lunedì 1 marzo 2010

IL CONTROLLO DELL’ACQUA A POCHI O A TUTTI ?

L’ONU denuncia la “Crisi Mondiale dell’Acqua”, con epicentri nel Mediterraneo, Cina, India, USA.

Il World Economic Forum di Davos afferma che l’acqua sarà il maggiore problema del mondo.

Le banche lanciano titoli e certificati sull’acqua, le multinazionali Vivendi e SUEZ si preparano fondendo i loro assetti societari.

Oggi sulla Terra l’accesso all’acqua potabile è negato a più di 1 miliardo e 300 milioni di persone e diventeranno 3 miliardi nel giro di pochi anni se non riusciremo ad arrestare i diversi processi di privatizzazione in corso.

L’antitrust italiano ha svelato e sanzionato il patto tra ACEA, SUEZVEOLIA: 8,3 milioni di euro di multa per la multiutility romana (51% Comune di Roma) e 3 milioni per la società francese colpevoli di aver creato, dal 2001, raggruppamenti temporanei di impresa per aggiudicarsi la gestione del servizio idrico in molte parti d’Italia.

ACEA è il primo operatore in Italia del servizio idrico e gestisce già l’acqua di Lazio, Toscana, Campania. Le comunità locali di queste zone denunciano tariffe enormemente aumentate e un peggioramento della qualità del servizio…
…e intanto si annuncia la fusione HERAIRIDE ENIA – ACEA



L’ACQUA è un bene comune ed è un bene finito indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi. La disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti umani inalienabili e inviolabili di ciascuno.

Per questo è necessario sottrarre l’acqua alle leggi del mercato e della concorrenza ed è urgente delineare politiche pubbliche che garantiscano una quantità minima vitale di acqua, gratuita, a tutti gli esseri umani del mondo assieme al diritto delle persone a partecipare attivamente alla gestione di questo bene comune.

Acqua pubblica, bene comune, diritto umano universale e la definizione del servizio idrico quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica sono i fondamenti di una buona azione di governo locale a difesa dei beni comuni. I Comuni come governi di prossimità hanno il dovere di coordinarsi per evitare la sottrazione di un bene primario dei Cittadini e la conseguente mercificazione dell’acqua.

A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.
Questi percorsi di mobilitazione sono percorribili così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia, da ultimo quello di Venezia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Giù le mani dall'acqua !