Sembra che il merito non interessi a nessuno.
Eppure merito vuole anche dire programmi, proposte per rendere migliore la nostra Città, città bisogna dirlo, che ha le sue peculiarità: un bellissimo e antico Centro Storico, quartieri periferici abbastanza ordinati, un’importante zona produttiva, una campagna che ha saputo adeguarsi al mutare delle situazioni. Ma quello che più conta, un benessere diffuso, una cittadinanza di donne e uomini viva e partecipe, composta da ceti produttivi che sono il motore della crescita e dello sviluppo, da giovani che rappresentano il nostro futuro, da anziani che sono la nostra memoria.
I clarensi hanno ormai imparato che esistono cittadini di nuova generazione che hanno trovato nella nostra città il luogo dove lavorare, studiare, fare casa, crescere i figli. Persone che dopo anni di ostilità, sfruttamento, emarginazione, si affacciano alla ribalta della politica e vogliono contare, partecipare, impegnarsi per la loro città di adozione o per la loro città tout court.
DOMENICO CODONI parla alla città nel suo complesso. Parla di asili nido ed edilizia convenzionata per ridurre l’acquisto della prima casa. Parla di scuola e cultura, di svago, di sport, di benessere delle persone. Parla alle persone più fragili perché ne conosce i bisogni e sa che il Comune, a cui si affianca un importante Terzo Settore, è il primo presidio per questi cittadini.
Domenico Codoni |
Parla di Centro e di periferie, di parcheggi e di strade, di sicurezza e di sviluppo. Ne parla perché convinto che non si parta da zero. Gli ultimi dieci anni sono stati anni importantissimi, forse irripetibili. Tanti progetti sono stati realizzati e tanti ancora sono in corso di realizzazione. La città è cresciuta in meglio nonostante due anni di pandemia che ha portato con sé lutti e dolore. Nonostante la guerra che ha innescato un carovita difficile da sostenere per molti. Domenica, parlando dell’aumento di prezzi, ha pronunciato una frase che a prima vista è sembrata abbastanza incomprensibile: ”Ci ha salvato la scuola”. Le scuole, le nostre bellissime scuole, rappresentano anche due grandi campi fotovoltaici che fanno quasi azzerare la bolletta energetica del Comune. È un risparmio enorme che può essere destinato per altre necessità.
Codoni non ha bisogno di raccattare pareri in giro. La sua Città la conosce. Ne conosce pregi e difetti, problemi e potenzialità. Fa proposte serie e pragmatiche, proposte che possono diventare progetti. Bisogna dargli tempo. Interrompere ora questo percorso fatto di buona politica sarebbe un danno grave per noi e per la nostra Città.
GABRIELE ZOTTI l’abbiamo già conosciuto ai tempi delle Giunte Mazzatorta. Non ha lasciato un grande segno di sé, anzi. È stato il politico che assieme ad altri ha favorito quei ceti speculativi che hanno depredato la Città (vedi Fondazioni ridotte a gusci vuoti ). Che si è distinto assieme ai suoi alleati per aver collezionato una serie interminabile di fallimenti tutti documentati da questo Blog.
Gabriele Zotti |
MARCO SALOGNI. Pur non considerando la sua inesistente esperienza amministrativa, Salogni parla soltanto a una parte della città, quella più fragile e bisognosa di assistenza. Di per sé non è un male, ma limitarsi a questo perdendo di vista il quadro complessivo, è un limite.
Marco Salogni |
Di più. Egli parla a una città ipotetica, non alla sua città. Alcune proposte che egli fa si attagliano di più a una città di medie dimensioni come può essere Brescia. E infatti è da Brescia, in particolare dalle proposte della Sindaca Castelletti, che derivano alcune sue idee. Parlare per esempio di Consigli di quartiere, ha senso a Brescia, dove un quartiere è più grande di Chiari, ma non nella nostra città. Si possono tranquillamente considerare le buone pratiche applicate in altre realtà, ma poi occorre adattarle alla propria città che ha una sua chiara specificità.
Avere come punto di riferimento solo una parte della popolazione, significa rinnegare alla radice quel riformismo che è stato uno dei tratti distintivi della sinistra italiana. Sinistra che non ha mai perso di vista le alleanze con il ceto medio e perfino con la borghesia. Il PD aveva portato ancora più avanti questa politica, rinunciando a certo settarismo di sinistra radicale e aprendosi ai ceti più evoluti e innovativi. Con la Schlein sembra che si stia tornando negli antichi e confortevoli recinti identitari.
L’appello di Salogni a consumare le scarpe per andare a toccare con mano la sofferenza e il disagio di molti, è un messaggio che ha poco a che vedere con l’amministrare una città e si risolve in uno slogan buono per chiudere un comizio, ma non per impostare una politica. Non abbiamo bisogno di asceti, ma di politici preparati.
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