lunedì 17 giugno 2013

Giù le mani dal Turla!

Fra i disastri e i fallimenti rimediati dalla Giunta Mazzatorta, quello dei Poli scolastici è il più singolare. Se con il Polo della Cultura la città ci ha rimesso un Cinema Teatro e almeno un milione e mezzo di euro, con la questione “scuole”, il Sindaco ci ha quasi rimesso le penne. E’ capitato nel 2007 con la nota questione del Polo Scolastico che avrebbe dovuto sorgere a nord di Chiari osteggiato tenacemente dai genitori tanto da costringere il Sindaco a presentare le sue dimissioni (poi rientrate); capita oggi con la questione del Turla e la nuova scuola che nelle intenzioni della Giunta dovrebbe sostituirla. In questo caso non ci sono state dimissioni, ma una mozione presentata dal Gruppo Consiliare del Pd è stata approvata dal Consiglio Comunale con l’astensione di alcuni componenti della maggioranza. La mozione invita la Giunta Municipale ad abbandonare il progetto sulla scuola Turla, a considerare prioritari gli interventi di riorganizzazione e sistemazione delle scuole della Citta', a predisporre un progetto organico di riassetto di tutte le scuole a Chiari.

Perché la questione delle scuole è così complicata da risolvere? Il motivo sta nel fatto che la loro costruzione, come avvenuto per altre situazioni, vuole essere il pretesto per alimentare affari. Nel 2007 scrivevo: “La crisi (la crisi della giunta Mazzatorta) si è aperta su problemi molto concreti, come concreti possono essere solo i soldi e gli affari. I poli scolastici sono un affare di parecchi milioni. Milioni da spendere, milioni da guadagnare. Si tratta anche di un affare che ridisegnerà l’assetto urbano della nostra città e lì dove oggi ci sono le scuole, domani ci saranno dei condomini”.
Oggi tocca al Turla che non è un istituto privato come il Mazzotti-Biancinelli.
Perché il Turla dovrebbe abbandonare la sua attuale sede e trasferirsi in aperta campagna? I motivi sono vari e tutti riconducibili alla questione dei soldi e degli affari.
Chiari - La Scuola Turla

Innanzitutto c’è l’ostinata volontà di questo Sindaco e della sua Giunta di mettere le mani nei forzieri delle Fondazioni. Quanto affermato in Consiglio Comunale qualche tempo fa “Questo patrimonio deve andare metà di qua e metà di là” è per il Sindaco un imperativo irrinunciabile. Ciò che non è stato attuabile attraverso la modifica dell’impianto statutario della Fondazione Istituto Morcelliano deve essere reso possibile attraverso altre vie.
Rappresentazione grafica del nuovo plesso scolastico

L’altra via è l’operazione Golf progetto proposto da don Alberto Boscaglia con l’intento, dice lui, di valorizzare il patrimonio della Fondazione. Secondo molti invece il progetto Golf è solo una foglia di fico per coprire le vergogne di una speculazione edilizia in grande stile da realizzare nel pieno della campagna di Chiari, speculazione che se non si concretizza potrebbe determinare il tracollo della Fondazione.  In cambio della possibilità di  costruire il campo da golf e quello che ne viene, la Fondazione si è impegnata a mettere sul piatto della bilancia dei soldi. In prima istanza 2 milioni di euro con i quali costruire una scuola di 10 aule e 4 laboratori; successivamente, se si riuscirà a vendere bene le ville di lusso in progetto, arriveranno altri soldi con i quali costruire mensa, palestra ed altro. La scuola rimane di proprietà della Fondazione e viene data in uso gratuito al Comune per un periodo di 99 anni. Lasciamo stare altri aspetti che rendono confusa e poco trasparente l’operazione.
Se si tratta di dare una nuova scuola a Chiari, quale sarebbe il problema? Il problema è che la nuova scuola, così come prevista dallo studio preliminare di fattibilità redatto dall’Arch. Nicola Cantarelli, non corrisponde per niente alle “Linee guida ministeriali per l’edilizia scolastica”  pubblicate nell’aprile di quest’anno. In esse è ravvisata  la necessità di intendere “la scuola come uno spazio unico integrato”, cosa che non è dato vedere nel progetto dell’Arch. Cantarelli. Spiace dirlo, ma questo studio si rifà a un’idea vecchia di scuola e a niente servono le belle parole usate nella lettera indirizzata al Giornale di Brescia. Come ha ben ribattuto in modo efficace una mamma, questa è una “scuola loculo”, per nulla rispondente alle esigenze dei nostri bambini, posta vicino a un’arteria che diventerà di grande traffico con l’apertura della Bre.Be.Mi, priva di mensa e palestra, sicuramente peggiore dell’attuale plesso.
Il logo del Comitato dei Genitori del Turla

Se tutto questo è vero, come è vero, perché i genitori dovrebbero essere d’accordo con le scelte dell’Amministrazione? Non mi sembra che “giù le mani dal Turla” voglia significare indisponibilità a discutere. Quello che vogliono i genitori per i loro figli è una scuola efficiente: se si deve parlare di una scuola nuova, che almeno sia migliore di quella già esistente.
Ultima domanda. Cosa ne sarà del Turla? Su questo una parola chiarificatrice dell’Amministrazione comunale non c’è. Verrà utilizzato per procedere gradualmente al restauro delle altre scuole? Verrà venduto a privati, rinunciando così a un’area di pregio a ridosso del centro storico?  Domande per il momento senza risposte.
Tutta la questione ci conferma che per la Giunta Mazzatorta il problema della scuola è relativo. Se ci fosse stato interesse a dare ai nostri bambini scuole degne di una città civile, forse si sarebbero fatte meno rotonde e magari non in “prezioso materiale lapideo”, si sarebbe risparmiato nella ristrutturazione del Mausoleo della Città dove sono stati buttati 7 milioni di euro per avere una struttura  sotto utilizzata, non si sarebbero spesi vagonate di soldi per fare della stazione un salotto, con i risultati che tutti possono vedere, non si sarebbero impiegati 1,6 milioni di euro per rifare Viale Mazzini con annesso “muro del pianto”, non si insisterebbe a parlare ancora di Caserma dei Carabinieri per la quale si spenderanno più di 4 milioni e mezzo di euro. Per non parlare infine dell’annosa questione del Polo della Cultura, pozzo senza fondo dove sono finiti milioni di euro pubblici.
Chiari - Cantiere Polo della Cultura

L’Amministrazione che avrebbe dovuto cambiare nel profondo la nostra città si è caratterizzata per lo spreco inaudito di denaro pubblico: oggi ci troviamo a pagare lo scotto di tale politica scellerata. Non solo tutto il patrimonio comunale è stato venduto, ma i clarensi, per sopperire ai buchi di bilancio della Giunta Mazzatorta,  sono chiamati tutti i mesi a pagare una “addizionale Comunale Irpef” pari all’8 per mille.
Un balzello all’inefficienza!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con quanto scritto, in quanto ben documentato e soprattuto corrispondente alla verità. Aggiungo però un altra cosa...ho 39 anni e quando mi recavo per allenamento invernale (giocavo a calcio, all'epoca avevo circa 9-10 anni) nella palestra del Turla, già allora era un cesso! Possibile che in 30 anni sia ancora tale? quanti soldi si sono spesi per "rattoppare"? Nel frattempo altre scuole sono diventate strutturalmente carenti (vedi Pedersoli o Mellini) e anche qui via soldi per "rattoppare". Con tutti gli edifici che ci sono a Chiari, possibile non si sia pensato che so, a raderle al suolo (e nel frattempo traslocare altrove temporaneamente), e ricostruirle nella medesima poszione, ma moderne e funzionali?
Son passate diverse amministrazioni...nessuno ha fatto nulla.

Massimiliano Bettoni