lunedì 28 settembre 2009

Straordinario anzi strategico


Il berlusconismo non si pratica solo agli alti livelli governativi, ma anche a livello locale, dove imperversano gli uomini “del fare”, i decisionisti senza se e senza ma, i realizzatori di progetti straordinari , gli strateghi del cambiamento.
Dopo la sparata di Berlusconi, che si è definito il più grande Presidente del Consiglio da 150 anni a questa parte, mi aspetto di leggere qualche dichiarazione simile da parte di nostri locali amministratori. Le premesse ci sono tutte.
Gli aggettivi che più ricorrono dalle nostre parti sono “straordinario” e “strategico”. Nulla si fa se non è straordinario o strategico. Ci sono piani straordinari, progetti strategici, realizzazioni decisive. Tutti nell’ottica di risvegliare dal suo antico torpore questa cittadina sonnacchiosa.
Si è arrivato a un punto tale di autoreferenza che se per caso c’è da cambiare un rubinetto dell’acqua, da perderci non più di mezz’ora con l’idraulico, si incomincia a chiamare la cosa “progetto”. Poi si mettono fuori i manifesti per inneggiare all’impresa straordinaria e magari si chiamano i ragazzi delle scuole a presentare i loro saggi, si chiama la banda a intonare simpatiche marcette, si fa intervenire un prelato per una benedizione che non si nega mai a nessuno.
A tal proposito, sono andato a rivedermi l’intervista rilasciata dal sindaco a Massimiliano Magli l’8 maggio scorso in occasione della “restituzione alla città” degli edifici di proprietà comunale (L’anagrafe e l’ex municipio) e delle prospicienti piazze. “Restituzione alla città”. Che bella frase! Non richiama pure a voi un clima da signoria rinascimentale?
Il problema è che la restituzione alla città degli edifici era solo un bluff. Il Sindaco non ha restituito un bel niente, tant’è che a distanza di tempo l’interno è ancora allo stato rustico e passeranno ancora dei mesi prima di vedere la fine dei lavori. L’organizzazione del Museo poi è di là da venire. E’ stata presentata una domanda di finanziamento al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione, ma si ha l’impressione che con questi chiari di luna soldi per il superfluo non ce ne siano. Questo museo sarà pure dinamico, sarà pure moderno, ma se non ci sono soldi si rischia veramente di fare flop.
Diverso è il discorso dei costi. Secondo i nostri calcoli e secondo quanto asserito dagli stessi uomini dell’Amministrazione (intervista al GdB del 25.10.2008), fino ad oggi sono stati spesi 5 milioni e 600 mila euro. Altri 800 mila sono stati deliberati per la sistemazione degli interni e 170 mila serviranno per gli arredi. Andiamo a 6 milioni e 570 mila euro. Una valanga di soldi. Allora perché il Sindaco, sempre nella suddetta intervista, parla di 3 milioni di euro?
Per finire una parola sull’Urban Center. Trattasi di uno “sportello d’informazione su tutto ciò che farà il Comune nel prossimo futuro. Tutti i progetti strategici importanti che ha avviato questa Amministrazione troveranno lì la loro sede espositiva.” Insomma in grande quello che è stato realizzato alla stazione di Chiari. Io sono andato diverse volte a visitare l’Infopoint della stazione. Vi assicuro che dentro non ho visto mai nessuno, esattamente come nell'adiacente distaccamento di polizia. E noi dovremmo buttare dalla finestra i nostri soldi per una cosa del tutto inutile? Straordinario, anzi strategico!

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