Pubblico volentieri alcuni stralci dell'articolo di Marina Corradi uscito in questi giorni sull'Avvenire:
"Chi non vuole vedere e chi muore
Sono arrivati in cinque. Erano ischeletriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il barcone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su barche così. Affastellati uno sull’altro come bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua...
Decine e decine di eritrei inabissati come una povera zavorra di ossa in fondo a quello stesso mare in cui a Ferragosto incrociano navi da crociera, traghetti, e gli yacht dei ricchi. È questo il dato che raggela ancor più. Perché in venti giorni, nelle acque della Libia e di Malta, e in mare aperto, qualcuno avrà pure incrociato, o almeno intravisto da lontano quel barcone; ma lo ha lasciato andare al suo destino...
Come picchi il sole come un fabbro sulle teste, come devasti la sete, come scarnifichino la pelle le ustioni. Noi del mondo giusto, che su quelle stesse acque d’agosto ci abbronziamo, non sappiamo quale spaventevole nemico siano le onde, quando il motore è fermo, e l’orizzonte una linea vuota e infinita...
Ma c’è almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo della immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. Esiste una legge del mare, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: diritto d’asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano...Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza...
Cinque naufraghi sono arrivati a dirci di figli e mariti morti di sete dopo giorni di agonia. Nello stesso mare delle nostre vacanze. Una tomba in fondo al nostro lieto mare. E una legge antica violata, che minaccia le stesse nostre radici. Le fondamenta. L’ idea di cos’è un uomo, e di quanto infinitamente vale. (leggi tutto)
Questi i fatti. La risposta di Bossi è stata lapidaria: "Che le porte le apra il Vaticano, che dia lui il buon esempio". Una tracotanza che fa la pari con la cialtroneria del gioco razzista "Rimbalza il clandestino" pubblicato su Facebook dalla Lega e ideato sembra da quel genio di Renzo Bossi. (leggi qui)
"Chi non vuole vedere e chi muore
Sono arrivati in cinque. Erano ischeletriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il barcone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su barche così. Affastellati uno sull’altro come bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua...
Decine e decine di eritrei inabissati come una povera zavorra di ossa in fondo a quello stesso mare in cui a Ferragosto incrociano navi da crociera, traghetti, e gli yacht dei ricchi. È questo il dato che raggela ancor più. Perché in venti giorni, nelle acque della Libia e di Malta, e in mare aperto, qualcuno avrà pure incrociato, o almeno intravisto da lontano quel barcone; ma lo ha lasciato andare al suo destino...
Come picchi il sole come un fabbro sulle teste, come devasti la sete, come scarnifichino la pelle le ustioni. Noi del mondo giusto, che su quelle stesse acque d’agosto ci abbronziamo, non sappiamo quale spaventevole nemico siano le onde, quando il motore è fermo, e l’orizzonte una linea vuota e infinita...
Ma c’è almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo della immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. Esiste una legge del mare, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: diritto d’asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano...Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza...
Cinque naufraghi sono arrivati a dirci di figli e mariti morti di sete dopo giorni di agonia. Nello stesso mare delle nostre vacanze. Una tomba in fondo al nostro lieto mare. E una legge antica violata, che minaccia le stesse nostre radici. Le fondamenta. L’ idea di cos’è un uomo, e di quanto infinitamente vale. (leggi tutto)
Questi i fatti. La risposta di Bossi è stata lapidaria: "Che le porte le apra il Vaticano, che dia lui il buon esempio". Una tracotanza che fa la pari con la cialtroneria del gioco razzista "Rimbalza il clandestino" pubblicato su Facebook dalla Lega e ideato sembra da quel genio di Renzo Bossi. (leggi qui)
1 commento:
Colpisce e fa male il fatto che per 20 giorni questi siano stati di fatto dei "fantasmi", ignorati da tutti, contravvenendo alla legge del mare che impone di aiutare chiunque si trovi in difficoltà. Questo al di là delle responsabilità italiane o maltesi. È cosa che riguarda tutti. E non è successo. Per paura?
Fa poi riflettere il fatto che quando c'è un richiamo di tipo morale e di fatto non si hanno argomentazioni con cui ribattere la risposta sia (ma è da dire che questo tipo di risposta è piuttosto trasversale): "ci pensassero loro con i soldi che hanno, invece di farci la predica" oppure "stiano zitti che in passato si sono comportati ben peggio".
Attualmente il giochino "Rimbalza il clandestino" è stato rimosso. Resta solo, per chi non potesse farne a meno, "converti il comunista"
http://apps.facebook.com/converticomunista/
Paolo
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