Il processo a Enio Moretti
Nonostante il Segretario della Lega di Chiari rimproveri al
settimanale “Chiari week” di dedicare due intere pagine di giornale al processo
Moretti, derubricando un ottimo lavoro giornalistico a “chiacchiere da bar”, emerge
da questa cronaca ciò che da tempo stiamo scrivendo su questo Blog e cioè che a Chiari, come del
resto in molte parti d’Italia, si è affermato un sistema affaristico, spesso
sconfinante nel malaffare, che ha trovato sponda e appoggio nel sistema
politico e istituzionale.
A Chiari, per averlo visto operare sul campo, sappiamo per
certo che questo sistema si è sviluppato grazie a una politica che ha
considerato come interlocutori
privilegiati proprio quei ceti speculativi che in questi anni hanno depredato
il territorio.
Anzi, quei ceti affaristici hanno in parte occupato le
istituzioni, determinandone le scelte in materia urbanistica e dei lavori
pubblici.
Enio Moretti |
Il processo a Enio Moretti quindi, al di là delle
implicazioni riguardanti un personaggio politico di primo piano, già
Consigliere Regionale e Segretario politico della Lega Nord a Chiari, svela in
modo inequivocabile l’intreccio verminoso fra affari e politica.
Per rendersi conto di ciò, basta dare uno sguardo ai grandi
progetti della Giunta Mazzatorta, buona parte dei quali sono stati messi fuori
causa da una crisi impietosa. A partire da un PGT (Piano di Governo del
Territorio) che a molti era apparso del tutto sovradimensionato. La voglia di assecondare le mire speculative
di ceti imprenditoriali a loro vicini, ha però fatto smarrire il lume della ragione ai nostri pubblici amministratori. La
crisi ha fermato sul nascere la Chiari da 30mila abitanti e ancora oggi ci
troviamo sul territorio un numero
imprecisato di abitazioni e opifici vuoti.
Ogni iniziativa ha avuto come stella polare gli affari. E’
stato così per i Poli scolastici che nelle idee dovevano essere barattati con
la costruzione di numerosi condomini a ridosso del Centro storico; è stato così per il progetto Fin Beton che
avrebbe visto la nascita di un quartiere residenziale in zona Cava di via
Roccafranca, con annessi Centro Commerciale, ristorante e palestra; è stato
così per il Polo della Cultura che di cultura aveva ben poco, essendo
esclusivamente un insediamento di natura commerciale; è stato così con il Polo
Logistico e il Polo del Produrre mai nato.
Chiari - Area del Polo del Produrre |
Quando i progetti sono stati realizzati, si è dato fondo
alle casse del Comune. E così abbiamo speso montagne di milioni per le ormai
famose rotonde “in prezioso materiale lapideo” e vagonate di soldi per il
restauro dell’ex Comune di piazza Zanardelli.
Nel momento in cui i soldi sono finiti e si è venduto l’ultimo
fazzoletto di terra di proprietà comunale, allora si sono messe le mani sulle
Fondazioni dai “patrimoni sterminati”. Più che perseguire finalità di
solidarietà sociale a favore dei ceti più disagiati, le Fondazioni sono
diventate in questi anni pure e semplici società immobiliari, dove molti hanno
fatto affari con i soldi altrui.
Questo è lo scenario in cui si apre il processo a Enio Moretti, quadro che vede emergere imprenditori che
hanno accompagnato il sogno visionario di Sandro Mazzatorta e che si colora
tragicamente di tinte cupe per la presenza in secondo piano di personaggi
ritenuti vicini ad ambienti mafiosi calabresi.
Il processo è appena partito e nessuno è colpevole sino a sentenza
definitiva. Questo tuttavia non ci esime
dal considerare come politicamente rilevante la questione e non ci fa dire
che trattasi solo di “chiacchiere da bar”.