In merito alla discussione che si sta svolgendo nella nostra Città sulla questione Golf-Fondazione, ricevo e pubblico volentieri il seguente contributo di Mario Belotti:
Il terreno dove sorgerà il campo di golf della Morcelliana |
"Ultimamente si sta facendo un
gran parlare del caso Golf/Fondazione e anche io vorrei rendere esplicita una mia
riflessione, già condivisa con qualche amico.
Il mio ragionamento sarà molto
semplice e toccherà 3 punti:
- lo sport, i giovani e la scuola.
Per quanto riguarda lo sport, la
riflessione parte da una domanda: perché mettere a disposizione i terreni della
Fondazione proprio per un campo di golf e non, per esempio, per un poligono di
tiro o per un circuito di motocross? Ci sono parecchi giovani che potrebbero cimentarsi con successo in
queste discipline.
Ci potrebbero essere altri sport
da citare, ma mi limito a questi due per far capire perchè si è scelto proprio il
golf. La risposta è molto semplice:
perché è l’unica struttura sportiva che porta con sé la possibilità di
edificare delle abitazioni (normalmente in terreni non edificabili).
Logo Golf Fondazione Istituto Morcelliano |
Per quanto riguarda i giovani, la
cosa si fa più complessa ed ha anche a che fare con il titolo che ho voluto
dare a questa mia riflessione. Sì, penso
proprio che si sia persa un’occasione.
E’ possibile che una fondazione
che ha al centro delle proprie finalità i giovani, con i loro problemi e i loro
bisogni, non abbia nemmeno preso in considerazione il fatto di poter mettere a loro disposizione questi
terreni? Magari ricercando
nell’agricoltura la possibilità di creare lavoro. Per esempio con un’agricoltura biologica o
sperimentale oppure con la ricerca e l’innovazione di strumenti per
l’agricoltura da testare sul campo, magari con l’aiuto di consorzi provinciali
o regionali che esistono. Oppure mettendo a loro disposizione anche la quota di
cascine e capannoni che insistono su quell’area, senza bisogno di costruire qualcosa di nuovo.
Oppure ancora creando una cooperativa di giovani che lavorano, producono un
proprio reddito e danno “qualcosa” alla Fondazione, che a sua volta potrebbe
mettere quanto avuto a disposizione di progetti, quali per esempio, borse di
studio per giovani che studiano Agraria o qualcosa di simile. In una
cooperativa, poi, si potrebbero far interagire anche quei giovani portatori di
handicap che sono parte integrante delle finalità della Fondazione.
Io penso che una fondazione come
la Morcelliana dovrebbe mettere in atto tutte le strategie possibili per dare
risposta al proprio statuto, non soltanto nella raccolta di fondi da mettere a
disposizione di … ma anche rendendo protagoniste le persone, in questo caso i
giovani, che sono i soggetti principali del suo statuto.
Io non voglio credere che la
Fondazione non sarebbe stata in grado di creare un equipe per elaborare un
progetto di questo tipo. Visto che ha avuto la capacità di trovare 20 tecnici/consulenti
per quanto riguarda golf/abitazioni/scuola (professionisti che sono comunque pagati),
avrebbe potuto tranquillamente trovare persone con cui elaborare un “progetto”
per e con i giovani.
L’ultima riflessione la vorrei
fare sulla scuola, che sembra essere la motivazione principale di tutta questa
discussione in merito al golf. La Fondazione dice che metterà a disposizione della
Città di Chiari una scuola e tutto ciò che va a corredo, dando così una
risposta ad una richiesta che c’è effettivamente sul territorio. A mio parere,
però, non spetta ad una fondazione dare questa risposta (si possono
eventualmente trovare delle forme di collaborazione e sostegno) ma spetta
sicuramente all’AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
Non è la prima volta che lo dico:
se l’Amministrazione Comunale invece di progettare e pensare alla caserma dei
carabinieri (costo più di 4,5milioni di euro) oppure alla sistemazione del
viale Mazzini, oppure, come si è detto tante volte, alle spese più che
abbondanti per rotonde e museo della città, investisse questi soldi nel proprio
futuro andando a sistemare le scuole “lì dove sono”, salvaguardando un proprio
patrimonio e allo stesso tempo mettendo a disposizione dei giovani delle scuole
dignitose, a mio avviso farebbe la cosa migliore, senza bisogno di delegare
sempre ad altri quelle che sono le proprie responsabilità e competenze.
Chiari - Scuola Martiri-Pedersoli |
Apro una parentesi sulla
ristrutturazione delle scuole. Esse
vanno lasciate proprio nel punto dove ora si trovano perché ritengo che quello
sia il posto più bello in assoluto dove mandare a scuola i nostri figli: sono
vicine alla città, sono vicine alla biblioteca, alla pinacoteca, ai monumenti
storici…. Se qualcuno ha la
possibilità di salire al primo piano della scuola Martiri-Pedersoli e guardare
fuori dalla finestra in direzione del centro potrà vedere quanto è bella Chiari
vista da quella prospettiva. Difficilmente poi si potrà pensare di collocare le
scuole in un altro luogo.
Vorrei, infine, ricordare che
questa mia riflessione è personale anche se condivisa da parecchie persone e
gli esempi che ho citato sono solo degli esempi ma possono diventare realtà. E’
possibile mettere in campo ulteriori idee e progetti, solo se si è disponibili
a un serio CONFRONTO da parte di tutti.
Auspicherei
che la Fondazione si mettesse per un attimo in stand-by e provasse a
confrontarsi seriamente anche con chi non la pensa allo stesso modo ma che ha
comunque a cuore il futuro di questa nostra città, e soprattutto dei suoi
giovani e delle future generazioni.
Mario Belotti "
4 commenti:
concordo al 100% con la tua riflessione e mi piace sottolineare questa ultima frase "solo se si è disponibili a un serio CONFRONTO da parte di tutti."
condivido 100%, ottima argomentazione e proposta.
Massimiliano Bettoni
Condivido al 100 % . Una riflessione fatta con toni pacati da una persona che conosce e ama chiari e i giovani. Ottime le proposte in quanto realizzabili e non campate per aria.
Jimmy D.
Sono assolutamente d'accordo sulle considerazioni espresse nell'articolo, soprattutto sulla parte riguardante la necessità di un'approccio più strategico alla questione che richiederebbe però un coinvolgimento più ampio.
Non mi pare però che vi sia questa capacità da parte della Fondazione e questo fa specie soprattutto perché essa è presieduta da un sacerdote, che dovrebbe preoccuparsi più di come i processi e le progettualità evolvono ancor prima dei risultati.
Inoltre, pare a me personalmente incomprensibile il suo apparente disinteresse sulle lacerazioni e le fratture che questa sua posizione sta determinando all'interno della comunità civile ed anche cristiana.
Penso anche che darsi obiettivi importanti significhi offrire orizzonti nuovi da costruire insieme ai giovani. In tal senso sarebbe auspicabile che, come anche suggerito da Belotti, si guardi un po' oltre ai confini di Chiari superando la convinzione di un'ormai superata auroreferenzialità, che per nulla aiuta ad intercettare risorse, persone e possibilità che altrove stanno da tempo costruendo percorsi di alto profilo.
Alessandro
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