giovedì 3 marzo 2016

Facce di bronzo

L'ho scritto e riscritto decine di volte. La famosa “valorizzazione” dei patrimoni delle Fondazioni di Chiari non poteva che portare al loro fallimento. Il motivo è del tutto evidente: in questi anni i cosiddetti “uomini del fare disastri” si sono concentrati in modo quasi esclusivo sulla movimentazione degli “sterminati patrimoni” con l’unico risultato di aver generato lucrosi affari per una casta famelica di immobiliaristi, mentre le persone in difficoltà, ovvero i giovani, gli anziani e le famiglie bisognose di sostegno, non hanno partecipato al banchetto e sono rimaste sotto la tavola a raccogliere le briciole.


Oggi le Fondazioni non solo non hanno un soldo per attuare le finalità statutarie, ma non hanno neppure i denari per pagare i debiti contratti verso le banche e perfino il pagamento delle bollette diventa un problema.  Eppure, coloro che sono stati gli artefici di questo immane disastro continuano a protestare la loro innocenza e gridare che la colpa di tutto va fatta ricadere nella “volontà persecutoria della maggioranza nei confronti delle Fondazioni”. Mi verrebbe la voglia di usare un’espressione molto volgare, per decenza mi limito a dire che queste sono persone senza vergogna.

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