Ormai è diventata una consuetudine. A Chiari, quando c’è da costruire un insediamento industriale, lo si fa solo ed esclusivamente al di sotto del piano campagna. Forse è questo il significato di quella “rivoluzione sotterranea” suggerita dai nostri pubblici amministratori in un dossier pubblicato qualche tempo fa da Chiari Week.
Il tutto ha preso avvio con il super tecnologico Polo Logistico Logimea-Auchan, quello per intenderci che avrebbe dovuto assorbire, parole di Sindaco, 200-250 operai (come risulta verbalizzato in una riunione della Commissione Urbanistica). Si è scavata una trincea di oltre cento metri, allo scopo si diceva, di contenere delle vasche antincendio. Peccato che le vasche o meglio i serbatoi antincendio fossero previsti da tutt’altra parte e che nella suddetta trincea venisse seppellita terra di coltivo.
"Salve, sono il sig. Wolf, risolvo problemi" (clicca qui) |
A quel punto, l’azienda che stava eseguendo i lavori, si è trovata in mezzo ai piedi una vera e propria montagna di ghiaia. Caspita, un bel problema! Che fare? Come il signor Wolf di Pulp Fiction che risolve problemi, i nostri Amministratori sono intervenuti per togliere d’impiccio la povera azienda, deliberando prontamente e a posteriori una bella variante edilizia. La ghiaia è stata portata fuori dal sito, venduta con lauti guadagni e tutti vissero felici e contenti.
L’operazione era riuscita così bene che si è pensato di replicarla a distanza di poco tempo. L’occasione è la BreBeMi. Nonostante gli sventramenti del territorio clarense dovuti al passaggio delle due grandi infrastrutture (BreBeMi e Tav), il Sindaco autorizza, senza battere ciglio, la realizzazione di due grandi aree di servizio.
Chiari - BreBeMi e area di servizio a sud |
Così oltre ai 23 ettari di buona campagna utilizzati per il sedime della BreBeMi, si aggiungono altri 200 mila mq per le aree di servizio. Con una particolarità però. Queste aree vengono realizzate a ben oltre 5 metri sotto il piano campagna, quando l’autostrada passa a un livello di 3-4 metri al di sopra. Una contraddizione per nulla comprensibile se non con il fatto che scavando a più di 5 metri si ricava una montagna di ghiaia. Buona ghiaia che messa sul mercato permette introiti milionari e senza neppure pagare la risibile tariffa relativa ai diritti di escavazione prevista dalla Regione Lombardia. Dove sono andati a finire quei soldi? A precisa domanda, fatta in seno all’Osservatorio Grandi Infrastrutture, le risposte sono state alquanto vaghe.
Oggi apprendiamo che gli insediamenti industriali e artiginali che verranno realizzati all’interno del Polo del Produrre saranno leggermente interrati. Tre-quattro metri suggerisce qualche gola profonda. Ma si sa, quando si cominciano certi lavori e si fanno entrare in campo bulldozer mastodontici, non si può certo pretendere la precisione del chirurgo. Qualche metro in più ci scappa sempre. E se poi ci sarà della ghiaia da portare via, per esempio 1 milione di mc, valore approssimativo 10 milioni di euro, non sarà di certo un problema. Ormai i camion, dopo l’esperienza di via Sandella, conoscono già la strada.
Ci assilla però un rovello. Ma chi ci sarà dietro questa misteriosa società pronta a sbarcare in pompa magna a Chiari dalle terre di Milano per comprare in blocco 200 mila mq di terra? Mah!
C’è da augurarsi che tutto avvenga con la massima trasparenza per evitare di ripetere errori già fatti in passato e che poi abbiamo pagato caramente.
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