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Massimiliano Magli |
Il lungo articolo di Massimiliano Magli “Mazzatorta, chi era costui?” (
Il Giornale di Chiari giugno 2011 –
leggi qui), ha un incipit venato da una malinconia quasi crepuscolare. Il tempo passa e “
tutto verrà seppellito dal correre degli anni”.
Ahinoi, anche la Giunta di Sandro Mazzatorta!
Peccato, visto che il sigillo che contraddistingue la vicenda di questo sindaco, “
unico vero protagonista della vita amministrativa di Chiari”, è la parola
“fare”. “Uomo del fare”. Non è stata forse questa la definizione data di se stesso al tempo della crisi del 2007 quando stava per rimetterci la poltrona? Perchè non credergli, visto che sa apparire tanto convincente?
Leghista sui generis dice Magli, forse meno di tanti “candidati di centro sinistra”, Mazzatorta concede alla causa leghista quanto basta per essere accreditato nel giro che conta. Certo ha gridato come tutti all’invasione dei barbari, ha voluto le ronde padane, ha smantellato il campo nomadi, ha chiuso lo sportello immigrati, ha aperto un distaccamento di polizia presso la stazione, ha perfino fatto smantellare le panchine in piazza Rocca. Ma non fatevi impressionare, l’invasione ha proseguito peggio e più di prima, le ronde padane si sono trasformate in accompagnatori di funerali, i nomadi sono ancora in giro per la campagna di Chiari, gli stranieri sono costretti ad affollare gli uffici postali per sbrigare le loro pratiche, il distaccamento di polizia di fatto non è stato mai aperto, le panchine sono state tolte e poi rimesse. Grandi risultati di cui andare fieri.
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Il Sindaco di Chiari
Sen. Sandro Mazzatorta |
Di fronte a tanto impegno e a tanta “concretezza”, a Magli verrebbe veramente la voglia di prendere il megafono e gridare al mondo la sua accorata passione di natura squisitamente intellettuale e politica per questo grandioso personaggio. “Il professorino”, come veniva chiamato quando stava all’opposizione, “il tizio di Verbania, temuto e odiato”. E verrebbe la voglia di prendere il megafono anche perchè ci sono dei “poveri cristi”, degli “autentici diffamatori” (leggi Chiari Blog e il suo autore), che hanno l’ardire di affermare che si elogia Mazzatorta solo perchè il giornale su cui si scrive “accoglie da mesi pagine acquistate dal Comune”. Che miseria, che infamia!
Magli, nell’impeto della sua sviolinata, si azzarda a dire che mai ha “visto la città cambiare come ora”. Viabilità migliorata, migliorato l’apparato burocratico, promosso il sistema culturale, incentivata la politica abitativa, assunto un ruolo strategico per ciò che concerne la Polizia Locale. Ragazzi, se non ci fossero Mazzatorta e il suo cantore Magli, bisognerebbe inventarli!
Peccato però che si sprechino secchiate di inchiostro per rivestire di meraviglia modesti risultati amministrativi, senza peraltro mai approfondirli, mentre si tace sui grandi progetti mai realizzati, quei progetti che nelle intenzioni avrebbero dovuto cambiare questa città dalle fondamenta.
La politica rivoluzionaria lanciata da Mazzatorta nel 2004, si è afflosciata come un soufflè mal riuscito e a noi non resta che raccogliere i cocci di un’azione amministrativa vanagloriosa e inconcludente.
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Il cantiere del Polo della Cultura |
Che fine hanno fatto i Poli scolastici sui quali il Sindaco ci stava rimettendo le penne? E il fantomatico Polo della Cultura? Quanto ci costerà alla fine non averlo realizzato? Per il momento un milione di euro dato ad Eleca e non ancora recuperato, il Cinema Comunale inopinatamente raso al suolo, soldi a palate per abbatterlo, denari per spostare piante, pali della luce, servizi vari, quattrini per togliere e mettere asfalto e poi parcelle di avvocati a valanghe.
Forse Magli avrebbe fatto bene a ricordarsi anche del Polo del Benessere, del Nuovo Polo Sportivo, della Caserma dei Carabinieri, del Caffè Letterario, della Stazione mai diventata un salotto, del distaccamento della Polizia Locale sempre chiuso e dell’inutile Info Point. Tutte bolle di sapone scoppiate una dietro l’altra. In compenso il mercato è stato allontanato dalla sua sede naturale, desertificando il Centro Storico e l’unica sala pubblica a disposizione dei cittadini, il Salone Donegani, è stata utilizzata per uffici che avrebbero potuto tranquillamente stare nella sede comunale.
Naturalmente queste cose sono ben note al vespertino Magli, ma egli invece di andare a porre domande scomode a chi governa la nostra città, se la prende con i rappresentanti del Pd rei, pensate un po’, di fare il loro mestiere di opposizione. Non solo. Strilla di essere stato oggetto di “insulti e diffamazioni gravissimi”, insulti e diffamazioni che coinvolgono “in modo vergognoso persone, personaggi e amministratori”. Nel meraviglioso mondo di “Amelie-Magli”, fatto di veline e telefonate interessate, parlare di fatti è diffamazione, mettere i pubblici amministratori di fronte alla responsabilità dei loro atti è un insulto intollerabile, chiedere un minimo di obiettività a chi deve raccontare la città è una “castroneria”. In ogni modo, se si sente offeso e diffamato, non deve fare altro che presentare denuncia alle autorità competenti. I suoi amici gli possono indicare la strada.
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Sandro Mazzatorta |
Quando si parla di programma non realizzato il Sindaco pretende di salvarsi in corner evocando la crisi. Se non ci fosse stata la crisi tutte le belle cose contenute nei suoi programmi elettorali le avrebbe sicuramente portate a termine. Come diceva quel personaggio di Petrolini? “A me, m'ha rovinato la guerra, se non c'era la guerra a quest'ora stavo a Londra”. A Mazzatorta l’ha rovinato la crisi. Se non ci fosse stata la crisi a quest’ora stava al Governo.
Faremmo però torto alla verità se tacessimo delle cose realizzate. Perchè non parlare quindi dell’uso a dir poco disinvolto del denaro pubblico? In consulenze e progetti che hanno dato niente alla città si sono spesi milioni e milioni di euro. E che dire del programma delirante di rotonde di cui abbiamo perso il conto? Quante sono 25 – 30? Per realizzarle si sono spesi più di 9 milioni di euro, con l’aggravante che avendole realizzate in “prezioso materiale lapideo” ci sono stati tali e tanti problemi da costringere l’Amministrazione a togliere precipitosamente il porfido da alcune di esse e sostituirlo con vile asfalto.
Il Nuovo Museo della Città invece è stato realizzato vendendo buona parte del patrimonio comunale. Ora però non sanno cosa farne, perchè manca uno straccio di politica culturale per dare un senso alla vagonata di soldi spesi (quasi 7 milioni di euro). Forse dovremo chiedere aiuto alla “polverosa” Fondazione Morcelli-Repossi, alla faccia del “museo dinamico” decantato da Mazzatorta.
E’ proprio vero, la bellezza è negli occhi di chi guarda. Magli, che ha visto la luce, vede una città splendente, mentre noi, “poveri cristi”, vediamo una città piena di ombre. Certo, i nostri occhi sono velati dal pregiudizio. Se non fosse così vedremmo innalzarsi nei cieli di Chiari il costoso Airpol tedesco, presidio della nostra sicurezza. Peccato che sino ad oggi abbia scoperto solo un minuscolo orto di marijuana e un micro deposito di rifiuti da demolizione. Ma vedrete, si farà. “Tremate malvagi ovunque voi siete!”.
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Cantiere della BreBeMi |
Però i nostri occhi, nonostante il pregiudizio, sono abbastanza aperti da vedere cosa sta succedendo a sud del territorio di Chiari. L’intera campagna viene stravolta dal passaggio delle due grandi infrastrutture: Tav e BreBeMi. Non solo territorio rubato all’agricoltura, ma cascine ridotte in macerie, aziende agricole distrutte e famiglie e vite e ricordi spezzati. Come se non fosse già arduo accettare questa apocalisse che viene da lontano, il Sindaco e la sua brillante Giunta che tanto piacciono al nostro caro Magli, ci mettono due carichi da dieci: il Polo Logistico e due mega aree di Servizio.
In totale sono 550 mila i mq sottratti alla campagna, 80 campi di calcio solo per queste due strutture volute dal Sindaco. A questi naturalmente sono da aggiungere i 123 ettari necessari per l'autostrada e quelli, ancora da determinare, per la Tav. Alla fine quanto territorio agricolo clarense andrà in fumo?
Sono cose tanto eclatanti che inducono il giudizioso Magli, in un altro articolo dello stesso giornale, a stracciarsi le vesti e piangere sulle “tonnellate di cemento gettate lungo la campagna fra Chiari e Castrezzato”, sulla “Cascina Ciliegia sbriciolata”, sulla “terra bruciata nella nostra campagna”. Il patos raggiunge livelli di coinvolgimento totale quando, profetico, lancia l’invettiva finale “ricordate che la storia seminata con l’asfalto (sic) in luoghi in cui per vivere si è seminato per davvero e per secoli farà una gran fatica a ridare un minimo frutto”. Roba da sentirsi accapponare la pelle! Peccato però che lì si parli di Francesco Bettoni, il Presidente di BreBeMi, l’uomo “che ce l’ha fatta”, l’uomo che “è andato sino in fondo”, mentre gli agricoltori no, loro non ce l’hanno fatta e come innocenti “agnelli” sono stati sacrificati. Di Mazzatorta e delle sue rovinose decisioni neppure una riga, una virgola, un accenno. Quando deve parlare del suo sindaco prediletto in Magli scatta l’autocensura preventiva, come avviene in questo periodo a tanti reggicoda del giornalismo italiano.
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