domenica 23 agosto 2009

Tracotanza e cialtroneria



Pubblico volentieri alcuni stralci dell'articolo di Marina Corradi uscito in questi giorni sull'Avvenire:

"Chi non vuole vedere e chi muore
Sono arrivati in cinque. Erano ischeletriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il bar­cone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su bar­che così. Affastellati uno sull’altro co­me bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua...
Decine e decine di eritrei inabissati come una povera za­vorra di ossa in fondo a quello stesso mare in cui a Ferragosto incrociano na­vi da crociera, traghetti, e gli yacht dei ricchi. È questo il dato che raggela an­cor più. Perché in venti giorni, nelle acque della Libia e di Malta, e in mare aperto, qualcuno avrà pure incrociato, o almeno intravisto da lontano quel barcone; ma lo ha lasciato andare al suo destino...
Co­me picchi il sole come un fabbro sulle teste, come devasti la sete, come scar­nifichino la pelle le ustioni. Noi del mon­do giusto, che su quelle stesse acque d’a­gosto ci abbronziamo, non sappiamo quale spaventevole nemico siano le on­de, quando il motore è fermo, e l’oriz­zonte una linea vuota e infinita...
Ma c’è almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo della immigrazio­ne consente a una comunità interna­zionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. Esiste una leg­ge del mare, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa leg­ge ordina: in mare si soccorre. Poi, a ter­ra, opereranno altre leggi: diritto d’asi­lo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano...Quan­do, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiedia­mo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il tota­litarismo e il terrore, a far chiudere gli oc­chi. Oggi no. Una quieta, rassegnata in­differenza...
Cinque naufra­ghi sono arrivati a dirci di figli e mariti morti di sete dopo giorni di agonia. Nel­lo stesso mare delle nostre vacanze. U­na tomba in fondo al nostro lieto mare. E una legge antica violata, che minac­cia le stesse nostre radici. Le fonda­menta. L’ idea di cos’è un uomo, e di quanto infinitamente vale. (leggi tutto)

Questi i fatti. La risposta di Bossi è stata lapidaria: "Che le porte le apra il Vaticano, che dia lui il buon esempio". Una tracotanza che fa la pari con la cialtroneria del gioco razzista "Rimbalza il clandestino" pubblicato su Facebook dalla Lega e ideato sembra da quel genio di Renzo Bossi. (leggi qui)

1 commento:

Pf ha detto...

Colpisce e fa male il fatto che per 20 giorni questi siano stati di fatto dei "fantasmi", ignorati da tutti, contravvenendo alla legge del mare che impone di aiutare chiunque si trovi in difficoltà. Questo al di là delle responsabilità italiane o maltesi. È cosa che riguarda tutti. E non è successo. Per paura?

Fa poi riflettere il fatto che quando c'è un richiamo di tipo morale e di fatto non si hanno argomentazioni con cui ribattere la risposta sia (ma è da dire che questo tipo di risposta è piuttosto trasversale): "ci pensassero loro con i soldi che hanno, invece di farci la predica" oppure "stiano zitti che in passato si sono comportati ben peggio".

Attualmente il giochino "Rimbalza il clandestino" è stato rimosso. Resta solo, per chi non potesse farne a meno, "converti il comunista"

http://apps.facebook.com/converticomunista/


Paolo