Dal comizio tenuto in piazza Zanardelli sabato 23 maggio apprendiamo che il Sindaco uscente Mazzatorta ha “bisogno di confronti perché democraticamente è il confronto che fa la democrazia” (Monsieur de Lapalisse non avrebbe potuto dire meglio).
Ebbene quest’uomo che oggi si strappa le vesti in nome della democrazia, che sente l’urgente necessità di far conoscere agli elettori cosa ha fatto e realizzato, ha ideato e attuato un pomposo “piano della comunicazione” per il quale sono stati spesi decine e decine di migliaia di euro dei contribuenti clarensi. Per il “Bilancio di fine mandato” edito da Multimedia di Milano non sono stati spesi la bellezza di 87mila euro, spese di spedizione incluse? L’opuscolo non è forse arrivato nelle case di tutti i Clarensi?
Non parlavano forse del Sindaco Mazzatorta e delle mirabilie della sua Giunta i quotidiani articoli pubblicati dal Giornale di Brescia e da Brescia Oggi e ripresi dalla rassegna stampa del sito del Comune?
E se ancora questo non bastasse non c’era una giornalista, pagata con i nostri soldi, al “servizio permanente effettivo” del Sindaco e della sua Giunta? Questa giornalista non ha forse curato per filo e per segno la comunicazione dell’Amministrazione? Non era curato da lei il notiziario web “Il Punto”. Non era curato da lei il periodico di informazione “Qui Chiari”? Non sono state curate da lei le pagine del sito del Comune “Chiari, città che cambia”?
Eppure, nonostante questo il Sindaco ha avvertito una carenza di informazione. Per colmare questo vuoto ha organizzato in piena campagna elettorale una grande kermesse che è costata ai cittadini di Chiari la bella cifra di 350mila euro. Chiari è stata tappezzata di gigantografie e lunghi tappeti fotografici. Sono state organizzate mostre, inaugurati parchi, pagate costose pubblicazioni in migliaia di copie, organizzati eventi per “gustarci meglio Chiari”, mobilitate scuole e bande, pagate intere pagine di giornale, inaugurati monumenti celebrativi per esaltare “l’operosa attività di questa Giunta”, cosa che bisogna risalire ai tempi del fascismo per ritrovare affermazioni simili, pervase da tanta sciocca e inaudita retorica .
Eppure il nostro Sindaco dice che la democrazia a Chiari soffre per mancanza di informazione.
Ha pensato allora che fosse utile riproporre i tabelloni pubblicitari che spiegassero ai cittadini quello che era stato fatto da questa Giunta. Purtroppo molte delle opere, le più significative, erano rimaste sulla carta, per cui è stato necessario ricorrere alla realtà virtuale per fare capire cosa in effetti “non era” stato fatto.
Eppure nonostante questo il Sindaco uscente strepita contro il perfido Lupatini che gli impedirebbe di informare adeguatamente i cittadini.
Ce l’ha anche con il Partito Democratico, reo di avere informato la cittadinanza su quello che stava facendo questa Giunta. Ebbene, per informare i cittadini il PD ha utilizzato un suo periodico -“InformaChiari” -, che pare abbia indispettito notevolmente il Sindaco. Se questo giornale, dall’irrisorio costo di 50 euro (diconsi cinquanta) a numero - soldi nostri non soldi presi dalle tasche dei cittadini -, è riuscito a sbaragliare la costosa e potente armata mediatica del Sindaco, significa allora che qualcosa in Comune non ha funzionato e che i tanti soldi dei Clarensi non sono serviti a coprire le carenze evidenti di questa Giunta.
Per finire un appunto a chi oggi parla di confronto come sale della democrazia. Questa è una santa verità, ma viene pronunciata da chi fino ad oggi si è chiuso a ogni confronto, da chi ha inteso che il “governare” fosse il “comandare” e ha usato nei confronti degli avversari arroganza e disprezzo. Da chi si è asserragliato nella torre d’avorio del Comune, evitando ogni contatto con i cittadini. Da chi in Consiglio Comunale ha impedito la normale dialettica tra le forze politiche, arrivando a chiudere il microfono in faccia ai rappresentanti delle minoranze per non farle parlare. Da chi ha votato il PGT (Piano Regolatore della città) in meno di 5 minuti, senza confronto in Consiglio Comunale, senza confronto con la cittadinanza, senza il numero legale. Da chi ha chiuso o reso difficilmente accessibili luoghi pubblici di incontro, di dibattito e di svago.
Dire oggi che Chiari ha bisogno di confronti pubblici è come dichiarare apertamente che il terreno sotto i piedi sta franando, cercare in zona Cesarini un’ancora di salvezza, sperare che le capacità dialettiche facciano il miracolo.
Mi dispiace, tempo scaduto.
Ebbene quest’uomo che oggi si strappa le vesti in nome della democrazia, che sente l’urgente necessità di far conoscere agli elettori cosa ha fatto e realizzato, ha ideato e attuato un pomposo “piano della comunicazione” per il quale sono stati spesi decine e decine di migliaia di euro dei contribuenti clarensi. Per il “Bilancio di fine mandato” edito da Multimedia di Milano non sono stati spesi la bellezza di 87mila euro, spese di spedizione incluse? L’opuscolo non è forse arrivato nelle case di tutti i Clarensi?
Non parlavano forse del Sindaco Mazzatorta e delle mirabilie della sua Giunta i quotidiani articoli pubblicati dal Giornale di Brescia e da Brescia Oggi e ripresi dalla rassegna stampa del sito del Comune?
E se ancora questo non bastasse non c’era una giornalista, pagata con i nostri soldi, al “servizio permanente effettivo” del Sindaco e della sua Giunta? Questa giornalista non ha forse curato per filo e per segno la comunicazione dell’Amministrazione? Non era curato da lei il notiziario web “Il Punto”. Non era curato da lei il periodico di informazione “Qui Chiari”? Non sono state curate da lei le pagine del sito del Comune “Chiari, città che cambia”?
Eppure, nonostante questo il Sindaco ha avvertito una carenza di informazione. Per colmare questo vuoto ha organizzato in piena campagna elettorale una grande kermesse che è costata ai cittadini di Chiari la bella cifra di 350mila euro. Chiari è stata tappezzata di gigantografie e lunghi tappeti fotografici. Sono state organizzate mostre, inaugurati parchi, pagate costose pubblicazioni in migliaia di copie, organizzati eventi per “gustarci meglio Chiari”, mobilitate scuole e bande, pagate intere pagine di giornale, inaugurati monumenti celebrativi per esaltare “l’operosa attività di questa Giunta”, cosa che bisogna risalire ai tempi del fascismo per ritrovare affermazioni simili, pervase da tanta sciocca e inaudita retorica .
Eppure il nostro Sindaco dice che la democrazia a Chiari soffre per mancanza di informazione.
Ha pensato allora che fosse utile riproporre i tabelloni pubblicitari che spiegassero ai cittadini quello che era stato fatto da questa Giunta. Purtroppo molte delle opere, le più significative, erano rimaste sulla carta, per cui è stato necessario ricorrere alla realtà virtuale per fare capire cosa in effetti “non era” stato fatto.
Eppure nonostante questo il Sindaco uscente strepita contro il perfido Lupatini che gli impedirebbe di informare adeguatamente i cittadini.
Ce l’ha anche con il Partito Democratico, reo di avere informato la cittadinanza su quello che stava facendo questa Giunta. Ebbene, per informare i cittadini il PD ha utilizzato un suo periodico -“InformaChiari” -, che pare abbia indispettito notevolmente il Sindaco. Se questo giornale, dall’irrisorio costo di 50 euro (diconsi cinquanta) a numero - soldi nostri non soldi presi dalle tasche dei cittadini -, è riuscito a sbaragliare la costosa e potente armata mediatica del Sindaco, significa allora che qualcosa in Comune non ha funzionato e che i tanti soldi dei Clarensi non sono serviti a coprire le carenze evidenti di questa Giunta.
Per finire un appunto a chi oggi parla di confronto come sale della democrazia. Questa è una santa verità, ma viene pronunciata da chi fino ad oggi si è chiuso a ogni confronto, da chi ha inteso che il “governare” fosse il “comandare” e ha usato nei confronti degli avversari arroganza e disprezzo. Da chi si è asserragliato nella torre d’avorio del Comune, evitando ogni contatto con i cittadini. Da chi in Consiglio Comunale ha impedito la normale dialettica tra le forze politiche, arrivando a chiudere il microfono in faccia ai rappresentanti delle minoranze per non farle parlare. Da chi ha votato il PGT (Piano Regolatore della città) in meno di 5 minuti, senza confronto in Consiglio Comunale, senza confronto con la cittadinanza, senza il numero legale. Da chi ha chiuso o reso difficilmente accessibili luoghi pubblici di incontro, di dibattito e di svago.
Dire oggi che Chiari ha bisogno di confronti pubblici è come dichiarare apertamente che il terreno sotto i piedi sta franando, cercare in zona Cesarini un’ancora di salvezza, sperare che le capacità dialettiche facciano il miracolo.
Mi dispiace, tempo scaduto.
2 commenti:
quindi il confronto non lo volete fare?
povera democrazia
Lo facciamo il 30 come era programmato dai due comitati elettorali. Probabilmente Mazzatorta era disinformato oppure come è sempre il solito bugiardo matricolato.
Speriamo che la gente di Chiari rinsavisca...
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