domenica 12 febbraio 2012

La città prima di tutto

Ho accolto volentieri nel mio blog il contributo di Luca Gorlani, perchè anch’io penso sia venuta l’ora di iniziare a ragionare non tanto sulle prossime elezioni amministrative, quanto sulla nostra città. Secondo il mio punto di vista, quello che deve essere messo al centro di ogni ragionamento deve essere la città, intesa come comunità organizzata con i suoi problemi, i suoi bisogni, i suoi interessi.
Chiari - il centro storico
Qualsiasi riflessione però si voglia fare, non può non partire da una valutazione approfondita  delll’esperienza della Giunta Mazzatorta. Questo blog ha seguito passo passo e con voce critica, il dipanarsi di questa esperienza. Oggi però occorre un lavoro di analisi più approfondito che serva a leggere complessivamente questa vicenda.
Non è un lavoro che parte da zero. In questi anni, pur in mezzo a molte difficoltà, i partiti dell’opposizione presenti in Consiglio Comunale, hanno continuato a svolgere il loro lavoro di critica a quanto veniva fatto dall’Amministrazione, cercando di suggerire possibili alternative. Se la parola “politica” a Chiari ha ancora un senso, lo si deve in particolar modo all’attività svolta dai partiti dell’opposizione che hanno sollecitato con il loro impegno e magari non sempre riuscendoci, l’affermarsi di una cittadinanza attiva. Da questo punto di vista, la Giunta Mazzatorta, ha cercato in tutti i modi di ridurre gli spazi di democrazia, sia all’interno del Consiglio Comunale sia fuori. I luoghi deputati all’incontro sono ormai inaccessibili per i comuni mortali e sciagurate scelte amministrative hanno privato la città dei luoghi di discussione e intrattenimento.
Mi sembra pertanto del tutto incomprensibile pretendere dai partiti che meglio hanno rappresentato le istanze di partecipazione e democrazia nella nostra città, un abbassamento del “tono della loro identità politica”. Cos’è questo, il necessario  tributo da versare sull’altare dell’antipolica, tanto di moda in questo momento o un riposizionamento tattico per non dare all’avversario punti di riferimento?
Se i partiti hanno ancora una loro dignità, forse è giunto il momento che esprimano pienamente  quanto la nostra Costituzione stabilisce  all’art. 49:  tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere "con metodo democratico" a determinare la politica nazionale”.
Il Partito Democratico, pur con tutte le carenze di questo mondo, vuole avere l’ambizione, di concorrere con metodo democratico a determinare la politica, sia essa locale che nazionale. E poichè concorrere vuol dire correre insieme per raggiungere un obiettivo, va da sè  che il PD vuole partecipare assieme ad altri soggetti per determinare le scelte di politica nazionale e locale. E questi soggetti sono gli altri partiti facenti parte di una coalizione, sono soggetti non iscritti a partiti in grado di concorrere con il loro bagaglio di conoscenze alla composizione di un programma, sono le varie associazioni presenti sul territorio e disponibili a un dialogo aperto e franco.
Parlare di “cucinerie dei partiti” significa avere un concetto del tutto negativo della politica che mal si concilia con un impegno alto e disinteressato. Nel PD, specie in quello di Chiari, non esistono “cucinerie”, ma esistono persone che si confrontano liberamente sui problemi della città.
Aggiungo una considerazione del tutto personale. Secondo il mio punto di vista, il candidato sindaco del centrosinistra deve essere espresso dai partiti presenti in quest’area. Il motivo è semplice ed è la conseguenza del discorso  fatto sin qui. Questi partiti sono quelli che in questi anni hanno fatto politica, conoscono i problemi, sanno offrire soluzioni, hanno il  personale all’altezza della sfida.
Condivido pienamente la considerazione che non basta avere un buon candidato e un buon programma per vincere. Occorre che attorno ci sia la passione, il coinvolgimento di larghi strati della popolazione o come dice Luca Gorlani  “un moto popolare”.

manifestazione elettorale a Chiari

Quanto al “programma realmente alternativo” voglio aggiungere queste brevi considerazioni.  Appare del tutto evidente che la battaglia politica dei prossimi anni si giocherà per buona parte sulla grande questione dell’utilizzo del territorio. Il passaggio delle due grandi infrastrutture con tutti gli sventramenti connessi, possono rappresentare solo l’inizio di un processo di massiccia urbanizzazione del territorio. Se nel 2014 rivincerà una coalizione di centrodestra è certo che questo avverrà. Noi dobbiamo mettere in campo una proposta condivisa che cerchi di salvaguardare il territorio da ulteriori scempi. E’ il discorso che come PD stiamo portando avanti ormai da qualche anno. Non si tratta solo di “tecnicismi”, si tratta di proposte che sono perfettamente in antitesi che le proposte e le realizzazioni della Giunta Mazzatorta.

3 commenti:

Luca Gorlani ha detto...

Ringrazio Enzo per l'attenzione e penso che il tono sia quello giusto. Persone che non per forza sono d'accordo fra di loro ma che discutono, anche animatamente, attorno al che fare.
Penso che una delle maggiori preoccupazioni non stia solo nei contenuti, ma nel come possono questi essere veicolati. Non ce l'ho con la forma partito ne tanto meno con il PD di Chiari (su quello nazionale invece mantengo tutte le mie riserve) ma penso che altre forme aggregative e con un'identità meno diretta possano avere maggior possibilità di successo nella sfida con il centro destra. Se guardiamo a esperienze vicine (non sono poche) vediamo che queste riescono a sintonizzarsi con le necessità del territorio, dando minore diffidenza e venendo premiate. Non mi sognerei mai di fare una critica con questa mia alla forma partito. E' chiaro che questa non può solo essere una furbata di facciata, ma deve costruirsi su basi culturali originali. Lo dico con molto rispetto davvero, ma l'asse culturale che ha retto il centro sinistra a Chiari, formato dalla cultura cattolico popolare e solidaristica proveniente dall'esperienza conciliare e la sinistra post-comunista, non è più in grado di intersecarsi con la realtà sociale. Occorrono schemi nuovi, altre prospettive che vedano protagoniste altre generazioni. Questo percorso va aiutato, costruito e dentro l'alveo dei partiti non ci sta.
Non volevo offendere nessuno con il termine "cucinerie", volevo solo indicare un percorso di costruzione di alleanza politica che si sviluppa solo all'interno dei partiti. Con..., ma non solo... grazie ancora ad Enzo per lo spazio e per l'interlocuzione

Anonimo ha detto...

ahahahahahaha!!!!!!!!
E voi pensate di catturare l'interesse delle associazioni, quello del popolo e, nel contempo, invogliare la costituzione di liste civiche che puntino nella stessa direzione con questa dialettica politichese.....
Ho paura che la pezza sarà peggio del buco.

ZETA ha detto...

Ma chi sarà l'anonimo delle 20:54.
Uno che usa ancora la parola "popolo",
quando qui si parla di persone , di cittadinanza attiva, di responsabilita civica e di bene comune.
E usa con disprezzo la frase "dialettica politichese", almeno ci fosse più dialettica politica nel governare la città, invece negli ultimi 7/8 anni c'è stata solo dialettica "affaristica".
Ripeto le liste civiche devono nascere spontaneamente e reggersi con le proprie gambe, questo darebbe a loro più forza e più credibilità.