giovedì 16 giugno 2011

Il mercato sta al centro come l’ipermercato alla periferia


Chiari - mercato in centro

La questione mercato non è di quelle che si possa risolvere con un’alzata di spalle, perchè di mezzo c’è il destino della nostra città. Non si tratta solo di piccole transazioni commerciali: un chilo di patate, quattro carote  e due cipolle. No, la questione è molto più complessa. Per capirla sarebbe utile  andarsi a rileggere il bellissimo articolo di Tonino Zana pubblicato sul Giornale di Brescia il 4 marzo 2007 (leggi qui), che parla di “un metticciato tra ambulantato e commercio fisso... un «diritto a stare», ad abitare le piazze tre volte la settimana per cinque ore la volta” .  Forse qualche nostro querulo commentatore eviterebbe di tranciare giudizi acritici.
Il mercato si svolgeva nel Centro Storico della città da tempo immemorabile. Qualcuno dice da 400 anni. Avrà un valore questo fatto o no? E maggior valore non dovrebbe averlo per quella formazione politica, la Lega, che dice di volersi rifare alle tradizioni della nostra terra?
Il mercato di Chiari è un piccolo mercato. Forse per questo si svolge tre volte la settimana, più il venerdì per la vendita del pesce.  Piccolo mercato, ma grande capacità di movimentare persone e animare il centro della nostra città, rendendolo dinamico, attivo, vitale.
La mia opinione è che il mercato debba ritornare in centro con le stesse modalità di base di prima.   Se si vuol fare di più bene, ma il minimo è che il mercato venga ripristinato.
Chiari - mercato in viale Cadeo
Coloro che si arrabattano da anni per convincerci che la soluzione migliore è quella di portare il mercato fuori dal centro, perchè in questo modo sarebbe più funzionale, non si sono minimamente sforzati di elaborare una proposta credibile che non fosse quella di uno spostamento “sic et simpliciter”. A suo tempo il Sindaco ebbe a proporre di posizionare in centro tipologie di prodotti di un certo standard, fuori dal centro tipologie ordinarie, mentre l’Assesore Zerbini aveva suggerito di far svolgere ogni 15 giorni un mercato di prodotti biologici. Proposte che sono rimaste semplici enunciazioni e non hanno mai portato a una proposta organica da discutere con la cittadinanza e con gli addetti del settore commerciale.
Trasferire definitivamente il mercato in viale Cadeo con cadenza trisettimanale è un non senso. Non solo perchè il Centro Storico viene così desertificato, non solo perchè i commercianti vanno in sofferenza, ma anche e soprattutto perchè lo stesso mercato perde di significato. Insomma è l’intera città che ci perde. Come dice Tonino Zana  “il mercato,  in sè, è un diritto al centro perchè di esso si anima, perchè lo anima. Il mercato, per antonomasia, è il centro, così come l’ipermercato è la periferia”.

Chiari - l'area dell'ex Cinema
L’opzione poi di portare il mercato nell’area dell’ex Cinema è la più bislacca. Sgradita ai cittadini, osteggiata dai commercianti e contrastata perfino dall’Anva (Ass.Naz. Venditori Ambulanti). Il motivo che anima questa proposta, avanzata dalla Lega, è chiaro a tutti. Si cerca in questo modo di porre riparo a un fallimento, quello del Polo della Cultura, che brucia e pesa sui destini di questa Amministrazione. Ma non si ripara un fallimento con una idiozia.
Purtroppo questa pretesa della Lega, sta gravando come un macigno sulle decisioni che dovrebbero essere prese e che si rimandano di mese in mese, in modo assolutamente ridicolo, da più di tre anni. Portare il mercato in centro significherebbe prendere una decisione definitiva. Cosa che la Lega non vuole, in vista della riqualificazione di viale Mazzini e quindi anche dell’area dell’ex Cinema.
Sarebbe però ora che sulla questione si facesse il punto. Continuare a ciurlare nel manico non giova a nessuno e meno che meno a Chiari che è, come dice Tonino Zana, “una bella città. Ma Chiari non sarebbe più la stessa bella città in assenza di piazze, mercati, scuole, palazzi e biblioteche. Chiari, senza questo,  sarebbe il paesotto che ha sempre evitato di diventare”.



5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro sig. Maragucci, per Lei è un non senso lasciare il mercato in viale Cadeo perché si priva il centro di vitalità. Mi permetta ma visti i commenti al post precedente il Suo è un canto fuori dal coro. Inoltre diciamo che i commercianti vanno in sofferenza, non per l’assenza del mercato, ma poiché se mancano i soldi diventano pochi quelli che spendono 400 euro per un paio di sandaletti o 150 euro per dei jeans. Quelli che possono, anche se non ne sono proprio convinto, aver perso un po’ di clientela sono i bar e le pasticcerie, queste ultime comunque sempre affollate. Riportare il mercato al centro farebbe calare drasticamente il lavoro ai bar attualmente prospicienti al viale; allora avrebbero a loro volta ragione ad arrabbiarsi? Già altri paesi hanno spostato il mercato dal centro (vedi la vicina Cologne) e non mi risulta vi siano state sommosse popolari. Comunque è singolare che gli appartenenti al partito “riformista” per antonomasia poi si attacchino al fatto che “è 400 anni che stà lì”. Le abitudini si possono anche cambiare ed i cittadini di Chiari che affollano per 3 giorni la settimana il mercato sembrerebbe si siano adattati senza drammi. A me tutta questa polemica sembra solo un gioco politico per attaccare gli avversari ma ai cittadini poco importa dei Vs. giochini!

Anonimo ha detto...

Quindi anche mia nonna di 70 anni dovrebbe credere che le parole di Maragucci siano un giochino politico?

ZETA ha detto...

Se le cose stanno così come lei dice e come commentano i 5 del blog precedente, perchè non sottoporre il quesito alla cittadinanza tramite un referendum cittadino ' Così ci togliamo lo sfizio una volta per tutte.
Angelo

ZETA ha detto...

Aggiungo.
Anche perchè dal mio punto di vista su questioni che riguardano il vivere la città ( come il mercato la chiusura del centro storico) dovrebbero essere prese da tutti i cittadini non solo da una parte (vedi commercianti ecc.)
Angelo

Anonimo ha detto...

Concordo con Zeta. Forse certe scelte (mercato, riqualificazione viale Mazzini, ecc.) sarebbe meglio venissero decise da tutti i cittadini e non solo dalle lobbies degli "affaristi".