mercoledì 8 febbraio 2012

Per una svolta radicale

Ricevo e volentieri pubblico lo scritto inviatomi da Luca Gorlani.
E’ un ragionamento, peraltro già pubblicato su  Facebook, che apre al grande dibattito che presto sarà avviato in vista delle prossime elezioni amministrative del 2014. Molti sono i temi sollevati e molti gli spunti di approfondimento. Penso sia il caso di cominciare quella riflessione che deve vedere coinvolti nei prossimi mesi, partiti, forze sociali e società civile.

Che fare?
Le elezioni amministrative a Chiari si terranno nella primavera del 2014. Ai
più questa potrà sembrare come una non notizia. Per chi ha invece a cuore le
sorti della comunità clarense dovrebbe suonare come un campanello di sveglia!
Mi riferisco ovviamente a tutti coloro che pensano che l’attuale maggioranza
politica che governa la città debba divenire minoranza. Si dirà: i tempi sono
prematuri, come si fa a preconizzare un progetto vista la sdrucciolevole e
precaria condizione della politica locale e no? Penso più prosaicamente invece
che i tempi di tutto ciò siano non solo maturi, ma se si vuole realizzare un
progetto politico che abbia una qualche radice si sia già in ritardo. E si è in
ritardo rispetto a queste tematiche che a me paiono fondanti:
1. Non si da un progetto e un programma politico da anteporre al centro destra
all’interno di uno schieramento canonico di centro sinistra come quello
costituito nelle due ultime tornate amministrative. Le esperienze locali che si
sono espresse con chiarezza e anche radicalità di contenuti, abbassando il tono
dell’identità politica sono state premiate, ciò deve essere preso a modello.
2. Sarà una sconfitta costruire un programma politico, per quanto si voglia
bellissimo, intelligentissimo, colto e lungimirante se questo non è sostenuto
da un moto popolare più profondo e che va oltre le cucinerie dei partiti, delle
associazioni, dei cani sciolti che pesano.
3. Non si costruisce un progetto e un programma politico se non si esprime un
chiaro messaggio realmente alternativo al centro destra. Questo dovrà
realizzarsi in modo da essere articolato con chiarezza anche simbolica e non
fare il verso a quello leghista sulla sicurezza intesa come ordine pubblico. Ma
non deve essere un proclama amministrativo ma pienamente politico. Dire: “la
nostra politica è amministrare” è un grave errore che concede ad un tecnicismo
che svuota il termine politica della sua essenza.
4. Un programma e un progetto politico deve indicare una strada municipale per
affrontare la crisi attuale. Deve produrre risposte credibili riguardo al come,
al cosa e al come produrre in questo territorio non da qui a cinque anni, ma da
qui a dieci, vent’anni. E in particolare riguardo alle energie, alla qualità
dell’acqua, dell’agricoltura e della mobilità del comprensorio di Chiari.
5. Deve essere data credibile risposta a questi temi: Trafilerie Gnutti e suo
rapporto con la municipalità; la questione immigrazione: è necessaria una
diversa prospettiva di governo e relazione con questa realtà. Mettere al centro
il tema della ricostruzione della comunità clarense attraverso azioni
culturali, sociali e urbanistiche atte a ricomporre un territorio lacerato sia
in termini ambientali, ma ancor di più sotto quelli sociali e relazionali. Non
può, non deve essere la paura l’unico minimo comun denominatore partecipativo,
non può esserlo solo la merce comprata e scambiata. Quale chiara disposizione
urbanistica attorno alle ferite arrecate al territorio clarense dalle grandi
opere. Le politiche sociali e culturali intese nella prospettiva di una piena
partecipazione delle persone portatrici di risorse personali e non di
problemi.
6. Chiari ha bisogno di realizzare un progetto scolastico adeguato non solo ai
tempi attuali, ma di quelli a venire. Un progetto politico deve indirizzare i
suoi sforzi in maniera prioritaria su questo tema specifico.
7. Aprire al mondo giovanile favorendo la partecipazione politica. Ai giovani
dobbiamo guardare per fare in modo che siano testimoni attivi di questo
progetto che non si interrompa con questa tornata elettorale.
Una svolta radicale, uso questo termine non a sproposito, per realizzarlo
dovremmo avere la forza di partire sin da oggi a discuterlo con tutti quelli
che hanno la voglia e la determinazione di realizzare davvero un'altra
municipalità.

Luca Gorlani

7 commenti:

Anonimo ha detto...

....uauh !!!

C'è una "cosetta" che non riesco a capire (è nota la mia confusa e scarsa capacità intellettuale...)
che il Signor Luca dovrebbe spiegarmi... ;
Lui dice ,
"Sarà una sconfitta costruire un programma politico, per quanto si voglia
bellissimo, intelligentissimo, colto e lungimirante se questo non è sostenuto
da un moto popolare più profondo e che va oltre le cucinerie dei partiti, delle
associazioni, dei cani sciolti che pesano."
Poi dice ...
"Una svolta radicale, uso questo termine non a sproposito, per realizzarlo
dovremmo avere la forza di partire sin da oggi a discuterlo con tutti quelli
che hanno la voglia e la determinazione di realizzare davvero un'altra
municipalità"
.... cioè ?
Sarà che lavorando a brescia stò fuori dalla clarensità troppo tempo , ma mi dice , il Signor Luca chi sarebbero questi clarensi doc ?

Boh ... attendo !! Perdonatemi una cattiveria gratuita , ma nel senso politico non rivolta
alla persona , spero solo che non "ci caschi" e rischi di proporre a qualcuno del PD di fare
il prossimo Sindaco !!!

Per me un buon candidato sindaco è l'amico Massimo V.

grazie per l'occasione di dibattito , Giuliano Tonelli.

Anonimo ha detto...

Onde evitare che ognuno candidi il suo amico di turno, da elettore del PD, spero che ci sia un candidato del Partito Democratico scelto con le primarie,di partito o di coalizione.

ZETA ha detto...

Alcune affermazioni fatte da Gorlani mi suonano strane,forse fatte da qualcuno che nella scorsa campagna elettorale non era a Chiari o ha ascoltato solo le campane che gli facevano comodo. Questo perché secondo il mio umile pensiero, chi chiede di creare nuove alleanze lo deve fare nella chiarezza, nella verità/conoscenza delle affermazioni che fa e senza criticare le scelte che qualcuno ha fatto in passato.
Anche se concordo con lui per quanto afferma sulle prossime elezioni:
“Penso più prosaicamente invece
che i tempi di tutto ciò siano non solo maturi, ma se si vuole realizzare un progetto politico che abbia una qualche radice si sia già in ritardo.”
Sul punto:
1) Non mi sembra che nell’ultima tornata elettorale il nostro era uno “schieramento canonico di centro sinistra”.
Non dovremmo presentarci in una coalizione come PD ?!!!!!!!
2) Se non mi ricordo male il nostro programma lo abbiamo costruito incontrando le persone.
Chi sarebbero i cani sciolti???? Forse chi nel centro destra pensa che ci sia un altro modo di fare politica diverso all’attuale maggioranza.
3) A quanto pare il nostro messaggio non era e non è alternativo al centro destra?!!!!!!
4) Sulla prima parte sono d’accordo.
Sulle proposte vorrei ricordare tra i vari punti del nostro programma, il punto 1 e 4 ecc ecc.
5) Vedi 4
6) Sulle politiche per la scuola sono d’accordo. Ma di progetti abbiamo già dato anche se si può sempre migliorare.
7) Per il mondo giovanile sfonda una porta aperta.

Luca Gorlani ha detto...

Prima di tutto ringrazio Zeta per l'interlocuzione...
Sono tante le questioni avanzate e vorrei cercare di chiarire.
Ha ragione Zeta a correggermi quando afferma che lo schieramento andava oltre il canonico C-S. Tuttavia l'operazione non mostrava questo nuovismo. Mi pare che fosse giocato all'ultima ora, simbolicamente poco efficace. Io non ho visto una reale alternativa al centro destra, ma una subalternità e un timore soprattutto nell'affrontare i nodi irrisolti della comunità clarense, immigrazione in primis.
Un altro tema su cui vorrei spiegarmi: si io penso che i partiti dovrebbero fare un passo indietro e sostenere, sospingere una lista civica dal basso contenuto identitario ma di forte azione progettuale. Un progetto affidato ad una nuova generazione politica.

ZETA ha detto...

A! Scusate ZETA sono io: Angelo Boccali.
Scusa ma nel tuo ultimo commento hai fatto due affermazioni che per me fanno a "pugni":
...all'ultima ora, simbolicamente poco efficace...
e poi più avanti
...una lista civica dal basso contenuto identitario...
spiegami meglio.

"forte azione progettuale" vorresti dire che i partiti, di cui anche tu hai fatto parte in passato, non hanno progettualità a livello locale?

Dal mio punto di vista una lista civica deve nascere ed avere la forza di camminare con le proprie gambe, senza "sospingimenti" di partiti, altrimenti sarebbe già classificata "geopoliticamente".
Invece dovrebbe essere aperta a 360° a tutte quelle persone che cercano il bene comune (questo sarebbe il vero nuovismo).
A questo punto la lista potrà cercare un dialogo con quei partiti o movimenti politici che condivideranno il loro progetto politico.

Luca Gorlani ha detto...

Io penso che la dimensione identitaria nazionale dei partiti non riesca simbolicamente a reggere il confronto con la realtà locale. Io penso che i partiti debbano far nascere localmente un esperienza che divenga una civica che riesca a proporre un fare concreto abbassando il tono identitario (destra, sinistra per es). Questo dovrebbe essere un gruppo di giovani che trova supporto in persone esperte e
capaci che danno esternamente una mano.

Anonimo ha detto...

Per quanto concerne la necessità di un rinnovamento delle persone e di un cambiamento generazionale, che sarebbe necessario anche a livello nazionale, mi trovaste pienamente daccordo. Sui temi anche il sig. Gorlani non mi convince in quanto richiama alcuni temi di discussione tanto cari a certa cultura catto-comunista-ambientalista. Difficile così trovare supporto a 360°. Del resto ritemgo difficile ottenere il risultato di uniformare in un'unica proposta modi di vedere le cose talvolta agli antipodi. Pensare di mettere daccordo uno di estrema destra ed uno di estrema sinistra perchè si uniscano in un unico movimento per il bene di un paese è utopistico. L'esempio nazionale insegna. Una bella macedonia di partiti attorno ad un governo tecnico che quando vuole far passare i suoi provvedimenti comunque ricorre al voto (molto democratico) di fiducia altrimenti non ne caverebbe un ragno da un buco.
Comunque buon lavoro.
G.V.