domenica 27 settembre 2009

25 luglio


Ormai appare del tutto evidente che il permanere di Berlusconi a capo del Governo, sta creando problemi non solo a livello interno, ma anche e soprattutto a livello internazionale.
Mai il prestigio dell’Italia si è trovato a un punto così basso.
Berlusconi è ormai del tutto squalificato e instabile e a niente valgono gli appelli della moglie o di qualche suo attento suggeritore. Egli è come prigioniero del proprio personaggio che lo costringe a recitare una parte da cui non riesce a uscire. Un misto di simpatia e atteggiamenti guasconi che potevano andare bene quando il vento era favorevole. Ora, dopo lo scandalo delle escort e iniziative governative che hanno precipitato il nostro Paese in un fondo fatto di razzismo, xenofobia, omofobia, cattiveria, mancanza di solidarietà ecc., egli è visto dalle cancellerie di mezzo mondo come il fumo negli occhi.
L’ultima performance davanti a Obama e sua moglie Michelle, ha gettato vergogna su se stesso e sul nostro paese.
Occorre fermarlo prima che sia troppo tardi.
Qualche giorno fa Brunetta diceva che sono in atto manovre per portare a termine un colpo di stato. Io non so se questo sia vero, certo è che in questo momento, per il bene del nostro Paese, c’è bisogno di un nuovo 25 luglio. C’è bisogno di un nuovo Dino Grandi che elabori un ordine del giorno che chieda a Berlusconi di farsi da parte.
Quel che mi chiedo è se all’interno del PdL ci sia qualcuno abbastanza autonomo da cogliere questa necessità e da coagulare attorno a sé uno schieramento parlamentare che arrivi a una sfiducia costruttiva.
La nostra Carta Costituzionale e il nostro ordinamento di Repubblica parlamentare, danno al Capo dello Stato la possibilità di conferire l’incarico di formare un governo di unità nazionale a un’alta personalità che si prefigga di realizzare in tempi abbastanza brevi un programma di pochi punti programmatici, fra i quali ci devono essere:
- una nuova legge elettorale sul modello francese o tedesco, che ridia agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti in parlamento;
- la modifica dei regolamenti parlamentari che consentano un più rapido iter parlamentare delle leggi;
- una legge sul conflitto d’interessi e una legge antitrust;
- misure a sostegno delle fasce più deboli della popolazione, misure a sostegno delle imprese.

Se ciò non avviene, ci attende una lunga nottata che non preannuncia nulla di buono.

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