borghesia illuminata e un clero operoso hanno creato nel tempo per l’assistenza a persone povere e disagiate.
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Il centro storico di Chiari |
Queste Fondazioni hanno attraversato indenni la storia, giungendo magari un po’ malconce sino ai giorni nostri. Alcune di esse, come detto “garbatamente” dal nostro Sindaco, sono proprietarie di “patrimoni talmente sterminati che è meglio non saperlo”. Ma il non saperlo non esime certo dal desiderarli, visto che “in questo Comune abbiamo bisogno di tante cose e non abbiamo voluto mettere le mani nelle tasche dei cittadini”.
Bene. Ora che tutto quello che c’era da vendere del patrimonio comunale è stato venduto, ora che i tanto sbandierati soldi piovuti da Stato, Regione e Provincia sono stati spesi, cos’è che rimane in tasca a questa Giunta per fare qualcosa di decente e far vedere di esistere nel suo secondo mandato?
I tanti progetti che avrebbero dovuto svegliare la sonnolenta Chiari dal suo lungo torpore, sono rimasti, ahimè, sulla carta. I Poli scolastici, la Caserma dei Carabinieri, la riqualificazione di viale Mazzini, per non parlare di quel capolavoro mai nato del Polo della Cultura, sono lì a testimoniare il fallimento di una politica fatta di tanti annunci, molte parole e pochi fatti.
Ora è giunto il tempo per il Sindaco Mazzatorta di rompere gli indugi e sfilarci dalle tasche, applicando l’Addizionale Irpef, la bella somma di 1 milione di euro. Ma capite bene che una cosa è mettere una tassa e un’altra cosa è avere la disponibilità immediata di quei soldi. E’ un bel problema!
Come un problema è quello della impossibilità di indebitare ulteriormente il Comune o di incassare, causa la crisi, quegli oneri di urbanizzazione che in passato si sono utilizzati a piene mani.
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Le Fondazioni di Chiari |
Cosa rimane allora di già pronto nella nostra “carte du jour”? Beh, c’è la grande portata delle Fondazioni, ripiena di euro inoperosi, farcita di cespiti pregiati che possono alimentare lucrose provvigini e begli affari se si sa come collocarli sul mercato. Per non parlare poi dei lavori che si avviano e dei guadagni che si realizzano. In un mercato immobiliare fermo, si tratta di una bella manna. Tanto non si spende e non si rischia "di proprio".
Si è incominciato con la Fondazione Saturno-Corradini, il cui patrimonio, dopo il suo azzeramento, è passato nelle disponibilità del Comune (660 mila euro).
Si è proseguito con l’Istituto Morcelliano. Qui il patrimonio “non è poco”: si parla di oltre 10 milioni di euro, che nelle intenzioni avrebbero dovuto essere divisi a metà fra il Comune e la Parrocchia, “metà di qua e metà di là”, secondo le illuminanti parole del nostro Sindaco. L’affare per il momento si è arenato e il Presidente don Alberto Boscaglia è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni e a riporre nel cassetto il grandioso progetto del golf a nove buche contornato da meravigliose ville di lusso.
L’Opera Pia Bettolini invece il suo progetto l’ha avviato. Raso al suolo il Centro Diurno costruito all’inizio degli anni ’80 con i soldi derivanti dalla vendita di parte del proprio patrimonio immobiliare, ha intenzione di realizzare degli immobili che dovrebbero essere destinati, in parte a uso commerciale, in parte ad uso abitativo.
Altrettanto sembra voler fare la Fondazione Bertinotti Formenti con la sistemazione del grande edificio delle ex Derelitte. Qui la spesa dell’operazione ammonta a quasi tre milioni di euro e sembra comportare un codicillo, almeno stando a quanto riportato da giornali di solito ben informati su quello che avviene nei palazzi della politica.
Il codicillo riguarda l’ex Conventino che nella ipotesi dovrebbe essere destinato “al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali”.
Come si vede, stiamo parlando di operazioni immobiliari importanti destinate a muovere corposi interessi.
In tale contesto, quello che rimane non detto è l’aspetto socio-assistenziale. In tutti gli articoli apparsi sui giornali locali, sui resoconti delle varie agenzie di informazione del Comune e sulle interviste rilasciate dai nostri pubblici amministratori , ci si dilunga molto sugli aspetti immobiliari, ma poco o nulla si dice sugli aspetti che dovrebbero più interessare e che sono quelli che attengono alle politiche socio-assistenziali delle Fondazioni e di conseguenza anche del Comune.
Che ne faremo oltre che incamerarlo del patrimonio della Saturno-Corradini?
Qual’è la necessità che spinge l’Istituto Morcelliano a modificare il proprio Statuto al solo scopo di regalare al Comune la metà del proprio patrimonio?
Perchè si è raso al suolo il Centro Diurno creato non più di trenta anni fa, sperperando così il patrimonio dell’Opera Pia Bettolini che è patrimonio della città di Chiari? Quali e quanti cespiti immobiliari sono stati venduti per realizzare le nuove opere. Chi ne ha promosso la vendita?
Quali cespiti ha intenzione di vendere la Fondazione Bertinotti-Formenti per restaurare l’edificio delle ex Derelitte? Chi ne curerà la vendita? Qual’è nel dettaglio il piano socio-assistenziale che sta alla base di questo restauro?
Quale necessità ha la Fondazione Bertinotti-Formenti di vendere l’edificio dell’ex Conventino, immobile di pregio che sorge nel cuore di Chiari e che è stato restaurato e portato all’antico splendore pochi anni fa, con soluzioni esplicitamente calibrate sul progetto di "Casa Famiglia"?
Penso che di fronte a questa inaudita decisione ci dovrebbe essere la decisa e vibrata ribellione di tutta la cittadinanza oltre che della politica. Qui non è tanto in ballo la sorte di una Fondazione, ma il destino stesso della nostra città che rischia di diventare, dopo il passaggio dei “barbari”, terra bruciata.