venerdì 21 settembre 2012

I mirabolanti progetti del don - 1


Campo fotovoltaico e foresteria

L’Istituto Morcelliano, fondazione ormai bicentenaria, è nata per impulso dell’Abate Antonio Morcelli con  finalità di solidarietà sociale e con lo scopo di arrecare benefici a persone svantaggiate per condizioni fisiche, economiche, sociali e familiari, in particolare giovani.
Negli ultimi anni, l’attività della Fondazione si era limitata a poca cosa e il grande patrimonio accumulato nei secoli, era rimasto inoperoso, ma abbastanza integro nella sua composizione.
L’intraprendente don Alberto Boscaglia, assunta la presidenza dell’ente, ha pensato bene che fosse giunto il momento per una svolta. Era necessario “valorizzare” quel patrimonio per adeguarlo alle finalità della Fondazione.
Fin qui io capisco tutto e penso che una equilibrata riconversione del patrimonio fosse possibile, anzi auspicabile, per consentire di avere maggiori entrate (rendite) da destinare al soddisfacimento delle finalità dell’Istituto.

Incomincio a non capire più quando viene deciso di modificare lo Statuto dell’ente, inserendovi quella clausola che prevedeva la cessione senza corrispettivo di parte del patrimonio ad altri enti. Praticamente uno smembramento della Fondazione, con cessione al Comune di Chiari di metà del patrimonio e la rinuncia da parte di quest’ultimo al proprio rappresentante in seno al Cda. L’inserimento dell’istruzione dei minori nelle finalità della Fondazione è una conseguenza di tale decisione, in quanto il Comune ha interesse a costruire un polo scolastico con i soldi della Morcelliana e la donazione modale doveva servire a vincolare l’ente Comune a utilizzare quei soldi solo  per quello scopo.
Qui non siamo più nell’ambito della “valorizzazione” del patrimonio dell’ente, siamo alla sua spartizione, siamo alla cessazione della Fondazione come tale, con divisione delle sue spoglie in parti uguali fra Comune e Parrocchia.
Non richiamerò i passaggi attraverso cui questo progetto è miseramente naufragato. Per chi volesse approfondire può leggere qui.
Oggi voglio limitarmi a discutere dei progetti realizzati o in corso di realizzazione, per la riconversione di questo patrimonio.
Preliminarmente dico che sarebbe cosa buona, vista la vivace discussione in corso, che su tutte le iniziative messe in piedi da don Boscaglia,  ci fosse la massima trasparenza. Sarebbe utile che per ogni operazione posta in essere dal CdA della Fondazione, operazioni che interessano l’integrità del suo patrimonio e la sua posizione debitoria, fosse fornito ogni dettaglio. Ciò allo scopo di fugare ogni sospetto e di  consentire ai cittadini di Chiari, veri proprietari dell’ente, di  farsi un’idea precisa di quanto sta avvenendo.
Chiari - Campo fotovoltaico  della Morcelliana

Iniziamo dal campo fotovoltaico. Si tratta di un impianto di 1000 kW realizzato nelle vicinanze della località Santellone su un terreno di 22 mila mq di proprietà della Fondazione. Il costo dell’impianto è di 3 milioni e 180 mila euro, oltre IVA del 10%. Insomma 3 milioni e mezzo di euro. Esso è stato concretizzato attraverso la vendita di un terreno di 7,6 piò che ha fruttato 300 mila euro e l’accensione di un mutuo di 3 milioni 180 mila euro al tasso fisso del 4%, da rimborsare in 12 anni. La rata fissa è di circa 333 mila euro. Alla fine del periodo la Fondazione avrà sborsato qualcosa come 4 milioni di euro circa.
Lasciando da parte per un momento  i problemi relativi all’utilizzo di terra coltivabile per impianti di questo tipo, cosa dai più ritenuta dannosa e controproducente ai fini di uno sviluppo equilibrato del territorio, qui preme mettere l’accento su un fatto. L’operazione è meramente speculativa e si tiene in piedi solo grazie agli incentivi generosamente dati dallo Stato italiano. Senza quegli incentivi l’operazione sarebbe in perdita.
Chiari - Campo fotovoltaico della Morcelliana in via Vecchia per Pontoglio
Ora Francesco Giavazzi, il super consulente incaricato dal Consiglio dei Ministri per la spending review relativamente agli incentivi dati alle imprese, in un suo recente intervento presso una nota trasmissione televisiva, ha detto chiaramente che gli incentivi per questi impianti sono spesi male perchè si tratta di tecnologia ormai obsoleta. Il ragionamento è questo: non è possibile ed è economicamente sbagliato dare incentivi per 20 anni per sostenere una tecnologia già oggi vecchia. Meglio sarebbe togliere questi incentivi e indirizzare i soldi altrove, come ha fatto la Spagna. Probabilmente è solo un’ipotesi di scuola, ma quando si è con l’acqua alla gola si possono prendere decisioni drastiche. Vedi normativa sulle pensioni cambiata dall’oggi al domani senza tanti problemi.
Cosa succederebbe alla Fondazione se questa ipotesi diventasse realtà? Sarebbero cavoli amari.  E’ da sperare che ciò non avvenga, ma come si può vedere anche un’operazione che sembrava tranquilla, oggi presenta qualche incognita.
Chiari - Foresteria presso l'Istituto Morcelliano

Foresteria. Si tratta di alloggi - sette monolocali e quattro bilocali - realizzati nell'ala sud dell''Istituto Morcelliano. Il valore dell’operazione è di 1 milione e mezzo di euro e avrebbe dovuto essere finanziata con il ricavato del fotovoltaico. Come si può comprendere, per il momento ciò non è possibile. La Fondazione ha dovuto accendere un mutuo di 1,5 milioni di euro, i  cui termini (rata, durata, tasso) non sono al momento conosciuti. Riusciranno gli affitti a ripagare le rate del mutuo? Ne dubitiamo. Come dubitiamo che l’affitto dei monolocali e bilocali sia destinato a “giovani in difficoltà”, visto che lo stesso don Alberto ha parlato di locali “da concedere in locazione a un canone calmierato a maggiorenni, medici o insegnanti”. Quindi, per il momento, questa operazione è in perdita e lo sarà per parecchi anni, non porta maggior reddito alla Fondazione e non risponde alle finalità dell’ente.

I mirabolanti progetti del don - 2


Campo da golf 

É l’operazione che in assoluto ha sollevato le più aspre polemiche. I motivi sono molteplici.
L’operazione riguardava, in origine, l’utilizzo di un terreno agricolo di 341 mila mq, di proprietà della Fondazione per la realizzazione di un campo da golf a 9 buche. Situato fra i comuni di Chiari e Pontoglio prevedeva oltre al campo da golf, anche un campo pratica, “Club house”, Magazzino, Ristorante, Hotel, residence e 17 ville singole di cui 11 con piscina e, come noto, una cava di circa 800 mila mc.
Successivamente, per problemi sorti in quel di Pontoglio, dove si era svuluppata una ferma opposizione, in particolar modo per lo spreco di suolo agricolo, il progetto venne ridimensionato e limitato alla porzione di terreno situato nel Comune di Chiari (circa 260 mila mq).

La cubatura delle villette è di 15 mila mc complessivi e verranno costruite solo se vi è la certezza di venderle. Per quanto concerne la cava, si afferma che il movimento terra sarà solo interno all’area del golf, escludendo categoricamente vendita di ghiaia a terzi. Si inizierà innanzitutto con la realizzazione del campo pratica, “club house” e ristorante. A seguire le villette e buon ultimo il campo da golf. Queste, almeno, sono le intenzioni dichiarate.
Con il Comune, la Fondazione si assume l’impegno di destinare 2 milioni di euro per la costruzione di una nuova scuola, che rimarrebbe di proprietà della Fondazione e verrebbe ceduta in gestione gratuita al Comune per un periodo da stabilire in convenzione. Eventuali altri introiti provenienti dalla vendita delle ville, sarebbero destinati, per un totale di altri 3 milioni di euro, alla costruzione del polo scolastico tanto atteso da Sindaco e Giunta.

Lasciando da parte la considerazione se sia ammissibile per un prete fare l’imprenditore piuttosto che curare le anime, considerazioni che lasciamo ad altri, a noi preme entrare nel merito delle questioni.
1) Tutte le iniziative assunte dal CdA della Fondazione dovrebbero essere improntate alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio della stessa. Perchè solo un patrimonio integro e valorizzato può produrre le rendite necessarie a raggiungere i fini statutari. Le iniziative sin qui portate avanti da don Boscaglia e dal CdA sono senz’altro ambiziose, ma comportano un forte tasso di rischio. Quando si tratta di intervenire su beni appartenenti alla collettività, si dovrebbe avere molta cautela e scegliere tipi di investimenti a rischio contenuto.
2) Il progetto non è supportato da alcun piano finanziario. Quanto costerà realizzare il progetto, compresi campo pratica, club house, magazzino, ristorante, hotel, ecc? Quali fonti di finanziamento si intendono attivare e in che misura? Quanto si realizzerà dalla vendita delle villette? Chi gestirà il tutto? Che affitto si conta di ricavare?
3) Don Boscaglia dice che “non si sono riscontrati limiti invalicabili di fattibilità dal punto di vista ambientale”,  mentre da parte di tre rappesentanti del Pdl, Puma, Navoni e Mombelli, si afferma che “il campo da golf rispetta e preserva il territorio da altre destinazioni edificatorie, eccezion fatta per quelli...previsti dal progetto”.
Ora, come si fa a dire che non ci sono problemi dal punto di vista ambientale? Lì oggi c’è un terreno ad uso agricolo, domani ci sarà qualcos’altro. In un territorio messo a dura prova da una speculazione edilizia ingorda e devastante, da grandi infrastrutture che stanno consumando centinaia di ettari di suolo agricolo, sfregiando in modo irreparabile la nostra campagna, sinceramente non si sentiva la necessità che una Fondazione di ispirazione cattolica, si desse da fare per cementificare ulteriormente il suolo, divorando altra campagna. In Italia si sa, dove si costruiscono tre case è probabile se ne costruiscano dieci e dove se ne costruiscono 15 è probabile se ne costruiscano 50. Ci sarà sempre un motivo per costruire di più e, in questo caso, non è detto che il motivo non nasca dalle esigenze finanziarie della Fondazione stessa.

4) In un articolo, mai smentito, uscito sul Giornale di Brescia il 23 agosto scorso si affermava testualmente: “La Fondazione, stando ai primi accordi, in cambio della possibilità di  costruire il maxi campo da golf, si impegna ad acquistare il terreno sul quale realizzare l’ampliamento (della scuola Toscanini ndr), ad affidare la stesura del progetto a dei tecnici, a costruire la scuola (12 aule, 4 laboratori e un’eventuale mensa)”. Fare tutto questo con 2 milioni di euro sembra difficile, ma vedremo. Il problema è un altro. Non mi pare che esista alcuna disposizione di legge che preveda che l’autorizzazione ad avviare una qualsiasi attività produttiva possa essere condizionata.   Cosa vuol dire “in cambio della possibilità di costruire...” . L’autorizzazione ad avviare un’impresa viene concessa dal SUAP (Sportello Unico Attività Produttive), se ci sono i requisiti necessari e se vengono presentati tutti i documenti richiesti. L’imprenditore non deve nulla in cambio. A me questa cosa sembra alquanto ricattatoria e si inquadra in quel rapporto collusivo di cui ho parlato in altro post e che si estrinseca nel seguente accordo: “tu mi autorizzi il progetto io ti dò la scuola” oppure “io ti dò l’autorizzazione se tu mi costruisci la scuola”. C’è stato questo da parte del Comune, una specie di imposizione nei confronti della Fondazione o è stata la Fondazione a sottoporsi spontaneamente a questo ricatto?  In ogni caso il don deve aver cambiato radicalmente opinione in materia. Nella sua intervista a Rosanna Agostini di qualche tempo fa, alla precisa domanda  della giornalista  “non sarebbe una soluzione più logica mantenere la proprietà di quanto viene realizzato, prodotto o costruito, ricevendo un’affitto?” il don si dichiara perplesso per non dire contrario. Oggi cambia idea e decide di regalare 2 milioni di euro, forse anche 5, a questa Amministrazione spendacciona,  senza avere nulla in cambio. Si realizza così, per altra via, quanto a suo tempo pretendeva il Sindaco: “questo patrimonio deve andare a finire metà di qua e metà di là”.
Logo Golf  Fondazione Istituto Morcelliano

5) L’unica non favorevole in  seno alla maggioranza è l’Assessore ai Servizi Sociali Boifava. E si capisce anche il perchè. Quei soldi dirottati verso il Polo scolastico, vengono tolti ai servizi sociali e in particolare alle politiche in favore dei giovani in difficoltà che con il perdurare della crisi economica diventano sempre più numerosi. In tempi di  vacche magre, durante i quali si comincia a tagliare anche sui servizi alla persona, questo è un vero smacco.
6) Si dice che questa operazione non comporterà alcun danno patrimoniale per l’ente. Questo naturalmente è ancora presto per dirlo. Non ci sarà danno patrimoniale se tutto andrà secondo le previsioni. Se le cose invece si mettono male e se, per esempio, non si trovano acquirenti per le famose ville, allora il danno patrimoniale potrebbe essere rilevante.  Per quanto concerne il Comune, se le cose vanno per il verso giusto riceverà gratis et amore Dei una scuola e forse un polo scolastico. Rinuncia però a 530 mila euro di standard qualitativi che entreranno a far parte del patrimonio della Fondazione. Insomma un mezzo pasticcio.
D’altra parte tutta l’operazione è tirata per i capelli, piena di contraddizioni e buchi ancora da riempire. Ci sembra che si stia andando avanti alla garibaldina, nella convinzione che tanto, strada facendo, le cose si metteranno a posto. Non sempre vanno a posto e l’operazione Polo della Cultura ce lo insegna.

I mirabolanti progetti del don - 3


La viabilità in via San Sebastiano e via Tagliata. 

Se vi dovesse capitare di passare per le traverse di via Tagliata, noterete che sono stati realizzati degli stalli di parcheggio e una pista ciclabile. Gli stalli di parcheggio, in particolare, hanno determinato la sollevazione dei residenti in quanto, con una decisione strampalata, sono stati disegnati proprio davanti all’uscio delle abitazioni. Con una macchina parcheggiata davanti, un disabile o una mamma  con passeggino o una persona in bicicletta, fanno fatica a entrare o uscire.


Ma l’imperativo di oggi è: “fare”.   E infatti, nel corso dell’estate, si è proceduto all’abbattimento della vecchia ala dell’oratorio, per realizzare al suo posto nuovi stalli per la sosta di automobili.  Seguiranno la realizzazione di una rotonda, alla confluenza fra via Tagliata e via S. Sebastiano e dopo, quando cioè le risorse finanziarie lo consentiranno, la costruzione di una sala polivalente. Tutte queste iniziative sollevano forti interrogativi a cui sarebbe utile dare delle risposte precise.
1) Questi lavori, (abbattimento vecchia ala oratorio e sala polivalente compresi) si stanno realizzando o si realizzeranno con i soldi della Fondazione Istituto Morcelliano? Di che soldi stiamo parlando? Si tratta dei soldi rivenienti dal fotovoltaico, si tratta di rendite accumulate precedentemente, si tratta di altri introiti?
2) I lavori insistono su aree e fabbricati del CG2000 e cioè della Parrocchia. Se si stanno utilizzando i soldi della Fondazione, si è per caso firmata una convenzione fra Parrocchia, Comune e Fondazione, per stabilire diritti e obblighi di ciascun contraente? Se non esiste alcun tipo di convenzione, a che titolo don Boscaglia sta usando soldi della Fondazione per interventi da effettuarsi su proprietà altrui?
Chiari - CG2000 lavori in corso

3) Perchè il rappresentante del Comune presso il CdA della Morcelliana non dice niente in proposito e niente hanno da dire il Sindaco e  gli assessori competenti?
A noi sembra che queste iniziative rendono chiara l’idea di cosa voglia dire gestire la cosa pubblica in modo raffazzonato, improvvisato e sciatto. Non si distingue più il privato dal pubblico e anzi i soldi pubblici, cioè i soldi appartenenti a tutta la comunità, vengono utilizzati per  assecondare interessi privati. Si arriva al punto che i Pubblici Amministratori, cioè coloro che sono stati votati dai cittadini per governare la loro città, rinuncino al loro ruolo e affidino la realizzazione di lavori pubblici a un prete, intraprendente quanto si vuole, ma responsabile solo nei riguardi di se stesso e forse della parrocchia, un prete che gestisce il patrimonio di una Fondazione bicentenaria in modo del tutto spregiudicato.
Ma che fine ha fatto lo spirito civico dei cittadini di Chiari?  Non c’è niente da dire, non c’è nulla da chiedere a don Alberto Boscaglia e al Prevosto, se non al Sindaco e ai suoi Assessori?  Ci pare che questo sia, un atteggiamento omissivo assai grave, destinato a pesare parecchio sul futuro della nostra città.

giovedì 20 settembre 2012

Un megafono stonato


In un articolo apparso sul Giornale di Chiari in questi giorni, Massimiliano Magli, suo direttore ed editore, si lancia in una incomprensibile polemica nei riguardi del PD, polemica che nulla ha a che vedere con l’oggetto dell’articolo e che a noi sembra frutto di confusione mentale e atteggiamento preconcetto nei confronti di uno dei protagonisti della vita politica italiana e clarense.
Magli parla di “un vergognoso attacco del PD davanti al Prefetto nei confronti del Comune di Chiari che aveva acquistato spazi a pagamento sul nostro giornale”. Sono cose che risalgono a 2 anni e mezzo fa, ma egli continua a rimestarci sopra in modo del tutto inaudito e, tanto per cambiare, disinformato.
Ebbene quell’attacco vergognoso, come lo chiama lui, è stato firmato da tutti i consiglieri comunali di minoranza (tutti!) e riguarda numerosi argomenti in cui venivano evidenziate  “irregolarità e mancato rispetto della Legge e dei Regolamenti comunali da parte dell’Amministrazione del Comune di Chiari”.  La missiva era indirizzata al Prefetto in quanto è l’organo di vigilanza sugli Enti Locali. Si era in campagna elettorale e  i partiti che componevano la maggioranza consiliare della nostra città avevano pensato di usare soldi pubblici, soldi quindi dei cittadini di Chiari, per farsi propaganda. Vedi la costosissima pubblicazione “Dalle parole ai fatti” distribuita nei gazebo della Lega o l’acquisto di spazi di pubblicità su un giornale locale . Cose tutte vietate dall’art. 9 della Legge 28/2000.

Questo è l’attacco vergognoso lamentato da Magli. Ognuno può farsi un’idea se queste siano cose fatte legittimamente e trasparentemente dal Comune e se da parte del PD ci sia stato un attacco al Giornale di Chiari, mai nominato nella missiva.
Solo che Magli non si ferma qui. Si può tranquillamente dire che quell’attività dell’Amministrazione Comunale fosse legittima e trasparente, altri affermeranno il contrario e tutto finisce lì.  Restiamo nell’ambito dell’opinabile.   No,  Magli afferma perentorio che un partito che fa cose di questo tipo “è un partito scorretto e suicida...anzi già morto e sepolto”.  Come si vede il marchio del Movimento 5 Stelle è già impresso a fuoco. Ma è un marchio mortifero.
Risentito per  questo affronto inaudito, Magli allora ha deciso di tirare una riga su e dire basta alla pubblicazione di articoli provenienti dai partiti. Non proprio tutti. Egli stesso ammette: ad eccezione di “interviste e occasionali interventi che vengono realizzati o accolti da noi” mentre quelli che “non riteniamo interessanti sono a pagamento”. State pur certi  che quelli non interessanti sono stati quelli del PD.
E’ capitato infatti che il Giornale di Chiari abbia ospitato scritti di rappresentanti del Pdl e dell’Udc, in bella evidenza e con tanto di foto, ma quanto al PD è stato addirittura negato un diritto di replica al Segretario della locale sezione, nonostante Magli avesse da una parte  mosso, tanto per cambiare,  ingiustificate e pesanti critiche nei confronti del PD clarense e dall’altra fatto il panegirico del Sindaco Mazzatorta e della sua Giunta (leggi qui).
Magli afferma soddisfatto che ospitare sui suoi giornali spazi autogestiti da partiti politici e amministrazioni pubbliche è quanto mai “fruttuoso”. Non stentiamo a crederlo. Il Comune di Chiari, per due pagine pubblicate ogni mese, viene a spendere oltre 10 mila euro l’anno. Insomma qualcosa come 800 euro a numero, per articoli già pubblicati sul sito informativo del Comune, Chiarinewsletter, curato dalla giornalista Rosanna Agostini, retribuita sempre dal Comune con i soldi dei cittadini di Chiari. Solo per questa attività informativa veniamo a spendere 26 mila euro l’anno, mentre si riducono i fondi ai servizi sociali, alle famiglie, agli anziani, alla cultura ecc.
Ma Magli non è ancora soddisfatto. Ha ancora veleno in corpo per lanciare l’ultimo assalto. Ma esagera e così getta la maschera. Attenzione a quello che dice: “Inutile dire che per pochi euro al mese  il PD non ce l’ha fatta, ha molte difficoltà evidentemente e pochi euro al mese sono un’enormità”. 
Sede PD Chiari

Il PD di Chiari è un partito che si autofinanzia. Le uniche entrate che ha provengono dalle tasche dei suoi iscritti e queste devono servire a sostenere spese di gestione e le attività politiche. Non è una difficoltà è un orgoglio, se queste parole possono avere ancora un senso per il disincantato Magli. Evidentemente egli frequenta partiti e politici che hanno molta disponibilità finanziaria, buon per lui e i suoi amici. La politica che tutti vogliamo sia finalmente  sobria, equilibrata e  disinteressata,  va praticata nei fatti non solo nelle parole.
Ma cosa vuol direper pochi euro al mese il PD non ce l’ha fatta”? Vuol forse dire che se gli viene pagata la “marchetta” lui cambia atteggiamento nei confronti del  PD? Vuol forse dire che per avere un maggiore apprezzamento nei suoi articoli, occorre concordare uno spazio autogestito sul suo giornale secondo le tariffe a suo tempo comunicate? Sono questi i taciti accordi che il giornalista e l’editore Magli fa con partiti e pubbliche amministrazioni?  “Tu compri uno spazio nel mio giornale, io avrò un occhio di riguardo nei tuoi confronti, sarò il tuo megafono”? A vedere come stanno andando le cose sembrerebbe proprio di sì. 

lunedì 3 settembre 2012

Stazione e cimitero


Paradigma del fallimento politico dell’amministrazione Mazzatorta

Mi ero ripromesso, durante il periodo delle Quadre, di non postare alcun articolo, ma stamattina non ho potuto fare a meno di annotare che la discarica abusiva del cimitero è tuttora operativa.



Chiari - Abbandono di rifiuti presso il cimitero

Dopo i miei articoli precedenti, i responsabili della Comunità di Zona si sono dati molto da fare per nascondere questo scempio, mandando in ore antelucane dalle parti del cimitero, mezzi e personale a disposizione allo scopo di far sparire lo schifo lasciato da cittadini poco inclini a rispettare le norme del vivere civile.
Purtroppo in alcuni giorni (vedi stamattina), qualcosa non funziona a dovere e la spazzatura fa bella mostra di sè fin verso le nove.
Mi sembra del tutto chiaro che questo malcostume si perpetuerà sino a che non si prenderanno sul serio e non a parole, quelle misure necessarie a individuare i trasgressori. Sino a che queste persone saranno certe di farla franca, il fenomeno non verrà stroncato.

Stesso discorso per la stazione. Le foto che pubblico sono la testimonianza lampante che tutte le belle parole spese dal Sindaco sull’argomento sono volate nel vento, ma non hanno spostato il problema di un millimetro. Con l’aggravante però che per avere la pretesa di fare della stazione “un salotto” si sono spesi un mucchio di soldi dei cittadini di Chiari, col bel risultato che è sotto gli occhi di tutti.



Chiari - la Stazione ferroviaria stamattina 3/9/2012

Oggi si apre la settimana delle Quadre. La stazione è una delle porte d’ingresso alla città. Non penso che ci facciamo una bella figura con quanti, cittadini di comuni limitrofi, decideranno di prendere il treno per raggiungere Chiari. Senza pensare che i pendolari che giornalmente si recano a Milano o Brescia per lavoro o studio hanno il sacrosanto diritto di vedere la stazione, se non come un salotto, almeno come un luogo decoroso e degno di una città civile.
Purtroppo non si viene a capo di questo problema perchè questa Amministrazione del “fare chiacchiere” pensa che il problema sia solo di ordine pubblico.  Se si interviene solo dal punto di vista dell’ordine pubblico e con interventi saltuari e poco coordinati il problema non si risolve.  Occorre altro. Occorre vedere come si possono risolvere i casi umani che sono la causa del degrado. I servizi sociali del Comune dovrebbero cercare di capire chi passa le sue notti lungo le banchine, nei sottopassi, nei locali della ferrovia. Si tratta di comportarsi come un paese civile che cerca di risolvere i suoi problemi. E per risolvere un problema occorre prima conoscerlo. E’ gente senza fissa dimora, stranieri sbandati e senza permesso, spacciatori, ubriachi, prostitute, delinquenti, vandali, ragazzi annoiati? Per ognuna di queste tipologie di individui, stranieri e no,  gli interventi sono diversi. Chi sono questi fantasmi che popolano le notti lungo i binari della ferrovia? Se sai chi hai di fronte puoi mettere in campo le iniziative per risolvere il problema, se non lo sai rischi di fare propaganda di bassa lega e alzare polveroni che lasciano il tempo che trovano.