C’è una bella canzone di Franco Battiato che recita così:
“E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici”.
Mi è venuta in mente a proposito della breve intervista rilasciata a Massimiliano Magli dall’ex Senatore ed ex Sindaco di Chiari, Avv. Sandro Mazzatorta. Una breve intervista, dicevo, rilasciata a un caro amico e confinata in dodicesima pagina fra un riquadro pubblicitario e l’altro de "Il Giornale di Chiari".
L'ex Senatore e Sindaco di Chiari, Sandro Mazzatorta Il giornalista Massimiliano Magli |
Non inganni il poco risalto dato all’evento. Essa vale più di tutto il giornale. È come un distillato di veleno rivolto non più contro gli avversari di un tempo, ma contro gli amici di ieri, divenuti per le mutevoli traversie politiche, i feroci nemici di oggi.
Quello che non sopporta il professorino venuto da Verbania e assurto rapidissimamente agli alti scranni del Senato della Repubblica purtroppo non Padana, è di essere stato fatto fuori dalla corrente avversa dei Maroni e dei Salvini. Lui, sempre fedele al capo, al mai dimenticato Umberto Bossi che con un braccio e mezza voce vale dieci volte Salvini e Maroni messi insieme.
L’aneddoto che raccoglie Magli è di quelli che passano nei libri di storia, quando verrà il tempo di scrivere la Storia di questi anni bui.
Fabio Rizzi, Consigliere Regionale e braccio destro del Governatore, lui le amicizie le ha saputo scegliere bene. Quando era in Senato assieme al nostro Mazzatorta si fece prendere la mano dalla smania di scrivere un libro. Tutti i politici devono lasciare traccia del loro passaggio su questa terra e Fabio Rizzi non è stato da meno.
L'ex Consigliere Regionale della Lega Nord Fabio Rizzi |
L’argomento trattato non era granché originale. Tuttavia parlare di onestà in un Paese dove l’onestà bisogna cercarla con il lanternino, è un po’ una presa per i fondelli. Il titolo del tomo era quanto mai definitivo: “Game Over - Il default della politica”.
Ora, questo libro sarebbe andato a finire nelle librerie degli amici (Mazzatorta ne ha ricevuto copia con tanto di dedica: “A Sandro con profonda stima! Mai mulà! Fabio”), o nella Biblioteca del Senato e nessuno ne avrebbe più parlato. Solo che Rizzi ha avuto la bella idea di farsi pizzicare con le mani nella marmellata e allora tanti saluti alle belle frasi di Kant sull’onestà e alla ramazze verdi usate per dire che bisognava rifondare il partito dopo gli scandali di Belsito, la laurea albanese del Trota e gli investimenti in Tanzania con tanto di diamanti. Rizzi fu uno di quelli che fece andare di più la ramazza, per cui oggi all’ex Senatore e Sindaco di Chiari, restio per natura a esprimere giudizi fino al terzo grado, tutto questo suona davvero surreale.
Ora, questo libro sarebbe andato a finire nelle librerie degli amici (Mazzatorta ne ha ricevuto copia con tanto di dedica: “A Sandro con profonda stima! Mai mulà! Fabio”), o nella Biblioteca del Senato e nessuno ne avrebbe più parlato. Solo che Rizzi ha avuto la bella idea di farsi pizzicare con le mani nella marmellata e allora tanti saluti alle belle frasi di Kant sull’onestà e alla ramazze verdi usate per dire che bisognava rifondare il partito dopo gli scandali di Belsito, la laurea albanese del Trota e gli investimenti in Tanzania con tanto di diamanti. Rizzi fu uno di quelli che fece andare di più la ramazza, per cui oggi all’ex Senatore e Sindaco di Chiari, restio per natura a esprimere giudizi fino al terzo grado, tutto questo suona davvero surreale.
Renzo Bossi |
E anche a me suona surreale e direi anche un tantino rivoltante. Non meno però della velenosa vendetta consumata da Mazzatorta tramite il suo giornalista di riferimento, sempre pronto alla marchetta quando il capo chiama.
Fra i due c’è un’affinità quasi elettiva e una totale condivisione politica. L’intervista si chiude con le parole profetiche di Mazzatorta che potrebbero tranquillamente essere pronunciate a voce alta anche dal nostro Magli: “Se non viene azzerata ed estirpata questa classe politica sarà impossibile pensare a un cambio di rotta”.
O bella! Sono le stesse parole che molti di noi hanno pensato quando governava l’allegro Berlusconi con il ruvido Bossi. Sappiamo tutti come è andata a finire e ne stiamo ancora pagando le conseguenze.
Purtroppo la malapianta non muore mai e sono ancora tutti lì pronti a riciclarsi.
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