Fra i disastri e i fallimenti
rimediati dalla Giunta Mazzatorta, quello dei Poli scolastici è il più
singolare. Se con il Polo della Cultura la città ci ha rimesso un Cinema Teatro
e almeno un milione e mezzo di euro, con la questione “scuole”, il Sindaco ci
ha quasi rimesso le penne. E’ capitato nel 2007 con la nota questione del Polo
Scolastico che avrebbe dovuto sorgere a nord di Chiari osteggiato tenacemente
dai genitori tanto da costringere il Sindaco a presentare le sue dimissioni
(poi rientrate); capita oggi con la questione del Turla e la nuova scuola che
nelle intenzioni della Giunta dovrebbe sostituirla. In questo caso non ci sono
state dimissioni, ma una mozione presentata dal Gruppo Consiliare del Pd è
stata approvata dal Consiglio Comunale con l’astensione di alcuni componenti
della maggioranza. La mozione invita la Giunta Municipale ad abbandonare il
progetto sulla scuola Turla, a considerare prioritari gli interventi di
riorganizzazione e sistemazione delle scuole della Citta', a predisporre un
progetto organico di riassetto di tutte le scuole a Chiari.
Perché la questione delle scuole
è così complicata da risolvere? Il motivo sta nel fatto che la loro
costruzione, come avvenuto per altre situazioni, vuole essere il pretesto per
alimentare affari. Nel 2007 scrivevo: “La
crisi (la crisi della giunta Mazzatorta) si è aperta su problemi molto concreti, come concreti possono essere
solo i soldi e gli affari. I poli scolastici sono un affare di parecchi
milioni. Milioni da spendere, milioni da guadagnare. Si tratta anche di un
affare che ridisegnerà l’assetto urbano della nostra città e lì dove oggi ci
sono le scuole, domani ci saranno dei condomini”.
Oggi tocca al Turla che non è un
istituto privato come il Mazzotti-Biancinelli.
Perché il Turla dovrebbe abbandonare
la sua attuale sede e trasferirsi in aperta campagna? I motivi sono vari e
tutti riconducibili alla questione dei soldi e degli affari.
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Chiari - La Scuola Turla |
Innanzitutto c’è l’ostinata
volontà di questo Sindaco e della sua Giunta di mettere le mani nei forzieri
delle Fondazioni. Quanto affermato in Consiglio Comunale qualche tempo fa “Questo patrimonio deve andare metà di qua e
metà di là” è per il Sindaco un imperativo irrinunciabile. Ciò che non è
stato attuabile attraverso la modifica dell’impianto statutario della
Fondazione Istituto Morcelliano deve essere reso possibile attraverso altre
vie.
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Rappresentazione grafica del nuovo plesso scolastico |
L’altra via è l’operazione Golf progetto proposto da don Alberto
Boscaglia con l’intento, dice lui, di valorizzare il patrimonio della Fondazione.
Secondo molti invece il progetto Golf
è solo una foglia di fico per coprire le vergogne di una speculazione edilizia
in grande stile da realizzare nel pieno della campagna di Chiari, speculazione
che se non si concretizza potrebbe determinare il tracollo della
Fondazione. In cambio della possibilità
di costruire il campo da golf e quello
che ne viene, la Fondazione si è impegnata a mettere sul piatto della bilancia dei
soldi. In prima istanza 2 milioni di euro con i quali costruire una scuola di
10 aule e 4 laboratori; successivamente, se si riuscirà a vendere bene le ville
di lusso in progetto, arriveranno altri soldi con i quali costruire mensa,
palestra ed altro. La scuola rimane di proprietà della Fondazione e viene data
in uso gratuito al Comune per un periodo di 99 anni. Lasciamo stare altri
aspetti che rendono confusa e poco trasparente l’operazione.
Se si tratta di dare una nuova
scuola a Chiari, quale sarebbe il problema? Il problema è che la nuova scuola,
così come prevista dallo studio preliminare di fattibilità redatto dall’Arch.
Nicola Cantarelli, non corrisponde per niente alle “Linee guida ministeriali
per l’edilizia scolastica” pubblicate
nell’aprile di quest’anno. In esse è ravvisata
la necessità di intendere “la scuola come uno spazio unico integrato”,
cosa che non è dato vedere nel progetto dell’Arch. Cantarelli. Spiace dirlo, ma
questo studio si rifà a un’idea vecchia di scuola e a niente servono le belle
parole usate nella lettera indirizzata al Giornale di Brescia. Come ha ben ribattuto
in modo efficace una mamma, questa è una “scuola loculo”, per nulla rispondente
alle esigenze dei nostri bambini, posta vicino a un’arteria che diventerà di
grande traffico con l’apertura della Bre.Be.Mi, priva di mensa e palestra,
sicuramente peggiore dell’attuale plesso.
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Il logo del Comitato dei Genitori del Turla |
Se tutto questo è vero, come è
vero, perché i genitori dovrebbero essere d’accordo con le scelte
dell’Amministrazione? Non mi sembra che “giù
le mani dal Turla” voglia significare indisponibilità a discutere. Quello
che vogliono i genitori per i loro figli è una scuola efficiente: se si deve
parlare di una scuola nuova, che almeno sia migliore di quella già esistente.
Ultima domanda. Cosa ne sarà del
Turla? Su questo una parola chiarificatrice dell’Amministrazione comunale non
c’è. Verrà utilizzato per procedere gradualmente al restauro delle altre
scuole? Verrà venduto a privati, rinunciando così a un’area di pregio a ridosso
del centro storico? Domande per il
momento senza risposte.
Tutta la questione ci conferma che
per la Giunta Mazzatorta il problema della scuola è relativo. Se ci fosse stato
interesse a dare ai nostri bambini scuole degne di una città civile, forse si
sarebbero fatte meno rotonde e magari non in “prezioso materiale lapideo”, si
sarebbe risparmiato nella ristrutturazione del Mausoleo della Città dove sono
stati buttati 7 milioni di euro per avere una struttura sotto utilizzata, non si sarebbero spesi
vagonate di soldi per fare della stazione un salotto, con i risultati che tutti
possono vedere, non si sarebbero impiegati 1,6 milioni di euro per rifare Viale
Mazzini con annesso “muro del pianto”, non si insisterebbe a parlare ancora di
Caserma dei Carabinieri per la quale si spenderanno più di 4 milioni e mezzo di
euro. Per non parlare infine dell’annosa questione del Polo della Cultura,
pozzo senza fondo dove sono finiti milioni di euro pubblici.
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Chiari - Cantiere Polo della Cultura |
L’Amministrazione che avrebbe
dovuto cambiare nel profondo la nostra città si è caratterizzata per lo spreco
inaudito di denaro pubblico: oggi ci troviamo a pagare lo scotto di tale politica
scellerata. Non solo tutto il patrimonio comunale è stato venduto, ma i
clarensi, per sopperire ai buchi di bilancio della Giunta Mazzatorta, sono chiamati tutti i mesi a pagare una
“addizionale Comunale Irpef” pari all’8 per mille.
Un balzello all’inefficienza!