lunedì 6 febbraio 2012

Derelitte

Come era stato chiesto da questo blog, il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Bertinotti Formenti ha avuto due incontri con le competenti Commissioni consiliari per discutere in merito alla ristrutturazione dello stabile delle Derelitte  e  alle relative politiche socio-assistenziali.
lo stabile delle Derelitte
Questo di per sè è stato un fatto positivo perchè ha portato all’attenzione del Consiglio Comunale, organo rappresentativo di tutta la cittadinanza, un problema di rilevante portata. Forse sarebbe stato meglio tenere questo incontro prima di rilasciare dichiarazioni  agli organi di stampa, ma sempre meglio che niente.
Rimangono alcune forti perplessità:
1) è stato affermato che l’ex “Conventino” non verrà venduto. Ottima notizia. Resta però da capire da dove sia uscita l’indiscrezione che sarebbe stato destinato “al mercato immobiliare, con soluzioni residenziali o direzionali”. La fonte giornalista di solito riporta dichiarazioni di prima mano assunte in ambienti molto vicini al sindaco e ai suoi collaboratori.  Se è stato scritto questo, sicuramente qualcuno quella frase la deve aver pronunciata e se l’ha pronunciata significa che ha allungato gli occhi sulla pregiata struttura. La notizia della “non vendita” è buona, ma i dubbi restano;
il cortile delle Derelitte
2) il Presidente della Fondazione ha spiegato che la riqualificazione dell’immobile era necessaria in quanto la struttura era ormai pericolante. Non facciamo fatica a crederlo visto che di questa ristrutturazione si parla da almeno 30 anni. E' bene recuperare all'uso della Comunità clarense un importante complesso edilizio di pregevole valenza storica e monumentale La copertura finanziaria dell’operazione è data dai proventi degli espropri  BreBeMi e TAV e  quindi non ci dovrebbe essere bisogno di ulteriori alienazioni di patrimonio. Bene.
Facciamo un inciso. Lo stabile delle Derelitte ha grosso modo una superficie utile pari a quella dell’ex Comune-Anagrafe-Carceri. Il costo preventivato per il suo recupero, pur aggiungendo un ragionevole incremento dovuto a  qualche imprevisto, è meno  della metà di di quello del Nuovo Museo della Città. A costo di essere noiosi, riaffermiamo che la ristrutturazione dell’ex Comune è costata una follia, anzi un treno di “ampolle di sangue”.
3) il Presidente Franzoglio è stato  abbastanza chiaro nell’esporre i dati riguardanti gli aspetti immobiliari dell’operazione, ma è stato molto vago sugli aspetti di politica socio-assistenziale. Le perplessità espresse nel mio precedente post rimangono tutte. Affermare di essere disponibili a valutare eventuali suggerimenti, non toglie dalla testa i dubbi che si sta portando avanti un’operazione, pur necessaria, senza aver bene in mente cosa fare una volta recuperato lo stabile;
4) a questo punto sarebbe utile sapere quale sia la posizione del Comune e in particolare dell’Assessorato alle Politiche sociali e servizi alla persona. Pur facendo salva l’autonomia gestionale del Consiglio della Fondazione, occorre  che l’Assessore faccia da tramite fra il Comune e la Fondazione (e le Fondazioni sarebbe meglio dire) per sviluppare assieme un piano integrato di politiche socio-assistenziali nei confronti di giovani, anziani e persone in difficoltà. Occorre vincere le tendenze a rinchiudersi nei propri cortili, a pensare che la Fondazione di cui si è amministratore pro-tempore, sia  il luogo da salvaguardare da ingerenze esterne. Questa sembra essere la volontà manifestata dalla Fondazione Bertinotti Formenti e si può auspicare che si perseveri in questa direzione. Le Fondazioni sono un patrimonio della città, beni che ci sono stati tramandati dai nostri padri, beni che devono servire a dare sostegno ai bisognosi, non fortilizi in cui rinchiudersi, non mezzi per fare affari.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Le Fondazioni sono un patrimonio della città, beni che ci sono stati tramandati dai nostri padri, beni che devono servire a dare sostegno ai bisognosi, non fortilizi in cui rinchiudersi, non mezzi per fare affari"

ma il patrimonio dev'essere salvato e se possibile incrementato, non lasciare che si estingua per deperimento, incuria e mala gestione.