È bastata la minaccia del Sindaco di andare dai Carabinieri a sporgere denuncia per fare sì che gli autori della pagina satirica “Supereroe Zottico” chiudessero l’account di Facebook.
È un fatto di una gravità inaudita.
Come può un Sindaco avere la pretesa di stabilire cosa si possa o non si possa scrivere? Chi gli dà questo potere? Fino a prova contraria siamo ancora in un regime democratico dove vige la libertà di espressione regolata dall’art. 21 della nostra Costituzione che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Censura |
Io non so chi ci sia dietro la pagina oggi chiusa di “Supereroe Zottico” e penso che questo sia assolutamente irrilevante. Quello che più importa e che la presa di posizione del Sindaco, caratterizzata da atteggiamento aggressivo e intimidatorio, si configura come un vero e proprio abuso di potere.
Il diritto di satira costituisce una manifestazione del diritto di critica, ma è sottratta all’obbligo di riferire fatti completamente aderenti alla verità dato che, molto spesso, i fatti narrati o raffigurati vengono volutamente esagerati fino al paradosso, in maniera caricaturale.
Questo è stato più volte sancito dalla Corte di Cassazione, secondo la quale: “La satira costituisce una modalità corrosiva e spesso impietosa del diritto di critica, sicché, diversamente dalla cronaca, è sottratta all’obbligo di riferire fatti veri, in quanto esprime mediante il paradosso e la metafora surreale un giudizio ironico su di un fatto. (Cassazione sentenza n. 30193/2018).
Ancora: “La satira parte da un personaggio reale, lo carica di fantasiosi tratti fisionomici e/o psicologici e propone all’attenzione dei lettori, degli ascoltatori o degli spettatori un personaggio volutamente e realmente inesistente, anche se non ne nasconde gli originali tratti genetici. L’attività satirica fa un uso talmente esasperato, paradossale, surreale dei tratti distintivi della persona reale, da rendere del tutto evidente che il giudizio critico non è rivolto alla persona che è oggetto della rappresentazione, ma alla categoria sociale, culturale, politica, di cui la medesima è ritenuta esponente” (Cass. Sent. n. 1740/2011).
Censura |
Ora, i nostri attuali amministratori, da quando hanno preso il potere della Città, sono diventati abbastanza allergici alle critiche, pensando che il solo fatto di aver ricevuto il mandato a governare debba costringere gli altri a stare zitti e muti.
Il Sindaco ultimamente ha affermato che “quando esce Chiari week esiste anche la minoranza. Ogni volta fanno interrogazioni, interpellanze, per screditare un’azione politica che mira a riappacificare la città”. La vogliono tanto riappacificare questa Città che si sono scelti come esclusivi interlocutori solo gli appartenenti a quella parte della minoranza che ha permesso loro di vincere le elezioni. Le nomine in alcune commissioni consiliari e nel Consiglio d’Amministrazione di Chiari Servizi, sono lì a testimoniare di questo rapporto privilegiato.
Preso da sacro furore polemico, il nostro Sindaco ha osato anche dire che il n. 1 (cioè Vizzardi?) che spinge i giovani a bruciarsi, “andrebbe spinto ad allontanarsi dalla politica”. Quindi non solo si vorrebbe far tacere voci critiche, ma si pretende di stabilire chi debba o non debba fare politica.
Il tempo dei Podestà è finito da un pezzo, forse sarebbe ora di darsi una calmata.